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31/01/14

Guggenheim Venezia - Temi & variazioni. L'impero della luce


Presso la Fondazione Guggenheim di Venezia prende avvio da domani una mostra dal titolo “Temi & variazioni. L'impero della luce“, in cui il tema della luce è centrale, l’esposizione accosta in un dialogo serrato indiscutibili capolavori di maestri quali Degas, Matisse, Magritte, Rothko, Fontana, Basilico, Hockney, Kapoor, ripercorrendo tre secoli di storia dell'arte.


Press release:
From February 1 to April 14, 2014, the Peggy Guggenheim Collection presents Themes & Variations. The Empire of Light. This innovative curatorial formula for the temporary exhibition spaces of the Venice museum originated in 2002 and is now in its fourth edition. Based on the theme of light, synthesized by René Magritte’s celebrated painting Empire of Light, which gives its name to the subtitle of the exhibition and which is one of Peggy Guggenheim’s most celebrated masterpieces, the exhibition combines a wide variety of images and media in a multi-layered dialogue touching three centuries of the history of art. 

Il piccolo principe alla Morgan Library e Museum di New York


E' uno dei questi testi di grande successo che ha affascinato tutti, ora in esposizione con le immagini dell'autore alla Morgan Library di New York, se siete in zona non perdetevi la mostra che dura fino al 27 Aprile.



Press Release:


Since its publication seventy years ago, Antoine de Saint-Exupéry's The Little Prince has captivated millions of readers throughout the world. It may come as a surprise that this French tale of an interstellar traveler who comes to Earth in search of friendship and understanding was written and first published in New York City, during the two years the author spent here at the height of the Second World War. 


As he prepared to leave the city to rejoin the war effort as a reconnaissance pilot, Saint-Exupéry appeared at his friend Silvia Hamilton's door wearing his military uniform. "I'd like to give you something splendid," he said, "but this is all I have." He tossed a rumpled paper bag onto her entryway table. Inside were the manuscript and drawings for The Little Prince, which the Morgan acquired from her in 1968. 

Focusing on the story's American origins, this exhibition features twenty-five of the manuscript pages—replete with crossed-out words, cigarette burns, and coffee stains—and all forty-three of the earliest versions of drawings for the book. Also on view are rare printed editions from the Morgan's collection as well as personal letters, photographs, and artifacts on loan from the Saint-Exupéry estate, private collections, and museums and libraries in France and the United States. 

The Little Prince: A New York Story is the first exhibition to explore in depth the creative decisions Saint-Exupéry made as he crafted his beloved story that reminds us that what matters most can only be seen with the heart.

Lead funding for this exhibition is provided by Barbara and James Runde, and by The Florence Gould Foundation. 

Generous support is also provided by Air France, Liz and Rod Berens, and the Caroline Macomber Fund, with additional assistance from Houghton Mifflin Harcourt.

Pausa caffè...


Portrait= Vincent Van Gogh / Jean-Michel Basquiat


A Nizza una primavera di sole e di arte.

Azzedine-Alaia visto da Jean-Paul Goude a le Théâtre de la Photographie et de l’Image Nice 

La città di Nizza offre una vasta proposta turistica, che in questi anni ha fatto crescere il turismo in modo molto significativo, sia in quantità sia in qualità. Fra i tanti progetti la ricca proposta culturale trova nell’arte contemporanea una sua cifra, che sta anche nella sua storia, sono passati per queste spiagge figure come Matisse, Picasso e più recentemente il gruppo del Nouveau Realisme come Yves Klein e Arman.

Fino ai primi caldi primaverili di Giugno il Mamac realizzerà una bella rassegna collettiva sotto il titolo “Autoru du legs berggreen” sulla recente donazione dal mecenate danese Henrik Berggreen, che da diversi anni risiedeva sulla Costa Azzurra. Parallelamente la Galerie Contemporaine presenterà le opere di Xavier Theunis, studente belga di Villa Arson, parte della nuova dinamica presenza giovanile in città.

Il Theatre de la Photographie et de l’Image espone un’allegra fantasia fotografica di Jean-Paul Goude, miscelando i suoi gioiosi scatti e i tanti originali progetti.

Sulla assolata Promenade des Anglais la Galerie Municipale des Ponchettes mette in mostra il percorso creativo di Albert Chubac, oltre sessanta pitture e sculture, un’antologica colorata e ingegnosa. Sul lato opposto la Galerie de la Marine continua la sua attenzione al contemporaneo con le opere di Elias Crespin, noto artista sud americano che da diversi anni vive a Parigi.

Albert Chubac


Nel cuore della città, l’intimo Palais Lascaris declina la sua attenzione alla pittura antica con una mostra dal suggestivo titolo di “Le voyage a Nice” con una serie di prestiti dal museo di Besançon. 

30/01/14

Qui o là? Mercato primario e mercato secondario


In generale il sistema dell’arte divide il mercato in due settori, chiamati mercato primario e mercato secondario.

Col primo termine s’intende il mercato delle gallerie, quando presenta/immette sul mercato, per la prima volta, uno o una serie di lavori di un artista, solitamente in corrispondenza di un evento espositivo.

Se poi un’artista è al debutto con una galleria, questa fase servirà ad inquadra il tipo di artista, spesso col supporto di un critico/curatore. Si definiscono così i suoi valori di mercato iniziali. Nel tempo si costruisce un percorso di crescita, spesso seguito in modo diretto dal gallerista, che inizialmente avrà prezzi bassi e poi, con un riscontro di mercato favorevole, aumenterà di notorietà e ovviamente di valore.

Quasi sempre questi nuovi artisti si muovo in ambiti no-profit o con gallerie di piccola/media grandezza, poi il crescere artistico potrà far cambiare il distributore, cioè la galleria, che se più grande e ricca, potrà seguirlo con maggiori investimenti, migliorando anche il processo produttivo/promozione dell’artista.

In questa fase i prezzi delle opere sono instabili e oscillanti, può succedere, infatti, che un artista emerga rapidamente ma poi che anche velocemente si perda e altri che sembravano faticassero, nel tempo si consolidano e diventato importanti.

La situazione è incerta, chi opera in quest’ambito si trova in una fase più rischiosa.

Sia le gallerie sia i collezionisti sanno che gli sviluppi sono teorici, ma è anche più interessanti e appassionanti.

Col secondo termine s’intende quando un’opera è rivenduta, comunemente questa situazione è gestita dalle case d’aste o dalle gallerie che trattano l’artista dell’opera in rivendita. In questi ultimi anni c’è stata una certa promozione di questo mercato, considerato fino a pochi anni fa poco rilevante. Questo grazie all’operato delle case d’aste Christie’s e Sotheby’s, che esauriti i grandi incassi di arte antica, oltre che ad altri prodotti di consumo, hanno dirottato la loro attenzione su nuovi prodotti, dedicandosi così all’arte contemporanea, agendo spesso con forti azioni mediatiche, soprattutto enfatizzando record di vendite.

Queste società producono interessanti documenti di analisi e di redditività di certi prodotti, garantendo in un certo senso la crescita di valore degli stessi.

Se le strategie delle case d’aste paiono molto più enfatiche quelle delle gallerie risultano più riservate e attente. La galleria al fine di proteggere il valore di mercato di un artista riacquista e rivende opere sempre con una particolare attenzione, tutelando in tal modo l’indice di vendita, garantendo una certa stabilità che ne valorizza e preserva l’immagine.


La ragazza con l’orecchino di perla a Bologna



La ragazza con l’orecchino di perla, con la Gioconda di Leonardo e L’urlo di Munch, è unanimemente riconosciuta come una delle tre opere d’arte più note, amate e riprodotte al mondo.


Per un pugno di settimane, ed esattamente dall’8 febbraio al 25 maggio 2014, il capolavoro di Vermeer sarà in Italia, a Bologna, accolta con tutti gli onori del caso a Palazzo Fava.



Sarà la star indiscussa di una raffinatissima mostra sulla Golden Age della pittura olandese, curata da Marco Goldin e tra gli altri da Emilie Gordenker, direttrice del Mauritshuis Museum de L’Aja dove il capolavoro di Vermeer è conservato. L’occasione storica di ammirare in Italia e gli altri celeberrimi dipinti olandesi nasce dalla collaborazione tra Fondazione Carisbo, e per essa il suo presidente professor Fabio Roversi-Monaco, e Marco Goldin, storico dell’arte e amministratore unico di Linea d’ombra.



La ragazza con l’orecchino di perla evoca bellezza e mistero e il suo volto da cinque secoli continua a stregare coloro che hanno l’emozione di poterlo ammirare dal vero o scoprirlo attraverso i romanzi e il film di cui la bellissima ragazza dal copricapo color del cielo è diventata, forse suo malgrado, protagonista.
Il suo arrivo in Italia è il frutto straordinario di una trattativa durata un paio di anni, a partire dal momento in cui il Mauritshuis – scrigno di opere somme da Vermeer fino a Rembrandt – è stato chiuso per importanti lavori di restauro e ampliamento, che ne vedranno la riapertura al principio dell’estate 2014.



Nel frattempo, una parte delle collezioni del Museo è stato riallestita presso il Gemeentemuseum, sempre a L’Aja, mentre un nucleo, forse il più strepitoso, è stato concesso ad alcune sedi internazionali in Giappone (a Tokyo e Kobe) e negli Stati Uniti: il Fine Arts Museum di San Francisco, l’High Museum of Art di Atlanta e la Frick Collection di New York, ovvero a istituzioni di assoluto prestigio mondiale. Come unica sede europea, e ultima prima del definitivo ritorno de La ragazza con l’orecchino di perla al suo Museo rinnovato, la scelta è caduta su Bologna e su Palazzo Fava.



La ragazza con l’orecchino di perla “Sarà l’unica occasione per ammirarla in Europa al di fuori della sua sede storica da dove, conclusa la mostra bolognese, probabilmente non uscirà mai più, essendo l’opera simbolo del museo riaperto”, afferma il Presidente della Fondazione Carisbo, Fabio Roversi-Monaco.




“Annunciamo con tanto anticipo questo evento proprio per la sua eccezionalità, e perché tutti coloro che giungeranno a Bologna per la visita possano prepararsi per tempo. Ciò che accadrà tra poco meno di un anno resterà una cosa senza eguali e non più ripetibile – afferma Marco Goldin. Non serve che dica con quanto orgoglio Linea d’ombra sta lavorando su questo progetto, ringraziando sia il Mauritshuis per la fiducia nei nostri confronti sia la Fondazione Carisbo per tutto l’appoggio e la collaborazione. E quanto sentiamo la responsabilità di portare in Italia un tale capolavoro”.



Capolavoro che non sarà solo. A Bologna sarà infatti accompagnato da una quarantina di altre opere dello stesso Museo, sempre di qualità eccelsa, scelte appositamente per la sede bolognese e quindi in parte diverse da quelle già esposte in Giappone e ora negli States.



La ragazza con l’orecchino di perla non sarà l’unico capolavoro di Vermeer in mostra. Ad affiancarla ci sarà Diana e le sue ninfe, grande olio del Maestro. E ancora, ben 4 Rembrandt e poi Frans Hals, Ter Borch, Claesz, Van Goyen, Van Honthorst, Hobbema, Van Ruisdael, Steen, ovvero tutti i massimi protagonisti della Golden Age dell’arte olandese.



Accanto a questa mostra, la Fondazione Carisbo e Genus Bononiae proporranno anche Attorno a Vermeer, omaggio tributato da una quindicina di grandi artisti italiani contemporanei, da Guccione a Sarnari, da Olivieri a Verna, scelti da Marco Goldin per il senso della loro adesione all’intima idea specialmente del medium luminoso vermeeriano, senza distinzione tra figurativo e astratto.



Il binomio antico-contemporaneo è, del resto, una precisa cifra stilistica del critico veneto, riaffermata in modi diverse e originali in concomitanza di molte delle sue mostre.
“L’obbiettivo della Fondazione Carisbo” precisa il Presidente Roversi Monaco “è di cogliere questa magnifica occasione per rilanciare Bologna, come del resto è avvenuto per Genus Bononiae, con grande successo, sia per il numero delle presenze, sia per la soddisfazione dei visitatori, nel corso del 2012, a partire dall’inaugurazione nel mese di gennaio alla presenza del Presidente della Repubblica.”



Mostra a cura di 
Marco Goldin

Emilie E.S. Gordenker 
Quentin Buvelot 
Ariane van Suchtelen 
Lea van der Vinde

APERTURA PRENOTAZIONI: 11 novembre 2013

29/01/14

James Turrell alla Burlington Gardens di Londra


Un’altra grande proposta da Pace London dal prossimo 7 Febbraio fino al 5 Aprile, si tratta di un intervento di James Turrell nei maestosi spazi del Burlington Gardens di Londra, sicuramente un’altra fantastica emozione di luce. 

Press Release:
Pace London is honoured to present an exhibition of work by James Turrell from 7 February to 5 April 2014 at 6 Burlington Gardens. Turrell is among the most influential artists of the past fifty years and Pace is proud to continue its long commitment to the artist stretching back to 1967. This is the gallery’s sixth exhibition of his work following his unprecedented concurrent museum exhibitions at the Solomon R. Guggenheim Museum in New York, Los Angeles County Museum of Art (LACMA, on view until 6 April 2014), and Museum of Fine Arts, Houston.
For over three decades, Turrell has used light and indeterminate space — not objects, nor images — to extend and enhance perception. Turrell’s inspiration draws from astronomy, physics, architecture and theology.
Turrell’s first solo exhibition at Pace London features two never-before-seen works from the Wide Glass series staged in site-designed chambers on the ground floor of the gallery. Works from this series were recently included in the LACMA’s exhibition. Each Wide Glass work is unique and features an aperture with a frosted and curved glass surface animated by an array of sophisticated LED lights. With these new works, Turrell continues his exploration of technological possibilities combined with sensory practices, and invites the viewer to a meditative experience.
“I am really interested in the qualities of one space sensing another. It is like looking at someone looking. Objectivity is gained by being once removed. As you plumb a space with vision, it is possible to ‘see yourself see’. This seeing, this plumbing, imbues space with consciousness.” James Turrell.

Also displayed in the exhibition are two works from the Tall Glass series: Sojourn (2006), presented in the downstairs gallery between the two Wide Glass works, and Sensing Thought (2005), upstairs. Each piece from this series is constructed to create a tangible and physical plane of light. The artist has likened the processional development of colours to a musical system utilising themes and gradient tones. The physical construction of these works relates to the earlier series entitled Shallow Space Constructions from the late 1960s and early 1970s.

NOTES TO EDITORS
James Turrell (b. 1943, Los Angeles) attended Pomona College, where his studies concentrated on psychology and mathematics. Since 1966, he has created art works made primarily out of light. In 1973 he received a Master's degree in Art from Claremont Graduate School. His work is represented in international public collections including the Tate Modern, London; Los Angeles County Museum of Art; Museum of Fine Arts, Houston; the Solomon R. Guggenheim Museum, New York; Whitney Museum, New York; Chichu Art Museum, Naoshima Island, Japan; The Museum of Modern Art, New York; and the Israel Museum, Jerusalem. The James Turrell Museum opened in Colomé, Argentina in 2009. His solo exhibitions include Stedelijk Museum, Amsterdam (1976); Whitney Museum of American Art, New York (1980); Israel Museum (1982); Museum of Contemporary Art, Los Angeles (1984); MAK, Vienna (1998–99); Mattress Factory, Pittsburgh (2002–03); and Kunstmuseum Wolfsburg, Germany (2009–10). In 2011, Pace and the Garage Center for Contemporary Art organized a major retrospective of Turrell’s work in Moscow.                                       
In May and June 2013, the Los Angeles County Museum of Art (LACMA), the Museum of Fine Arts, Houston (MFAH), and the Solomon R. Guggenheim Museum in New York concurrently presented three separate exhibitions highlighting the achievements of James Turrell. Independently curated by each presenting institution, the three simultaneous and complementary exhibitions together offered a full sense of Turrell’s oeuvre, and explored different facets of his five-decade career. Audiences at all three exhibitions were able to see and experience an unprecedented range of his work—from a retrospective in Los Angeles, to work from the extensive permanent collection and commissions in Houston, to a monumental site-specific installation in New York. The LACMA exhibition was on view from 26 May – 4 April 2013; the MFAH exhibition from 9 June – 22 September 2013; and the Guggenheim exhibition from 21 June – 25 September 2013.

Pace
Pace is a leading contemporary art gallery representing many of the most significant international artists and estates of the 20th and 21st centuries. Founded by Arne Glimcher in Boston in 1960 and led by Marc Glimcher, Pace has been a constant, vital force in the art world and has introduced many renowned artists’ work to the public for the first time. Pace has mounted more than 700 exhibitions, including scholarly exhibitions that have subsequently travelled to museums, and published nearly 400 exhibition catalogues. Today Pace has seven locations worldwide: four in New York; two in London; and one in Beijing. Pace London inaugurated its flagship gallery at 6 Burlington Gardens with the exhibition Rothko/Sugimoto: Dark Paintings and Seascapes, 4 October – 17 November 2012.
Pace London at 6 Burlington Gardens is open to the public from Tuesday to Saturday, from 10 a.m. to 6 p.m. 




Richard Deacon alla Tate Britain


Presso la Tate Britain si svolgerà dal 5 Febbraio una grande mostra del vincitore del Turner Prize Richard Deacon, uno degli scultori britannici più affascinanti. Richard Deacon ha impiegato materiali in modo fortemente creativo dal legno lamellare alla pelle, dalla stoffa all’ argilla, creando sempre opere dall’inusuale forme. 


Affascinato proprio dalla manipolazione della materia e dalla ricerca delle forme che essa può realizzare portandola all’estremo limite. La mostra presenterà anche alcune serie di disegni, in particolare quelle degli anni settanta.



28/01/14

I Was There,Ruth Proctor alla Galleria Norma Mangione di Torino.

Inaugura domani, 29 Gennaio, alle ore 18 la mostra di Ruth Proctor dal titolo "I Was There" presso la Galleria  Norma Mangione di Torino.

Tate Hunday


Torneranno i grandi progetti nella Turbine Hall, attualmente in ristrutturazione per la connessione con il nuovo edificio di ampliamento della Tate Modern. Cambia il sostegno economico che passa dal gruppo Unilever alla Hyundai che garantirà il sostegno fino al 2025. Con questa iniziativa sono anche state acquisite alcune opere dell’artista coreano Nam June Paik.




Press Release

Tate and Hyundai Motor today announced a major new long-term partnership. Confirmed until 2025, this 11-year partnership is the longest initial commitment from a corporate sponsor in Tate’s history. Hyundai’s support will allow Tate Modern to realise The Hyundai Commission, a new series of site-specific installations by contemporary artists in the iconic Turbine Hall, beginning in autumn 2015.
Since Tate Modern opened in 2000, the Turbine Hall has hosted some of the world’s most memorable and acclaimed works of contemporary art, reaching an audience of millions each year. The way artists have interpreted this vast industrial space has revolutionised public perceptions of contemporary art in the twenty-first century. The annual Hyundai Commission will give artists an opportunity to create new work for this unique context.
This partnership is founded upon Tate and Hyundai’s shared commitment to worldwide innovation. Tate Modern’s programme has become increasingly diverse and international, offering a major platform for art from Latin America, Asia, the Middle East and Africa including film and live art.
Tate’s activities outside the UK also continue to grow, including travelling exhibitions, international loans from its collection, research centres and conferences investigating art from around the world.
To mark the start of this new partnership, Hyundai has joined forces with Tate’s Asia Pacific Acquisitions Committee to support a major acquisition for Tate’s collection, dramatically improving the museum’s holdings of art from Asia. The acquisition consists of nine key works by the renowned South Korean artist Nam June Paik (1932–2006). Often considered the founder of video art, Paik explored humanity’s ever-changing relationship with technology, from radio and television to robotics and computing. A major retrospective was presented at Tate Liverpool in 2010 and this acquisition is the first time the artist’s work has entered Tate’s collection. These nine works span 40 years of his pioneering career and will go on display at Tate Modern later this year.
Today’s announcement coincides with the completion of a newly-built bridge across the top of the Turbine Hall. Designed by Herzog & de Meuron, this bridge joins the existing galleries on level 4 of Tate Modern to the new building being developed to the south. Opening to the public in 2016, this project will transform Tate Modern with the Turbine Hall at its heart, offering in due course dramatic new views on The Hyundai Commission.
Nicholas Serota, Director, Tate said:
We look forward to working together with Hyundai, exploring the most innovative and creative ideas from around the world. Hyundai’s& commitment to Tate will give us an unprecedented opportunity to plan for the future, and will secure a decade of exciting new Turbine Hall commissions for all Tate Modern’s visitors.
Euisun Chung, Vice Chairman, Hyundai said:
At Hyundai, we understand that cars can provide much more than transportation. They can connect with people emotionally and it is this feeling that connects people to great art. This is the nature of our partnership with Tate. We are excited about the new possibilities that lie ahead and are very privileged to be working together with the Tate on this inspiring collaboration.
Chris Dercon, Director, Tate Modern said:
The Turbine Hall has a unique place in the public imagination, acting as a stage for cutting-edge contemporary art and as an open forum for people to meet, think, play and debate. The Hyundai Commissions will allow us all to see how art continues to evolve from 2015 to 2025.
 

Agnes Prammer alla galleria Montrasio Arte di Milano

Si inaugura oggi, alle ore 18.30, presso la galleria Montrasio Arte a Milano, nell’Harlem Room, la mostra di fotografie di Agnes Prammer dal titolo "Human Atlas", evento patrocinato dal Forum Austriaco di Cultura di Milano.
  


I lavori di Agnes Prammer sono caratterizzati da un’attenzione forte per la religione, i rituali, la cultura dei giovani, la rappresentazione delle donne, la morte, la natura, la globalizzazione trattati con antiche tecniche fotografiche.


27/01/14

Prossimamente Prada


Manca meno di un anno all’apertura del nuovo museo della Fondazione Prada che prenderà forma in largo Isarco.


Si tratterà di una serie di edifici del primo novecento riqualificati secondo un progetto dello studio Oma, Office of Metropolitan Architecture,  che da diversi anni opera con noto gruppo di moda milanese.

Il progetto di Rem Koolhaas prevede una serie di spazi per diverse situazioni culturali, dalle conferenze alle mostre passando per sfilate, incontri, programmazioni di film.

Calcio d’inizio

Calcio d’inizio è la prima mostra che la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, in collaborazione con l’Assessorato allo Sport del Comune di Torino e il CUS Torino propone nell’ottica di un percorso che accompagni al 2015, anno in cui Torino sarà Capitale Europea dello Sport.

Ispirato dalle immagini associate alle diverse discipline sportive, questo itinerario si snoderà attraverso una serie di mostre, eventi culturali e progetti educativi.

Il legame tra arte e sport ha una tradizione antica, nella quale il corpo dell’atleta ha funzionato come referente di bellezza e di valori legati alla forza, alla sfida, alla competizione ma anche alla cultura, al gioco, alla correttezza e all’amicizia.

La mostra alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo si propone di far emergere questi valori, aggiornandoli e documentandoli attraverso le ricerche e i molteplici linguaggi dell’arte contemporanea.

Questa prima mostra è dedicata al calcio. Raccoglie una serie di opere che affrontano temi legati a questa pratica sportiva, toccando le sfere del quotidiano e dell’epico, della competizione e dello spirito di squadra, dello spettacolo e dell’esperienza individuale.  Sport fortemente legato in Italia all’identità nazionale, il calcio, proprio per la sua popolarità e trasversalità, stimola a riflettere sulle dinamiche della nostra società.
È anche per queste sue caratteristiche che è stato assunto da molti artisti delle ultime generazioni come ambito nel quale sviluppare riflessioni molteplici.

Calcio d’inizio riunisce una selezione di opere di artisti contemporanei italiani e stranieri che hanno riflettuto su questo tema e vi si sono avvicinati con il loro sguardo, con il loro interessi e le loro differenti culture.

Artisti in mostra: Maurizio Cattelan, Olaf Metzel, Olivo Barbieri, Douglas Gordon, Philippe Parreno, Paolo W. Tamburella, Miguel Calderón, Santo Tolone, Paola Di Bello, Luca Resta.

Inaugurazione 30 gennaio 2014, ore 19



ATTENZIONE


Il 30 gennaio 2014, alle ore 19, durante l’inaugurazione della mostra, un giocatore della Juventus e del Torino, insieme a vecchie glorie e a tifosi eccellenti delle due squadre, giocheranno una partita di calcio Balilla 11 contro 11. 

Entreranno a far parte dei team i due vincitori del torneo di calcio Balilla (2 contro 2) organizzato dal CUS Torino, che si svolgerà a partire dalle 18.30. Il torneo prevede due categorie: 

Adulti e Under18. Le iscrizioni verranno prese in loco a partire dalle 17.00. Info e contatti per il torneo: Luca Di Bitonto (338.3243440).

26/01/14

Anteprima del film Shared Visions di Francesco Dragone


Con un'introduzione dell'autore, Francesca Comisso e Luisa Perlo di a.titolo, la regista Rossella Schillaci ed Emanuele Tealdi dell'Associazione Museo Nazionale del Cinema
  
L’Associazione Museo Nazionale del Cinema è lieta di promuovere l’anteprima nazionale del documentario Shared Visions, opera prima di Francesco Dragone prodotta in collaborazione con LaCumbia Film. Antropologo e documentarista etnografico di formazione, il regista ha realizzato questo documentario a cavallo tra l’Europa e l’Africa. Con un background letterario e artistico e una particolare attenzione al dialogo interculturale, Dragone si è formato tra Torino, Lisbona e Berlino, fino ad approdare nella caotica Addis Abeba. 

Shared Visions (Italia/Olanda/Germania 2013, 52′,HD,  col.)
La collaborazione artistica tra Piet van Peter e Zeradawit Welda Rufael. Due pittori, statunitense l’uno, etiope l’altro, si riuniscono periodicamente ad Addis Abeba, dove si affiancano per dare vita a una peculiare produzione artistica, tentativo di dialogo tra due culture dell’arte molto distanti.


Il film è introdotto dall’autore, dal collettivo di curatrici a.titolo, la regista Rossella Schillaci ed Emanuele Tealdi (AMNC).


Lunedì 27 gennaio h. 20.45 - 
Ingresso euro 3,00
Cinema Massimo, Torino

Odilon Redon alla Fondazione Beyeler di Basilea


Si svolgerà dal 2 Febbraio al 18 Maggio una bella mostra di Odilon Redon presso la Fondazione Beyeler di Basilea, dopo la precedente mostra del Grand Palais fatta nel 2011, questa si annuncia come una delle più complete antologie su questo stupendo artista. 


Press Realise
Odilon Redon (1840-1916) is one of the most amazing artists of emerging Modernism. Marking the threshold between the 19th and the 20th centuries, the art of this leading protagonist of French Symbolism shows the interaction between tradition and innovation. The exhibition at the Fondation Beyeler, which brings together a large number of masterpieces, concentrates on Redon’s significance as a forerunner of Classic Modernism and therefore on his art’s avant-garde dimension. Characterised by caesura and contrasts, his ambivalent, enigmatic work evolves from the palette of blacks of his early charcoal drawings and lithographs to the explosive colourfulness of his later pastels and oil paintings. His works alternate between eeriness and serenity, featuring bizarre monsters as well as heavenly creatures and intermingling dream and nightmare, nature and imagination.


25/01/14

Alexandre Singh, da galleria a spazio teatrale.




Alexandre Singh opera con “The Humans” il suo vasto percorso creativo in forma articolata di lavoro multidisciplinare che unisce forma teatrale a disegno, scultura, anni di gesti immaginifici che ora sono proposti presso la Sprüth Magers a Londra. 

L’azione teatrale/performativa si svilupperà nelle sue tre ore in due giorni dalle 10,30 alle 14,30.




Press Release

“A small island of reality ... sometime before the creation of the universe.” 


Alexandre Singh’s The Humans represents the culmination of years of study, writing, drawing and sculpting by the artist for the creation of a three act theatre play. Commissioned by Witte de With, Rotterdam, and Performa 13, New York, Singh’s story unfolds amid an allegorical landscape: a mountain rises centre stage separating the realms of Charles Ray, the pontifical Apollonian sculptor, and N, the silent, agile Dionysiac Rabbit Queen. Seeking to introduce chaos into an otherwise orderly cosmos, Tophole, Charles Ray’s fretful son, and Pantalingua, N’s daughter and interpreter, plot to contaminate the sculptor’s perfect statues with the passions, desires and bodily functions of humans – cold stone made living flesh. 

Their plan is uprooted when the humans stage a rebellion led by Vernon Montgomery Spruce – the unscrupulous human transformed from the only sculpture Tophole has made in Charles Ray’s studio. The humans embrace their newfound appetites and imperfections, introducing song, dance and anarchy into this otherworldly realm presided over by the mysterious authority Vox Dei. Though never seen, Vox Dei communicates through an air conditioner’s hum, an espresso machine’s gurgle, and a playful black cat, the curious Ms. Chief. Will the machinations of Tophole and Pantalingua corrupt humanity forever? Can Charles Ray wrest control of his creations? Will Vox Dei provide the revelation they seek, or will the humans be forced to define their own fractured truth? 

Following performances at the Rotterdamse Schouwburg and the Brooklyn Academy of Music, the body of work presented at Sprüth Magers in London transforms the gallery into a theatre-cum-museum devoted to the universe of objects and characters depicted in The Humans. The gallery’s shop front windows provide a proscenium arch for the projection of a full-length film of a performance of The Humans. This theater-like space is outfitted with crimson curtains, confounding the distinction between stage and audience, actor and viewer. 

The exhibition continues into a museum of sorts where the ideas and characters that bring the story of The Humans to life emerge as objects and have their own particular resonance as artworks. A range of works are displayed including sketches for costume designs, watercolours of masks, and drawings for the humans’ daily newspaper. Singh conceived every last detail in the play, from the humans’ currency to N’s preferred choice of reading material to the wrinkles and lines of each character’s mask. Bronze busts of four characters as well as cast brass guises, small masks worn by Tophole and Pantalingua, connect pieces active in the play to historical forms and processes of sculptural production. Key figures from the play are depicted in large-scale photographic portraits. The photographs, with the characters posing in costume in a formal setting, bring to mind a mix of Renaissance portraiture and Hollywood pin ups. 

The Humans presents a parallel world where an age-old conflict at the heart of Western culture takes place. On one side, the Rabbit Queen is all flesh and Dionysian energy, while on the other the Apollonian sculptor attempts to achieve perfection of form through his art. Pantalingua and Tophole navigate and interpret these two positions for the viewer. Singh animates their journey by dipping deeply into the history of art and literature, reinforcing his vision with a strong dose of bawdy puns and petty quarrels. Aristophanes, Shakespeare, Woody Allen, George Grosz, Oscar Wilde, Rabelais and Daumier all make their presence felt. These figures coalesce into a comedy about the complex cultural legacy inherited by any artist today. The Humans is a story about creation itself, the struggle of the artist to come to grips with his predecessors and master his own material. 

Please note that the entire three-hour performance of The Humans will play twice a day, starting at 10:30 am and 2:30 pm. 

For further information and press inquiries please contact Sina Deister (sd@spruethmagers.com). 

Opening reception: 23rd January 2014, 6 – 8 pm 
Opening hours: Tuesday – Saturday, 10 am – 6 pm

Reportage ArteFiera Bologna 2014

Ecco alcuni scatti da Artefiera a Bologna














ILIOKATAKINIOMUMASTILOPSARODIMAKOPIOTITA


Prende avvio domani la mostra che comprende quattro fra le più importanti installazioni dell’artista e un'opera inedita che occuperà interamente gli oltre 1800 mq di spazio dello Shed. Micol Assaël, nata in Italia ma vissuta quasi sempre all’estero, si è presto distinta come una delle voci più originali dell’arte europea e ha esposto nelle più importanti biennali e in numerosi musei tra cui il Palais de Tokyo di Parigi e la Kunsthalle di Basilea. Il progetto per HangarBicocca è un percorso che coinvolgerà gli spettatori in modo fisico e mentale mettendo in gioco in modo radicale la relazione delle opere con lo spazio.

Il titolo della mostra nasce dall’accorpamento di diversi termini greci, intenzionalmente associati da Micol Assaël senza alcun significato: questo “scioglilingua musicale” elude qualsiasi chiave di lettura prestabilita e lascia che l’esperienza diretta del visitatore si imponga sulla ricezione delle opere. 


Vorkuta, realizzata in due versioni nel 2001 e nel 2003 (esposta in HangarBicocca nella sua seconda versione) è una delle prime opere in cui l’artista indaga i fenomeni fisici ed elettrici. L’opera, realizzata sulla scia delle memorie di un viaggio compiuto dall’artista in Siberia, è una cella frigorifera elettrizzata mantenuta a -30°C con un quadro elettrico e una sedia regolata da un termostato interno alla temperatura di +37°C, la temperatura corporea. Il suono e il bagliore di piccole scosse elettriche interrompono il ronzio di sottofondo del motore della cella, che si presenta come un ufficio abbandonato caratterizzato da strumentazioni obsolete e pericolose. Vorkuta è il nome di un’antica città mineraria situata nei pressi di uno dei gulagpiù duri della Russia, caratterizzato da un clima rigido e ostile, dove in alcuni momenti dell'anno la temperatura scende fino a -60°C.
Senza Titolo (2003), presentata alla 50a Biennale di Venezia all’interno della sezione LA ZONA, è una stanza di circa 5x5 metri realizzata interamente in ferro, dove le porte d'accesso e d'uscita rappresentano le uniche due aperture verso l’esterno. All’interno si trovano un tavolo, un letto e un armadio insieme a un groviglio di cavi elettrici. Poggiati sul tavolo e protetti da una scatola di vetro, vediamo 10 trasformatori elettrici che spigionano energia fino a 9.000 Volts, alimentando le lampadine collocate sotto i mobili (sospesi a circa 4cm da terra) e provocando scintille ad alta tensione. L’ambiente è attraversato da correnti di aria calda e fredda convogliate nello spazio da potenti ventilatori che rendono lo spazio ostile. L’insieme spoglio crea un luogo respingente dove campi di forza e linee di tensione inducono lo spettatore a riflettere sulla violenza che si annida negli oggetti quotidiani. 


Originariamente concepita in occasione di Manifesta 5 a San Sebastian nel 2004, Mindfall è stata realizzata in una seconda versione nel 2007 per la mostra personale dell'artista nella galleria Johann Koenig (Berlino). L’opera è costituita da un container di recupero con una sedia e dei tavoli, su cui sono disposti 21 motori elettrici. Accesi in modo intermittente, i macchinari generano un rumore assordante e riempiono l’aria di un odore di combustibile creato dalle cadute di gocce di nafta su resistenze poste all’interno di alcuni motori. Entrando nell’installazione si ha l’impressione di avere a che fare con un macchina fatiscente nella quale i motori, recuperati dall’artista in un impianto di riciclaggio, sono collegati tra loro da un sistema di pompaggio di benzina. Il dispositivo così generato è un sistema chiuso.

Le ricerche di Micol Assaël sulle relazioni tra arte, musica e percezione sono ulteriormente approfondite ed estese al confronto con la natura e il mondo animale nell’installazione 432Hz (2009). L’opera è formata da una serie di telai di varie dimensioni e altezze, disposti sulle pareti di un ambiente in legno che nel suo insieme ricorda un’arnia sovradimensionata. Ogni telaio contiene un disegno in cera retroilluminato e una traccia audio che riproduce il ronzio delle api nell’alveare (che si attiva in presenza del visitatore). La frequenza scelta come titolo dell'opera, 432Hz, corrisponde alla vibrazione emessa dalle api in lavorazione ed è strettamente connessa ai suoni della natura. Per questo motivo, nel 1858, fu scelta come frequenza del diapason “naturale” (LA centrale) usato per accordare tutti gli strumenti di un'orchestra. L’opera 432Hz è stata presentata nel 2009 al MADRE di Napoli all'interno della mostra Barock - Arte, Scienza, Fede e Tecnologia nell?Età Contemporanea.

La nuova opera prodotta per la mostra in HangarBicocca è esemplare della dimensione processuale ed evolutiva di gran parte dei lavori di Micol Assaël. L’installazione è un ambiente realizzato attraverso l’assemblaggio di alcuni espositori in vetro e alluminio progettati dall’artista e utilizzati per mostrare i disegni della serie Inner Disorder (1999-2001), in occasione della mostra itinerante Fomuška (2009). Ricombinate in una struttura geometrica trasparente, le vetrine prendono una nuova vita e, da strumento espositivo funzionale, diventano parte di una nuova opera. Il pubblico, osservando dall’esterno o entrando all’interno della struttura, assisterà al fenomeno della nascita di cariche elettrostatiche prodotte da un “generatore Kelvin”, un dispositivo che utilizza gocce d’acqua in caduta per generare differenze di tensione per induzione elettrostatica che si verificano tra i sistemi interconnessi di carica opposta.


Micol Assaël è nata a Roma nel 1979, attualmente vive e lavora in Grecia.

A partire dal 2001 il suo lavoro è stato presentato all’interno di numerose mostre personali, tra le più significative: Free Fall in The Vortex of Time, alla galleria ZERO... (Milano, 2005), Chizhevsky Lessons presso la Kunsthalle di Basilea (2007), Inaudito in collaborazione con Mika Vainio alla GNAM-Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma (2008) e GAKONA, al Palais de Tokyo (Parigi, 2009). Nel corso degli anni 2009-2010 Micol Assaël ha esposto l’opera Fomuška in un progetto che ha coinvolto la Kunsthalle  Fridericianum di Kassel, la Secession di Vienna e il Museion di Bolzano.

Negli ultimi dieci anni l'artista ha partecipato a diverse biennali: alla 50a Biennale di Venezia nella sezione LA ZONA (2003), alla 51a Biennale di Venezia (2005), alla 4aBiennale di Berlino (2006), alla 16a Biennale di Sydney (2008) e alla 28a Biennale di San Paolo (2008). Le sue opere sono state esposte in alcune delle principali istituzioni internazionali come il New Museum di New York, Palazzo Grassi a Venezia e l’Hamburger Bahnhof a Berlino.