Grande trasformazione in ambito politico, sarà anche in ambito artistico?
Via le vecchie poltrone via i vecchi poltroni, anche nel mondo dell'arte contemporanea.
Una valanga di finti luoghi della cultura fruiti da poche centinaia di persone a spese di migliaia di contribuenti.
Che sia l'ora di chiudere i tanti luoghi espositivi pubblici per l'arte contemporanea, gestiti da lobby privatistiche che usano la finta litania della cultura per commercializzare "arte".
Sarebbe interessante capire quale cultura e per chi?
Se analizziamo gli ultimi decenni vediamo che tutta l'arte prodotta non ha inciso assolutamente sul tessuto culturale ma solo nelle tasche delle abili gallerie che hanno usato le tante strutture pubbliche per piazzare e promuovere i propri prodotti (artistici).
Slegati completamente dal tessuto sociale e culturale questi luoghi vengono gestiti da una manipolo di personaggi che replicano compulsivamente proposte prive di valore ma giustificabili per promuovere i soliti "finti giovani artisti italiani" anziché dare spazio alla vasta realtà espressiva, limitata in quanto giudicata "non culturale" da essi stessi, quando finirà questo teatrino dell'opportunismo?
Non sarebbe meglio privatizzare il tutto?
03/02/2007