Mi pare che spesso ci sia una certa confusione fra quello che è “fare dell’arte” e quello che viene denominato “sistema dell’arte”.
Il primo è un gesto personale che si iscrive nelle azioni di un’interesse, un piacere, un’azione anche hobbistiche, libere da ogni condizionamento.
Il secondo è un sistema di relazioni economiche che agisce su un mercato specifico quello dell’arte, soprattutto contemporanea (di cui gli artisti sono uno degli elementi) ma anche in ambito storico, che muove quindi interessi e sensibilità col fine di fare guadagni economici.
Spesso si confondono queste due realtà e si pensa che si possa fare comunella, cosa errata poiché uno non è strutturato da regole specifiche mentre l’altro agisce secondo determinate strategie, come in tutti i sistemi economici, dalla prostituzione al commercio equo-solidale, soggetto cioè a dettami e pressioni degli agenti che vi partecipano.
Non capisco quindi perché tanti si lagnano che le due situazioni non siano sottoposte a un’unica norma, che nessuno mi ha ancora spiegato quale dovrebbe essere.
L’idea stessa che ci sia un merito o un valore risulta molto anomalo in quanto proprio una delle caratteristiche dell’arte, nel suo globale, è che essendo legata al gusto è soggettiva.