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31/10/12

Fortuny e Wagner - Il wagnerismo nelle arti visive in Italia



In occasione del bicentenario della nascita di Richard Wagner (Lipsia, 1813 - Venezia, 1883), che ricorre nel 2013, viene presentata al Museo Fortuny una grande mostra, frutto di un lungo lavoro di ricerca intorno all’influenza, a livello iconografico ed estetico, che il compositore tedesco e il fenomeno del “wagnerismo” esercitarono sulle arti visive in Italia tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento. Un tema mai fatto oggetto di studi mirati né di eventi espositivi. 

Il wagnerismo fu un’autentica moda culturale, che, nelle sue varie espressioni (letterarie, musicali, pittoriche), godette di una diffusione vasta e penetrante. Nel campo delle arti visive, fu una delle manifestazioni più tipiche del gusto estetico a cavallo tra XIX e XX secolo, fra tardo-naturalismo, Simbolismo e Liberty. 

Personaggi e vicende dei drammi musicali di Wagner (valchirie, nibelunghi, fanciulle-fiore, Parsifal, Sigfridi, Tristani…) ricorrono ampiamente nei dipinti, nelle sculture, nei disegni, nelle stampe, nelle illustrazioni e nelle cartoline di quegli anni, in Italia come nel resto d’Europa. Un ruolo di protagonista assoluto, in questo ambito, spetta a Mariano Fortuny (1871-1949), autore di un Ciclo wagneriano comprendente 46 dipinti (tutti di proprietà del museo) e numerose incisioni, per la prima volta qui esposti integralmente. 

Il Museo Fortuny è la sede ideale per una mostra come questa: Mariano Fortuny, spagnolo di nascita ma veneziano d’adozione, sentì molto forte l’ascendente della figura di Richard Wagner; il quale, a sua volta, ebbe con la città lagunare un rapporto intenso, trascorrendovi lunghi periodi della propria vita. 

A cura di Paolo Bolpagni, con l’allestimento di Daniela Ferretti, la mostra – che si realizza anche con la collaborazione dell’Associazione Amici di Wagner di Venezia - si sviluppa negli ambienti tra il piano terra, il primo e il secondo piano nobile di Palazzo Fortuny, e presenta oltre 150 opere tra dipinti, incisioni, disegni e sculture, più una sezione documentaria con libri, riviste, illustrazioni e cartoline. 

Al centro dell’attenzione è il nucleo delle opere di Fortuny (di cui alcune inedite e molte restaurate per l’occasione), che sono messe a confronto con quelle di altri artisti italiani dell’epoca (Lionello Balestrieri, Giuseppe Palanti, Cesare Viazzi, Eugenio Prati, Gaetano Previati, Alberto Martini, Adolfo Wildt…), che si ispirarono a Wagner o alle atmosfere simboliste e misteriose evocate dalla sua musica. 

È inoltre in mostra una rara gouache di Mario de Maria, bozzetto preparatorio per il famoso ritratto perduto della figliastra di Wagner, ed è possibile ammirare la maquette del Teatro di Bayreuth, realizzato da Fortuny nel 1903 e recentemente oggetto di un delicato intervento di restauro finanziato da Venice Foundation. 

A completamento del percorso espositivo, e per attestare l’influsso dell’immaginario wagneriano anche sugli artisti contemporanei, è presentata una selezione di opere di importanti autori internazionali come Joan Brossa, Anselm Kiefer, Antoni Tàpies e Bill Viola. 

Il catalogo Skira, in duplice edizione italiana e inglese a cura di Paolo Bolpagni, con testi di Fabio Benzi, Paolo Bolpagni, Claudio Franzini, Adriana Guarnieri Corazzol, Philippe Junod e Quirino Principe, oltre a documentare tutte le opere in mostra, è uno strumento di approfondimento che indaga il fenomeno del wagnerismo italiano nelle arti visive, nella letteratura (si pensi al ruolo fondamentale di d’Annunzio), nella musica e nella cultura in generale. 

Al catalogo è allegato un CD, realizzato dal pianista Orazio Sciortino e prodotto da Sony Classical, che contiene la registrazione inedita di brani delle opere di Wagner trascritte da compositori italiani di fine Ottocento. 

Inverno a Palazzo Fortuny a cura di: Paolo Bolpagni 
Allestimento: Daniela Ferretti

La collezione Peggy Guggenheim a Santiago del Cile



Per la prima volta in Sud-America una mostra dedicata alla vita di Peggy Guggenheim, con una ricca selezione dei più significativi capolavori custoditi a Palazzo Venier dei Leoni esposti a Santiago del Cile, presso il Centro Cultural La Moneda. L’esposizione I maestri del Modernismo. La Collezione Peggy Guggenheim, Venezia. Arte del XX secolo (31 ottobre, 2012 – 26 febbraio, 2013), celebra Peggy quale figura  cardine nella storia dell’arte e del collezionismo del Novecento. 

Philip Rylands, direttore della Collezione dal 1980, anno in cui il museo aprì ufficialmente le porte al pubblico dopo la scomparsa della collezionista americana, nonché curatore della mostra, ha presenziato all’apertura di questo importante evento insieme al presidente cileno Sebastián Piñera. L’idea di un’esposizione su Peggy Guggenheim e la sua collezione a Santiago del Cile è nata nel 2011, quando il Ministro della Cultura Cileno Luciano Cruz-Coke Carvallo è stato messo in contatto con Philip Rylands grazie a David e Sarita Gallagher, membri del comitato consultivo del museo veneziano,  durante la Biennale di Architettura 2010. Ventisei mesi dopo, il Centro Cultural Palacio La Moneda, adiacente al Palazzo Presidenziale, schiude le sue porte a oltre 80 opere, tra dipinti, sculture e disegni, dei più grandi maestri collezionati con lungimiranza e passione da Peggy, come Pablo Picasso, Max Ernst, Marcel Duchamp, Jackson Pollock, esposti insieme a diversi cataloghi, lettere e fotografie della mecenate. Ci sono inoltre alcune opere provenienti dal Solomon R. Guggenheim Museum di New York, tra cui due capolavori come Piano e Mandola di Georges Braque e Curva dominante di Vasily Kandinsky. 

Ricerche fra immagine e suono



L’associazione culturale e/static di Torino, col supporto di Giuseppe Gavazza, ha appena lanciato un’iniziativa di crowdfunding su Kickstarter per realizzare il progetto"Why Black? Why Red? Joan La Barbara sings Rolf Julius", parte dell'iniziativa "Morton Feldman e Rolf Julius - Music for a long time"; per la precisione, il progetto si riferisce al concerto che si terrà Sabato 15 Dicembre 2012 al Castello di Rivoli.
Questa iniziativa è un omaggio a Rolf Julius, mancato quasi due anni fa, un artista che ha spesso interagito con questo spazio culturale torinese.
Se volete aiutare questa iniziativa ad avere successo, basta creare un account Amazon, dichiarando l'intenzione di sostenere questo progetto su Kickstarter, per la somma che si desidera, a partire dal contributo minimo ($5), fino a quello massimo di $250 (o più), quindi si lasciano i dati della propria carta di credito, e soltanto quando la sottoscrizione sarà conclusa (in questo caso, il 24/11/12), se il limite prefissato sarà stato raggiunto, Amazon effettuerà il prelievo dalla carta.
Chi volesse contribuire per un valore pari o superiore a $25 (l'equivalente di €19,30), potrà avere, quando sarà prodotto e pubblicato (entro la primavera 2013), una copia del dvd con le riprese audio-video del concerto del 15 Dicembre, quando la straordinaria vocalist americana Joan La Barbara, nella grande sala 36 al 3° piano del Museo del Castello di Rivoli, improvviserà su alcune grandi 'partiture' (in verità, vere opere di arte visiva) di Rolf Julius, per la prima volta in assoluto, realizzando un sogno lungamente accarezzato da quel grande artista tedesco, che tanto ha contribuito a fare di e/static, con la sua appassionata partecipazione a tante delle iniziative, una realtà di un certo rilievo nel panorama internazionale.
Carlo Fossati, direttore di e/static, con la preziosa collaborazione di Giuseppe Gavazza, co-curatore del progetto, sta lavorando da più di un anno per preparare l'evento, e purtroppo sono venuti a mancare contributi istituzionali attesi, indispensabili per la sua completa riuscita. Ecco il perché di questa iniziativa dicrowdfunding, una modalità molto praticata negli USA, ma qui ancora agli esordi. E in una situazione come quella europea, e italiana in particolare, per quanto riguarda i finanziamenti alla cultura, questa appare veramente come l'ultima frontiera, in grado di suscitare, finalmente, qualche speranza di cambiamento.
Foto a sinistra : Joan La Barbara © 2009, Mark Hahaney; a destra: Rolf Julius, Piano Piece nr.4, 2007 (part.) © 2012, e/static and Rolf Julius estate

30/10/12

Rudolf Stingel a Venezia


Parte in anticipo l'organizzazione della mostra di Rudolf Stingel che si terrà a Palazzo Grassi la prossima primavera. 

Curata dall’artista stesso, con il coordinamento di Elena Geuna, la mostra si svilupperà su tutta la superficie espositiva del palazzo, coinvolgendo atrio, primo e secondo piano. Sarà la prima volta che l’intero spazio del museo viene dedicato a un unico artista. 


Rudolf Stingel, nato nel 1956, vive e lavora tra New York e Merano, sua città natale. La sua opera è stata al centro di mostre personali in molte istituzioni internazionali, tra cui la Secession a Vienna (2012), la Neue Nationalgalerie a Berlino (2010), il Museum of Contemporary Art a Chicago, il Whitney Museum of American Art a New York (2007), il Museum für moderne Kunst di Francoforte (2004) e il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento (2001). Ha inoltre partecipato alla Biennale di Venezia nel 1993 e 2003. L’artista è anche stato presente nelle esposizioni “Where Are We Going?” (2006), “Sequence 1” (2007), “Mapping the Studio” (2009-10) e “Il mondo vi appartiene” (2011) a Palazzo Grassi. 

Il progetto si iscrive nel programma di monografie di grandi artisti contemporanei, inaugurato nell’aprile 2012 con Urs Fischer (“Madame Fisscher”), e presentato in alternanza e complementarietà alle esposizioni tematiche della collezione François Pinault Foundation. 

La mostra “Rudolf Stingel” rimarrà aperta a Palazzo Grassi fino al 31 dicembre 2013, nel corso di tutta la 55a Biennale di arte contemporanea, in occasione della quale sarà inaugurata, a partire dal 30 maggio 2013, una nuova esposizione anche a Punta della Dogana.

29/10/12

Una casa galleggia sulle rive di New York ...


Dove andrà questa barca che ricorda tanto la casa di  Norman Mailer?

Per ora si sa che c'è lo zampino di Matthew Barney e Gladstone Gallery ....

Paratissima design



Dalla stazione di Porta Nuova di Torino alle vie del quartiere di San Salvario si snoderà, dall’8 all’11 Novembre, Paratissima Design 2012 – “Chez San Salvario”, l’anima più “progettuale” che “artistica” di Paratissima, l’evento off di arte contemporanea in programma, quest’anno, al M.O.I. in via Giordano Bruno 181 e a Borgo Filadelfia. 

50 artisti, oltre 30 location e cinque progetti speciali, corredato il tutto da workshop, incontri e dibattiti. 

La seconda edizione di Paratissima Design si rivolge alle diverse anime della produzione industriale, accogliendo designer, creativi, artigiani e imprese nella mostra “PORTA DEL DESIGN” – oltre 1.200 metri quadrati di esposizione negli spazi della Stazione di Porta Nuova – e coinvolgendo allo stesso tempo le tante realtà creative che hanno trovato casa a San Salvario. Oltre ai negozi di design, “CHEZ SAN SALVARIO” apre al pubblico le porte degli studi di architettura e di grafica, i luoghi dove si studia il progetto e la produzione del design. Per Paratissima questo rappresenta anche un nuovo modo di “stare” a San Salvario - il quartiere che ha ospitato per quattro edizioni la kermesse - più vicino alle realtà attive e creative di Torino piuttosto che alla realtà notturna della movida. 

A Paratissima Design 2011 l’interesse era rivolto alla filiera della produzione industriale, con proposte che spaziavano da pezzi in produzione ad esperienze di autoproduzione, fino ad esperimenti più “ibridi” a cavallo tra artigianato e design. 

Paratissima Design 2012 guarderà, invece, alla produzione creativa nella sua dimensione collettiva, nel suo rapporto con il territorio, nella sua capacità di costruire legami e rapporti tra le persone, nelle sue potenzialità comunicative e sociali, nel suo rapporto con il contesto locale, provando a raccontare un mondo in continua crescita, innovazione e fermento che va ormai ben al di là della semplice produzione di beni materiali e che nelle sue accezioni più innovative abbraccia il mondo dei servizi, del web, della socialità. 

In esposizione tanti prototipi in anteprima, come la seduta collettiva frutto della collaborazione tra il progetto Caplavur e Sharing, e installazioni in progress sul mondo del “design sistemico” proposte dal Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino. “Porta del Design” ospiterà anche sfide tra progettisti e contest di idee, a cura dello IAAD, e “IL SALOTTO DI CAPLAVUR”: uno spazio dinamico e informale per l’incontro e il confronto tra designer, progettisti, artigiani ed esponenti del mondo delle imprese per favorire la contaminazione di competenze e saperi. 
Accanto al nucleo di attività proposte alla “Porta del Design” di Porta Nuova, l’offerta di “Chez San Salvario” sarà arricchita dai contributi dei negozi e degli studi del quartiere che accolgono gli artisti e i designer aprendo i propri spazi alla curiosità del pubblico. 

L’inaugurazione di Paratissima Design 2012 – “Chez San Salvario” è in programma giovedì 8 novembre, a partire dalle ore 19, presso la Stazione di Porta Nuova.

Tam Tam



Da un’idea di Alessandro Guerriero, Riccardo Dalisi e Alessandro Mendini, architetti, designer ed artisti di fama internazionale, rinnovatori per vocazione, nasce il progetto TAM-TAM: una scuola d’eccellenza che si occupa di attività visive e, in un’ottica di dissolvenza delle discipline, esplora le più disparate declinazioni del mondo del design con un approccio libero e creativo, scevro da sovrastrutture, limiti o preconcetti. 

La scuola TAM-TAM, di prossima apertura, è totalmente gratuita ed articola la sua offerta formativa con modalità di workshop: i corsi, che vantano paternità intellettuali di altissimo livello, si svolgeranno sotto la guida dei migliori progettisti contemporanei, avvalendosi del supporto di tutor qualificati. 

Molti i nomi noti nel campo del design, dell’arte e della comunicazione che hanno già aderito al progetto. 

I primi “Maestri” di TAM-TAM saranno Paola Anziché, Bubbledesign, Maurizio Cattelan, Tony Cavadini, Jacqueline Ceresoli, Maurizio Corrado, Riccardo Dalisi, Johnny Dell’Orto, Giacinto di Pietrantonio, Beppe Facente, Beppe Finessi, Duilio Forte, Marco Galati, Anna Galtarossa, Martino Gamper, Dario Ghibaudo, Massimo Giacon, Tania Gianesin, Anna Gili, Francesca Grazzini, Maria Christina Hamel, Kazuyo Komoda, Franco La Cecla, Aldo Lanzini, Alessandro Mendini, Francesca Alfano Miglietti, Stefano Mirti, Marcello Morandini, Mauro Panzeri, Lorenzo Palmeri, Gianni Pettena, Mario Piazza, Marco Poma, Franco Raggi, Thomas Raimondi, Sara Ricciardi, Antonio Riello, Clara Rota, Luca Scacchetti, Marina Spadafora, Franco Summa, Tarshito, Cristiana Vannini, Alice Vercesi: esempi di professionalità e genio creativo, pronti a prendere parte all’esperienza unica di una scuola senza struttura, gerarchie né ruoli. 

Lo spirito di TAM-TAM, infatti, si contrappone all’accezione tradizionale della didattica come percorso univoco di trasmissione del sapere da parte del ristretto nucleo dei docenti in favore di un più ampio gruppo di studenti, configurandosi piuttosto come l’esperimento comune di chi, consapevole di non sapere, intende scoprire e scegliere nozioni, modelli, tecniche e metodi che gli si addicano. 

Il tempo, le idee, il vissuto biografico, affettivo ed estetico di ciascuno saranno così per tutti, docenti e studenti, un dono da condividere, spendere e ricambiare, in un percorso ciclico di scoperta, un gioco poetico ed utopico sotto il segno dello stupore. 

Le attività si svolgeranno in orario serale (dalle 18.00 in avanti) e i workshop avranno una durata variabile, in base al progetto formativo elaborato dai rispettivi docenti. Un giorno, una settimana, un mese, o un intervallo temporale più lungo potranno di volta in volta occupare gli studenti, in un ciclo discontinuo che si articolerà durante tutto l’anno. 

Anche i luoghi deputati ad ospitare le lezioni, così come il tempo e le idee dei “Maestri”, si configurano come un dono, una volontà di sposare ed accogliere il progetto; la sede principale sarà l’aula 83 di NABA Nuova Accademia di Belle Arti Milano, sita in Via Darwin 20. L’Accademia, infatti, condividendo lo spirito post-avanguardistico dell’iniziativa, si è resa disponibile ad ospitarne le attività. 
Con la sua natura originale, discontinua e destrutturata inoltre, la scuola, spazio virtuale votato allo scambio culturale, alla comunicazione spontanea e alla formazione, verrà ospitata anche da numerose altre strutture, quali teatri, locali o università milanesi che vogliano accoglierne corsi o lezioni. La città stessa, con le sue strade e piazze, disegnerà la cornice perfetta per molti momenti di scambio ed interazione. 

Per consentire un percorso formativo efficace e garantire l'accesso alle strumentazioni e alle attività didattiche, tutti i corsi di TAM-TAM saranno a numero programmato. 
La partecipazione, libera e gratuita, non sarà vincolata al possesso di requisiti specifici di titolo di studio né età (fatto salvo il requisito di essere maggiorenni). 

Per l'ammissione è previsto un colloquio propedeutico di idoneità denominato “D-Factor”, che si terrà presso la Triennale di Milano in data in via di definizione. Il candidato dovrà per l'occasione portare con sé un oggetto autonomamente progettato, restaurato o recuperato, e dovrà spiegare la propria relazione con esso. La Commissione di “D-Factor”, composta dai fondatori dell’Associazione e da una selezione di docenti e tutor della scuola, valuterà in base al racconto dell'aspirante studente la sua idoneità alla frequentazione dei corsi. 

Chi supererà la selezione avrà accesso alla didattica e si impegnerà a ricambiare la gratuità del dono che questa esperienza costituisce dedicando alcune ore ad una delle associazioni senza fine di lucro che la scuola vorrà suggerire. Tempo in cambio del tempo, energie mentali in cambio di nuovi stimoli, in un processo ciclico di scambio ed arricchimento che si sviluppa sotto varie forme ed invita i suoi protagonisti a vivere, anziché imparare a vivere. 

Le iscrizioni alla selezione sono aperte e possono essere inoltrate fino al 31 dicembre all'indirizzo mail casting@tam-tam-tam.org. 

Le attività di Tam-Tam sono coordinate dall’omonima associazione culturale di promozione sociale senza fini di lucro, fondata da Alessandro Guerriero, Margherita Sigillò, Giacomo Ghidelli e Cesare Castelli. 

Per maggiori informazioni sulla scuola, l’associazione e le modalità di iscrizione ad esse, consultare il blog http://tamtamtamblog.wordpress.com/ e la pagina facebook di TAM-TAM (www.facebook.com/#!/pages/Tam-Tam/330274890392083), o scrivere a info@tam-tam-tam.org. Presto online il sito internet www.tam-tam-tam.org. 

BUBBLEDESIGN 
Tema: foodscape… mangiare la città con gli occhi! 
“Il cibo, gli alimenti, non sono solo sostanze che servono per vivere ma sono anche un modo per entrare in contatto con gli altri. La cucina è stata paragonata al linguaggio, perché contiene ed esprime la cultura di chi la pratica, è depositaria delle tradizioni e dell'identità di gruppo, diventando pertanto uno straordinario veicolo di comunicazione.” 
Inizieremo il workshop con una lezione teorica sulla cultura del cibo e l’antropologia alimentare. Nascerà un confronto sul significato di alcuni cibi, sulla dimensione sensuale di alcuni di essi, sul cibo come linguaggio interculturale. 
Che cos'è un paesaggio alimentare? Durante il workshop ci interrogheremo sul termine “foodscape”. Analizzeremo il cibo nella sua forma originaria ma anche come prodotto industriale di massa. Useremo il cibo come strumento comunicativo, capace di suscitare emozioni. Grazie all’ausilio di un fotografo professionista impareremo a fotografare il cibo nelle sue numerose forme. Uniremo l'arte visiva con quella culinaria. Creeremo paesaggi alimentari costruiti con materiali commestibili usando diverse tecniche: materia e fotografia, fotografia ed elaborazione digitale, fotografia stampata e collage. 
Il tema si potrebbe restringere e cercare delle relazioni tra il “foodscape” e il “landscape” della città di Milano. Alcuni esempi: Il Duomo di Milano fatto di spaghetti n° 5, il Castello Sforzesco ricreato con il risotto alla milanese, Il Parco Lambro con i broccoli verdi… 
Con la domanda: tu che cibi utilizzeresti per realizzare il tuo paesaggio? 
Durata 
4 giorni 
Ciascun workshop può essere frequentato da un numero massimo di 10 studenti, che devono essere muniti di macchina fotografica (o cellulare).


MAURIZIO CATTELAN 
“Io non insegno, ma qualcosa combino.” 
Durata 
A sorpresa 


TONY CAVADINI 
Piccole e pratiche lezioni sull'arte di non fare niente. 
Obiettivo del corso è imparare a capire quando, perché e dove è meglio preferire il “non fare” al “fare”. Durante il corso si presenterà quindi la pratica del “non fare” come riflessione sul togliere, sino ad arrivare al nulla. Materiali richiesti: niente. 
Durata 
Due incontri 


JACQUELINE CERESOLI 
Alter-nativi 
Un workshop che agirà nel sociale, con azioni e progetti di arte relazionale e partecipativa che mirano a coinvolgere i cittadini. Il workshop “investirà” 4 luoghi caldi della Milano multietnica: Via Padova, zona Lambrate (intorno a via Ventura, ex Faema), zona Farini, piazza Loreto, tra le più brutte d'Italia. 
Durata 
Quattro settimane 


JOHNNY DELL’ORTO 
Dedalus c’est moi 
Il corso ha l’obiettivo di realizzare un “LABIRINTO”. 
Ogni partecipante dovrà ideare e costruire un labirinto, tenendo conto della traccia e dei contenuti della leggenda del labirinto di Cnosso, ma piegandolo alla propria visione e alle proprie esperienze. 
Il labirinto potrà essere realizzato senza limiti di materiali o strumenti. 
Il risultato potrà essere un dipinto, un progetto, un modellino tridimensionale, un video, un filmato, un servizio fotografico o un progetto 3D. Ma può anche essere un racconto o una sceneggiatura. 
Ognuno sceglierà la modalità più consona al proprio io interiore e alle proprie capacità. 
Durata 
6 – 8 settimane, con 5 incontri, ciascuno di 2-3 ore 


FRANCESCA GRAZZINI 
Rifiutare il rifiuto 
dalla prosa della plastica alla poesia della cartapesta 
Dopo l'età della pietra, del ferro… del petrolio, viviamo nell'età del rifiuto. A causa dell'economia del troppo. Proviamo ad affrancarci dalla schiavitù del rifiuto, contribuendo a estinguerlo. Trasformiamo brutti contenitori di plastica in oggetti d'arte, poesia visiva. Che esprima il desiderio di passare a un'epoca nuova. L'epoca dell'economia dell'abbastanza, in cui i rifiuti non ci saranno quasi più. 
Materiali utilizzati: bottiglie di plastica, vassoi e contenitori del supermercato, forbici, giornali vecchi, scotch, acqua, colla vinilica, colori acrilici, uniposca, smalto trasparente. 

MARIA CHRISTINA HAMEL 
Libro bianco. 
Nessun progetto può iniziare senza porsi di fronte a un libro bianco, sulle sue pagine immacolate dovremo appuntare qualsiasi cosa ci passerà per la testa: le nostre emozioni innanzi tutto; su quelle pagine dovremo disegnare il senso o il non senso di quello che vogliamo fare. Il libro bianco è il passaggio necessario fra l'immaterialità di un concetto e la concretezza di un risultato, qualsiasi esso sia. Il libro bianco è, se vogliamo, la metafora della nostra vita, è impossibile lasciarlo intonso, il libro bianco può avere pagine nere, pagine macchiate, pagine strappate, ma comunque non si può non aprirlo, non si può non sfogliarlo. Noi dobbiamo imparare a porci ogni mattina davanti al libro bianco. 
Il mio non vuole essere un insegnamento nel senso tradizionale. Il mio vuole essere una riflessione da svolgere assieme ai futuri studenti di Tam-Tam per aiutarli ad avvicinare qualsiasi altro tema progettuale abbiano in mente. 
Durata 
Da scrivere sul libro bianco 


KAZUYO KOMODA 
Design del Pensiero 
· rilevare tre cose che – nella vita di ogni giorno – ci fanno sentire a disagio, ci provocano senso di colpa, dispiacere 
· scegliere un tema (personale o sociale) su cui lavorare 
· partire dai tre punti individuati, proporre una soluzione al problema scelto 
4. la soluzione individuata può essere pratica o artistica. 
- il progetto finale può essere un oggetto concreto o anche un altro tipo di opera: racconto, poesia, saggio etc. 


ALESSANDRO MENDINI 
Autoritratti 
Questo è il mio titolo. 


LORENZO PALMERI 
Design del suono 
Il primo contatto con il mondo è acustico: è il gorgoglio della placenta, è il battito del cuore materno, la sua voce e la voce e i suoni che sono “fuori”. 
La mia proposta è quindi primordiale, si chiama “design del suono”. Si tratta di progettare o riprogettare piccoli e grandi oggetti, o persino spazi, a partire da considerazioni prettamente acustiche. L'accento progettuale va sull'esperienza sonora. 
L'esito potrà essere un oggetto d'uso, un vero e proprio strumento musicale, semplicemente un suono o un nuovo modo di esperirlo. 
Durata Un mese 


MAURO PANZERI 
Far parlare gli oggetti 
Siamo in un museo senza didascalie. Al centro del tavolo viene disposta una serie di oggetti scelti da chi promuove l'incontro, che vengono lasciati all'osservazione e alla valutazione dei partecipanti. 
Ciascun partecipante legge gli oggetti "muti" e li fa "lavorare" a modo suo, toccandoli, provandoli, osservandoli, e prendendo appunti, che possono derivare anche da libere associazioni così da amplificare e modificare la percezione degli oggetti stessi. 
Questo lavoro avviene in silenzio, né viene offerto alcun contributo da chi ha proposto gli oggetti. 
Nella seconda parte dell'incontro ciascun partecipante parla di ciò che ha visto e annotato così che si possa costruire una mappa collettiva. E l'oggetto finalmente "parla". 
Durata 
Ciascun workshop ha la durata di 2 ore 


MARIO PIAZZA 
Costruzione di una lancia 
Credo che in questa nostra epoca sia necessario riscoprire la lancia come strumento di accompagnamento della nostre pratiche quotidiane. Non come puntuto strumento offensivo, ma come oggetto sacrale, che ci guida, che ci aiuta a trovare la retta via. 
Durante il corso saranno utilizzati i materiali più diversi, accomunati dal fatto che consentano di assecondare la forma abituale e strutturale di una lancia. 
Il programma prevede una intensiva fase di analisi, con la costruzione di un “atlante della lancia”, con visite a musei, empori, magazzini teatrali e cinematografici. Il tutto accompagnato da visione di film, video e documentari. 
Durata 
Un mese 
Il workshop può essere frequentato da un numero massimo di 10 studenti, che verranno selezionati direttamente dal docente 


ANTONIO RIELLO 
Good Manners for Artists 
Realizzare un breve ma vero corso per insegnare ad artisti, e ad aspiranti tali, come interagire e comportarsi in determinate occasioni sociali. Una full-immersion nella sociologia (e relative patologie) dell’artista visivo contemporaneo. Anche una sorta di performance-educational da parte dello stesso Riello. 
E infine anche un vero e proprio “manuale per l’artista”, visto “sul campo”, concreto e veritiero ma non scevro certo della dovuta ironia che il caso richiede. 
Si propongono due workshop-cene (o pranzi) da farsi con gli studenti, durante i quali l’artista mostra “dal vivo” come “si comporta un artista” a tavola. 
Argomenti del primo workshop: Dress Code, Conversation, Table Manners. 
Un ipotetico party (che potrebbe anche essere ospitato in una mostra, vera o virtuale che sia) dove l’artista mostra come un artista dovrebbe recitare opportunamente e proficuamente la propria parte in un opening. 
Argomenti del secondo workshop: Dress Code, Conversation, Body Language 
Qui si cerca di capire con gli studenti cosa si aspetta di solito la gente dagli artisti. Lo si fa coinvolgendo direttamente gli artisti in una specie di recita/performance. 
Il tutto sarà poi raccolto in una breve dispensa e in un video che documenterà i due momenti.

Lascaux 4



La scorsa settimana la Regione di Aquitania e il Dipartimento della Dordogna hanno annunciato che la società norvegese Snøhetta realizzerà il futuro Lascaux 4, il nuovo centro che ospiterà una replica delle famose pitture rupestri. Il polo museale sarà inaugurato nell’estate del 2015.

Si è giunti a ciò in quanto il vecchio Lascaux 2, posto a pochi metri dalla grotta originale, chiusa per tutelarla nel 1963, non poteva essere ampliata.

Intanto è in corso la mostra itinerante “Lascaux 3” ora ospitata a Bordeaux, e che farà il giro del mondo nei prossimi due anni.

Hugo Boss Prieze




Il prossimo Giovedì presso il Guggenheim di New York City sarà  annunciato il vincitore del Premio Hugo Boss. Selezionato da una giuria internazionale di curatori, critici e direttori di musei, il vincitore riceverà una borsa di studio di 100.000 dollari e una mostra personale al Guggenheim. Gli artisti selezionati sono :

Trisha Donnelly (1974, Stati Uniti)
Rashid Johnson (1977, Stati Uniti)
Qiu Zhijie (1969, Cina)
Monika Sosnowska (1972, Polonia)
Danh Vo (1975, Vietnam)
Tris Vonna-Michell (1982, Regno Unito)


Aggiornato 04/11/2012: il vincitore è stato Danh Vo

28/10/12

M’illumino d’arte - Opere in forma di luce per le vie di Torino.



Anche quest’anno dal 3 Novembre si avviano le grandi scie luminose di “Luci d’artista” che fanno di Torino un fantastico museo d’arte contemporanea notturno.

Le grandi installazioni luminose, realizzate da artisti internazionali, saranno proposte nelle vie e nelle principali piazze della città. Si potranno ammirare così opere di artisti quali: Daniel Buren, Nicola De Maria, Marco Gastini, Jenny Holzer, Rebecca Horn, Joseph Kosuth, Luigi Mainolfi, Mario Merz, Mimmo Paladino, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Tobias Rehberger, Luigi Stoisa, Jan Vercruysse, Gilberto Zorio e molti altri.

Un progetto in progress che si arricchisce ogni anno di nuovi interventi. Per questa nuova edizione sono stati selezionati i progetti di due giovani artisti, Martino Gamper e Valerio Berruti. Il primo ha ideato un’opera con le bici  mentre il secondo interverrà in Via Accademia delle Scienze. Le opere sono state realizzate con materiali ecosostenibili e fonti luminose a basso consumo energetico. 

Ecco le collocazioni

ARTISTIOPERACOLLOCAZIONE
Mario AiròCosmometriepiazza Carignano
Vasco AreVele di Natalevia Lagrange
Valerio BerrutiAncora una voltavia Accademia delle Scienze
Daniel BurenTappeto volantepiazza Palazzo di Città
Francesco CasoratiVolo su...via Garibaldi
Richi FerreroBwindi Light Maskscortile di Palazzo Reale (dal 5 dicembre 2012)
Martino GamperLuci in bicibici lungo le vie della città, di cui 2 con postazione fissa in via Carlo Alberto
Carmelo GiammelloPlanetariovia Roma
Rebecca HornPiccoli Spiriti BluMonte dei Cappuccini
Joseph KosuthDoppio Passaggio (Torino)Murazzi
Qingyum MaNeongraphyFondazione Sandretto Re Rebaudengo (via Modane)
Luigi MainolfiLuì e l’arte di andare nel boscovia Maria Vittoria
Mario MerzIl volo dei numeriMole Antonelliana
Luigi NervoVento solarePorta Palatina
Giulio PaoliniPalomarvia Po
Michelangelo PistolettoAmare le differenzePorta Palazzo
Tobias Rehbergermy noonpiazza Carignano
Luigi StoisaNoivia Pietro Micca
Gilberto ZorioLuce fontana ruotalaghetto di Italia '61