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31/12/17

Ieri, oggi domani




Concludiamo l'anno con queste immagini che sono diventate molto condivise, per il divertente gioco fra arte e realtà, ideate da Alexey Kondakov.

Una serie di immagini intitolate "Storia dell'arte nella vita contemporanea" che un l'artista prende dalla storia dell'arte e le ripropone in un paesaggio contemporaneo, molto carine e divertenti. 









29/12/17

Cammini e Percorsi - Bandi di concessione/locazione di valorizzazioneCondividi






Per la seconda volta l’Agenzia del Demanio ha reso pubblica l’assegnazione di 48 immobili pubblici a concessione, che potranno essere valorizzati e usati da privai a seguito di progetti motivati.

Ecco il link al sito dove potete trovare tutti i dettagli, ci sono mulini, caserme, stazioni e tanti immobili alcuni sicuramente molto affascinanti.


CS
            
Il secondo portafoglio di beni del progetto ValorePaese-Cammini e Percorsi è composto da 48 immobili pubblici inseriti in bandi di concessione di valorizzazione aperti a tutti coloro i quali proporranno un valido progetto di investimento e riqualificazione e un canone d’affitto.

Da oggi fino al 16 aprile 2018 è possibile scaricare i bandi regionali riferiti ad ogni struttura proposta, la “Guida al bando” e tutta la documentazione riguardante i 16 immobili di proprietà dello Stato in gara. Si tratta di castelli, ville, masserie ed edifici rurali distribuiti su tutto il territorio nazionale che per essere riqualificati richiedono investimenti consistenti e per questo verranno affidati in concessione di valorizzazione fino a 50 anni con un canone di affitto e un progetto sostenibile che ne preveda il recupero e il riuso. Contestualmente, e nei prossimi giorni, anche gli altri enti locali coinvolti pubblicheranno sui rispettivi siti istituzionali i bandi dei 32 beni di loro proprietà inseriti nell’iniziativa.

Il bando è aperto a tutti, anche agli stranieri, e per partecipare alla gara è necessario presentare una proposta che preveda oltre che il progetto di riqualificazione del bene anche l’offerta di un canone.

CONSULTA I BANDI REGIONE PER REGIONE

Bando Lombardia
1. Molino, Certosa di Pavia (PV)

Bando Veneto
1. Batteria A. Emo, Venezia
2. Batteria M. Polo, Venezia
3. Caserma Alberoni, Venezia
4. Stazione Salionze, Valeggio sul Mincio (VR)

Bando Friuli Venezia Giulia
1. Caserma G.d.F. Scriò, Dolegna del Collio (GO)

Bando Liguria
1. Casa Falcinelli, Arcola (SP)


Bando Emilia Romagna
1. Casa di Guardia, Bologna
2. Casermetta Ca' Olmo, Ferrara
3. Birreria della Caserma Mameli (Bologna)

Bando Marche
1. Casa Nappi, Loreto (AN)

 Bando Toscana
1. Fabbricato rustico, Lucca
2. Edificio residenziale, Pistoia

Bando Lazio
1. Castello di Blera, Blera (VT)

Bando Basilicata
1. Casa Cantoniera, Montescaglioso (MT)

2. Comando Stazione Forestale, Atella (PZ)

28/12/17

SuperPutin



Da pochi mesi ha aperto presso Lower Syromyatnicheskaya street, nel Artplay design center, un nuovo spazio espositivo chiamato Ultra Modern Art Museum (Umam) che si propone come luogo di sperimentazione.




Fra le mostre di apertura una sul presidente russo V.Putin, che ha fatto discutere per una visione che sta fra l'esaltazione e l'ironia di questo grande personaggio politico.






27/12/17

Intesa San Paolo main sponsor del miart 2018




Alcuni giorni fa dal miart, la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea organizzata da Fiera Milano e diretta da Alessandro Rabottini, è giunto l'annunco del sostegno di Intesa Sanpaolo come main sponsor dell’edizione 2018, che si svolgerà nei padiglioni di fieramilanocity dal 13 al 15 aprile 2018.

Internazionalità, eccellenza e attenzione allo sviluppo culturale del territorio sono i valori che legano Fiera Milano alla Banca, e che, attraverso la sinergia messa in campo su miart 2018, contribuiranno a consolidare la centralità di Milano nel panorama nazionale e internazionale, offrendo un ulteriore volano di crescita e sviluppo economico, culturale e civile della comunità.

miart è infatti la fiera in Italia che ha fatto del dialogo tra arte contemporanea, arte moderna e design in edizione limitata il proprio asset principale, presentando al pubblico la più ampia offerta cronologica, dall'arte dell'inizio del secolo scorso fino alle sperimentazioni delle generazioni più recenti. Attraverso un'attenta selezione di oltre 170 gallerie internazionali miart esplora le relazioni tra il passato e il presente della creatività, tra tradizione e innovazione, caratteristiche che definiscono profondamente il contesto culturale milanese e italiano.

La fiera è inoltre protagonista della Milano Art Week, la settimana voluta dal Comune di Milano interamente dedicata all’arte moderna e contemporanea, che coinvolge le istituzioni pubbliche e private della città, le sue fondazioni e gallerie, gli spazi non profit e gli artist-run spaces, tutti soggetti che rendono Milano una capitale della creatività in grado di attrarre un pubblico internazionale di collezionisti, curatori, direttori di musei, artisti, designer, appassionati d'arte e giornalisti.

Intesa Sanpaolo da anni è attivamente impegnata nel campo dell’arte e della cultura, con esposizioni permanenti e temporanee del proprio patrimonio artistico e con iniziative di valorizzazione del talento artistico italiano. A novembre è stata premiata dal Ministro dei beni artistici e culturali Dario Franceschini come Mecenate del Secolo nell’ambito dei Corporate Art Awards.

Il sostegno di Intesa Sanpaolo a miart si inserisce nel solco dei tanti e significativi interventi che vedono la Banca impegnata nell’ambito dell’arte e della cultura. Con tale collaborazione intendiamo affiancare un’iniziativa in crescita che punta a diffondere quel patrimonio di creatività e talento di cui il nostro Paese è - oggi come nel glorioso passato - così florido e di cui tutti dovremmo andare orgogliosi”, commenta Carlo Messina, Consigliere Delegato e CEO di Intesa Sanpaolo.


Fa parte del DNA di Fiera Milano collaborare con partner di prestigio – dichiara Fabrizio Curci, amministratore delegato di Fiera Milano – e l’accordo con Intesa Sanpaolo lo dimostra. Le fiere sono un contesto privilegiato per sviluppare sinergie tra attori diversi: in questo caso, nostro obiettivo comune è promuovere Milano, la Lombardia e più in generale l’Italia come eccellenze territoriali che tutte le grandi realtà del Paese dovrebbero sostenere come brand di successo internazionale”.

26/12/17

Mike Kelley Kandors 1999 – 2011



Presso gli spazi di Los Angeles la galleria Hauser & Wirth presente una stupenda mostra su Mike Kelley fino al 21 Gennaio 2018.




CS

Organized in collaboration with the Mike Kelley Foundation for the Arts, ‘Mike Kelley: Kandors 1999 – 2011’ will be the first comprehensive survey of the Kandors series. These visually opulent, technically ambitious sculptures, along with videos and large-scale installations, rework the imagery and mythology of the popular American comic book superhero Superman in a meditation on loss, power, and memory. Beginning 21 October, the exhibition will present the Kandors works for the first time in the late artist’s home city of Los Angeles, including the installation ‘Kandor-Con 2000’; the sprawling ‘Kandors Full Set’ (2005 – 2009), which features an array of illuminated cities and hand-blown bottles; and the series’ monumental ‘Kandor 10B (Exploded Fortress of Solitude)’, Kelley’s take on Superman’s post-apocalyptic sanctum sanctorum. This extensive survey also includes Kelley’s early Kandor Bottle Drawings, works from the Lenticular series, and complex sculptural installations that include video narratives.


25/12/17

Buon Natale !

Foto : Werner Bischof, Courtyard of the Meiji shrine, Tokyo, Japan, 1951 © Werner Bischof / Magnum Photos




Con questo scatto di Werner Bischof in questo periodo in mostra alla Casa dei Tre Oci a Venezia, vi auguro buone feste .


                                                       Domenico 




24/12/17

La Cina oggi a New York



La Cina oramai è parte del sistema statunitense, per cui più che valida la grande mostra che il Guggenheim dedica all'espressività artistica di questo vasto paese dal 1989 al presente. 





CS
Art and China after 1989 presents work by 71 key artists and groups active across China and worldwide whose critical provocations aim to forge reality free from ideology, to establish the individual apart from the collective, and to define contemporary Chinese experience in universal terms. Bracketed by the end of the Cold War in 1989 and the Beijing Olympics in 2008, it surveys the culture of artistic experimentation during a time characterized by the onset of globalization and the rise of a newly powerful China on the world stage. The exhibition’s subtitle, Theater of the World, comes from an installation by the Xiamen-born, Paris-based artist Huang Yong Ping: a cage-like structure housing live reptiles and insects that coexist in a natural cycle of life, an apt spectacle of globalization’s symbiosis and raw contest.

For art and China, the year 1989 was both an end and a beginning. The June Fourth Tiananmen Incident signaled the end of a decade of relatively open political, intellectual, and artistic exploration. It also marked the start of reforms that would launch a new era of accelerated development, international connectedness, and individual possibility, albeit under authoritarian conditions. Artists were at once catalysts and skeptics of the massive changes unfolding around them. Using the critical stance and open-ended forms of international Conceptual art, they created performances, paintings, photography, installations, and video art, and initiated activist projects to engage directly with society. Their emergence during the 1990s and early 2000s coincided with the moment the Western art world began to look beyond its traditional centers, as the phenomenon of global contemporary art started to take shape. Chinese artists were crucial agents in this evolution.




Art and China after 1989 is organized in six chronological, thematic sections throughout the rotunda and on Tower Levels 5 and 7. For all the diversity the exhibition encompasses, the artists here have all sought to think beyond China’s political fray and simple East-West dogmas. This freedom of a “third space” has allowed for a vital distance, and a particular insight, as they contend with the legacies of Chinese history, international modernism, and global neoliberalism of the 1990s. Their rambunctious creativity can expand our ever-widening view of contemporary art and inspire new thinking at a moment when the questions they have faced—of identity, equality, ideology, and control—have pressing relevance.

This exhibition is organized by Alexandra Munroe, Samsung Senior Curator, Asian Art, and Senior Advisor, Global Arts, Solomon R. Guggenheim Museum; with guest cocurators Philip Tinari, Director, Ullens Center for Contemporary Art, Beijing; and Hou Hanru, Artistic Director, MAXXI, National Museum of 21st Century Arts, Rome.

Curatorial assistance is provided by Kyung An, Assistant Curator, Asian Art, and Xiaorui Zhu-Nowell, Research Associate and Curatorial Assistant, Asian Art, Solomon R. Guggenheim Museum. The archive section was developed in collaboration with Asia Art Archive, Hong Kong.



  

23/12/17

Trasparenze di plastica ...


In questi giorni di festa chissà quante borse di plastica usiamo, per cui mi viene in mente il recente lavoro installativo del collettivo luzinterruptus che è stato realizzato mesi fa' a Bordeaux per il Festival FAB, fatto  con più di 6.000 sacchetti di plastica avuti dai negozianti della città.










CS

Last October the FAB Festival de Bordeaux, along with the city council, invited us to carry out The Plastic We Live With, a piece we had intended to materialize for a long time.
The idea was to graphically visualize, in a way that could be understood by all, the plastic excess that is around us, a recurrent subject in our work and in life, since practically everything we consume is either made with this material or it is wrapped in it or we are eating it in small particles in the meat and the fish we ingest.
Plastic we are and to plastic we shall return…
Recycling isn’t enough to tackle this problem. That’s why the French government, among others, has taken measures to reduce its consumption as much as possible by outlawing outlawing the usage of plastic bags at stores which are being replaced by paper bags or bags made of biodegradable materials.
This anti-bag context was essential to properly develop our piece in Bordeaux since we needed more than 6,000 units which we obtained at warehouses from all the city stores.
We intervened the old Virgin Megastore building with them, completely filling the gaps of its facade so it looked as if the plastic were about to blow up the building.
In spite of being a light installation, it also worked during the day. People could get close to it and try to recognize the bags from their favorite stores. When its interior was lit at night, the windows looked as though they were covered with stained glass though in a more plastic, toxic version.
The piece remained lit for 4 days and, once dismantled, all the plastic material was properly recycled, and the building was left in the same condition in which we found it.
This piece has entailed quite complicated logistics which would have been impossible to carry out had we not had the help of more than 30 volunteers from the Asociacion Bénévoles en Action. They collected the necessary bags and recycled plastic for 3 months, and also worked with us assembling and dismantling. We must confess that this piece belongs more to them than to us.
We wouldn’t have been able to do this without the active collaboration of of La Direction Généralle des Affaires Culturelles de Mairie de Bordeaux. They worked as a team during all this process and even agreed to having their offices filled with our plastics.
The Fab Festival de Bourdeaux squeezed us into their program and provided us aid and support at all times. Cote Ouest, a producer company, managed to make our weird requests real despite all the difficulties.
Our thanks to the Financiere Immobiliere Bordelaise real estate agency which lent us the building without conditions or objections, and to the Transfert artists who generously allowed us to cover their work for a few days. We promised to leave it in the same condition we found it, and so we did.
Special thanks to Lucas, Flavian, Coralie and Antoinette, for being such good brothers-in-arms.
We are amazed at how that which we shyly conceived years ago, has turned into a quite similar reality and we also managed, to our satisfaction, to remove most of the bags that had been stored by the city stores.
The images belong to Lola Martínez who braved her fears and climbed on to a crane to achieve unique photo compositions.
Time of installation: and installation:10 days.
Damages: none.
Exhibition time: 4 days.

22/12/17

Fortuny al Prado




Tutte le volte che vado a Venezia ci passo, perché trovo che Palazzo Fortuny sia l'essenza di questa cittò, ora il Prado dedica proprio a Marino Fortuny una stupenda mostra sul suo variegato percorso creativo.




CS


Dentro de la línea de actuación iniciada hace ya varios años en la revisión de los grandes maestros de la pintura española del siglo XIX, el Museo del Prado presenta la gran exposición antológica “Fortuny (1838-1874)”, patrocinada por la Fundación AXA y con la colaboración especial del Museo Fortuny de Venecia y el Museu Nacional d´Art de Catalunya.

Dedicada a uno de los artistas españoles del siglo XIX que ha gozado hasta nuestros días de una valoración más sostenida de su arte y de una mayor repercusión internacional, destacándose entre las figuras capitales del arte español de todos los tiempos, la exposición podrá visitarse en las salas A y B del edificio Jerónimos del 21 de noviembre de 2017 al 18 de marzo de 2018.

Aunque la figura de Fortuny ha sido celebrada desde antiguo por parte de la bibliografía especializada y a través de las numerosas exposiciones e iniciativas de diversa calidad e interés que se le han dedicado en las últimas décadas, su talla como artista y su profundo arraigo con la más genuina tradición de la gran escuela española argumentan la atención del Prado hacia este gran maestro  con la misma ambición y envergadura que viene dedicando a los pintores más sobresalientes que integran sus colecciones.

La exposición, comisariada por Javier Barón, jefe de Conservación de pintura del siglo XIX, se estructura en un recorrido articulado de forma cronológica por las aportaciones de Fortuny como pintor, acuarelista, dibujante y grabador. Junto a ellas se exhiben ejemplos de la extraordinaria colección de antigüedades que atesoraba en su atelier: preciosos objetos, algunos de ellos conservados hoy en las más importantes colecciones arqueológicas del mundo, que demuestran su interés por la observación detenida y explican el extremado refinamiento en la captación de las calidades, el color y la luz en sus propias creaciones artísticas y el asombroso virtuosismo de sus obra, que extendieron rápidamente su fama entre los grandes coleccionistas de Europa y Estados Unidos.




La primera sección de la exposición, dedicada a su formación en Roma, incluye ya ejemplos de madurez tanto en sus academias a lápiz como en sus trabajos a la acuarela (Il contino) y al óleo (Odalisca). Si bien se trasladó a África para pintar los episodios de la guerra hispanomarroquí (La batalla de Wad-Ras), le atrajeron en cambio los tipos árabes y sus costumbres (Fantasía árabe), que nutrirían toda su carrera posterior y confirieron singularidad a su aportación al orientalismo europeo.

Entre 1863 y 1868 abordó el retrato (Mirope Savati, no expuesto antes en Europa), el gran cuadro decorativo (La reina María Cristina y su hija la reina Isabel pasando revista a las baterías de artillería, mostrado ahora en su posición original) y las copias de maestros del Prado (el Greco, Ribera, Velázquez y Goya), que contribuyeron a dar a su arte mayor profundidad y alcance. Su obra triunfó en los años finales de la década de 1860 a través de óleos y acuarelas de motivos del siglo XVIII (El aficionado a las estampas y La vicaría) y árabes (Jefe árabe, Un marroquí, El vendedor de tapices, Calle de Tánger y El fumador de opio). Esta última vertiente tuvo un desarrollo especial durante su estancia en Granada entre 1870 y 1872. Allí también abordó escenas de género en marcos arquitectónicos compuestos (Pasatiempos de hijosdalgos, Almuerzo en la Alhambra y Ayuntamiento viejo de Granada). La mayor novedad deriva de sus trabajos del natural ante objetos, figuras (Viejo desnudo al sol), jardines y paisajes tanto al óleo como a la acuarela, la tinta y el lápiz. Obras como La Carrera del Darro, nunca vista fuera del British Museum, revelan su capacidad para la captación del ambiente con un color nuevo y fresco.

De vuelta a Roma, en 1873 trató los temas árabes con una ejecución más sintética (Árabe apoyado en un tapiz y Fantasía árabe ante la puerta de Tánger), atendió a la vida cotidiana en Carnaval en el corso romano y en 1874 finalizó cuadros de género iniciados antes, como La elección de la modelo. En ese año una estancia en Portici supuso una inmersión en la naturaleza que le hizo plenamente consciente del color local y de las sombras coloreadas en sus pinturas de desnudos de niños en la playa, de los que se incluye un grupo de cuatro, dos de ellos inéditos, y en sus paisajes, como Calle de Granatello en Portici y Paisaje napolitano, recién adquirido por el Prado. Su trabajo a la acuarela dio entonces sus mejores frutos en los dos ejemplos de Paisaje de Portici –uno presentado por vez primera– y en sus retratos de Cecilia de Madrazo y Emma Zaragoza.

Grandes instituciones de todo el mundo han permitido que esta muestra pueda celebrarse del mejor modo. Singular relevancia, por la amplitud de su préstamo, ha tenido la especial colaboración del Museo Fortuny de Venecia y del Museu Nacional d’Art de Catalunya.

21/12/17

Torino e gli studi d'artista




La realtà artistica torinese è sempre stata molto articolata e il recente studio, ideato da Stefania Dessi con la Segretariato regionale del MiBACT per il Piemonte, ha messo in risalto la ricca presenza degli studi d’artista nella città, col sostegno finanziario della Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, nell’ambito del Piano per l’arte contemporanea

La ricerca si è focalizzata su tre aree, Borgo Vanchiglia, San Salvario e l’Oltre Dora.


CS

"ANDARE OLTRE": questa è la parola d'ordine della terza edizione del progetto Studi d'Artista. I luoghi di produzione dell'arte, sostenuto dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MiBACT), nell'ambito del Piano per l'arte contemporanea, art. 3 della Legge 29 del 23 febbraio 2001. Ideato e promosso da Stefania Dassi del Segretariato regionale del MiBACT per il Piemonte, l'intero progetto ha coinvolto 72 studi, 90 artisti e 14 gallerie, attraverso un excursus nell'arte contemporanea torinese che, di volta in volta, ha indagato aree diverse del territorio urbano, con l'opportunità di evidenziare non solo differenze e peculiarità, ma anche componenti che restituiscono il ruolo di veri e propri distretti culturali.

Dopo una prima edizione dedicata nel 2014 a borgo Vanchiglia, ambito storico caratterizzato dalla presenza di botteghe e piccole manifatture in parte riconvertite in luoghi a vocazione artistica, e una seconda, l'anno seguente, incentrata sull'area multietnica del quartiere San Salvario privilegiata dai giovani e da molti creativi, la terza, di cui oggi si presentano i risultati, si è spinta invece nella città oltre la Dora.

"ANDARE OLTRE" il confine segnato dal fiume che lascia a sud il centro della città e a nord i quartieri più critici, quelli della periferia, focalizzando l'attenzione sui numerosi luoghi di produzione dell'arte che si celano tra gli isolati del quartiere di Barriera di Milano e delle zone limitrofe, vera e propria fucina della creatività torinese. La periferia rivela infatti importanti potenzialità di crescita socio-culturale quale centro propulsore di energie creative, restituendo elementi significativi per una lettura diversa che non si limiti a delinearne una connotazione inficiata da pregiudizi e luoghi comuni.

Secondo il format seguito per le edizioni precedenti, anche la città oltre la Dora è stata oggetto di una ricognizione sul territorio che ha interessato personalità attive in settori creativi diversi (pittori, scultori, grafici, fotografi, ecc...) e gallerie che promuovono l'arte contemporanea. Gli esiti di questa analisi si sono concretizzati nella redazione di una guida, in cui gli studi d'artista vengono raccontati dalle immagini del fotografo Nicolò Taglia, artista con atelier oltre la Dora, e dai testi di Carla Testore, storica dell'arte, giornalista ed esperta d'arte contemporanea. La pubblicazione è concepita quale strumento di conoscenza, utile non solo a esplorare il contesto urbano nella diversa prospettiva della creatività, ma anche a comporre itinerari insoliti all'interno dell'offerta culturale. L'invito a incontrare gli artisti è rivolto tanto agli addetti ai lavori, quanto ai turisti e ai cittadini che intendano scoprire l'intensa attività creativa che anima i quartieri. L'obiettivo è quello di accompagnare il visitatore in un inconsueto viaggio tra gli atelier cittadini, sino ad avvicinare il pubblico agli artisti e ai luoghi dove nasce l'elaborazione estetica, oltreché consentire un'esperienza culturale quale quella di vivere il back-stage di una creazione e osservare le opere finite e quelle in fieri, insieme a materiali, tecniche e mezzi adoperati dall'artista.

Tra tutti i luoghi di produzione creativa, lo studio d'artista definisce lo spazio privilegiato per il contatto tra arte e fruizione, riducendo il distacco da forme ed espressioni artistiche apparentemente distanti e permettendo al contempo un rapporto diretto con l'opera e il suo autore. Un'opportunità ancor più preziosa nel caso di collettività che devono essere poste nella condizione di utilizzare le risorse a disposizione, nell'ambito di processi di rigenerazione culturale che non possono prescindere da forme di coinvolgimento attivo, in cui non può mancare il contributo delle interazioni sinergiche modulate dalla comunità degli artisti.

A completamento dell'iniziativa è prevista una serie di aperture programmate degli studi d'artista, con itinerari di visita in collaborazione con associazioni culturali operanti sul territorio.

La guida Studi d'Artista. I luoghi di produzione dell'arte. Torino/La città oltre la Dora, edita da Sagep, è in distribuzione, al prezzo di € 10,00, nelle librerie specializzate (a Torino OOLP e Luxemburg), nei principali bookshop museali e nei punti vendita di istituzioni culturali, oltreché sui siti web Amazon, Hoepli, IBOL, IBS, Libreriauniversitaria, LibroCo, Mondadori Store, La Feltrinelli, Wuz, Casalini libri, Google libri.

www.piemonte.beniculturali.it


20/12/17

Arte d'investimento?





Nei giorni della settimana dell'arte a Miami la UBS ha presentato la sua annuale indagine sul collezionismo quest'anna intitolata "UBS Investor Watch Pulse Report" su come i collezionisti si dedicano a questa passione.

L'indagine macina molti dati anche se non sempre in modo cristallino, strano notare che nessuno si preoccupa di come gestire e assicurare la propria collezione o dell'eventualità di voler rivendere dei pezzi, ma forse queste cose non si rivelano, per evitare di essere visti come degli opportunisti.

La ricerca mettere in evidenza che l'arte dalla maggioranza degli intervistati viene vissuta come un "piacere" non tanto legato al suo valore quanto al suo divertimento nel seguirla e nel possederla. Strano che però, secondo l'indagine, un collezionista su quattro compra opere senza nemmeno averle viste.





19/12/17

GAM di Torino Storie, Direzioni, Visioni.




Oggi viene presentata alla stampa il nuovo allestimento della GAM di Torino, che riguarda il periodo storico 1863-1965, col le riflessioni Storie, Direzioni, Visioni. Gli spazi apriranno al pubblico dal 21 Dicembre.


“Il museo è uno spazio di mediazione culturale nato in Europa alcuni secoli fa e oggi diffuso in tutto il mondo. In continua trasformazione, per ragioni di trasparenza il museo non può più raccontare in maniera oggettiva una storia universale, ma deve raccontare anche la propria storia, che è situata nel contesto locale in cui si trova”.  dichiara il Direttore del Museo, Carolyn Christov-Bakargiev.


La GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino inaugura una nuova esposizione permanente delle sue collezioni con un allestimento innovativo, che abbandona l’ordinamento tematico per offrire al pubblico un percorso che ricompone la storia del primo Museo Civico d’Arte Moderna d’Italia e che racconta la storia dell’arte moderna attraverso le proprie raccolte, le acquisizioni e le politiche culturali promosse dai suoi direttori, tra i quali Pio Agodino, il primo alla guida del museo, Emanuele d’Azeglio, Vittorio Avondo, Enrico Thovez, Lorenzo Rovere, Vittorio Viale e Luigi Mallé.


Il riallestimento delle collezioni, guidato da Carolyn Christov-Bakargiev, è curato per l’Ottocento da Virginia Bertone con Fabio Cafagna e Filippo Bosco, e per il Novecento da Riccardo Passoni con Giorgina Bertolino.

Il nuovo allestimento della GAM è ordinato secondo 3 linee di lettura: la storia dell’arte, la storia del museo, e il contesto storico, sociale ed economico di Torino nella cornice degli avvenimenti nazionali e internazionali.


Al secondo piano sono esposti dipinti e sculture che accompagnano il visitatore dalla nascita del museo nel 1863 fino ai primi anni del Novecento; al primo piano sono presentate le opere datate dagli anni dieci del Novecento fino alla Pop art, coeva al boom economico degli anni sessanta del secolo scorso. 

La sequenza delle opere e dei capolavori conservati dalla GAM rispecchia i gusti di allestimento dell’epoca: nella seconda metà dell’Ottocento ad esempio i dipinti si allestivano a quadreria su pareti colorate, spesso rosso pompeiano o verde oliva, perché si pensava che per contrasto i dipinti risaltassero come finestre sul mondo. Il museo era uno spazio pubblico: ci si sedeva sulle panchine e si conversava, come in un parco. All’inizio del XX secolo le pareti si schiariscono, si adotta il beige o il grigio quale colore di fondo e nasce il canone dell’allineamento su una sola fila, con le opere una accanto all’altra all’altezza degli occhi.


Gli aspetti innovativi del nuovo ordinamento della collezione comprendono anche la forte presenza di documenti d’archivio che intervallano le opere esposte, di testi di sala che raccontano la storia dell’arte attraverso le opere della GAM, e di “metamusei”: pareti che, attraverso immagini d’epoca e testi, offrono focus di approfondimento sulle vicende artistiche e storiche del museo e della Città, in rapporto agli avvenimenti italiani e del mondo.


Il percorso di visita ha inizio dal secondo piano dove sono ospitate le opere dell’Ottocento, dalle origini delle raccolte civiche (1863), fino alla vigilia della Grande guerra (1914). Per i colori delle pareti si è scelto di adottare un’alternanza di rosso e verde, colori utilizzati nel 1913 da Enrico Thovez, che in quell’anno fu nominato direttore della Galleria Civica. Nelle ultime sale dell'Ottocento, la Direzione ha scelto di sperimentare e studiare il rapporto percettivo del pubblico contemporaneo con altre tonalità caratteristiche della nostra vita attuale, evitando di mostrare l'arte ottocentesca negli ambienti bianchi tipici degli spazi museali dalla fine del Novecento a oggi.

Il percorso è suddiviso in 17 sale che seguono un ordinamento cronologico affrontando temi quali Il rinnovamento del paesaggio, L’arte alle grandi esposizioni, La fortuna del ritratto e La pittura divisionista e simbolista.  Tra le opere dei molti artisti presenti nelle collezioni sono esposte quelle di Antonio Canova (1757-1822), Giovanni Battista De Gubernatis (1774-1837), Andrea Gastaldi (1826-1889), Vincenzo Vela (1820-1891), Giovanni Fattori (1825-1908), Tranquillo Cremona (1837-1878), Vincenzo Gemito (1852-1929), Giuseppe Pellizza da Volpedo (1868-1907), Angelo Morbelli (1853-1919), Medardo Rosso (1858-1928), Gustave Courbet (1819-1877), Pierre-Auguste Renoir (1841-1919) e sale dedicate ai nuclei di opere di Massimo d’Azeglio (1798-1866), Antonio Fontanesi (1818-1882) e Leonardo Bistolfi (1859-1933).


 Il primo piano raccoglie le opere del Novecento che spaziano dal primo decennio del secolo fino al 1965, con sale intitolate alla Moderna classicità con le opere del Novecento Italiano di Felice Carena (1879-1966), Mario Sironi (1885-1961), Carlo Carrà (1881-1966), Alberto Savinio (1891-1952), Giorgio de Chirico (1888-1978); ai Futurismi di Giacomo Balla (1871-1958), Gino Severini (1883-1966), Umberto Boccioni (1882-1916) e Enrico Prampolini (1894-1956); alle Avanguardie storiche testimoniate dalle opere di Otto Dix (1891-1969), Francis Picabia (1879-1953), Max Ernst (1891-1976), Paul Klee (1879-1940). 

Il percorso è intervallato dalle stanze monografiche destinate ai capolavori di Felice Casorati (1883-1963), di Arturo Martini (1889-1947), di Giorgio Morandi (1890-1964) e Filippo de Pisis (1896-1956). Un’ampia sala, dedicata all’Arte a Torino tra le due guerre, è introdotta da Amedeo Modigliani (1884-1920), che con la sua Ragazza rossa è una delle fonti di ispirazione del gruppo cosiddetto dei “Sei Pittori”. L’itinerario all’interno delle collezioni prosegue con la sala degli artisti Astratti italiani degli anni trenta rappresentati dalle sculture di Lucio Fontana (1899-1968), Fausto Melotti (1901-1986) e dai dipinti di Osvaldo Licini (1894-1958); si snoda tra le opere dei protagonisti della scena internazionale degli anni quaranta e cinquanta – Marc Chagall (1887-1985), Pablo Picasso (1881-1973), Hans Hartung (1904-1989), Hans Jean Arp (1887-1966) – approfondisce le ricerche di Lucio Fontana (1899-1968) e Alberto Burri (1915-1995), di Asger Jorn (1914-1973) e Pinot Gallizio (1902 – 1964), del gruppo CoBrA e dell’Internazionale Situazionista; si inoltra negli anni sessanta approfondendo la storia del Museo Sperimentale, corpus di opere donato da Eugenio Battisti al nostro museo, allargando infine lo sguardo sulla scena Pop italiana con opere tra gli altri di Mario Schifano (1934-1998) e Salvatore Scarpitta (1919-2007) e l'arte internazionale, attraverso il famoso Orange Car Crash di Andy Warhol (1928-1987), una scultura di Louise Nevelson (1899-1988) e una di Beverly Pepper (1924) raramente esposta. 


La campagna: il futuro del mondo



Il museo Guggenheim guarda al prossimo futuro e ai grandi cambiamenti socio-culturali, e lo fa anche col il noto architetto Rem Koolhaas per pensare al cambiamento urbano.

Questo dialogo sfocerà in un evento espositivo il prossimo 2019  che prenderà forma con l’ AMO, la sezione di ricerca dello studio olandese e la scuola di design l’ Harvard Graduate. Per ora c’è già il titolo “la campagna: il futuro del mondo”

CS

According to architect and urbanist Rem Koolhaas, the fact that 50 percent of the global population now lives in cities has become an excuse to ignore the other 98 percent of the world’s surface: the countryside. The Solomon R. Guggenheim Museum has invited Koolhaas and AMO, the think tank of the Office for Metropolitan Architecture (OMA), to collaborate on a project that explores the radical changes occurring in the countryside, extending work underway by AMO / Koolhaas and students at the Harvard Graduate School of Design.

Opening in fall 2019, the rotunda exhibition Countryside: Future of the World (working title) will present speculations about tomorrow through insights into the countryside today. More than any city, the vast nonurban territories of the countryside have become the frontier of transformation. The exhibition will explore artificial intelligence and automation, the effects of genetic experimentation, political radicalization, mass and micro migration, large-scale territorial management, human-animal ecosystems, subsidies and tax incentives, the impact of the digital on the physical world, and other developments that are altering landscapes across the globe.

Countryside: Future of the World is organized by Troy Conrad Therrien, Curator, Architecture and Digital Initiatives, with Ashley Mendelsohn, Assistant Curator, Architecture and Digital Initiatives.


18/12/17

Cartaditalia




Ho trovato molto interessante questa pubblicazione Carta d'Italia scaricabile gratuitamente. 

Nata a Stoccolma nel 2008, in edizione bilingue, italiano/svedese, “CARTADITALIA” ha ripreso le pubblicazioni nel 2015 a Bruxelles in una nuova veste grafica e in edizione quadrilingue (italiano, francese, neerlandese, inglese).
Il programma della nuova serie di “CARTADITALIA” è quello d’origine: proporre a un pubblico internazionale degli strumenti di orientamento, delle vere e proprie “mappe” (di qui il suo titolo) dei più diversi campi dell’arte e della cultura italiana di oggi. “CARTADITALIA”, insomma, ambisce a raccontare l’Italia dei primi anni del nuovo millennio attraverso ragionate disamine delle sue manifestazioni artistiche e culturali più qualificate. Di qui deriva la formula adottata, di numeri monografici, affidati volta per volta ai migliori specialisti di ciascuna disciplina.

Per ora sono usciti tre numeri :

CARTADITALIA N°3: NUOVE FRONTIERE DELLA RICERCA SCIENTIFICA ITALIANA

Dedicato alle nuove frontiere della scienza e curato da due giornalisti specialisti di divulgazione scientifica, Luca De Biase e Guido Romeo, il terzo numero di CARTADITALIA, periodico quadrilingue (IT FR NL EN) pubblicato dall’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, dà la parola ai giovani ricercatori italiani under 40 attivi nei dipartimenti e nei laboratori delle università di tutto il mondo.

Dal dialogo con ben settanta ricercatori disseminati fra Torino e Trieste, Milano e Roma, Genova e Lecce, per non citare i tanti che lavorano nei Paesi dell’Unione Europea, negli USA o in Canada, emerge un quadro d’insieme articolato e aggiornato delle principali aree di interesse dell’indagine scientifica contemporanea, corredato di una vera e propria mappa, in linea con le ambizioni cartografiche di “CARTADITALIA”, dei maggiori centri di ricerca italiani.



CARTADITALIA N°2: IL DESIGN ITALIANO. UNITÀ E PLURALITÀ

Dopo il cinema documentario, tema del primo numero della nuova serie “belga”, “CARTADITALIA”
rivolge la sua esplorazione cartografica verso una delle attività creative che certamente più hanno contribuito alla costruzione simbolica dell’immagine dell’Italia nel mondo, il design. Italia e design, è stato scritto, sono in qualche modo sinonimi: nessun altro Paese, infatti, ha saputo infatti coniugare, con altrettanta efficacia e originalità, nella progettazione di arredi, di oggetti di uso quotidiano, di mezzi di trasporto etc., sapienza artigianale, creatività artistica, sperimentazione e innovazione industriale.Dell’attualità e della vitalità del design italiano, quest’anno offre esemplare testimonianza la XXI edizione della Triennale dedicata a “21st Century : Design after Design”, tra i cui curatori figura Beppe Finessi, coordinatore di questo numero di “CARTADITALIA”.

Docente al Politecnico di Milano, Beppe Finessi ha chiesto a un gruppo di affermati specialisti di ripercorrere la storia e la geografia del design italiano attraverso una serie di indagini per fasce generazionali e di mappature di scuole, movimenti, luoghi, istituzioni, case editrici, archivi, saloni, gallerie e premi. Da questa somma di contributi emerge un quadro d’insieme articolato e aggiornato di un affascinante universo creativo, di cui vengono illustrate le matrici culturali e economiche, il percorso evolutivo, tutt’altro che lineare, il ruolo dei grandi “maestri”, le tendenze in atto nel nuovo millennio... insomma, una vera e propria guida per esplorare uno dei territori più emblematici del Made in Italy.



 CARTADITALIA N°1. CINEMA DEL REALE: IL DOCUMENTARIO ITALIANO 2000-2015

Per il primo numero della nuova serie di “CARTADITALIA” abbiamo scelto come oggetto di indagine ii documentario, proprio con l’intenzione programmatica di privilegiare uno sguardo in “presa diretta” sulla realtà in divenire della cultura italiana. Il documentario, infatti, ci sembra essere il linguaggio in cui, da un lato, trovano espressione le energie più creative e originali del cinema italiano di oggi, dall’altro si manifesta una straordinaria, vitalissima, capacità di narrazione dell’Italia contemporanea, ora in chiave realistica, ora visionaria e simbolica. L’uscita di questo numero di “CARTADITALIA”, curato da uno dei più competenti studiosi del cinema italiano, Emiliano Morreale, docente all’Università di Torino e direttore della Cineteca Nazionale di Roma, coincide, non casualmente, con la prima edizione di un nuovo estival cinematografico, “ITALIA IN DOC”, dedicato appunto al documentario italiano e rganizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles: due iniziative congiunte nel nome di una comune esigenza di valorizzazione, in un orizzonte europeo, delle esperienze più criticamente significative del cinema del nostro Paese.