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Visualizzazione post con etichetta Venezia. Mostra tutti i post
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22/08/25

Banca Ifis rinnoverà Palazzo San Pantalon e Banksy

 


L'anno scorso la Banca Ifis ha acquistato lo storico Palazzo San Pantalon, l’immobile situato in Campo Santa Croce 1, nel Sestriere di Santa Croce, sulla cui facciata è dipinta l’opera “The Migrant Child” dell’artista Banksy.

Ernesto Fürstenberg Fassio, Presidente di Banca Ifis, dichiarava :“Siamo lieti di annunciare l’acquisto di Palazzo San Pantalon, che in seguito ai lavori di restauro, e messa in sicurezza, sarà restituito a Venezia per arricchirne il già straordinario patrimonio artistico. L’iniziativa è nata nell’ottobre 2023 quando abbiamo accolto l’appello del Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi per una collaborazione virtuosa tra il pubblico e il privato che consentisse di mettere in sicurezza il dipinto di Banksy. Nella sua evidente unicità, l’opera-manifesto impone una valutazione morale sui temi dell’immigrazione, dei diritti Universali dell’Uomo, e delle garanzie di sicurezza; che evocano, come un monito, la speranza e la pace. Banksy impone una riflessione sul concetto di Umanesimo, in rapporto con la responsabilità di una società evoluta, e mai indifferente. Per questo motivo Banca Ifis vuole dare al più presto il via ai lavori di restauro dell’immobile per restituirlo a Venezia in una nuova veste, in cui i giovani artisti della street art potranno esporre le proprie idee ed opere d’arte. Voglio dunque ringraziare il Ministero della Cultura e la Sovrintendenza per il supporto in questo percorso”, 

E quest'anno i lavori di conservazione e tutela del Palazzo sono iniziati come quelli dell'opera dello street-artist Banksy. 

In particolare l'opera The Migrant Child, fatto nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 2019 dal misterioso artista inglese, presente sulla facciata di Palazzo San Pantalon, è stata portata in laboratorio per il restauro finale. 

Il murale “The Migrant Child”
L’opera di Banksy è apparsa sulla facciata di Palazzo San Pantalon nella notte tra l’8 e il 9 maggio 2019, nel corso della Biennale di Venezia, ed è una delle sole due opere riconosciute da Banksy in Italia. Il disegno raffigura un bambino con addosso un giubbotto di salvataggio che si alza in piedi, ma con le gambe immerse nell’acqua del canale. Il braccio destro del giovane è teso verso l’alto e impugna il fusto di una pianta che, rappresentando una torcia di segnalazione, sprigiona un intenso fumo rosa. Riconosciute dallo stesso Banksy attraverso il proprio profilo Instagram, l’opera vuole essere una denuncia dello street artist verso uno dei più intensi drammi della nostra società, ovvero le migrazioni irregolari nel Mar Mediterraneo. A distanza di cinque anni dalla sua realizzazione “Il Bambino Migrante” si sta deteriorando a causa degli effetti di umidità, acqua alta e salsedine.

Palazzo San Pantalon
Originario del XVII secolo, Palazzo San Pantalon si trova nel Sestriere di Santa Croce e si sviluppa su due piani, per una superficie interna totale di circa 400 metri quadri. Sulla facciata esterna del Palazzo si trova “Il Bambino Migrante”, una delle sole due opere in Italia riconosciute ufficialmente dallo street artist Banksy. La Banca Ifis ha avviato un progetto di recupero e valorizzazione degli spazi, sia interni che esterni, al fine di renderlo nuovamente fruibile alla cittadinanza. Oltre ad ospitare la sede veneziana di Banca Ifis, il palazzo si proporrà al pubblico come spazio espositivo dedicato sia ad autori affermati che a giovani emergenti. Il progetto rappresenta un elemento di continuità con l’impegno per la promozione dell’arte e della cultura che la Banca persegue attraverso il proprio Social Impact Lab Kaleidos.

L’impegno di Banca Ifis nel campo dell’arte e della cultura
L’impegno nella tutela di arte e cultura è uno dei tratti distintivi di Banca Ifis e una delle principali aree di intervento di Kaleidos, il Social Impact Lab della Banca che sviluppa iniziative a elevato impatto sociale in tre aree: comunità inclusive, per sostenere la crescita collettiva e la valorizzazione della diversità; cultura e territorio, per investire nella cultura come driver di sviluppo sostenibile e di inclusione; benessere delle persone, per sensibilizzare verso i temi della salute e della ricerca scientifica.

Da tre anni, la Banca sostiene la Biennale di Venezia in qualità di sponsor del Padiglione Italia, promuovendo percorsi e spunti di riflessione sulla capacità del saper fare artistico italiano anche attraverso iniziative mirate all’interno del Public Program.  Sempre sul territorio veneziano, Banca Ifis ha inaugurato il Parco Internazionale di Scultura, già oggi case history internazionale in materia di corporate collection e cultural and social responsibility. All’interno del Parco, che dalla prossima primavera sarà aperto al pubblico, le opere di dodici maestri dell’arte contemporanea (tra cui Fernando Botero, Annie Morris, Park Eun Sun, Igor Mitoraj, Manolo Valdés, Pablo Atchugarry, Pietro Consagra, Roberto Barni, Julio Larraz, Philip Colbert) sono poste in dialogo con la variegata natura del secolare giardino della cinquecentesca Villa Fürstenberg, oggi sede di Banca Ifis. 

Sempre nell’ambito della cultura e del territorio, rientra “Your Future You”, il progetto didattico di economia sociale di 21 Gallery che, attraverso la metodologia del life & executive coaching e della creatività artistica, offre ai ragazzi dei licei italiani l’opportunità di acquisire consapevolezza delle proprie potenzialità attraverso l’arte. La Banca, infine, ha scelto di affiancarsi all’edizione 2023 di “Roma Arte in Nuvola”, la principale manifestazione della Capitale tenuta negli spazi de “La Nuvola” di Massimiliano Fuksas dedicata all’arte moderna e contemporanea.

Il sostegno all’arte e alla cultura si arricchisce con “Economia della Bellezza”, la piattaforma che ha l’obiettivo di valorizzare il patrimonio di Bellezza che esprime il nostro Paese, non solo negli ambiti più tradizionali come quello naturalistico-paesaggistico, ma anche industriale e imprenditoriale, attraverso il lavoro delle Pmi che la Banca sostiene con i suoi prodotti e servizi.


05/08/25

Diagrams - Fondazione Prada Venezia

 

Una delle mostre più interessanti in questo periodo a Venezia, è sicuramente “Diagrams”, un progetto espositivo concepito da AMO/OMA, lo studio fondato da Rem Koolhaas, per la sede veneziana della Fondazione Prada, Ca' Corner della Regina, che indaga la comunicazione visiva dei dati come potente strumento di costruzione di significato, comprensione o manipolazione e come strumento pervasivo di analisi, comprensione e trasformazione del mondo circostante. 

Eccovi il video che racconta di questa iniziativa che ha l'obiettivo di promuovere il dialogo e la riflessione speculativa sul rapporto tra intelligenza umana, fenomeni scientifici e culturali e creazione e diffusione della conoscenza. 




16/07/25

Venezia Biennale Danza 2025 con Myth Makers


Domani prende avvio a Venezia il 19. Festival Internazionale di Danza Contemporanea, che durerà fino al 2 agosto, che si ispira agli artisti in quanto creatori di miti del loro tempo: MYTH MAKERS.

Il Direttore Artistico del Settore Danza, Sir Wayne McGregor, presenta così questa edizione del Festival: “Anche oggi gli artisti sono creatori di miti. In una società segnata da rapidi avanzamenti tecnologici e sfide globali come il cambiamento climatico e le diseguaglianze sociali, emerge un urgente bisogno di miti capaci di entrare in risonanza con l’attuale esperienza umana. Queste nuove narrazioni possono favorire un senso di connessione, appartenenza e scopo, guidando gli individui e le comunità in tempi difficili”.

IL PROGRAMMA presenta due coreografie radicalmente innovative dell’artista statunitense Twyla Tharp, Leone d’Oro alla carriera di questa edizione, e il secondo capitolo di una provocatoria trilogia della drammaturga e interprete brasiliana Carolina Bianchi, Leone d’Argento; inoltre, gli spettacoli delle compagnie nazionali e internazionali di Tao Ye e Duan Ni (TAO Dance Theater), William Forsythe, Virginie Brunelle, Marcos Morau (La Veronal), Nuovo Balletto di Toscana, Bullyache, Chunky Move, KOR’SIA, Yoann Bourgeois Art Company, Akash Odedra Company, Tânia Carvahlo, oltre alla nuova installazione coreografica post-cinematografica di Wayne McGregor, On the Other Earth.

Indigo Lewin è stata fotografa in residenza della Biennale Danza dal 2021 al 2024, catturando i momenti intimi, prosaici e trasformativi del Festival. Al suo lavoro è stato dedicato un volume fotografico pubblicato da Edizioni La Biennale di Venezia. Per celebrare il suo archivio e salutarla, viene presentata – in collaborazione con l’Archivio Storico delle Arti Contemporanee (ASAC) – una selezione delle sue splendide fotografie in una mostra allestita sulle pareti della futura sede dell’Archivio lungo la calle che costeggia le Corderie all’Arsenale.

Il Presidente della Biennale di Venezia Pietrangelo Buttafuoco ha dichiarato: “In quanto universale, il mito è psiche e azione nella forma essenziale, conflitto tra Apollineo e Dionisiaco, dunque umanità pura. E si innesta nella danza così come in tutti gli antichissimi rituali propiziatori, agli albori di ogni arte. Ecco perché affermare che gli artisti sono – anche inconsapevolmente – creatori di miti non solo è filologicamente corretto, ma è l’attitudine necessaria per divinare il futuro”.   

On the Other Earth è una nuova installazione coreografica post-cinematografica ispirata all’ultima creazione scenica dal vivo di Wayne McGregor, DEEPSTARIA, che rifrange, evolve e reinventa il DNA concettuale dell’opera in una nuova forma d’esperienza di straordinaria originalità. Sfruttando i paradigmi di interazione sviluppati dal pioniere della new media art Jeffrey Shaw, On the Other Earth si svolge all’interno del suo spazio installativo radicalmente immersivo nVis: il primo schermo cinematografico a LED stereoscopico a 360 gradi al mondo, di cui il pubblico può vivere le immagini panoramiche 3D da ventisei milioni di pixel all’interno di un’avvolgente architettura cilindrica di otto metri di larghezza e quattro metri di altezza.

In On the Other Earth, McGregor combina danza (di Company Wayne McGregor e Hong Kong Ballet), coreografia, visualizzazione digitale, sensori multimodali, intelligenza artificiale, interattività con il pubblico e suono spazializzato, ridefinendo, ancora una volta, il nostro modo di pensare al movimento, al corpo e alla performance.

Gruppi di venti persone sono invitati a esplorare le incredibili capacità di visualizzazione e comportamento interattivo di On the Other Earth come parte di un’interazione intima e di un incontro trascendente e suggestivo: ogni giorno dal 25 luglio al 2 agosto (tranne 28 luglio), alle ore 12 - 14 - 16 - 18, all’Arsenale - Sala d’Armi E.

 


30/05/25

Diagrammi da forme a sostanze alla Fondazione Prada di Venezia


 Immagine della mostra “Diagrams: A Project by AMO/OMA”Fondazione Prada, VeneziaFoto: Marco CappellettiCourtesy: Fondazione Prada 

Fra le tante iniziative presentate per la Biennale di Architettura la Fondazione Prada ha realizzato “Diagrams”, un progetto espositivo concepito dallo studio AMO/OMA, fondato da Rem Koolhaas.

Questa esposizone analizza la comunicazione visiva di dati come potente dispositivo per costruire senso, comprensione o manipolazione e come strumento pervasivo per analizzare, capire e trasformare il mondo. L’obiettivo del progetto è promuovere il dialogo e la riflessione speculativa sul rapporto tra intelligenza umana, fenomeni scientifici e culturali e la creazione e diffusione della conoscenza.

Il percorso espositivo si sviluppa al piano terra e al primo piano del settecentesco palazzo Ca’ Corner della Regina e riunisce oltre 300 oggetti, tra cui documenti rari, pubblicazioni, immagini digitali e video realizzati dal XII secolo a oggi e relativi a diversi contesti culturali e geografici. Il materiale è organizzato secondo un principio tematico che riflette le urgenze del mondo contemporaneo e testimonia la natura trasversale e diacronica dei diagrammi.

Il progetto si basa su un’approfondita ricerca condotta da Fondazione Prada in collaborazione con Rem Koolhaas e Giulio Margheri, architetto associato di OMA, e con la consulenza di Sietske Fransen, Max Planck Research Group Leader, Bibliotheca Hertziana – Max Planck Institute for Art History.


Immagine della mostra “Diagrams: A Project by AMO/OMA”Fondazione Prada, VeneziaFoto: Marco CappellettiCourtesy: Fondazione Prada 


Come afferma Rem Koolhaas, “Dal mio punto di vista il diagramma è uno strumento che esiste da sempre. Per esempio, nelle prime fasi della nostra ricerca abbiamo trovato diagrammi tridimensionali realizzati in Sudafrica intorno al 40.000 a.C. e mappe della costa della Groenlandia intagliate nel legno sull’isola di Ammassalik. Questo dimostra che è una forma durevole di comunicazione che si adatta a qualunque medium esista in un dato momento. E a prescindere dal medium, il diagramma assolve sempre funzioni didattiche (spiegazione) o suggestive (persuasione). In questo senso, non solo esiste di default in qualunque nuovo medium, ma è applicabile a qualunque ambito della vita umana: la moda, la religione, come anche la storia delle diseguaglianze sociali possono essere tutte interpretate in forma di diagramma. Apprezzo profondamente questa interdisciplinarità del diagramma, il suo attributo invariabile ovvero il fatto di essere indipendente dal linguaggio (le parole) lo rende una delle forme più efficaci di rappresentazione”.

Il percorso espositivo, ideato da AMO/OMA secondo il principio delle “urgenze contemporanee”, è strutturato in base a nove temi principali: Ambiente costruito, Salute, Disuguaglianza, Migrazione, Ambiente naturale, Risorse, Guerra, Verità e Valore. Ciascun tema è documentato all’interno di una serie di vetrine disposte parallelamente nella sala centrale del primo piano dell’edificio. Ogni “urgenza” è inoltre approfondita in una stanza laterale, in cui diverse modalità espositive presentano alcuni sottotemi o il lavoro di un autore specifico. Questa indagine complessa e stratificata è introdotta al piano terra da un display realizzato da AMO/OMA, che si potrebbe definire come un diagramma della stessa mostra sui diagrammi. Questo meta diagramma svela i metodi di ricerca e di esposizione in tutta la loro trasparenza e accuratezza.

In occasione della mostra “Diagrams”, Fondazione Prada pubblica un libro illustrato progettato graficamente da Irma Boom. Il volume include un’introduzione di Miuccia Prada, Presidente e Direttrice di Fondazione Prada, una conversazione tra Rem Koolhaas e Katya Inozemtseva e nove saggi di studiosi e designer internazionali come Alberto Cairo, Kate Crawford, Theo Deutinger, Sietske Fransen, Scott Reinhard, Philippe Rekacewicz, Sandra Rendgen, Malkit Shoshan e Kohei Sugiura.


Immagine della mostra “Diagrams: A Project by AMO/OMA”Fondazione Prada, VeneziaFoto: Marco CappellettiCourtesy: Fondazione Prada 

07/03/25

MUVE 2025 un anno ricco di eventi e cultura


Giulio Aristide Sartori, Cariatide, 1907, Tecnica mista su tela, 510,5 × 203,5 cm. Venezia, Ca’ Pesaro - Galleria Internazionale d’Arte Moderna, inv. 443

 Si annuncia un ricco e variegato 2025 per la Fondazione Musei Civici di Venezia che in questi giorni ha annunciato il suo vasto e ricco programma di attività 2025, tra tante novità e gradite conferme: prima tra tutti, il significativo cambio di passo che ha visto MUVE sempre più impegnata, unitamente alla realizzazione di progetti scientifici per la valorizzazione delle collezioni e delle sedi, con restauri, ricerche e promozioni, come istituzione in continua evoluzione, anche “oltre” i musei. 

La Fondazione Musei Civici oltre a custodire e valorizzare i beni preziosi e patrimonio di tutti da secoli, è diventata driver di una produzione culturale cittadina diffusa, con progetti trasversali che includono le collezioni permanenti nella contemporaneità dei tempi, promuovendo l'arte di oggi fatta dai giovani del nostro territorio e del nostro paese.  E' come un motore di un sistema inclusivo che ha al centro l’arte in tutte le sue forme, dando uno stimolo costante alla città, attraverso numerosi investimenti.

Apriamo le porte dei nostri musei ai visitatori con orario prolungato e con giornate ad ingresso gratuito dedicate ai visitatori della nostra grande città, oltre che con servizi dedicati, come il dogsitting che nell'ultimo anno è stato scelto da oltre 900 visitatori.

Un servizio reso possibile dai tutti lavoratori che non smetterò mai di ringraziare per il lavoro che quotidianamente offrono a chi sceglie di ammirare le nostre meravigliose sale.

Una Fondazione attenta ai suoi ospiti ma anche in continuo movimento e capace di aprirsi alle nuove richieste: l'Emeroteca dell’Arte a Mestre con i suoi atelier d’artista e le sale lettura ne è un esempio. Come è stata capace di essere un partner d’eccezione per il concorso “Artefici del nostro tempo” dedicati ai nostri giovani e come è riuscita  portare all’interno del Salone Nautico l'arte del museo attraverso la storia culturale delle nostre tradizioni ma anche dell'intuizione dei nostri ragazzi. Luigi Brugnaro, Sindaco di Venezia
 Fondazione Musei Civici di Venezia è l’istituzione che custodisce e valorizza il più rilevante patrimonio storico, artistico e culturale della città di Venezia. Una responsabilità e un impegno di inestimabile valore che con visione ha intrapreso, già da alcuni anni, un cambio di passo decisivo. Un percorso che parte dalla sua missione primaria di tutela, conservazione e promozione, ma che si configura anche per una nuova funzione di impresa culturale e creativa: MUVE è diventata una realtà capace di valorizzare le produzioni d’eccellenza, le bellezze storico artistiche, le radici culturali nazionali, del territorio e della città di Venezia, finalizzati alla crescita di ogni individuo ma anche allo sviluppo sociale ed economico. In termini concreti, è capace di sostenersi autonomamente, di attrarre risorse terze da privati, di generare un valore economico aggiunto per il territorio, di reinvestire risorse proprie in interventi infrastrutturali di grande impatto in città, tanto nel centro storico e nelle isole quanto a Mestre e in terraferma. Un esempio virtuoso, unico nel nostro Paese di cui poter essere orgogliosi.  Mariacristina Gribaudi, Presidente Fondazione Musei Civici di Venezia 

 Mostre, interventi di valorizzazione su sedi e collezioni: il 2025 di MUVE 
Un nuovo anno di progetti espositivi già avviato; a partire da Casa di Carlo Goldoni con il progetto di valorizzazione dedicato a Il Fondo Vendramin (fino al 25 gennaio 2026) una tappa fondamentale per raccontare la storia del teatro a Venezia, e non solo, il legame della famiglia con Carlo Goldoni nel periodo di nascita delle più celebri commedie.

Il 2025 è l’occasione per celebrare i 300 anni dalla nascita di Casanova tra storia, moda e cinema per raccontare la straordinaria vicenda di un carismatico personaggio, emblema di un’epoca, intellettuale, scrittore, poeta, diplomatico e spia. 

Una vicenda storica che vive in due mostre al Museo di Palazzo Mocenigo - Centro Studi di Storia del Tessuto, del Costume e del Profumo con le mostre dedicate a Il rinnovamento dell’immagine maschile al tempo di Casanova (dal 7 marzo al 27 luglio 2025) e Casanova 1725-2025: l’eredità di un mito tra storia e cinema (dal 29 agosto al 02 novembre 2025) e nei luoghi di Venezia, primo fra tutti Palazzo Ducale, teatro della celebre fuga dai Piombi, fino alle immagini e alle suggestioni del Settecento racchiuse nel museo dedicato: Ca’ Rezzonico, tra gli spaccati di vita aristocratica del Longhi, la pittura di costume di Guardi, testimoni diretti e cronisti dell’atmosfera del Settecento, la maschera, la coppia di amanti, la vita spensierata, l’avventura galante.

La stagione espositiva al Museo di Palazzo Mocenigo chiude con uno sguardo a Oriente e un approfondimento su il Kimono maschile (dal 5 dicembre al 5 aprile 2026) in una mostra in collaborazione con il Museo d’Arte Orientale di Venezia per ripercorrere il fenomeno del Giapponismo tra fine Ottocento e Novecento. 
 
Il patrimonio di Ca’ Rezzonico torna, inoltre, a raccontarsi attraverso il Gabinetto dei disegni e delle stampe con una profonda testimonianza per l’arte e la cultura neoclassica in Italia: la mostra dedicata all’Album Cicognara (dal 26 settembre 2025  al 12 gennaio 2026), un liber amicorum riunito da Leopoldo Cicognara. Con disegni di Appiani, Bossi, il giovane Hayez, autori francesi e i disegni dell’amico di una vita: Antonio Canova. 
 
Incursioni nella grande Storia dell’Arte e il ruolo della cultura artistica come ambasciatore, con l’ultima, grande esposizione nelle sale a Palazzo Ducale, nelle sale dell’Appartamento del Doge: L'oro dipinto. El Greco e la pittura tra Creta e Venezia (dal 30 aprile al 29 settembre) dedicata alla stagione pittorica fiorita nell’isola Creta nel periodo di conquista veneziana. 
Il Museo Correr ospiterà la dedica all’eccezionale capacità di Scarpa di coniugare forma e funzione, con la sua inconfondibile cifra stilistica, in realizzazioni di alto impegno artigianale ne Il Correr di Carlo Scarpa 1953-1960. Prende inoltre il via la prima iniziativa dedicata ai Dialoghi canoviani con Karen LaMonte. Nocturnes (dal 23 ottobre al febbraio 2026) e alla riflessione dell’artista sul patrimonio classico e neoclassicismo canoviano in un percorso tra visioni notturne a tinte blu. 
 
Spazio all’indagine sulla storia dell’Arte Moderna a Ca’ Pesaro dove tornerà esposto, nuovamente riunito, il Poema della vita umana di Giulio Aristide Sartorio (dal 16 maggio al 28 settembre), grande ciclo decorativo realizzato per il Salone centrale dell’Esposizione Internazionale d’Arte del 1907. Un dialogo continuo con autori contemporanei, Raoul Schultz. Opere 1953-1970 (dal 22 marzo all’8 giugno) e Antonello Viola. L’oro della laguna (dal 20  giugno al 28 settembre). La stagione autunnale apre con la grande dedica a Gastone Novelli (1925-1968) dal 25 ottobre – 22 febbraio 2026 per proseguire con Terry Atkinson. Arte e linguaggio (dal 14 novembre al 22 febbraio 2026). 
 
A Mestre, al Centro Culturale Candiani un ultimo affondo sui maestri delle Avanguardie, Munch. L’urlo espressionista nel Novecento (dal 29 settembre 2024 a marzo 2025) in attesa di vedere la realizzazione dei nuovi spazi dedicati a esposizioni temporanee e destinati ad ospitare la collezione permanente. Tornano le mostre collettive per l’ottava edizione del Premio Mestre di Pittura (dal 13 settembre al 26 ottobre) e a Forte Marghera con Artefici del nostro tempo 2025 (dal 7 giugno al 31 dicembre).
 
Dialoghi, interazioni, confronti in scena al Museo Fortuny che celebra il 50° anniversario dalla sua nascita come istituzione (1975-2025) a seguito del lungimirante lascito al Comune di Venezia da parte di Henriette Nigrin (1877-1965), vedova del geniale Mariano Fortuny e di cui nel 2025 ricorrono i 60 anni dalla morte. 

Attorno ai Fortuny si svolgerà un ricco programma di racconto e restituzione delle vicende biografiche e artistiche dei protagonisti di un'epoca, con un momento celebrativo ufficiale il 10 giugno 2025, non senza importanti incursioni nell'età contemporanea, a testimoniare quanto sia ancora vivo il messaggio di Mariano, di Henriette e di quanti li hanno accompagnati nel loro viaggio creativo ed imprenditoriale. 
 
Tra le proposte espositive: Sergio Monari. Sincronie (dal 26 febbraio al 5 maggio), il compendio di opere dell’artista Alberto Rodríguez Serrano. Ars Gratia Artis Venezia (dal 14 maggio al 5 ottobre) e un grande, “duplice” ritorno: quello alla fotografia al Museo e dell’autore veneziano Antonio Beato. Ritorno a Venezia. Fotografie tra viaggio, architettura e paesaggio (dal 15 ottobre al 15 marzo 2026). Beato, per quasi quarant’anni, realizzò una serie di immagini dei templi e dei siti archeologici dell’Egitto, della sofisticata architettura della Cittadella del Cairo, della dinamica complessità degli edifici dei Mamelucchi e dei paesaggi circostanti. 
 
Il Museo di Storia Naturale “Giancarlo Ligabue” presenta al pubblico i primi risultati del progetto di ricerca dedicato a Un ostriarium romano nella laguna di Venezia (da aprile a ottobre 2025) per fornire ulteriori informazioni sugli abitanti della laguna in epoca imperiale romana mediante l’esposizione di alcuni reperti, immagini, video delle operazioni di scavo subacqueo e delle attività di ricerca, nonché un modello tridimensionale del sito archeologico lagunare. Un racconto della “Venezia prima di Venezia”. 

Spazio al dialogo con l’arte contemporanea con l’installazione Megaflora di Alice Channer (dall’8 maggio al 28 settembre): una scultura autoportante che rappresenta uno stelo di rovo in un contesto, quello del giardino del museo, che introduce in modo suggestivo e coinvolgente ai segreti della natura e degli esseri viventi. 

A Murano, al Museo del Vetro, prosegue il racconto delle Storie di fabbriche, storie di famiglie. Fratelli Toso (dal 12 luglio al 24 novembre) in attesa dell’apertura del nuovo percorso permanente, in programma dal 12 dicembre, nelle rinnovate Ex Conterie con il primo capitolo dedicato a L’Ottocento: dalla crisi alla rinascita. Infine al Museo di Merletto di Burano torna il concorso Un merletto per Venezia (dal 14 giugno 2025 all’8 gennaio 2026). 
 
Professione musei: l’offerta formativa di MUVE Academy
I Musei Civici di Venezia si confermano un punto di riferimento per la divulgazione culturale, offrendo un ricco programma di attività formative e di approfondimento rivolte studenti, professionisti e appassionati. 
 
 Attraverso il progetto MUVE Academy, si potenziano i percorsi di formazione per studenti, studiosi e professionisti, con workshop, visite guidate e laboratori interattivi, masterclass ed esperienze pratiche in grado di offrire nuove prospettive sulla storia, sul mondo, sull’attualità, condividendo il patrimonio di collezioni e di saperi dei Musei Civici. In quest’ottica si rinnova e consolida la partecipazione di MUVE agli appuntamenti come il Salone Nautico, il Salone dell’Alto Artigianato Italiano, la Venice Glass Week, che hanno nella Scuola Abate Zanetti, nella produzione e nella ricerca artistica e artigianale del vetro il proprio cardine. E ancora, Incontri intorno al management della cultura, i corsi sulla moda e la cultura tessile, le masterclasses dedicate a Monet a Venezia fino agli attesissimi appuntamenti dedicati alla calligrafia tra Oriente e Occidente e le iniziative nell'ambito del progetto Salotto Longhena. 
 
Musei per tutti, sempre 
Luoghi di incontro, di scambio, di crescita, di ispirazione, dove sperimentare, luoghi della collettività, da vivere, da abitare, sempre più aperti, sempre più promotori di sostenibilità e diversità, con sempre più servizi ai visitatori: tra le 150 proposte in tutte le sedi museali di Fondazione Musei Civici dedicate a scuole, famiglie e adulti, il programma di MUVE Education si caratterizza sempre per una particolare attenzione all’accessibilità e inclusione. Occasioni preziose non solo per l’impatto sociale positivo, ma anche per letture e riletture delle collezioni, esperienze importanti per tutti e per ciascuno per scoprire nuovi significati e nuove narrazioni dell’arte, della storia e della cultura, osservate con uno sguardo diverso. Tra questi; percorsi plurisensoriali, rivolti a tutti, corredati da supporti appositamente realizzati con materiali innovativi e possibilità di esplorazione tattile di opere originali selezionate; le conversazioni d’arte al museo, visite inclusive che incoraggiano l’uso dell’immaginazione e dell’espressione creativa, dedicato in particolare a piccoli gruppi di persone con Alzheimer e anziani con condizioni neurodegenerativa assieme ai loro caregivers; scuola di lingua al museo, con attività di avvicinamento alla lingua e alla cultura italiane per ragazzi o minori non accompagnati, adulti stranieri provenienti anche da comunità e centri di prima accoglienza fino a una riscoperta e rinascita, per persone con dipendenza, inserite in percorsi riabilitativi. Una rete di musei che fa davvero bene, a tutti.  

Per illustrare le sue proposte 2025 MUVE ha realizzato, come di consueto, una pubblicazione consultabile on line sul sito di Fondazione: www.visitmuve.it/it/programma-2025/

05/12/24

Alla scoperta del Grand Tour, fra Van Wittel e Canaletto.

 


Come oggi, anche ieri, il mondo cambia e si trasforma, gli artisti sono i sismografi di questi cambiamenti, registrano e ci restituiscono le meraviglie del tempo.
 
Così è per la mostra "Canaletto, Van Wittel, Bellotto Il Gran Teatro delle città. Capolavori dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica", a cura di Paola Nicita e Yuri Primarosa, aperta fino al 30 Marzo 2025 nelle sale del Complesso Monumentale di San Francesco a Cuneo. 

Una mostra che attraverso dodici capolavori ci restituisce attimi di vita del secolo del Grand Tour, con la bellezza delle città, la vita quotidiana, gli eventi sociali. 

La modernità di una Roma che stava crescendo e rinnovandosi, la completezza di una Venezia che viveva gli ultimi decenni di grande potenza e libertà.




Immagini di grande raffinatezza e qualità che ci restituiscono la dimensione della cultura che lasciava il Rinascimento per la cultura illuministica.

Il progetto è la terza tappa di una iniziativa proposta dalla Fondazione CRC con Intesa Sanpaolo in collaborazione con le Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma e il supporto organizzativo di MondoMostre.

Una mostra realizzata con attenzione alla sostenibilità e all'ambiente con l'azione di recupero delle strutture usate nell'anno scorso rielaborate per questa esposizione allestita da Loredana Iacopino.

Il percorso inizia con un suggestivo ambiente che ci inviata a scorpire la famosa camera ottica per poi immergerci nella fascinazione dell'Isola Bella e proseguire fra Roma e Venezia per immergerci nella bellezza e il fascino di questi luoghi che richiamavano già folle di visitatori da tutta Europa. 



L'esposizione è accompagnata da una serie di eventi, laboratori e incontri che durerà per tutto il periodo espositivo, ideati da Feliz, ci saranno danze e suoni, sguardi dal mondo femminile di Grand Tour e visioni paesaggistiche, tutti gratuiti, come l'ingresso alla mostra, per i dettagli visitare il link  

La mostra è aperta dal martedì al venerdì dalle 15.30 alle 19.30, al mattino aperto su prenotazione per scuole e gruppi, sabato e domenica dalle 10 alle 19.30. 


30/08/24

Grazie a Save Venice

 



Un infinito plauso al complesso lavoro, durato oltre 18 anni, dell'organizzazione Save Venice che ha sostenuto il restauro completo della meravigliosa chiesa rinascimentale di San Sebastiano a Venezia, interamente affrescata da Paolo Veronese.



CS

After nearly eighteen years of meticulous conservation of practically every element of the 16th-century church of San Sebastiano, Save Venice, the American non-profit organization dedicated to preserving the art and architecture of Venice, is proud to announce the restoration project’s completion. Between 1555 and 1570, Renaissance Master Paolo Veronese painted decorations throughout the interior, including the ceiling, altarpieces and many other oil paintings on canvas, extensive frescoes, and the organ loft.

Save Venice’s involvement stretched from the first investigations in 2006 of potential damage in the wooden ceiling to the conservation of the chapels on either side of the presbytery in 2024. The architecture, sculpture, and paintings once again possess a clarity and beauty that the original artists, patrons, and worshippers would recognize. The total conservation campaign took some eighteen years, even longer than the approximately fifteen years Veronese needed to execute his pictures. Such an extensive restoration was required given the complexity of the individual treatments in varied media and the wish to keep as much of the church open to the public as possible while work was underway. San Sebastiano is, of course, a functioning church.

Save Venice financed the restoration with 3.8 million USD. Of that amount, nearly two million USD came from more than one hundred individual donors. The major benefactors were Richard K. and Nancy Riess and Beatrice de Santo Domingo, Alejandro Santo Domingo, and Andrés Santo Domingo, as well as an anonymous donor.

The project was undertaken in collaboration with the Venice branch of the Ministry of Culture (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna) and the Catholic Diocese of Venice (Diocesi Patriarcato di Venezia). Nearly two dozen restoration firms carried out the conservation treatments including Arlango di Egidio Arlango; CBC Conservazione Beni Culturali; Co.New Tech di Fabrizio Benvenuti; Mauve; and UNISVE.


18/07/24

Biennale Danza





 Oggi prende avvio il 18. Festival Internazionale di Danza Contemporanea (Venezia, 18 luglio > 3 agosto) che vuole esplorare la natura stessa dell’esperienza umana, la comunicazione tra esseri umani, il loro movimento, perché la danza è sempre dentro di noi: Noi Umani.

Al quarto anno come Direttore Artistico del Settore Danza, Wayne McGregor presenta così questa edizione del Festival: “Quando le parole mancano – quando le emozioni sono troppo forti, troppo complicate, troppo pesanti –, troviamo consolazione e sollievo nel corpo: sia nel tocco curativo degli altri, sia nel senso del moto mentre corriamo, tremiamo, ci stiriamo, respiriamo, danziamo. Noi Umani siamo movimento”.

Il programma presenta tre dei lavori più recenti e suggestivi di Cristina Caprioli, Leone d’Oro alla carriera di questa edizione, e due lavori di Trajal Harrell, radicale artista del movimento e Leone d’Argento; inoltre, gli spettacoli delle compagnie nazionali e internazionali Cloud Gate Dance Theatre of Taiwan, GN | MC Guy Nader | Maria Campos, Lost Dog, Miller De Nobili, Alan Lucien Øyen, Benji Reid, Sankofa Danzafro, Nicole Seiler, Stereoptik, Shiro Takatani, Vidavè, Melisa Zulberti.

Il Presidente della Biennale di Venezia Pietrangelo Buttafuoco ha dichiarato: “Alla danza non si rinuncia perché sopra ogni cosa la sostanza umana è movimento. Con il nostro corpo tracciamo linee di energia, arabeschi che spesso i fotografi di scena usano visualizzare con la posa B dei dispositivi ottici. E se il corpo tutto è intelligenza, la danza è da intendere come “atto filosofico di comunicazione”, condivisione di vibrazioni umane tra palco e platea, l’immedesimarsi – insomma – con il fluire stesso della vita”.



I LEONI DELLA BIENNALE DANZA 2024

LEONE D’ORO ALLA CARRIERA: Cristina Caprioli

Cerimonia di consegna: domenica 21 luglio ore 18, Ca’ Giustinian.

“Cristina Caprioli ha silenziosamente e sostanzialmente influenzato più generazioni di coreografi durante i suoi tre decenni di ricerca critica sul corpo. La sua coreografia è caratterizzata da precisione, complessità e forme nuove di virtuosismo fisico. Tutte le sue produzioni sfidano le regole e le economie di scambio del settore; le basi filosofiche del suo canone hanno bilanciato ricerca concettuale rigorosa ed esperienza concreta coinvolgente e altamente praticabile. L’impegno di Caprioli per l’avanzamento e lo sviluppo della danza è stato fonte di ispirazione per il settore e il suo approccio sotto traccia a tutto ciò che intraprende non fa che evidenziare la qualità eccezionale e l’integrità di un processo creativo a 360 gradi” (Wayne McGregor).

Alla Biennale Danza 2024 Cristina Caprioli presenta gli spettacoli Flat Haze (24-28 luglio, 30 luglio-3 agosto, Sale d’Armi), Deadlock (25-28 luglio, 1-3 agosto, Teatro alle Tese), Silver (27-28 luglio, 2-3 agosto, Forte Marghera) e la coreografia The Bench (19 e 21 luglio, Viale Garibaldi).


LEONE D’ARGENTO: Trajal Harrell

Cerimonia di consegna: domenica 21 luglio ore 18, Ca’ Giustinian.

“La ricerca fondamentale di Trajal Harrell si basa su una ricca conversazione tra la danza postmoderna, la scena del voguing newyorkese e la danza giapponese Butoh. Harrell utilizza la ricerca sul genere, il femminismo e il post-colonialismo, per esplorare le sue approfondite acquisizioni di storia dell’arte e della danza. Le sue performance sono come tanti oggetti sensibili, ibridi e gioiosi che attingono in egual misura alla moda, alla cultura pop e agli artisti d’avanguardia. È in questo mix unico di generi, nella sorprendente giustapposizione di forme e nella vastissima gamma di emozioni che il lavoro di Harrell coinvolge e appassiona. Ridiamo con la stessa rapidità con la quale piangiamo, in un ottovolante di emozioni” (Wayne McGregor).

Alla Biennale Danza 2024 Trajal Harrell presenta gli spettacoli Sister or He buried the body (18-19 luglio, Sale d’Armi) e Tambourines (2-3 agosto, Tese dei Soppalchi).




BIENNALE COLLEGE DANZA / COMPANY WAYNE MCGREGOR

We Humans Are Movement

Biennale College Danzatori, We Humans Are Movement (prima assoluta) coreografia Wayne McGregor; in collaborazione con Company Wayne McGregor (2-3 agosto, ore 21, Palazzo del Cinema, Lido di Venezia).

Eseguita dagli studenti della Biennale College insieme ai danzatori dell’esclusiva Company Wayne McGregor, questa speciale commissione su larga scala si svolge nella Sala Grande del Palazzo del Cinema, lo storico edificio modernista del Lido, sede della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Guidata da Wayne McGregor, Direttore Artistico del Settore Danza, questa collaborazione ad alto impatto e ad alta tecnologia celebra il movimento che si trova nel cuore stesso del cinema, dell’architettura e dell’esperienza umana.


BIENNALE COLLEGE DANZA

Le nuove produzioni della Biennale College Danza che entrano nel programma del Festival:

Biennale College Danzatori, The Bench (2024) coreografia Cristina Caprioli (19 luglio, ore 12 e 15 / 21 luglio, ore 12, Viale Garibaldi);

Biennale College Coreografi, This was meant to find you (prima assoluta) coreografia Recuerdo Número 7 / Lethe - A search for the waters of oblivion (prima assoluta) coreografia Dorotea Saykaly (26 e 28 luglio, ore 21, Arsenale Isolotto).


ICONOCLASTS

Donne che infrangono le regole alla Biennale Danza

Mostra a Ca’ Giustinian – Portego (San Marco 1364/A, Venezia)

Inaugurazione 17 luglio alle ore 18.

A cura di Wayne McGregor con Elisa Guzzo Vaccarino e l’Archivio Storico delle Arti Contemporanee.

Pioniere, avventurose, radicali, iconoclaste, professioniste determinate, le donne artiste conquistano e illustrano Venezia. Le coreografe e le danzatrici-autrici dai primi del Novecento, misurandosi costantemente alla pari con gli uomini, colleghi, amici e rivali, si gettano nella mischia dell’arte del corpo, sfidando la tradizione e le convenzioni. Creare è una priorità irrinunciabile, senza temere la sfida del giudizio di pubblico e critica, maschile e femminile. Danza classica e moderna europea sono presenti in Laguna anzitutto nei programmi della Biennale Musica, con nomi di primo piano; dal Secondo dopoguerra sarà poi dagli USA e dal mondo intero che giungeranno a Venezia i lavori di coreografe epocali. La nuova Germania si presenta con un portfolio di Stücke di Pina Bausch e del suo Wuppertal Tanztheater nel 1985 al Festival di Teatro. Dalla nascita, nel 1999, della Biennale Danza con Carolyn Carlson si svilupperà un incisivo filone di calendari punteggiati di lavori firmati da donne, con due coreografe dal Nuovo Mondo, Karole Armitage e Marie Chouinard, a dirigere festival internazionali innovativi e con una ormai lunga serie di Leoni d’Oro e d’Argento assegnati ad artiste di conclamato valore in una caleidoscopica varietà di stili e poetiche.

La mostra è aperta a Ca’ Giustinian tutti i giorni, ore 9-19, ingresso libero.

06/07/24

Harold Stevenson torna a Venezia



L'elegante sede veneziana della galleria Tommaso Calabro ospita una sensuale mostra dell’artista americano Harold Stevenson (1929-2018) uno dei più interessanti esponenti della cultura d’avanguardia del secondo dopoguerra, amico intimo di Andy Warhol e noto per i suoi provocatori dipinti di nudi maschili. Supportato dai galleristi Alexander Iolas e Iris Clert, Stevenson espone a New York, Parigi e Atene, entrando nelle collezioni dei più importanti musei americani, inclusi il Guggenheim e il MoMA di New York.




“Harold Stevenson” è la prima mostra monografica in Italia dedicata all’artista, con una selezione di dipinti realizzati tra la fine degli anni Cinquanta e gli anni Settanta. Tra questi, si ritrovano i celebri nudi, il suo capolavoro The Altar of Peace (1972) – drammatica riflessione sulla guerra del Vietnam – e alcune delle sculture in vetro create insieme a Gino Cenedese a Murano nel 1968.




Il rapporto di Stevenson con Venezia inizia nel 1962 proprio a San Polo, quando, al fianco di artisti quali Yves Klein e Jean Tinguely, espone alla Piccola Biennale, organizzata da Iris Clert in parallelo alla 31a edizione della Biennale Arte. Grazie a Clert, Stevenson torna a Venezia nel giugno 1964 per partecipare alla mostra collettiva Biennale Flottante. E proprio nella galleria parigina di Clert nel 1969 Stevenson realizza il suo omaggio a Venezia, esponendo i vetri realizzati insieme a Cenedese, in cui si riassume il suo amore per la città e la sua affascinante storia centenaria.
 

14/05/23

Venezia nel Settecento all'Accorsi Ometto di Torino

 


La cultura e l'arte veneziana hanno sempre affascinato il mondo culturale, a questo universo di bellezza il Museo Accorsi Ometto di Torino dedica una ricercata mostra guardando la mitico periodo del Settecento Veneziano, visitabile fino al 3 Settembre 2023.

La mostra intitolata "Venezia nel Settecento. Una città cosmopolita e il suo mito", curata da Laura Facchin, Massimiliano Ferrario e Luca Mana, si articola nell'area espositiva e si sviluppa in un dialogo con le tante meravigliose sale del museo portando pregiate opere da importanti collezioni pubbliche e private. 




Un percorso che ci immerge in uno dei periodi di grande splendore della città, quando era una delle tappe fondamentali del Grand Tour, nota come la capitale mondiale della raffinatezza e dell'eleganza. Una città che ci viene raccontata con le opere di grandi artisti, quali Canaletto, Michele Marieschi, Sebastiano Ricci, Pietro Longhi, Francesco Guardi, Giambattista Tiepolo giungendo fino a Giorgio de Chirico, e tanti altri che per sale ci narrano di quei tempi fastosi.
 



Il percorso, che si percorre in un allestimento di 27 sale con oltre tremila opere d’arte della collezione permanente, è strutturato in nove ambienti che analizzano alcuni degli aspetti culturali e sociale di quell'epoca, offrendo sia immagini pittoriche che selezionato materiale come intense sculture, luminosi vetri e fragili ceramiche, pregiati argenti o elaborati arredi. Le tematiche affrontate sono i “Simboli e allegorie”, “I grandi maestri” “La visione degli artisti e dei viaggiatori”, “I grandi eventi del calendario annuale”, “Antonio Vivaldi e la grande tradizione musicale veneziana”, “Mobili e oggetti d’arte a Venezia nel Settecento”, “La tavola”, “Venezia ebraica”, “Venezia dalla fine del Settecento alla contemporaneità” .

Molto ricco il programma di eventi collaterali che potete scoprire sul sito del museo https://www.fondazioneaccorsi-ometto.it



28/05/21

Riapre la Fondazione Cini di San Vio a Venezia


 Oggi riapre Palazzo Cini a San Vio al pubblico con un’eccezionale proposta in occasione dei 70 anni della Fondazione Giorgio Cini: il celebre dipinto San Giorgio e il drago di Paolo Uccello prestato dal Musée Jacquemart-André di Parigi, nell’ambito dell’iniziativa L’Ospite a Palazzo. Il dipinto viene concesso dall’istituzione francese, in reciproco scambio, per Il giudizio di Paride di Botticelli e bottega che verrà esposto a Parigi in occasione della  mostra Botticelli: un laboratoire de la Renaissance (10 settembre 2021 – 24 gennaio 2022). Al secondo piano di Palazzo Cini viene riaperta con nuove opere, 11 stampe di Giambattista Piranesi e altrettante fotografie di Gabriele Basilico, la mostra Piranesi Roma Basilico, a cura di Luca Massimo Barbero, che riprende l’opera incisoria di Piranesi vedutista attraverso una lettura originale delle sue vedute di Roma. La  mostra è realizzata in collaborazione con l’Archivio gabrielebasilico (28 maggio – 31 ottobre 2021, venerdì, sabato, domenica dalle 12 alle 20, www.palazzocini.it, www.cini.it).


Grazie ad Assicurazioni Generali, main partner della Galleria fin dalla sua riapertura nel 2014 e da molti anni sostenitore istituzionale della Fondazione Cini, la stagione espositiva proseguirà fino al 31 ottobre 2021. La collaborazione con la  Fondazione Giorgio Cini è frutto di un legame proficuo e duraturo che nasce dalla comune esigenza di impegnarsi nella promozione dell’accesso e della fruibilità della cultura.


La stagione espositiva 2021 a Palazzo Cini riprende con l’iniziativa L’Ospite a Palazzo che vede protagonista quest’anno, in cui si celebrano i 70 anni della  Fondazione Giorgio Cini, il dipinto San Giorgio e il drago di Paolo Uccello (Pratovecchio, 15 giugno 1397 – Firenze, 10 dicembre 1475) prestato dal noto Musée Jacquemart – André di Parigi. L’opera, che ritrae il cavaliere San Giorgio mentre dall'alto del suo cavallo sta trafiggendo il drago, arricchisce di un importante tassello il nucleo del Quattrocento fiorentino della collezione permanente ed evoca simbolicamente il miles christianus che caratterizza il logo della stessa Fondazione Cini. Precedentemente Palazzo Cini a San Vio, grazie a intese con importanti e prestigiose istituzioni italiane e internazionali, ha accolto all’interno della sua Galleria, nell’ambito dell’iniziativa L’Ospite a Palazzo: L’evangelista Marco di Mantegna (2016), La Madonna di Pontassieve di Beato Angelico (2015), L’Adorazione dei pastori di Lorenzo Lotto e Ritratto di giovane con liuto di Agnolo Bronzino, (2014).


Con l’occasione dell’arrivo di San Giorgio e il drago di Paolo Uccello, la Sala del Rinascimento della Galleria è stata riallestita e il pubblico può ammirare nel nuovo layout i due capolavori di Piero di Cosimo: la Madonna con il Bambino e angeli musicanti e la tavola della Sacra Famiglia con San Giovannino. In particolare quest’ultima opera dell’artista fiorentino è stata restaurata nel 2019 grazie al finanziamento di Save Venice Inc ed è ora apprezzabile in tutto il suo splendore. L’organizzazione no profit statunitense ha sostenuto negli anni numerosi restauri di opere conservate alla Fondazione Cini tra cui si possono ammirare nel percorso di visita alla Galleria di Palazzo Cini: il San Pietro Martire di Vecchietta, restaurato nel 2018-2019; la Modonna dell’Umiltà di Sassetta, restaura nel 2017-2018; La Maestà del Maestro di Badia a Isola, restaura nel 2015-2016.



Rinnovata con nuove opere, di cui 11 stampe di Giambattista Piranesi e altrettante fotografie di Gabriele Basilico, al secondo piano del Palazzo apre al pubblico anche la  mostra Piranesi Roma Basilico, a cura di Luca Massimo Barbero, che riprende la figura di Piranesi vedutista proposta dalla  mostra Le arti di Piranesi, ideata dalla Fondazione Cini nel 2010, con una lettura originale delle sue vedute di Roma, messe a confronto con il lavoro del grande fotografo. Un “primo capitolo” dell’esposizione era già stato inaugurato nel 2020, ma, a causa delle restrizioni dovute alla pandemia, la  mostra aveva dovuto chiudere anticipatamente. Il corpus Piranesi della  Fondazione Giorgio Cini, costituisce uno dei fondi di grafica più rilevanti conservati da un’istituzione privata. La sua conservazione è stata garantita dalla lungimirante e generosa decisione di Vittorio Cini, che negli anni settanta del secolo scorso lo acquistò e lo destinò integralmente all’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione, dove ancora oggi è oggetto di studio.


La Galleria di Palazzo Cini, con le Gallerie dell’Accademia, la Collezione Peggy Guggenheim e Palazzo Grassi - Punta della Dogana partecipa al Dorsoduro Museum Mile, uno straordinario percorso culturale che prevede itinerari integrati, comunicazione condivisa e sconti sui biglietti d’ingresso ai musei.

24/05/21

Bruce Nauman alla Punta della Dogana di Venezia

Bruce Nauman, Contrapposto Studies, I through VII, 2015-2016, Jointly owned by Pinault Collection and the Philadelphia Museum of Art. Installation View, Bruce Nauman: Contrapposto Studies at Punta della Dogana, 2021. Ph. Marco Cappelletti © Palazzo Grassi © Bruce Nauman by SIAE 2021


Ieri si è aperta con molto successo la grande mostra che la Punta della Dogana ha ideato su Bruce Nauman (1941, Indiana, USA) che sarà accessibile al pubblico fino al prossimo  9 gennaio 2022.

L'evento strutturato in forma di antologica si intitola “Bruce Nauman: Contrapposto Studies”, ed è curato da Carlos Basualdo con la The Keith L. and Katherine Sachs Senior Curator of Contemporary Art al Philadelphia Museum of Art, e Caroline Bourgeois, conservatrice presso la Pinault Collection. Un bel progetto che rende omaggio a una delle personalità più significative del panorama artistico contemporaneo internazionale, concentrandosi su tre direttrici fondamentali della sua produzione: lo studio d’artista come spazio di lavoro e creazione, l’uso performativo del corpo e la sperimentazione sonora.

Dagli anni Sessanta sino a oggi, Bruce Nauman ha esplorato linguaggi artistici diversi, dalla fotografia alla performance, dalla scultura al video, sperimentandone le potenzialità concettuali e indagando la definizione stessa di pratica artistica.

Vincitore del Leone d’Oro per la miglior partecipazione nazionale alla Biennale di Venezia nel 2009, celebrato negli ultimi anni da numerose e importanti retrospettive, l’artista per la prima volta presenta a Punta della Dogana un percorso espositivo inedito, in grado di portare nuova luce sulla propria produzione, affiancando a lavori storici opere più recenti, alcune delle quali inedite o esposte per la prima volta in Europa.


Bruce Nauman, Walks with Contrapposto, 1968

La mostra è stata concepita come una composizione organica che riflette sui lavori dell’artista e facilita la comprensione intuitiva della sua pratica a partire dalla serie Contrapposto attraverso un percorso espositivo che ripercorre i temi fondativi del lavoro di Nauman: il suono, la performance, lo studio, la relazione tra il corpo e lo spazio o gli spazi che occupa, fisici, psicologici, culturali.

Al centro dell’indagine della mostra la serie di installazioni video realizzate dall’artista negli ultimi anni a partire dalla rivisitazione di uno dei primi lavori in cui Nauman sperimentava l’uso delle immagini in movimento, il celebre Walk with Contrapposto del 1968, che ritraeva l’artista avanzare lungo un corridoio di legno allestito nel suo studio mentre si sforzava di mantenere la posa chiastica.

Nella nuova serie dedicata al Contrapposto - che include Contrapposto Studies, I through VII, 2015/16, Walks In Walks Out, 2015, - recentemente acquisite dal Philadelphia Museum con Pinault Collection - Contrapposto Split, 2017, e Walking a Line, 2019 – Bruce Nauman per la prima volta riprende un’opera storica della sua produzione e sfrutta le possibilità offerte dall’attuale evoluzione tecnologica, potendo così superare i limiti imposti degli strumenti tecnici dell’epoca della produzione del primo Walk with Contrapposto e realizzando di fatto qualcosa che prima non era tecnicamente possibile.


Bruce Nauman, (from left to right), Stamping in the Studio, 1968, Bouncing in the Corner, No.2: Upside Down, 1969, Electronic Arts Intermix, Bouncing in the Corner, No. 1, 1968, Pinault Collection    Courtesy of the artist and Electronic Arts Intermix (EAI), New York Installation View, Bruce Nauman: Contrapposto Studies at Punta della Dogana, 2021. Ph. Marco Cappelletti © Palazzo Grassi © Bruce Nauman by SIAE 2021



Bruce Nauman, Contrapposto Studies I through VII, 2015-2016

“Bruce Nauman: Contrapposto Studies“ presenta quattro opere recenti – una realizzata appositamente in occasione della mostra a Punta della Dogana e tre mai esposte in Europa – che illustrano lo sviluppo della sua ricerca e delle sue variazioni che spesso prendono la forma di intere serie. Questi lavori includono la reinterpretazione di una precedente installazione, Acoustic Wedge (Sound Wedge—Double Wedge) del 1969-1970, intitolata Acoustic Wedge (Mirrored), 2020; due lavori recenti della serie Contrapposto sviluppati con la tecnologia 3D (Contrapposto Split, 2017 e Walking a Line, 2019); e una mappatura interattiva dello studio dell’artista, Nature Morte, 2020. Dalla sperimentazione con i videoregistratori, fin dalla prima comparsa di questa tecnologia, all’impiego degli ultimi iPhone e della tecnologia 3D, Nauman si è sempre messo nella posizione di un “Beginner Beginning”, un principiante agli inizi. Ancora una volta si rifà all’origine delle possibilità legate all’uso del proprio corpo nello spazio dello studio, il suo luogo di lavoro per eccellenza, ma anche di totale intimità.

La mostra, caratterizzata dall’inclusione di pochissimi oggetti reali, indaga l’approccio concettuale e fenomenologico del lavoro di Nauman ricostruendo un’esperienza immersiva per il visitatore, invitato a mettersi in gioco con il proprio corpo, i sensi e l’intelletto, un processo essenziale per comprendere pienamente la ricerca dell’artista.

Oltre che nella serie dedicata al Contrapposto, l’indagine sull’uso del corpo è ulteriormente approfondita sia attraverso la presenza di video storici che vedono l’artista protagonista, come in Bouncing in the Corner No.1, 1968, e Lip Sync, 1969, che tramite l’eccezionale riproposizione dal vivo di tre performance (Untitled or Extended Time Piece, 1969, Untitled, 1969, Untitled, 1969) che saranno interpretate continuativamente per tutto il periodo di apertura della mostra grazie alla partecipazione di 14 performer selezionati.

Allo stesso modo il visitatore si immergerà nell’opera sonora For Children (2010) o nel “sussurro forte” dell’artista riprodotto dall’installazione audio Steel Channel Piece (1968) o ancora, tra le altre, in Soundtrack from First Violin Film (1969), un LP che raccoglie in un unico brano audio le tracce sonore estratte da diverse azioni corporee filmate.

Per meglio comprendere la visione e la tecnica di Nauman, il percorso espositivo presenta anche For Children/For Beginners, composto da disegni all’origine di due opere sonore esposte in mostra. In questo dittico del 2009, realizzato con grafite su carta, come in una poesia, le variazioni e le ripetizioni negli abbozzi scarabocchiati, emerge l’arguzia dei collegamenti e dei giochi di parole.

Il tema dello studio viene approfondito in particolare dall’opera Nature Morte realizzata nel 2020, esposta per la prima volta in Europa a Punta della Dogana. Come nella sua presentazione alla Galleria Sperone Westwater a New York, l’opera è allestita con tre proiezioni murali che riprendono lo studio dell’artista in New Mexico in 3D e che il visitatore può esplorare muovendosi nello spazio attraverso un iPad collegato in modalità wireless. Una vera e propria esperienza immersiva e virtuale, tanto fisica che digitale, che permetterà per la prima volta a chiunque di scoprire ogni oggetto, ogni angolo e ogni dettaglio dello studio di Nauman dalle sale di Punta della Dogana.


Bruce Nauman, Nature Morte, 2020

In occasione della mostra a Punta della Dogana l’opera sonora For Beginners (instructed piano) di Bruce Nauman sarà installata nel sotoportego de l’Abazia dal 19 al 30 maggio e dal 3 al 12 settembre 2021. L’opera è anche presente nelle sale di Punta della Dogana per tutta la durata della mostra.