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30/06/20

Novecento in cortile all'Accorsi-Ometto di Torino


Il Museo Accorsi-Ometto si apre al contemporaneo con la mostra Novecento in cortile, curata da Bruto Pomodoro, che porta nell'elegante corte del palazzo una serie di stupende sculture degli artisti:  Arman, Paolo Borghi, Riccardo Cordero, Igor Mitoraj , Gio' Pomodoro e Ivan Theimer.


CS

Omaggio ai grandi maestri della scultura contemporanea a cura di Bruto Pomodoro

Dopo quasi tre mesi di chiusura forzata, dovuta al Covid-19, il Museo Accorsi-Ometto riapre le sue sale e il suo splendido cortile, nel cuore di Torino, con una mostra di sculture che rende omaggio a sei grandi artisti del Novecento, fra i maggiori interpreti internazionali della scultura del dopoguerra.

In mostra si possono ammirare il monumentale Mercurio (anni ’80) di Arman, uno fra i massimi esponenti del nouveau réalisme, famoso per le sue accumulazioni, per gli strumenti musicali e per le sue frammentazioni, oggetti che differiscono fra loro solo per qualche dettaglio, sezionati dal loro insieme; i bronzi patinati Tensione verticale  (1963-64) e Sole deposto (1982) di Gio’ Pomodoro, testimonianze di due diversi cicli produttivi del Maestro marchigiano, quello delle “Tensioni”, opere che cercano di definire il concetto di vuoto, inspodestabile, e dei “Soli”, archetipi geometrici di uno dei simboli più rappresentativi dell’umanità, fabbrica d’energia senza proprietari, come amava definirlo egli stesso; la grande terracotta Cavalcata interrotta (1990) di Paolo Borghi che ben rappresenta la sua poetica di rivisitazione dell’arte classica e di indagine sul mito; il maestoso acciaio satinato Asteroide (2017) di Riccardo Cordero in cui la forma plastica astratta, una struttura signica attentamente progettata, è posta in dialogo con lo spazio circostante, di cui l’opera ne attiva la realtà fisica; i due grandi bronzi di Igor Mitoraj, Icaro alato (2000) e Luci di Nara pietrificata (2014), che testimoniano la visione postmoderna dell’artista che, attraverso le fratture presenti sulla figura, alludenti al frammento e al reperto antico, ci ricordano la situazione dell’uomo contemporaneo con le sue fratture e la sua perdita di identità; infine, di  Ivan Theimer, Tobiolo (1999), Tartaruga con montagna (2004), Medusa (2005) e Arione con delfino (2008), quattro opere in bronzo di diverse dimensioni fra loro collegate da un unico denominatore: un  solido impianto classico che riecheggia ai miti rappresentati dalla scultura greca, alla simbologia egizia dei grandi Obelischi fino al manierismo toscano, dove figura umana e mondo animale giocano fra loro in simbiosi plastica, per ricordarci che siamo tutti parte di un unicum.

Torino Photo Tales è online



Fino al 1 Agosto Torino Photo Tales è online, con un progetto innovativo promosso e prodotto da The Phair si può curiosare tra le 123 opere fotografiche presentate, incontrare i lavori di grandi maestri e giovani emergenti, scoprire aneddoti interessanti ascoltando le video-interviste a 41 galleristi, ricevere maggiori informazioni riguardanti le opere che hanno catturato la vostra attenzione chattando live con la galleria di riferimento, ma questa possibilità è disponibile solo fino al 28 giugno.

Torino Photo Tales non è una fiera online, ma un percorso di narrazione virtuale dedicato alla creatività dell’immagine, una preziosa e inedita finestra sul panorama artistico italiano e internazionale della cultura fotografica, ma soprattutto un’occasione di avvicinamento e confronto tra gallerie, collezionisti e appassionati.


29/06/20

L'ombra del disegno



Scrivere Disegnando ("scrivere per disegnare") è una mostra  con cui  il Centro Contemporaneo di Ginevra indaga sulla scrittura e sulla sua ombra. Vengono esaminate varie esperienze, dall'inizio del XX secolo ai giorni nostri, in cui la scrittura abbandona la sua funzione comunicativa per avventurarsi nella terra dell'incomunicabile, dell'inesprimibile. La mostra cerca proprio di esplorare la tensione dell'ortografia, l'oscillazione tra la scrittura, nella sua dimensione strettamente semantica, e la terra incognita del semplice arabesque, automatismo, segni e scarabocchi ripetuti.

Tutte le opere presentate abitano un particolare territorio, in cui il gesto della scrittura riflette più il "voler dire" che il "dire" stesso, e più la forza del significato che l'atto del significato, per parafrasare Giorgio Agamben. Una scrittura a volte delirante, spinta oltre il significato, che diventa una traccia esistenziale e un'affermazione di sé, ma anche un elemento fantastico, una metafora del mondo e dei suoi misteri. La nostra ricerca ha per oggetto questa tensione umana ancestrale di voler superare la dimensione comunicativa della scrittura, verso la riappropriazione libera e assoluta del segno grafico, del suo patrimonio creativo e immaginario.



Frutto di una collaborazione senza precedenti tra la Collection de l'Art Brut di Losanna e un'istituzione d'arte contemporanea, questa mostra riunisce per la prima volta personalità molto diverse: artisti storicamente legati all'arte brut, alcuni dei quali hanno ha condotto la loro attività di scrittura in case di cura e manicomi psichiatrici, nonché artisti contemporanei. Ciò che unisce personalità così diverse è il desiderio di cogliere nella scrittura altrove, di andare oltre la dimensione semantica della lingua per esplorare liberamente il suo potenziale innovativo e fantastico.

Uno degli elementi di interesse che emerge dalla mostra è la questione dell'inseparabile rapporto storico tra scrittura e potere, tra linguaggio e genere. In questo senso, il progetto presenta anche un'esplorazione dello status della voce femminile nell'ultimo secolo. Dall'inizio del XX secolo, molte donne hanno sperimentato la scrittura compulsiva, spesso illeggibile, come mezzo di espressione esistenziale in un mondo patriarcale rendendole politicamente invisibili e socialmente impercettibili. Scrivere il tempo è come un tempo della vita, un gesto privato, una traccia e lo strumento della conoscenza di sé, ma anche uno strumento di ribellione ed espressione artistica.

Questo ambizioso progetto è arricchito da opere commissionate per l'occasione da artisti contemporanei impegnati nella costruzione di lingue segrete, alfabeti immaginari o "linguaggi personali" reali. Infine, la mostra è impreziosita da una serie di teche che riuniscono da un lato oggetti ed esempi di scritti asemici degli artisti e dall'altro offrono un panorama storico dell'uso di linguaggi immaginari nella letteratura .

Un catalogo di circa 300 pagine riccamente illustrate sarà pubblicato da Skira in edizioni francese e inglese in occasione di questa mostra. Riunirà saggi appositamente commissionati da curatori, critici, artisti, filosofi e accademici su questioni di scrittura asemica al fine di guidare il lettore attraverso questi scritti plurali. Pertanto, oltre ai testi di Andrea Bellini e Sarah Lombardi, questo volume includerà anche contributi di Derek Beaulieu, Federico Campagna, Vincent Capt, François Chastanet, Andrea Cortellessa, Morad Montazami, Joana Neves, Marta Spagnolello, Michel Thévoz e Marina Yaguello. Note biografiche e artistiche di un centinaio di artisti completeranno questa pubblicazione.



Circolo del Design meets Seeyousound: la cultura torinese riparte con cinema, musica e design

 

Quattro appuntamenti crossmediali con performance dal vivo presso il Circolo del Design, realizzati insieme a Seeyousound, con le sonorizzazioni live di Riccardo Mazza e Laura Pol di Projec-TO e con la collaborazione del musicteller Federico Sacchi


Cinema, musica e design si incontrano per Welcome to the post-analog condition* / Circolo del Design meets Seeyousound, un ciclo di quattro appuntamenti dal vivo che si svolgono a partire dal 2 luglio 2020, grazie al lavoro congiunto tra Circolo del Design, punto di riferimento per la cultura del progetto a Torino, e Seeyousound, il festival internazionale di cinema a tematica musicale. Con questa iniziativa, la prima live da febbraio, le due realtà culturali, in collaborazione con i performer sonori Riccardo Mazza e Laura Pol di Projec-TO e il musicteller Federico Sacchi, intendono dare nuova linfa alla cultura torinese, duramente colpita dai mesi di lockdown.
 

Quattro temi per quattro episodi autoconclusivi che alternano reading, cortometraggi, musictelling e sonorizzazioni live e che partono proprio dall’analisi e dalle riflessioni prodotte nel corso dei mesi di pandemia: da un lato, quindi, prendono vita i testi che compongono Welcome to the post-analog condition*, l’archivio multimediale attraverso cui il Circolo del Design di Torino ha coinvolto protagonisti del mondo dell’architettura, del design e del progetto italiani, offrendo spunti per rispondere ai grandi interrogativi che riguardano il futuro della nostra società rispetto alle conseguenze della pandemia. Dall’altro, invece, rivivono in una nuova chiave i cortometraggi di Seeyousound e le sonorizzazioni finaliste del contest Frequencies che, in questa occasione, vengono ricontestualizzati e ricombinati – alcuni in anteprima – dopo la cancellazione del festival lo scorso febbraio. A completare la performance dal vivo anche le sonorizzazione live create ad hoc per l’occasione da Riccardo Mazza e Laura Pol di Projec-TO, che ripercorrono il cinema d’Avanguardia degli anni Venti e Trenta con scene tratte dai capolavori sperimentali di Luis Buñuel, Man Ray, Marcel Duchamp e altri, alternando musica elettronica a immagini. A unire testi e video e a comporre la narrazione della serata interviene, poi, il musictelling di Federico Sacchi, autore e regista de “Le Esperienze d’ascolto”, veri e propri documentari dal vivo che fondono storytelling, musica, teatro e video, che negli anni ha collaborato con Teatro Stabile Torino, MonfortinJazz Festival, Lovers Film Festival, Seeyousound, Salone del Libro, Circolo dei Lettori.

 
Obiettivo della kermesse diventa portare in presenza le considerazioni condotte durante il lockdown attraverso un filo comune, fornendo nuovi stimoli alla sperimentazione culturale torinese. Ogni serata prende il nome da una delle quattro sezioni di Welcome to the post-analog condition* e ne richiama le tematiche sociali, culturali, progettuali attraverso una riflessione condivisa e linguaggi appartenenti a contesti diversi: Ex Crisis racconta come l’ingegno possa trasformare la crisi in risorsa e come un momento che innesca un ribaltamento possa portare con sé considerazioni inaspettate; Idealia riguarda il percorso condiviso che attraversano la cultura del fare e il pensiero creativo per esplorare ciò che non è ancora stato sperimentato e che può contribuire a migliorare il mondo a qualsiasi scala; C Generation porta il focus sulle trasformazioni, le opportunità e le nuove forme di socialità, indagando il modo in cui le comunità di oggi possono guardare a quelle di domani, il cui futuro è segnato dalle decisioni del presente; Land of Homes si concentra, invece, sulle case e sulle città, la cui forma rimane la stessa, nonostante sia cambiato radicalmente il modo in cui le viviamo, e su come siano necessari nuovi modi di stare insieme, nuove costruzioni e nuovi spazi.

 

«Nei mesi di lockdown abbiamo avuto modo di riflettere sul periodo storico che stavamo vivendo. Così è nato l’archivio Welcome to the post-analog condition*, un luogo di ricerca e di confronto aperto ai professionisti del mondo del progetto, come designer, architetti, critici, curatori – spiega Sara Fortunati, Direttore del Circolo del Design di Torino –. È proprio da questa esperienza che siamo ripartiti per far fruire nuovamente momenti di cultura dal vivo, offrendo il nostro contributo alla ripartenza della cultura torinese attraverso un dialogo tra diverse discipline. Con Seeyousound, con cui abbiamo da subito condiviso il desiderio di ripartire, abbiamo lavorato su nuovi modelli e nuovi linguaggi, fondendo mondo della musica, del progetto, del cinema e creando un filo conduttore per unire le riflessioni prodotte da ciascuno di noi durante il lockdown. Al progetto hanno poi portato il loro valore anche Riccardo Mazza e Laura Pol di Projec-To, e Federico Sacchi. Ne è nato così questo ciclo di quattro appuntamenti che consideriamo, al contempo, un laboratorio culturale sperimentale per la Città e la piena concretizzazione del nostro desiderio di ripartire con entusiasmo per ridare voce al mondo del progetto e della cultura».
 

«I momenti più difficili possono anche trasformarsi in grandi opportunità: così è stato questa volta, grazie alla mano che da subito, a poche ore dalla sospensione improvvisa di Seeyousound 2020, il Circolo del Design ci ha teso – racconta Carlo Griseri, Direttore di Seeyousound –. Lunghe settimane di riflessioni e programmi che inevitabilmente mutano seguendo il corso degli eventi, fino ad ora. Saranno quattro serate in cui i contenuti di Seeyousound acquisiranno un nuovo valore: i cortometraggi proposti sono tutti inediti dal programma interrotto del nostro festival, scelti dal curatore di sezione Matteo Pennacchia per aderire ai temi della rassegna e salutare con orgoglio l'inizio di questa nuova collaborazione».

 

GIOVEDì 2 LUGLIO 2020
La prima serata, Ex-Crisis. Oltre il punto di rottura, va in scena giovedì 2 luglio 2020 con una prima replica alle 19 e una seconda alle 21 e si apre con il racconto di quattro contributi presenti nell’archivio Welcome to the post-analog condition*: Progetto n° 0: Il Fuoco a cura del designer Francesco Faccin, Ettore Sottsass, Metafore, 1972-1979 a cura dello studio Sovrappensiero, Galina Balashova, interni del modulo orbitale Soyuz 19, 1973 a cura di Studio Gisto, I progetti di Ilmari Tapiovaara negli anni ‘40 in Finlandia a cura dello studio Dossofiorito. Seguono poi la proiezione del corto Krzyzoki, che affronta i temi della natura e del tempo sottratto agli usi della contemporaneità, e la sonorizzazione live Avanguardie composta da Riccardo Mazza su scene tratte da capolavori cinematografici sperimentali degli anni Venti e Trenta, scelte e rielaborate da Laura Pol in collaborazione con il Museo del Cinema di Torino.

 

GIOVEDì 9 LUGLIO 2020
Il 9 luglio è poi la volta di Idealia. Progettare l'immateriale con il reading di Mario Bellini, Kar-a-sutra, Cassina, 1972 a cura di Maddalena Casadei e di Vito Acconci, Face of the Earth, 1985 a cura di PIM studio dell’archivio Welcome to the post-analog condition*, accompagnato dal secondo capitolo di Avanguardie e dal cortometraggio Mon Juke-Box, che pone il focus sul ruolo del designer contemporaneo, partendo dall’iconico ed evocativo juke-box, uno dei pochi oggetti di design nel mondo musicale.

 

GIOVEDì 16 LUGLIO 2020
La terza serata è dedicata a C Generation. Le comunità del futuro che si apre con la lettura di L'educazione prima di tutto! a cura di Piovenefabi e di Ettore Sottsass Jr. e Franco Raggi, Scarpe Vincolanti, 1975 a cura di Odo Fioravanti dell’archivio Welcome to the post-analog condition*, seguito dal corto Listen to me sing, che esplora la nuova dimensione che si troveranno ad affrontare i bambini delle future generazioni, sfidando se stessi e senza sperare troppo nell’aiuto dei più anziani. A completare la serata anche le performance dei finalisti del contest Frequencies, la call lanciata da Seeyousound per compositori under 35 dedicata alla sonorizzazione contemporanea di film muti.

 

GIOVEDì 23 LUGLIO 2020
A chiudere il ciclo di eventi è l’appuntamento con Land of Homes. Nuovi significati per gli spazi che vede le reading di Il conversation pit a cura di False Mirror Office e di Jaime Lerner, città di Curitiba, Brasile a cura di Orizzontale dell’archivio Welcome to the post-analog condition* e la proiezione del corto Quarantine, basato sulla sovversione della concezione canonica dello spazio domestico e il conflitto tra interno ed estero. La serata è poi accompagnata dall’ultimo capitolo di Avanguardie.


Al fine di garantire una fruizione dello spettacolo in sicurezza, sono stati organizzati due turni differenti per ogni serata, così da poter consentire al maggior numero possibile di persone di poter partecipare, il primo con inizio alle ore 19 e il secondo con inizio alle ore 21.

28/06/20

Tutta l'arte di Torino

Galleria Alberto Peola


Nei giorni scorsi la vita artistica torinese è ripartita con l'iniziativa Tag che coordina alcune delle più importanti gallerie della città corredata da altri eventi di spazi e realtà più fresche.

Per tre giorni, dal 16 al 18, dalle ore 14 alle 20 le gallerie di Tag hanno aperto con tante interessanti proposte, eccovi qui alcuni accenni. 

Iniziamo dalla più esterna, la galleria Franco Noero che, chiuso lo spazio di piazza Carignano, avvia un bel garden di sculture con una bella selezione delle opere di Marepe.

Venendo verso il centro incontriamo in via Cervino 18/b la home gallery di Raffaella De Chirico con le opere di Paolo Leonardo, condivise nella sua galleria in via Giolitti, mentre nella vicina vetrina della Streetview Art Gallery ci sono i lavori di Rosi Togaci. 

In Largo Montebello Luce Gallery porta i lavori dell’afroamericana February James.

Avvicinandoci possiamo visitare la galleria Alessio Moitre con le proposte di Giulio Alvigini e Ilario Caliendo.  

Poco più in là, Davide Paludetto presenta i torinesi Galliano, Pusole e Migliore.

Mentre a pochi isolati si è appena presentato il progetto Jonathan Monk che propone lo Quartz Studio.

In centro la galleria Alberto Peola,  ospita la collettiva “ Inside”, sullo spazio intimo vissuto in questo tempo dagli artisti. 

Vicino la galleria Photo& Co guarda alla bellezza naturalistica di Nils Udo.


Galleria Raffaella De Chirico


Collettiva anche da  Norma Mangione, legata dalla poetica giapponese del Reng, dalla PickGallery con artisti di vari linguaggi e da  Weber& Weber che riusce i suoi artisti sotto il titolo “ Visitazioni/ Rivisitazioni”.

Mentre InArco offre il dialogo fra Nicholas Howey e Stefano Peroli.

Col titolo  “The time of the virus”, la galleria Febo& Dafne presenta gli scatti di Stefano Stranges, sulla città svuotata.

Anche fotografia da Riccardo Costantini con Mario Daniele.


Galleria Alessio Moitre


Lo spazio urbano di Tucci Russo ospita Mario Airò sul tema della "letizia".

Mentre la realtà della stampa di Elena Salomon porta la luminosità di Matisse in 75 litografie della serie "Joie de vivre". 

Al Dr Fake Cabinet Marco Albeltaro ospita i lavori tabù di Gianni Pitzalis.

Concludiamo con la segnalazione del cambio di sede della galleria Giorgio Persano che lascia il grande spazio industriale per spazi più storici nel meraviglioso Palazzo Scaglia di Verrua.

27/06/20

Aprono di Giardini Ducali dei Musei Reali di Torino

In foto, il Giardino Ducale (Credits: Officina delle Idee per i Musei Reali, giugno 2020)


 

 

Da oggi è fruibile il Giardino Ducale dei Musei Reali di Torino, uno spazio verde che rivela meraviglie naturali e architettoniche, in cui concedersi un momento speciale di relax o una passeggiata tra giochi prospettici e sculture, all’ombra di Palazzo Reale, della Cappella della Sindone e della Galleria Sabauda. Dopo un importante intervento di recupero e rifunzionalizzazione, il Giardino del Duca torna a essere patrimonio dei torinesi e di tutti i visitatori, uno dei luoghi simbolo della città nuovamente fruibile con un’ampia offerta di attività.

 

Oggi, Sabato 27 giugno, dalle 19.30 alle 00.30, un'apertura straordinaria a ingresso gratuito permetterà al pubblico di attraversare la Corte d'Onore della prima reggia d'Italia e ammirare il rinnovato Giardino Ducale che, dalle ore 22, sarà impreziosito da una scenografica illuminazione seraleDa domenica 28 giugno torna a essere fruibile anche il Boschetto, restaurato nel 2017 grazie all’intervento congiunto del MiBACT e della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino con il socio Reale Mutua. La giornata inaugurale presenta un ricco programma di performance e musica dal vivo, realizzato con i giovani partecipanti al progetto Talenti per il Fundraising della Fondazione CRT e con la collaborazione di Piatino Pianoforti dal 1910. Alle ore 10.30, 16 e 17.30 sono previste delle visite speciali condotte dalle guide CoopCulture.

 


Il Giardino Ducale

La rifunzionalizzazione e il recupero del Giardino Ducale è parte della grande opera di valorizzazione dei sette ettari di verde che si sviluppano a ridosso degli antichi bastioni, il tessuto connettivo dei Musei Reali di Torino. Dal primo disegno di Henri Duparc del 1563 al progetto di André Le Nôtre, architetto dei giardini di Versailles, l’impianto attuale dei Giardini Reali è frutto di molteplici trasformazioni che attraversano secoli di storia. Teatro delle passeggiate e di spettacolari feste che animavano la corte, i Giardini Reali sono ancora oggi un luogo dal valore monumentale e ambientale irripetibile.

 

Grazie all’intervento conservativo finanziato dalla Fondazione Compagnia di San Paolo con un contributo di 2 milioni di euro, sospeso a marzo per l’emergenza sanitaria, la porzione più antica dei Giardini Reali collocata a nord del Palazzo, il Giardino Ducale, assume un nuovo splendore.

 

“La Fondazione Compagnia di San Paolo, ispirata all'agenda 2030 delle Nazioni Unite, si rivolge alla cultura con uno sguardo che ci permette di attingere alla creatività e all'arte per rendere più attrattivi i nostri territori, pensare e reinterpretare spazi in cui le persone diventano protagoniste, rapportarsi ai beni culturali con spirito di custodia e protezione. Coerentemente con questo approccio oggi partecipiamo all'apertura al pubblico dei Giardini di Palazzo Reale, nel cuore di Torino, che rappresentano un ulteriore arricchimento, con la messa a disposizione di un elegante spazio verde, dell'offerta dei musei reali oltre al loro capitale di architetture, collezioni e offerta di servizi al pubblico. Vero e proprio polmone verde cittadino, i giardini giocano un ruolo determinante nel processo in corso di sviluppo dei MRT in una logica di investimento strategico, attraverso un'evoluzione gestionale/organizzativa e il miglioramento della sostenibilità economico-finanziaria fortemente appoggiato dalla Compagnia”, osserva Alberto Anfossi, Segretario generale della Fondazione Compagnia di San Paolo.

 

“I Giardini sono un elemento centrale dell’agenda dei Musei Reali – spiega la Direttrice Enrica Pagella –. Il 24 aprile 2016 sono stati riaperti al pubblico dopo una chiusura di quasi dieci anni e da quel momento i cantieri non si sono mai interrotti. Tra il 2017 e il 2018, grazie anche alla collaborazione con la Consulta di Torino e il suo socio Reale Mutua, è stata rifunzionalizzata l’area del Boschetto, arricchita dall’inserto monumentale Pietre preziose di Giulio Paolini. Successivamente, con il sostegno della Compagnia di San Paolo, i lavori sono stati dedicati al Giardino del Duca e a breve si completerà anche l’intervento nella parte di Levante, con la restituzione della settecentesca Fontana dei Tritoni. L’attenzione per la radice storica di questo grande spazio verde è andata di pari passo con la cura per tutti gli aspetti legati all’accessibilità e al comfort, nella convinzione che i Giardini del Palazzo Reale costituiscano un naturale prolungamento dello spazio museale e una impareggiabile risorsa di benessere per la vita dei cittadini, in un paesaggio antico e moderno insieme, all’incontro tra natura e cultura”.

 

In foto, il Giardino Ducale (Credits: Officina delle Idee per i Musei Reali, giugno 2020)


In occasione della riapertura del 2 giugno, la nuova pavimentazione in pietra di Luserna posta lungo le facciate di Palazzo Reale e della Galleria Sabauda, collegamento tra la Corte d'Onore e la Manica Nuova della residenza, ha reso pienamente accessibile l’ingresso e l’uscita del percorso museale dal Giardino. Il perimetro esterno dei due edifici è ornato da 42 casse in acciaio inossidabile contenenti piante di Ligustrum Iaponicum Texanum, arbusti sempreverdi simili agli aranci e resistenti ai freddi invernali. Nelle innovative citroniere hi-tech sono integrati i dispositivi per illuminare scenograficamente le facciate e segnalare i percorsi. All’allestimento del Giardino Ducale si aggiungono 61 nuove anfore in ghisa, realizzate sul modello dei 43 vasi originali facenti parte delle collezioni storiche, ma con un disegno semplificato per facilitarne l’identificazione; i vasi delimitano i parterre   e segnano l’incrocio dei viali. Rose paesaggistiche della varietà Meilland Bonica completano la composizione che poggia su basamenti ottagonali in granito di Montorfano, contenenti piccoli fari Led per illuminare i camminamenti. Al confine dell’aiuola nord sono state aggiunte panchine, corpi illuminanti e cestini di servizio, coordinati con gli arredi già progettati per il recupero del Boschetto, situato a nord-est e di matrice ottocentesca. L’intero sistema di conduzione delle acque, così come l’impianto di irrigazione, è stato ripensato per rispondere nel modo migliore alle esigenze del giardino, mentre nuove prese di servizio a scomparsa sono state inserite nella pavimentazione per alimentare zone strategiche per favorire lo svolgimento di eventi serali. In una posizione di snodo tra i Giardini del Duca e di Levante e il Boschetto troverà spazio un nuovo punto informazioni per il pubblico con il supporto dei volontari del Touring Club Italiano, progetto Aperti per voi, che dal 1° luglio riprendono le attività di accoglienza nei Giardini.  

 

La scultura in granito intitolata Ulisse, opera dello scultore Giuliano Vangi e donata dall’artista ai Musei Reali, sarà posizionata su un basamento nell’area settentrionale del Giardino Ducale, in prossimità dell’ingresso alla Manica Nuova.

 

I Giardini Reali non saranno soltanto un luogo in cui concedersi una piacevole divagazione nella natura, ma anche uno spazio in cui partecipare agli eventi per festeggiare la riapertura al pubblico. Si comincia domenica 28 giugno con “Welcome green”, osservazione guidata alla scoperta delle specie floreali che impreziosiscono i Giardini. Le visite continueranno nel fine settimana per tutto il mese di luglio. Domenica 12 e 26 luglio, alle ore 17, vista, tatto, udito e olfatto saranno convolti nell’inedita esperienza “Giardini sensoriali” per conoscere da vicino piante e materiali che compongono le aree verdi dei Musei Reali. Grandi e piccoli appassionati del disegno a mano libera, sabato 18 luglio non potranno perdere l’appuntamento con “MRT Garden Drawing 2020”: affiancati dai giovani artisti e maestri della Pinacoteca Albertina, i partecipanti si cimenteranno con il disegno dal vero, prendendo ispirazione dalla natura e dall’affascinante panorama architettonico che incornicia i Giardini (ingresso esclusivo e contingentato, al costo di 2 euro).

 


Dal virtuale al Reale

Se durante il lockdown l’esperienza di visita si è trasferita sui canali digitali e sulla piattaforma èreale (ereale.beniculturali.it), a partire dal 3 luglio, ogni mercoledì e venerdì alle ore 17 gli approfondimenti tematici tornano in presenza con il programma “Dal virtuale al Reale”. Curatori e tecnici dei Musei Reali conducono i visitatori alla scoperta di opere e luoghi meno noti, rivelando curiosità inedite secondo il seguente calendario:

 


3 luglio - La Manica Nuova di Palazzo Reale, dove l’architettura incontra il museo, con Filippo Masino

8 luglio - Una creatura sorprendente: il Drago da passeggio di Carlo Mollino, con Giorgia Corso

10 luglio - Le Cucine Reali, con Lorenza Santa

15 luglio - Il Giardino del Duca, con Barbara Vinardi

17 luglio - L’Oriente a Palazzo: gli stipi giapponesi nell’Appartamento dei Principi, con Linda Lucarelli

22 luglio - Prove di allestimento: Sumeri e Assiri in passerella, con Patrizia Petitti

24 luglio - Roma antica in miniatura. Viaggio tra le città romane in Piemonte, con Elisa Panero

29 luglio - La pittura dei Bassano, oltre la superficie, con Annamaria Bava

31 luglio - I soffitti dipinti dell’appartamento dei Principi Forestieri, con Lorenza Santa

5 agosto - Porcellane per la tavola del re. Le collezioni di Palazzo Reale, con Franco Gualano

7 agosto - In guerra per gioco. La targhetta da giostra dell’Armeria Reale, con Alessandra Curti

19 agosto - L’immaginario e la memoria. I Longobardi e il culto degli antenati, con Gabriella Pantò

21 agosto - L’Oriente in Armeria Reale. Armi e armature dal continente asiatico, con Giorgio Careddu

26 agosto - Sulle tracce degli Etruschi nel Piemonte preromano, con Rosario Anzalone

28 agosto - Una Madonna fiamminga rivelata. Leggere la pittura attraverso le indagini scientifiche, con Sofia Villano

 


Caffè con il restauratore

Due incontri speciali, il “Caffè con il restauratore”, saranno dedicati alla conoscenza dell’intenso lavoro dei restauratori che, con i curatori delle collezioni, ogni giorno conservano il grande patrimonio artistico dei Musei Reali. Giovedì 9 luglio, alle ore 10, Alessandra Curti presenterà l'approfondimento Santi cavalieri: La spada di San Maurizio e l’armatura nel Medioevo, mentre giovedì 6 agosto, alla stessa ora, l'intervento di Elisabetta Andrina verterà su Pareti tessute: gli arazzi a Palazzo Reale, affrontando gli aspetti tecnici ed esecutivi dei preziosi tessili. I partecipanti saranno accolti nella Corte d'Onore da una guida CoopCulture che, al termine degli interventi, condurrà i visitatori al Caffè Reale per condividere un piacevole momento di pausa.

 


Visite speciali

Giovedì 16 luglio, alle ore 16, "C'è qualcosa di nuovo in Armeria": le vetrine della Galleria del Beaumont si arricchiscono di didascalie pensate per lo sguardo e la curiosità dei bambini. Le famiglie sono invitate a scoprire questa novità con i curatori Giorgio Careddu e Giorgia Corso. Prenotazione obbligatoria e costo compreso nel biglietto di ingresso, gratuito fino a 18 anni.

 

Venerdì 17 luglio, alle ore 18, il pubblico avrà la straordinaria opportunità di accedere all’Appartamento della Regina Elena, percorso composto da sale di grande fascino arredate e decorate da affreschi mitologici, stucchi dorati, parati in seta alla cinese, pavimenti in marmi policromi, e alle sorprendenti Cucine Reali. L’incontro si concluderà con un aperitivo. Solo su prenotazione.

 

Per tutto il mese di luglio, ogni sabato e domenica continuano le visite guidate a cura dei Volontari dell’Associazione “Amici di Palazzo Reale” nell’Appartamento dei Principi di Piemonte, al secondo piano di Palazzo Reale, con il suggestivo affaccio sulla terrazza panoramica. Il percorso, della durata di un’ora, è visitabile alle ore 10, 11, 12, 15, 16, 17 e 18 ed è acquistabile in biglietteria.


Le attività del Caffè Reale

Nella suggestiva Corte d’Onore di Palazzo Reale, il Caffè Reale Torino accoglie i visitatori per un momento di ristoro in una cornice unica ed elegante, tra oggetti provenienti dalle collezioni sabaude. A giugno e a luglio la cucina della tradizione piemontese è protagonista di un ciclo di lezioni alla scoperta di specialità del territorio, come flan di spinaci con fonduta (19/6), bagnetto verde e rosso (20/6), verdure ripiene (26/6), savoiardi e tiramisù (27/6), carpione (3/7) e bunet (4/7). Gli incontri si svolgono dalle 17 alle 19 per un numero minimo di 12 persone. Il costo è di 20 euro per gli adulti, 28 euro per chi partecipa con un minore. Ogni venerdì e sabato di giugno è possibile partecipare anche alle cene speciali “Grill and Traditional Arcade”. Informazioni e prenotazioni al numero 335 8140537 o via e-mail all'indirizzo segreteria@ilcatering.net.



26/06/20

Evento speciale con Palazzo Grassi



Arthur Jafa, Love is the Message, The Message is Death, 2016. Video, color and black-and-white, sound. Running time: 7 minutes, 30 seconds.
 Courtesy of Arthur Jafa and Gavin Brown’s enterprise, New York/ Rome 

Dalle ore 20 di venerdì 26 giugno, alle ore 20 di domenica 28 giugno, l'opera video di Arthur Jafa "Love is the Message, The Message is Death" sarà per la prima volta trasmessa online e resa accessibile a tutti in uno streaming di 48 ore.

Attraverso un montaggio di immagini scaricate da YouTube e sulle note del brano hip hop di Kanye West "Ultralight Beam", Arthur Jafa sviluppa una narrazione, immersiva e meditativa al contempo, della storia della comunità afroamericana. Nel contesto delle violenze della polizia verso quella comunità e dell’onnipresente razzismo, l’opera di Arthur Jafa lascia emergere la sofferenza, ma anche la forza e la bellezza di questa America Nera.

A partire da sabato 11 luglio, l'opera di Arthur Jafa sarà visibile anche a Punta della Dogana, in occasione della mostra "Untitled, 2020. Tre sguardi sull'arte di oggi".
 
L'iniziativa risponde all'invito dello Smithsonian American Art Museum e dell'Hirshhorn Museum and Sculpture Garden che, insieme all'artista, hanno coinvolto 13 musei e collezioni da tutto il mondo che possiedono una copia dell'opera, con l'intenzione di renderla accessibile al più vasto pubblico possibile.




Punta della Dogana presenta la mostra “Untitled, 2020. Tre sguardi sull'arte di oggi”, concepita e curata da Caroline Bourgeois, Muna El Fituri e dall’artista Thomas Houseago.

Cinque anni dopo “Slip of the Tongue”, a cura di Danh Vo e Caroline Bourgeois, e presentata nel 2015 a Punta della Dogana, per la seconda volta un artista della Pinault Collection è invitato a portare uno sguardo sulle opere della collezione per concepire un progetto espositivo inedito. Ideata appositamente per gli spazi di Punta della Dogana, “Untitled, 2020”, è suddivisa in sale tematiche che presentano le opere di oltre 60 artisti, provenienti dalla Pinault Collection e da musei internazionali e collezioni private, con citazioni, ispirazioni e riferimenti tra lavori che spaziano dal Novecento ad oggi, proposte secondo un dialogo basato su connessioni emozionali, sensoriali, visive e tattili.

Spaziando tra diversi media, dalla scultura al video, dalla pittura alla fotografia, le opere esposte si articolano attorno alla ricostruzione dello studio di Houseago, nel cuore di Punta della Dogana, all’interno della sala del cubo di Tadao Ando, con un’installazione site-specific. In questa sala l’artista mette inoltre a disposizione dei visitatori la sua biblioteca e le sue fonti d’ispirazione.

Gli artisti presenti in mostra sono Magdalena Abakanowicz, Nairy Baghramian, Garry Barker, Maria Bartuszová, Lee Bontecou, Marcel Broodthaers, stanley brouwn, Teresa Burga, James Lee Byars, Eduardo Chillida, Robert Colescott, Bruce Conner, Enrico David, Karon Davis, Hélène Delprat, Abigail DeVille, Jan Dibbets, Elliot Dubail, Marlene Dumas, Valie EXPORT, Saul Fletcher, Llyn Foulkes, Kasia Fudakowski, Ellen Gallagher, Dominique Gonzalez-Foerster, Nancy Grossman, Philip Guston, Lauren Halsey, David Hammons, Duane Hanson, Georg Herold, David Hockney, Thomas Houseago, Arthur Jafa, Joan Jonas, Mike Kelley, Alice Kettle, Edward Kienholz & Nancy Reddin, Tetsumi Kudo, Deana Lawson, Bernd Lohaus, Lee Lozano, Markus Lüpertz, Paul McCarthy, Gustav Metzger, Peter Mitchell, Henry Moore, Otto Mühl, Rei Naito, Senga Nengudi, Meret Oppenheim, Nam June Paik, Solange Pessoa, Charles Ray, Auguste Rodin, Cameron Rowland, Betye Saar, Lorna Simpson, Ser Serpas, Daniel Steegmann Mangrané, Alina Szapocznikow, Henry Taylor, James “Son Ford” Thomas, Luc Tuymans, Gilberto Zorio.

Flashback sempre più storytelling




Pieni di ottimismo per l'autunno Flashback, l’arte è tutta contemporanea prosegue la sua attività che supera il semplice concetto di fiera per essere soprattutto un progetto artistico che vive tutto l’anno, nato per offrire una diversa visione sulla storia dell’arte, ma anche sulla storia di oggi; un progetto che non può prescindere né dal proprio presente - che, mai come oggi, ci rende bisognosi di strumenti per elaborare quanto ci accade - né dal proprio passato perché ciò che preesiste può e deve essere utilizzato.

Flashback ha la capacità di legare cultura e mercato in un’unica equazione finalizzata alla formazione di senso critico. Offrendo al visitatore, sia esso collezionista o appassionato d’arte, senza dimenticare il pubblico dei giovanissimi, un insieme eterogeneo di informazioni che gli possano essere utili per interpretare la contemporaneità.
L’ottava edizione di Flashback non poteva, pertanto, rinunciare al suo tratto distintivo: il programma culturale interdisciplinare che accompagna il pubblico di varie età.

Da fine giugno 2020 fino a novembre il viaggio reale e virtuale di Flashback riparte per il suo pubblico da qui: dal progetto speciale Flashback è Opera Viva ai laboratori didattici, dal sound allo storytelling, dai talk fino alle lezioni d’arte “tutta contemporanea”.



Flashback special project
“Flashback è Opera Viva” è Il progetto di Alessandro Bulgini per Flashback nato nel 2013 nella convinzione che l’arte sia immortale e che dunque l’opera sia sempre viva, l’”Opera Viva” è però anche la parte sommersa dello scafo e dunque rappresenta il sommerso, tutto ciò che è invisibile, tutte le periferie, mentali e fisiche. Inizialmente il progetto agiva come escamotage per riconnettere le opere con la vita, per far emergere l’invisibile e si sviluppa sui social, in particolar modo tramite l’interazione dell’artista con le opere e il pubblico presente in fiera, successivamente nel 2015, si trasforma in un progetto di arte urbana curato, dal 2016, da Christian Caliandro ovvero Opera Viva Barriera di Milano “Il Manifesto” : uno spazio comunale per le affissioni 6x3m a Torino in Piazza Bottesini (Barriera di Milano, quartiere torinese multietnico) interpretato, mese dopo mese, dagli artisti, alcuni dei quali selezionati tramite open call, attualmente in corso (scadenza 15 luglio p.v.).
Il manifesto attualmente visibile in piazza Bottesini (sino al 12 luglio), è opera dell’artista Iginio De Luca ed è intitolato “Altro giro altra corsa”.

>> Flashback day-by-day: la settimana di Flashback
Flashback, l’arte è tutta contemporanea entra dirompente nella nostra quotidianità.
L’ottava stagione della serie è pronta a partire: dal lunedì al venerdì, sempre alla stessa ora: le 18,30 sui canali social della manifestazione, a partire dal 29 giugno fino a novembre.

Flashback lab
Il progetto didattico a cura di Maria Chiara Guerra va avanti e si sviluppa nella continua ricerca di atti di bellezza nel nostro quotidiano, da un lato i laboratori didattici realizzati con le scuole torinesi dall’altro le pillole di Maria Chiara in diretta sui social, entrambi dedicati al collezionare come gesto quotidiano di raccolta e di cura.
Tutti i lunedì pomeriggio alle 18:30 a partire da lunedì 29 giugno su Facebook, Instagram e YouTube

Flashback art class
Le lezioni di storia dell’arte ‘tutta contemporanea’ di Christian Caliandro si concentrano sullo scarto che il capolavoro è e costruisce rispetto alla realtà. Che cos’è nuovo? Che cos’è radicale? Come si relaziona un’opera d’arte efficace e rivoluzionaria con il contesto a cui appartiene? Da Caravaggio a Pollock, da Masaccio a Fellini.
Tutti i martedì pomeriggio alle 18:30 a partire da martedì 30 giugno su Facebook, Instagram e YouTube

Flashback storytelling
Il progetto che promuove, attraverso la narrazione, il coinvolgimento diretto e attivo della comunità di Flashback, si arricchisce del contributo di Raffaele Cataldo, giovane scrittore diplomato alla Scuola Holden che ha scelto l’Unicorno come protagonista di un gioco letterario, un inseguimento attraverso arte, cultura pop e leggenda. Raffaele ci racconta ogni settimana le peripezie e le storie che vedono protagonista l’archetipo culturale dell’edizione 2020 di Flashback.
Tutti i mercoledì pomeriggio alle 18:30 a partire da mercoledì 1 luglio su Facebook, Instagram e Spotify

Flashback talk
Il ricco programma di incontri si sposta, temporaneamente, sul web e ci regala Pasti d’artista, il progetto dell’artista visiva Giada Pucci che ha raccolto negli anni un prezioso archivio/opera di interviste a figure protagoniste del mondo dell’arte - critici, artisti e galleristi - restituendole sotto forma di conferenze e video-installazioni nei luoghi istituzionali del sistema e del mercato dell’arte prima e come approfondimenti audio e video oggi sui canali social di Flashback.
Una serie di “botta e risposta” sulla necessità, quanto mai attuale e urgente, di riconoscere l’importanza della figura professionale dell’artista, il precario senza bonus e cassa integrazione, che “ci fa tanto divertire”.
Tutti i giovedì pomeriggio alle 18:30 a partire da giovedì 2 luglio su Facebook, Instagram, Spotify e/o YouTube

Flashback sound
Il palinsesto dedicato alla musica che spazia senza soluzione di continuità tra generi e tempi, vede la nascita del canale Spotify di Flashback a cura di Andrea Vailati Canta. Ogni settimana una playlist dedicata all’arte, in una libera interpretazione che vede l’alternanza di generi musicali in un’inedita struttura compositiva magnetica, fantastica e umoristica come “La variante dell’Unicorno”. Gli stati d'animo sono resi musicalmente dall’artista con la ricerca delle contraddizioni, con la citazione ironica, la decontestualizzazione, l’effetto sorpresa.
Tutti i venerdì pomeriggio alle 18:30 a partire da venerdì 3 luglio su Spotify

Si intuisce che Flashback nella sua totalità è un progetto dedicato all’arte di tutti i tempi che si rinnova anno dopo anno ispirandosi alla vita e connettendo in profondità zone temporali diverse: l’antico, il moderno e il contemporaneo nel suo farsi.

Nel 2020 Flashback giunge al suo VIII anno con un nuovo e importante capitolo del proprio racconto.

Il tema scelto per questa edizione è Ludens, titolo che trae spunto dal gioco degli scacchi, in particolare dal racconto fantastico/umoristico di Roger Zelazny La variante dell’Unicorno, una partita a scacchi tra un unicorno e un essere umano. Ludens sono dunque i “giocanti” al gioco per eccellenza: gli scacchi. Dentro le 64 caselle, bianche come la vita e nere come la morte, c’è l’intero spettro delle passioni che l’essere umano prova nella sua esistenza. E la partita è la vita. Perché gli scacchi sono un gioco complessissimo, dalle dinamiche variabili e infinite, dalla possibilità combinatoria immensa. Nella non finitezza di tali variabili e nella possibilità di scegliere si manifesta la libertà dell’uomo, a ciascun Ludens è data la propria “variante” di gioco perchè Ludens sono tutti gli individui pienamente liberi e coscienti di poter agire sul mondo ricreandolo attraverso la creatività.

Grazie a questo spunto Flashback va avanti e crea la propria “variante” guardando al futuro in maniera ottimista e responsabile, una variante che si sviluppa all’insegna del rispetto e della condivisione. Da qui nasce la decisione di posticipare la chiusura delle Application per le gallerie al 30 giugno e di apportare alcune deroghe ai termini contrattuali per cercare di tutelare al meglio gli espositori in vista della settimana di novembre.

>> I canali social di Flashback

Facebook @flashbackfair
Instagram @flashbacktorino
Spotify @FLASHBACK
YouTube @FlashbackTorino

25/06/20

Stephen Friedman già 25 anni


Quest'anno la galleria Stephen Friedman compie 25 anni di attività e il prossimo Settembre e festeggerà con un grande progetti in cui coinvolgerà i suoi storici artisti intitolato Time e un bel catalogo che ripercorrerà la storia di questa importante realtà promotrice di arte.



CS

 Stephen Friedman Gallery is excited to present a special exhibition in September 2020 in celebration of its 25th anniversary. Taking place in both galleries on Old Burlington Street in Mayfair, its home since 1995, this unique event showcases the diversity of the gallery programme by celebrating its history whilst also looking ahead to the future.

New and historic works by each of the gallery’s 29 artists will be featured in the show. Many of the artists in the exhibition – notably Mamma Andersson, Yinka Shonibare CBE and David Shrigley – have been with the gallery from its infancy, marking a long and fruitful collaboration over the past three decades. Works will include a new and highly naturalistic painting by Kehinde Wiley that continues the artist’s investigation into the hierarchies and conventions of classical portraiture; a hand-coloured edition made specially for the exhibition by David Shrigley that references the longevity of the gallery’s history with typical, irreverent humour; a new large-scale painting by Denzil Forrester that captures the vibrant atmosphere of Jamaica’s nightlife; a new figurative painting by Deborah Roberts of an African-American adolescent exploring themes of race, identity and gender politics; and a new painting by Lisa Brice that continues the artist’s interrogation of the male gaze.

An illustrated catalogue looking back at the past 25 years will accompany the show, with contributions including texts by Mamma Andersson, Marcia Fortes, Jennifer Higgie, Howard Rachofsky and Yinka Shonibare CBE.

To mark the anniversary, the gallery has also recently announced the representation of three new artists: Marina Adams, Leilah Babirye and Holly Hendry. Each artist adds a new dimension to the programme with their practice: American artist Marina Adams creates paintings and works on paper that feature vibrantly-coloured shapes arranged in abstract configurations; Ugandan artist Leilah Babirye makes sculptures and paintings that address issues surrounding identity, sexuality and human rights; and British artist Holly Hendry creates large siteresponsive sculptures and installations concerned with what lives beneath the surface, from hidden underground spaces to the interior workings of the body. Adams and Babirye will have solo exhibitions at Stephen Friedman Gallery in early 2021.

List of artists: Marina Adams, Mamma Andersson, Juan Araujo, Tonico Lemos Auad, Leilah Babirye, Jonathan Baldock, Stephan Balkenhol, Claire Barclay, Lisa Brice, Melvin Edwards, Andreas Eriksson, Manuel Espinosa, Denzil Forrester, Tom Friedman, Kendell Geers, Wayne Gonzales, Channing Hansen, Holly Hendry, Thomas Hirschhorn, Jim Hodges, Ilona Keserü, Rivane Neuenschwander, Ged Quinn, Deborah Roberts, Yinka Shonibare CBE, David Shrigley, Jiro Takamatsu, Kehinde Wiley and Luiz Zerbini.

Leelee Chan per la nuova BMW Art Journey


Leelee Chan, represented by Capsule, Shanghai: Sunset Capsule, 2019. Site-specific sculptural installation, construction: lights, metal stands, crystal pieces from a scavenged chandelier, concrete, fiberglass, metal hardware, gel filters. Installation dimensions variable. Each light ranges from 146 x 38 x 38 cm to 150 x 38 x 38 cm, 146 x 38 x 38 cm, 150 x 38 x 38 cm. Image courtesy of the artist and Capsule Shanghai. Photo: UCCA Dune. 


 Art Basel e BMW sono lieti di presentare Leelee Chan quale vincitore della nuova edizione del BMW Art Journey. 

 Leelee Chan è stata selezionata da un elenco di tre proposte di artisti rappresentati da gallerie inizialmente accettate nella mostra Art Basel di quest'anno a Hong Kong. 

Leelee Chan è rappresentato dalla galleria Capsule Shanghai.

Il progetto "Tokens From Time" dell'artista intende tracciare la cultura materiale del passato, del presente e del futuro, visitando delle famiglie artigiane che praticano antiche tecniche usando rame, argento e marmo, tra gli altri materiali, alcuni dei quali svolgono un ruolo nella pratica scultorea dell'artista. Durante il suo viaggio, Chan intraprenderà dialoghi con scienziati ed esperti per capire come i materiali naturali potrebbero essere sostituiti da materiali sintetici in futuro.

Indagine che si svilupperà sui materiali antichi e sui loro futuri sostituti, prodotti nelle ricerche emergenti delle nanotecnologie e delle biotecnologie.

Questo progetto sottolinea il rapporto in evoluzione tra le persone e i materiali e tocca dibattiti contemporanei sulla sostenibilità ecologica e culturale. 

Spaziando dall'artigianato all'industriale a quello postindustriale, l'indagine dell'artista sui materiali pone in definitiva la domanda: "Cosa significa essere scultore oggi?" 

Alla ricerca di una risposta, Leelee Chan intende visitare destinazioni in Europa, Giappone e nelle Americhe. Il suo itinerario di viaggio finale sarà determinato nel rispetto delle attuali norme di viaggio e di salute legate alla pandemia di Covid-19.


La giuria internazionale era composta da Claire Hsu, direttrice, Asia Art Archive, Hong Kong; Matthias Mühling, direttore della Städtische Galerie im Lenbachhaus und Kunstbau, Monaco di Baviera; Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Presidente, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; Philip Tinari, Direttore, Centro UCCA per l'arte contemporanea, Pechino; e Samson Young, artista e vincitore del primo BMW Art Journey.


Oltre a Leelee Chan, gli artisti selezionati per la BMW Art Journey 2020 erano: Jes Fan (rappresentato da Empty Gallery, Hong Kong) e il duo di artisti Amy Lien ed Enzo Camacho (rappresentato da 47 Canal, New York).

24/06/20

"Contaminazioni" culturali alle Ogr




Un progetto esclusivo, solo per i degenti e operatori delle Ogr - Covid Hospital, è  "Contaminazione" che si è apre oggi nella storica Sala Fucine a Torino. 

La  curatrice belga Cécile Angelinidi ha contattato alcuni artisti visivi e altre figure creative per realizzare un'evento molto stimolante in un contesto speciale come questo momento che ha trasformato il centro culturale della Fondazione CRT in uno spazio per la salute pubblica. 

Il progetto durerà fino al 31 Luglio. 





CS

Marc Angeli - Tonatiuh Ambrosetti & mvt/architectes - ANTILIA gallery (Fabiana Dicuonzo e Giuseppe Resta) - Pascale Barret - Florent Bellamy - Barbara Bergaglio - Melania Berlen - Valerio Berruti - Big Mountain County - Benedetta Bodo di Albaretto - Giulio Caresio - Ermanno Cavaliere - Noëlle Clou - Céline Cuvelier - Lieven De Boeck - Hannah De Corte - Gian Giacomo Della Porta - Enrico Ferrarini - Maurizio Ferraris - Michel François - Mario García Torres - Régis Gonzalez - Francesco Granieri - Ezio Gribaudo - Paola Gribaudo - Giorgio Griffa - Lotta Hannerz - Marie Hume - Paolo Inverni - Dominique Loreau - Astrid Malingreau - Gianluigi Maria Masucci - Maxime Matthys - Selçuk Mutlu et Lola Zefi - Nero/Alessandro Neretti - Elena Pelosi - Marie-Françoise Plissart - Barbara Polla - Paolo Robino - Fabrice Samyn - Fabrizio Santona - Alessandro Saturno - Agnès Thurnauer - David Tremlett - Fabio Viale - Dario Voltolini - Peter Wüthrich - Silvio Zamorani

Curatrice: Cécile Angelini
Scenografo: Sergio Mazzoni

Ideata e realizzata in tempi di propagazione del Covid-19, questa mostra propone di indagare su un altro tipo di contaminazione, ovvero la contaminazione artistica.

L’arte contemporanea potrebbe essere definita “arte della contaminazione” per diverse ragioni: l’ibridazione delle pratiche e delle discipline, la combinazione dei mezzi d’espressione e dei materiali, la collaborazione e l’appropriazione tra opere e artisti.

La “nuova realtà” indotta dalla pandemia e dall’emergenza sanitaria – il distanziamento, l’isolamento e la condivisione solamente “telematica” di contenuti – ha riconfigurato questa nozione? L’arte contemporanea potrà ancora dichiararsi “contaminata”? Cosa potrebbe significare la contaminazione nell’arte oggi?

Sono 48 artisti, architetti, scrittori, poeti, musicisti, filosofi e professionisti dell’arte a rispondere: provenienti da tutto il mondo e da ambiti culturali variegati, prendono spunto dalla propria esperienza per condividere un pensiero inedito sulla contaminazione oggi, partendo da un’opera, un movimento, una tendenza, una tecnica, un metodo o un principio “contaminato” o “contagioso”.

I racconti, assolutamente liberi, compongono un insieme gioioso di “pillole artistiche” delicate, costituito da immagini, parole, pensieri e sentimenti.

Montato e sottotitolato in italiano, è proiettato “in loop” nell’ospedale da campo ricavato all'interno del complesso delle OGR (il Museo d’arte contemporanea “Officine Grandi Riparazioni”), dove il San Giovanni Bosco ha trasferito parte dei suoi malati Covid.

Si tratta di pazienti in “post acuzie” da accompagnare verso la completa guarigione. La maggior parte di loro è quindi in stato stabile: può alzarsi dal letto e passeggiare nella “zona rossa”, tuttavia nessuno può vedere i propri cari, né uscire.

La mostra permetterà quindi di offrire ai pazienti e al personale ospedaliero dei contenuti artistici di qualità.

Ci saranno due proiezioni, in due zone dell’Ospedale: una nella “zona rossa” dei pazienti Covid e una nella “zona gialla” riservata al personale ospedaliero.

Una terza proiezione sarà realizzata in un altro luogo – ancora da svelare –,in modo tale da rendere la mostra accessibile ai famigliari e ai cari dei pazienti e al pubblico in generale.

Avremmo quindi una contaminazione tra pazienti, medici e pubblico, i quali avranno tutti accesso alla stessa mostra da luoghi diversi.
Ogni minuto passato segna la memoria di un mondo e la scoperta di un altro.

Ogni video modifica il significato del precedente e orienta l’interpretazione del successivo.

L’insieme si mescola secondo l’approccio e i ricordi dello spettatore, formando di volta in volta una nuova composizione.

Così ogni nuova visione, ogni nuovo incontro “contamina” il senso della mostra e ne rinnova il progetto, disegnando – minuto dopo minuto – un orizzonte sempre nuovo.

La mostra si rivolge quindi al personale e ai pazienti – attuali o ricoverati – dell’ospedale, ai Torinesi e a qualsiasi persona – italiana o straniera – curiosa di scoprire quello che artisti e membri del mondo dell'arte hanno da dire e rappresentare sulla contaminazione artistica in tempi di pandemia.

Un tema che permette di riflettere sull'attualità con la giusta distanza concettuale ed etica – artistica.