Ancora
oggi, nonostante l’evidente crollo del sistema, si sente la solfa
che le persone vanno educate all'arte (ovviamente quella
contemporanea, quella antica stranamente si capisce da sé).
Dopo
decenni si sentono questi soloni che vivono in una dimensione
laterale, nella loro utopica missione di educatori di visioni che
ritengono le loro scelte migliori di altre, non si sa bene perché,
forse perché ci guadagnano promuovendo amici e partners.
Pare
non avere fine l'orrore prodotto da decine di figure di dubbio gusto
che con orrende mostre ammantate da assurde istanze culturali, più
strane e marginali sono meglio è, hanno sdoganato l'oggetto inutile
e brutto come panacea della nuova arte, collegato da un rapido
consumo che continua riproporsi e a dimenticare.
Sono
oramai decenni che centinaia di bric e brac seguitano a essere
smerciati con gaudio dai galleristi, visto l'ottimo ritorno
economico. Oggetti privi di valore si ammantano magicamente, nelle
candide stanze delle gallerie, di meriti economici stratosferici.
Come
sempre colpa dei polli, quasi sempre privi di cultura ma dal ricco
portafoglio, che si fanno spennare per potersi poi definire
collezionisti (di patacche).
Contenti
loro!
9 Maggio 2003