In questi giorni nella suggestiva cittadina di Saluzzo, ai piedi del Monviso, sono in corso due mostre di arte. Si tratta di due eventi simili anche se con risultati molto diversi.
Uno è l’annuale evento espositivo che sotto il titolo “Saluzzo arte” raccoglie nelle Antiche Scuderie della ex-Caserma Musso una serie di mostre, di cui alcune personali, insieme al concorso Matteo Olivero giunto alla sua trentacinquesima edizione.
L’evento espositivo inizia con una collettiva di artisti celebri, da Carol Rama ad un bel pezzo di Graham Sutherland, in un ambiente ben strutturato per lentamente trasformarsi in una serie di collettive, alcune di diversa qualità, che rende l’insieme non molto omogeneo, ma nel suo complesso gradevole.
La tecnica pittorica primeggia in generale nelle diverse stanze, soprattutto i ritratti e un certo gusto paesaggistico. Nell’ultima sala, dove ci sono le opere in concorso, spesso degli stessi artisti che hanno già esposto nelle sale antecedenti, offre nel suo effetto collettivo forse la resa migliore della varietà espressiva offerta.
Diversamente avviene alla Castiglia, ex-prigioni di Saluzzo, poste nella parte più bella della città dove la storia dell’arte raggiunge interessanti momenti nei suoi antichi edifici antichi.
Qui l’Istituto Garuzzo per le Arti Visive di Torino presenta due mostre: una decorosa permanente posta al piano terra, con alcuni pezzi anche validi, e l’altra al primo piano abbandonata a se stessa.
Una mostra di giovani artisti, dimenticata ed allestita in modo trasandato, dal titolo “venti per una”.
Se le opere potevano avere un valore la dimenticanza con cui sono presentate le rende secondarie.
Si incontrano così lavori caduti a terra e appoggiati al muro, cartelli staccati e dimenticati su un termosifone, stanze con le luci spente e diversi video non funzionanti. (vedere foto sotto).
Mi domando che senso abbia creare un evento per poi dimenticarlo in questo modo. Facendo così un doppio danno, agli artisti manifestando un disinteresse al loro lavoro e al pubblico che sicuramente non ne riceverà il giusto piacere che forse si sarebbe aspettato.
Mostre visitate Sabato 28 Aprile