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18/04/12

Speciale Focus Extra sull'arte - Che cos'è (e cosa non è)



In questi giorni un ampio dibattito si è riavviato sull’arte contemporanea. Grazie al sondaggio e all’ampia attenzione del settimanale Focus Extra che ha dedicato tutto il suo ultimo numero all’arte, con un particolare sguardo a quella contemporanea. 

Centrale il sondaggio, che prosegue anche sul suo sito, da cui si scopre che 4 italiani su 10 non capiscono l’arte contemporanea. Ma risulta anche che sono in aumento i frequentatori di questo”strano universo” che sommando quelli che non la capiscono ma vorrebbero avere più informazioni, supera il 50 % , come anche confermato dall’annuale indagine del Giornale dell’Arte fatta in giro per il mondo. 

Il sondaggio è stato realizzato con una serie di domande, alcune anche non troppo chiare, che tracciano un approccio del pubblico incuriosito ma non soddisfatto. Infatti, le persone che la seguono, anche se spesso in modo confuso, sono oltre il 38% mentre una minoranza dichiara di non riconoscerla come tale. E’ anche vero che nell’articolo non si chiarisce bene cosa s’intende per arte e tanto più “contemporanea” e in certi casi si slitta nel design, nella moda o anche nelle “stranezze” che spesso divertono, ma non hanno sicuramente nulla di artistico. 

L’indagine è comunque un utile parametro che andrebbe valutato dai tanti spazi che spesso offrono eventi di arte contemporanea con molta facilità senza curarne gli aspetti collaterali quali informazioni, strumenti di approfondimento e allestimenti. Parti che possono dare alla visita una fruizione più completa. Sicuramente agli artisti si può imputare un certo atteggiamento snobistico che spesso nasconde un reale vuoto espressivo e al pubblico una certa superficialità nell’approcciarsi alle cose, via come sempre del lavoro da fare c’è per ampliare questa conoscenza della nostra contemporaneità. 

Le pagine del settimanale sono molto ricche di informazioni, con un taglio molto spezzettato e non sempre chiaro, ma gli stimoli che sono posti e discussi sicuramente sono validi e la lettura scorre allegra e incuriosita, passando dal contemporaneo, alla storia classica fin ad giungere al remoto passato. Un modo fresco di fare informazione e dare utili stimoli da approfondire nel tempo in un approccio diretto e senza troppe “finte” speculazioni “culturali”.

Artissima 2012 - Continuare a crescere



Segnali dalla prossima Artissima diretta da Sara Cosulich Canarutto.

La rassegna fieristica torinese è sicuramente quella che ha un maggiore riscontro internazionale, caratterizzata dal suo spirito innovativo e propulsore di nuove energie. Per la prima volta è diretta da una donna che nei giorni scorsi ha dato alcune indicazioni sulla prossima edizione, che si svolgerà dal 9 all’’11 Novembre. 

Sono confermate le sezioni principali come “Back to the future”, che sarà curata da Jan Hoet, Vicente Todolí, Joanna Mytkowska e Vasif Kortoun, e “Present Future”, con un gruppo di giovani curatori Erica Cooke, Luigi Fassi, Fredi Fischli, Inti Guerrero, Sara Rifky. 

Si stanno anche valutando alcune nuove aperture per rendere più ampia ed internazionale la visione fieristica dell’evento. 

Visto la scomparsa della Triennale di Torino, che ha avuto solo due edizioni, si sta pensando ad un evento che si realizzi nei giorni di Artissima con la medesima strategia, unendo cioè i principali spazi torinesi (Castello di Rivoli, GAM e Fondazione Sandretto) in un progetto unico dal titolo provvisorio di “It’s not the end of the world” giocando sull’ironia del calendario Maya. 

Visto il buon esito di Artissima Lido, nel suggestivo Quadrilatero Romano, si ripeterà l’esperienza ma in modo da creare una sinergia per l’arte italiana, che invitando importanti realtà straniere chiederà giustamente uno scambio di presentazione nei loro spazi all’estero di artisti italiani. 

Parallelamente alla grande fiera dell’Oval si svolgerà come sempre Paratissima e The Others, che sono una valida occasione di rendere queste giornate torinesi un vero evento di grande respiro, sperando che tutti sappiano cooperare costruttivamente.

Fondazione Positive View - Fotografare la società per cambiarla ...



Un nuovo ente dedicato alla fotografia è nato da poco nel cuore di Londra, si tratta della Fondazione Positive View, sponsorizzata dalla Barclays che si occuperà della fotografia contemporanea con un’attenzione alla realtà giovanile. 

Il principe William sostiene, come già fece sua madre la Principessa Diana, questa iniziativa pubblica che lega fotografia e disagio sociale. 

La fondazione non ha per ora una sua sede ufficiale ma opera all’interno del vasto complesso della Somerset House, nella rinnovata ala est. 

L’evento di apertura sarà la mostra "Henri Cartier-Bresson: the legacy” che si inaugurerà il prossimo Novembre 2012. La mostra sarà un’occasione per vedere le opere di questo storico fotografo e l’influenza che ha avuto sulle nuove generazioni, per cui ci saranno opera anche di altri noti artisti della fotografia internazionale. 

Seguirà poi la mostra "Landmark: Fields of Change" legata al tema ambientale e paesaggistico. 

Ci sarà anche, a Maggio 2013, una deriva sul suolo italiano quando, presso il Castello di Todi, sarà organizzato per tre giorni un simposio internazionale sulla fotografia. 

La fondazione ha soprattutto lo scopo di creare energie per dare alle nuove generazioni disagiate uno spirito propositivo attraverso l’uso della fotografia, come pratica visiva e percettiva. Per far ciò ci sarà a Aprile 2013, un'asta di opere da Christie's per la raccolta di fondi per dare sviluppo a questi progetti sociali. 

17/04/12

Artisti o artistar ? Nuovi libri sull'arte in libreria




Fra le recenti pubblicazioni posso segnalarvi due legate dal tempo, una che parla del tempo passato e una che dal tempo presente aspira a guardare al futuro. Sul passato c’è l’allegro testo “POP. L’invenzione dell’artista come star” di Luca Beatrice, Edizioni Rizzoli, che tratta di alcuni personaggi dell’arte degli ultimi cinquant’anni visti come star system. Una lettura rapida e gradevole, con molte divertenti notizie e con alcuni giudizi taglienti e cinici nel miglior stile di questo autore. 


I personaggi trattati sono Salvador Dalí, Andy Warhol, Jean-Michel Basquiat, Jeff Koons, Damien Hirst e Maurizio Cattelan. Un testo utile per chi vuole capire un poco di più delle fortune e delle abilità di questi personaggi che hanno saputo giostrarsi fra abilità creativa e notorietà mediatica. Nota negativa l’assenza di un apparato fotografico. 

Sul fronte presente/futuro, molto diverso per approccio e proposta, c’è il manifesto/libro “L’arte fuori di sé - Un manifesto per l'età post-tecnologica” di Andrea Balzola e Paolo Rosa, edizioni Feltrinelli , che tenta di fare un punto sull’espressività artistica e sui suoi possibili sviluppi futuri. 

Forse parte del testo è molto teorico in certe sua parti ma nel suo globale risulta molto stimolante per un’analisi sull’attuale stratificazione di senso dell’arte contemporanea. Soprattutto propositivo nel voler riportare l’arte al suo ruolo centrale di memoria e rappresentazione del tempo e non solo a semplice oggetto di consumo, tornando quindi alla sua funzione sociale. 

Buona lettura.

Il nulla del tutto - A che punto siamo con dOCUMENTA 13?




Oramai manca solo più un mesetto all’apertura della tredicesima edizione di Documento, che ogni cinque anni riunisce il mondo dell’arte nel cuore della Germania. Ma fino ad oggi poco si sa. Anche se si è pellegrinato per eventi di ogni tipo in ogni dove e si sono letti i tanti piacevoli libretti pubblicati nell’attesa, che spaziano dall’agricoltura all’arte, non c’è un’idea definita sull’evento. 

La curatrice Carolyn Christov-Bakargiev, forse impegnata nel girare il mondo in lungo e largo, non ha ancora prodotto un chiaro testo su quello che succederà. Solo sabato scorso sono giunte alcune indicazione strutturali sull’evento, ma forse proprio questo suo muoversi attraverso culture e paesi è già un chiaro segnale sul cambiamento del “fare arte”. 

Sicuramente la suspense è importante per enfatizzare la rassegna ma se ci fossero dei segnali di definizione, si potrà goderla pienamente e non arrivare impreparati alla rassegna. Ma l’effetto mediatico della sorpresa sembra giunto oramai anche nel mondo dell’arte contemporanea, nel miglior stile spettacolo verità. 

Pensando agli stimoli che sono stati proposti in questi ultimi tempi, possiamo dare spazio a tante diverse idee di mostra. Ma se è giusto tenersi dinamici in questi tempi di continui mutamenti, sappiamo già tutti che i giochi sono stati fatti e che gli artisti le opere le hanno già progettate, per cui prolungare troppo l’attesa alla fine rischia di svuotarle di senso. 

Personalmente in questo magma informativo prodotto a oggi intorno a dOCUMENTA 13 ho percepito un’azione sulla “comunicazione” stessa, sul suo inutile flusso gigantesco che sempre più non lascia traccia, anzi annulla e svuota ogni evento. Sia tragico sia gioioso. Per cui risulta importante tornare ad una intimità, ad un rapporto “umano” delle cose. 

Ma vediamo le notizie giunte Sabato scorso, quasi tutte di tipo logistico, da cui apprendiamo che gli artisti saranno oltre 150, si parla nel breve testo che l’evento seguirà una visione olistica, che spazierà dalla creatività artistica a diverse discipline scientifiche, come la biologia, la fisica o l’antropologia. 

La rassegna si svolgerà in diverse location, dai tradizionali spazi quali il Fridericianum, la documenta-Halle, e la Neue Galerie; spostandosi anche in spazi dedicati alle scienze naturali e tecniche, come il Ottoneum e l'Orangerie. Una parte si estenderà in piccoli luoghi come il magnifico parco barocco del Karlsaue o luoghi più "borghesi" quali il Ständehaus e il Grand City Hotel Hessenland. Sono previste anche delle location extra-europee che saranno rivelate solo il 6 Giugno. 

Si confermeranno gli eventi che si svilupperanno per i 100 giorni della rassegna e che potranno essere: congressi, seminari, conferenze, progetti attivati, residenza di scrittori e un programmazione di film. Dal 11 al 15 Giugno si svolgerà un congresso degli artisti con alcune delle più importanti istituzioni collegati all’ Art Academies Network. Per poter fruire al meglio l’evento saranno organizzate dei dTOURS per approfondire la vasta mole di opere presenti. 

Via l’attesa si fa più intensa!

16/04/12

L’arte ( non solo quella contemporanea) dalle stelle alle vetrine?



In questi ultimi decenni la cultura è lentamente scomparsa dalle pagine dei giornali, dalle trasmissioni televisive, dal dibattito sociale, trasformandosi in quella nuova realtà che la classe borghese ha raccolto sotto il nome di spettacolo. In questo grande calderone è finito tutto quello che si svolge durante il “tempo libero” cioè quando non si lavora. 

La trasformazione ha coinvolto anche l’arte che ha smesso la sua funzione narrativa e storica per tentare di trasformarsi ed inserirsi in questo nuovo universo consumistico.

I musei da luogo di raccolta, analisi e riflessione sono diventati grandi attrattori di spettatori, spesso nel senso di coloro che guardano senza capire. Luoghi che si sono attrezzati per essere usati al meglio per ospitare questa marea di gente, così sono apparsi bar, ristoranti, punti vendita di ogni ben di dio e gli stessi musei sono usati come vetrine per promuovere prodotti commerciali (dalle macchine ai vestiti).

Il mondo degli artisti, per adattarsi a questo nuovo sistema, si è messo a produrre ogni tipo di manufatto, interessati ad ogni sorta di problema/tematica possibile, dando varietà alla filiera produttiva.

Colpisce poi che le immagini sono create sempre più da chi di arte non sa proprio cosa sia, cioè non ha svolto quegli studi che fanno supporre che ci sia un legame fra la storia dell’immagine e la sua creazione artistica.
 Ma soprattutto nell’arte alla tradizioni della committenza si è aggiunto un nuovo attore che fa produrre e distribuisce “oggetti artistici” le “gallerie”.

I galleristi, forse i veri artefici del nuovo mondo dell’arte, riescono a fare cose incredibili, cioè a vendere uno scatto di una polaroid, un oggetto polveroso, una mediocre disegno, un assemblaggio da mercatino delle pulci, il cui valore reale mediamente sarebbe di pochi euro, in una miniera d’oro (ecco qui spiegato forse l’amore per il termine galleria …).

Supportati da una vasta realtà di critici, curatori, giornalisti che, spesso stipendiati proprio dalle gallerie, fantasiosamente frugano nei più reconditi universi della parola per dare giustificazione a questa trasformazione, saccheggiando di ogni senso tutto la storia culturale umana.

La cosa più affascinante di questo ampio mercato è la fantasiosa idea dell’originalità e dell’unicità, che è un’ombra di un lontano passato dove effettivamente una cosa era unica ed irripetibile. Oggi come per tutti i prodotti è solo una scelta commerciale, illusoria, che fa si che un prodotto sia realizzato in due esemplari o in centinaia di essi, variando quindi il suo valore commerciale.

 Siamo così passati dalla “meraviglia” alla “paccottiglia”, chissà quanto durerà?

07/04/12

Riflessione sulla prossima Biennale di Berlino. Meglio la politica o l’arte?




A breve prenderanno avvio due importanti eventi artistici: la Triennale di Parigi, che è stata ideata su un tema fra l’etnografico e il percettivo, e la Biennale di Berlino che è impegnata in un evento meno “filosofico” e sicuramente più complesso; la contemporaneità in trasformazione. Il curatore Artur Zmijewski, Affiancato da Gruppo Voina dalla Russia e da Joanna Warsza, ha posto l’accento sui grandi movimenti di critica che nelle realtà di tutto il mondo si stanno formando e agendo, determinando nuovi cambiamenti e manifestando un bisogno di rinnovamento. 

Fra le tante scritture e conferenze ci sono già state alcune azioni estetiche a cura di artisti come Martin Zeta con una distribuzione di testi, Marina Naprushkina Belarus che ha ideato un fumetto sul futuro della Biellorussa o il timbro palestinese per il passaporto di Khaled Jarrar. 

Anche la struttura dell’evento pare un luogo di aggregazione ideologica, lo stesso portale web è un concentrato di informazione e di riflessione più politica che artistica. 

Il sito è aperto a tutti quelli che desiderano manifestare attraverso il progetto Art Covers Politca immagini di azioni, segnalazioni di eventi dell’attuale mondo politico/sociale. 

Sicuramente un modo dinamico di coinvolgere i fruitori anche se alla fine a me sfugge un poco il senso artistico di ciò, come sempre capisco lo slittamento di significati e di ruoli, ma ritengo che ad un artista sia richiesto di produrre arte, anche impegnata, politica, critica ma pur sempre arte visiva. E qui per ora non ne vedo proprio, ma attendo con curiosità l’inaugurazione. 


Un considerazione finale, notare che mentre il mondo si sta nuovamente bruciando di passione socio/politica il nostro paese pare assopito o forse impietrito. Pochi i segnali di responsabilità civile o di azione critica. I giovani sembrano assolutamente più statici dei vecchi …

La realtà virtuale sempre più vera.. - Dal fisico all’immateriale, il cambiamento dell’osservatore.




Lentamente il mondo del web entra nel nostro quotidiano e sempre di più diventa realtà “vera” con cui agire e vivere. 

Come il mondo reale quello immateriale offre di tutto, per chi come noi ama l’arte sicuramente è una grande opportunità per conoscerla e confrontarsi, formarsi. 

Un’occasione importante è il crescere del materiale informativo e archivistico che direttamente può essere accessibile. Finalmente chi ama l’arte può usare questa biblioteca visiva e trovare centinaia di immagini, poterne fruire immediatamente anche se queste sono poste lontano e irraggiungibili. Non sarà come vederle dal vivo ma sicuramente tamponerà un’esigenza. 

Fra le tante iniziative ho già scritto di Google Art Project che senza troppo rumore continua a crescere. Si tratta sicuramente di un’iniziativa stupenda e visto il successo sicuramente utile. Questo incredibile “museo virtuale” raccogli ora oltre 30.000 opere provenienti da 150 musei sparsi in 40 nazioni, tutte visibili con un grado di risoluzione perfetto, che forse nemmeno dal vero è possibile vedere così “vicino”. 

Alle opere vere e proprie ora si stanno aggiungendo luoghi e un approccio dinamico, quasi “reale” di visita. Fra le ultime acquisizioni ci sono stai i Musei Capitolini, la National Gallery of Modern Art di Delhi e la Casa Bianca. 

Del museo romano saranno visibile alcune delle opere più importanti come la sala degli Orazi e Curiazi, vedere a 360° la statua del Marc’Aurelio, la Lupa capitolina, lo Spinario, la Venere Esquilina, il busto di Medusa e tantissime altre opere presenti nello storico spazio. 

A queste funzioni di visita sono poi collegati attraverso Google+ una serie di servizi che possono creare al singolo utente collezioni e approfondimenti, un’occasione che fino a pochi anni fa pareva impossibile.


Tensione e passione - Allenarsi fisicamente all’arte



La creazione artistica è sempre stata vista come un processo legato a percorsi mentali ma anche a una capacità fisica.

Una volta il cammino di un pittore o scultore prendeva le mosse presso un scuola/laboratorio e dopo diversi anni l’artista acquisiva una capacità tecnica e fisica con cui poteva dare forma ai suoi pensieri e alle sue fantasie.

Oggi che l’arte visiva non è più solo una aspetto legato alle tecniche classiche sono tante le vie a cui si può giungere per ottenere una abilità fisica per dare forma alla creatività, che sempre più si articola in forme diverse. Da quando poi Matthew  Barney ha immesso una prestanza sportiva nelle pieghe del fare artistico la vicinanza col mondo fisico pare accentuata.

Una via intermedia è ora proposta in un breve percorso di incontri dal gruppo Diogene di Torino che ha ideato l’iniziativa “ Apnea“ proposta all’interno della rassegna annuale di conferenze Collecting People coordinata quest’anno da Franco Ariaudo.

Sabato scorso si è svolto il primo incontro con Eliana Deborah Langiu che ha trattato della poetry slam con un breve quadro storico, invitando due poeti in un dinamico proporsi fra parola e tensione fisica.

L’incontro è stato interessante e per chi se lo fosse perso può essere visto nell’area video del gruppo Progetto Diogene in Vimeo.

Seguiranno a questo incontro altre occasioni atletiche che saranno:
14/04/2012 Giorgia Vian, artista e  saltatrice con l’asta.
21/04/2012 Marco Olmo, campione ultrasessantenne di corsa estrema .
09/06/2012 Gianluca Sirci, campione europeo di chess boxing.
16/06/2012 Monica Barbero, campionessa mondiale di apnea
30/06/2012 Fabio Calzia,  etnomusicologo.
La sede del Progetto Diogene è nella Rotonda Corso Verona angolo Corso Regio Parco, Torino.

04/04/12

Inquinamento artistico, ma esiste ancora l’opera d’arte?



Questa strana moltitudine di persone che operano nel mondo dell’arte produce sempre più una marea di oggetti/prodotti artistici. Sia per quantità che per ripetitività, spesso inutilmente conservabili, decine di oggetti residuali prossimi all’inquinamento ambientale.

Se poi si riflette, si nota che in questi ultimi vent’anni le opere degne di essere conservate paiono prossimi allo zero. A conferma di ciò penso all’ esperienze dei Frac francesi con magazzini infiniti di lavori che proprio ora ci si domanda se vale la pena conservare. Anche i nostri musei di arte contemporanea hanno raccolto in questi decenni tanta roba, ad esempio il Mart 30,000 pezzi, ma raramente hanno lavori che si potrebbero definire “opere d’arte” da tenere per futura memoria.

Questa produzione di dubbia qualità aumenta di “inutilità” soprattutto quando gli artisti hanno posizioni più “celebrali” o “intellettualistiche”. Quasi come se il mondo dell’arte, rinunciando alla rappresentazione per cui era nata, infatti si parlava di “arti visive”, dovesse trasformarsi in una forma di “religione” astratta i cui adepti sono iscritti a culti estetici strampalati, illogici esoterismi, ma che dovrebbero trasformare le masse che serenamente vivono ignorandole del tutto.

La storia, già ha operato una cesoia netta con tutte quelle derive, anche storicizzate, che negli anni sessanta e settanta hanno trasformato il modo di fare arte e di cui oggi pare un completo ripetersi destinandosi al medesimo oblio. Rivelando una stanchezza e soprattutto una incapacità dell’arte di essere cultura, e rivelandone il banale aspetto di prodotto consumistico per nicchia di appassionati/collezionisti, pilotati e illusi da continui “rinnovamenti”.

Proprio i consumatori di questi “prodotti” rivelano tanto del reale intento delle opere. Raramente sono valutate per il loro messaggio, anche perché sempre più medesimo e ripetuto, ma per l’appeal col quale sono poste sul mercato. Sia per una funzione di rappresentanza sia per un trend economico.

Forse ne è prova proprio su come oggi l’unicità sia diventato un “disvalore” mentre la molteplicità industrializzata sia una “qualità”, rendendo così assurdi i valori del mercato, dove un pezzo unico di un antico maestro vale meno di un banale multiplo di un “osannato artista” del nostro presente.


Catalogare il presente/assente italiano




E’ uscito da poco un catalogo che raccoglie l’attuale situazione dei più “giovani” artisti italiani. Già il titolo "New Italian Art" nell’uso di un termine straniero per una pubblicazione in italiano confermare una tenuta sempre più insignificante dell'arte contemporanea nazionale nel nostro paese. L'agile guida coordinata da Ludovico Pratesi presenta queste “nuove” promesse che con le opere proposte confermano la marginalità del nostro sistema che anziché puntare sulla positività della sua storia e della sua originalità, elenca artisti che spesso scimmiottano stili stranieri in voga qualche anno fa. 

Segnale di un ritardo e di una debolezza nel proporsi come artisti italiani, colpa anche delle tante gallerie che preferiscono la rapida cooperazione con enti stranieri che supportano i loro artisti che gli inesistenti aiuti per l’arte nostrana, perfino i premi fatti in Italia spesso vengono dati ad artisti stranieri... 

Ma tornado al libro la gradevole impaginazione alterna alla presentazione degli artisti alcune foto di opere. La lista non è molto lunga, una sessantina di artisti, scelti per l’essere nati dopo il 1970, con certi "stilemi" espressivi che si ripetono spesso e senza particolari immagini che rimangano nella mente. La coerenza artistica pare oramai dimenticata a favore di compiti scolastici a temi, tanto vari quanto vario è il bricabrac dei mercatini dell’usato cui spesso paiono ispirati, tanto romantici ma anche inutili. 

L’impressione generale è proprio la forte mancanza d’identità degli artisti e delle loro opere, utili giusti per produrre qualcosa da presentare nel giorno delle familiari inaugurazioni. Spesso a ogni artista elencato si può sostituire il testo descrittivo al nome successivo, senza particolari problemi visto i fumosi percorsi espressivi. Di tanto in tanto emergono lavori che potrebbero essere meritevoli, ma non si sa se siano voluti o casuali. 

Ci vorrebbe più coraggio da parte di tutti, ma il nostro paese da anni non sa più riconoscersi e inorgoglirsi, preferiscono la pacata sicurezza delle relazioni e delle amicizie che lega molti degli artisti citati che il dinamismo del merito, che obbligherebbe a un confronto con una qualità reale e quantitativa. Infatti il catalogo risulta così utile ma provocatorio, soprattutto se si pensa che sono centinai gli artisti che fanno arte, spesso con apprezzabili risultati di consenso, ma che essendo impegnati a lavorare seriamente non posso dedicare molto tempo alle “giuste frequentazioni”. 

Si chiude così il testo con la sensazione che l’arte italiana non è più avanti al mondo ma che ne racconta l’accaduto, spesso con un ritardo abissale, essendo copiato dagli altri.

Keith Haring - Il segno degli anni 80




Per me rappresenta uno degli artisti più validi degli ultimi decenni, immediato, bravo e piacevole. 

Capace di creare un segno che rappresenta in pieno il suo tempo. 

Oggi tutte queste cose sicuramente sono qualità rare negli artisti. Per cui non perdetevi la grande mostra su Keith Haring al Brooklyn Museum di New York. Il percorso espositivo si sviluppa tracciando il formarsi dello straordinario vocabolario visivo che Haring sviluppa per la creazione delle sue opere. La mostra comprende 155 lavori su carta, numerosi video sperimentali e oltre 150 oggetti d'archivio, tra cui taccuini raramente visibili, riviste, volantini, manifesti, disegni realizzate nei manifesti della metropolitana, documentari e fotografie. 

L’evento racconta la carriera di Haring dal suo arrivo a New York fino agli anni novanta. Da quando ha iniziato la sua pratica in studio e sviluppato il suo fare arte pubblica nelle metropolitane, con azioni per le strade della città. Immergendosi nella cultura di New York, ben presto l’artista diventanta un personaggio fisso sulla scena artistica della grande mela. Ci sono testimonianze delle sue amicizia con altri artisti; come Jean-Michel Basquiat e Kenny Scharf, così come molte delle figure più innovative della scena culturale di quel periodo. Viene indagato anche il ruolo fondamentale che questi rapporti hanno giocato nella sua formazione e di come Haring sia stato egli stesso un artista pubblico e promotore di mostre collettive e performance innovative. Fra i pezzi in mostra ci sono molto lavori iniziali mai visti prima in pubblico; sette video inediti, compresa una registrazione di una sua pittura in un strada (il suo primo pezzo video) e il Tribute to Gloria Vanderbilt un originale collage create da cut-up presi da frammenti della sua stessa scrittura, libri di storia e quotidiani. 

Keith Haring: 1978-1982 a cura di Raphaela Platow. La mostra è co-organizzata dal Contemporary Arts Center, Cincinnati, e la Kunsthalle Wien. La presentazione di Brooklyn è organizzato da Tricia Laughlin Bloom, curatrice del progetto, e Patrick Amsellem, ex Associate Curator of Photography, Brooklyn Museum. 

La mostra è resa possibile da Lisa e Dick Cashin con il supporto aggiuntivo fornito dal Stephanie e Tim Ingrassia Contemporary Art Fund Exhibition. 


Triennale de Paris - Per iniziare un’evento cosa c’è di più bello che farlo intorno ad una bella zuppa calda?




Bene e allora via alla terza edizione della Triennala di Parigi che per avviare inizia il prossimo 7 Aprile con una grande zuppa Tom Ka ideata da Rirkrit Tiravanija, ma andava anche bene organizzata da un qualsiasi ristorantino parigino, ma così la cosa ha più un’area di “artisticità” (speriamo solo che non sia costata di più) nel magnifici spazi del Nuovo Grand Palais, l’ingresso è gratuito, si mangia da mezzogiorno fino a mezzanotte, attenzione alla prossima prova costume! 

Lasciamo stare le solite filippiche sul cibo, l’incontro e le supposte artisticità del lavoro di Rirkrit Tiravanija, e vediamo che cosa ci proporrà la nuova triennale ideata da Okwui Enwezor, che in un testo un poco datato e citazionista sta cercando di costruire un evento contemporaneo. 

Questa edizione della Triennale d'Arte Contemporanea, la terza (a proposito che fine a fatto al Triennale di Torino?) coinvolgerà diversi spazi dal classico stupendo Grand Palais, all’innovativo Palais de Tokyo, che riapre dopo importanti ampliamenti e rinnovamenti passando da 8.000 m2 a 22.000 m2, e ampliandosi anche a location più marginali della grande capitale francese,sviluppandosi sul tema " Intense proximité ",. 

Questa Triennale aspira a un’esplorazione degli spazi in cui l’arte e l’etnografia convergono in un rinnovato fascino per l'ignoto e il lontano. L'ambizione di questo progetto è quello di andare oltre la nozione di spazio come i confini nazionali/geografici favorendo l’idea di uno luoghi la cui morfologia è in continua evoluzione, superando le categorie localistiche, ecc. 

Pare quindi una mostra costruita sul tema della globalizzazione contemporaneamente generatrice di speranze e paure, fra lo spettro di isolazionismo e un immaginario culturale comune imposto dalla massificazione dei media. 

Via un pretesto per metterci di tutto e di più con un certo stile cosmopolita. 

Un anticipo saranno la due giorni speciale, dal 12 al 13 Aprile, che si svolgeranno al Palais de Tokyo, quando aprirà le sue porte per 36 ore non-stop per far guardare dietro le quinte della sua metamorfosi con concerti, performance, installazioni, ecc. 

Dal 20 Aprile si avvierà in modo ufficiale la Triennale negli spazi del già citato Palais de Tokyo, la Bétonsalon – Centre for art and research, il Centre d'art contemporain d'Ivry – le Crédac, la Galliera – musée de la Mode de la Ville de Paris, Il Grand Palais, l’ Instants Chavirés, Les Laboratoires d'Aubervilliers, e il Musée del Louvre. 

La lista degli artisti selezinati è : André Gide et Marc Allegret / Marcel Griaule / Wifredo Lam / Pierre Verger / Walker Evans / Claude Lévi-Strauss / Helen Levitt / Jean Rouch / Carol Rama / Ivan Kozaric / Geta Bratescu / Öyvind Fahlström / Timothy Asch / Lorraine O'Grady / Ahmed Bouanani / Daniel Buren / Sarkis / Georges Adéagbo / Werner Herzog / Antoni Muntadas / Eugenio Dittborn / David Hammons / Annette Messager / El Anatsui / Lothar Baumgarten / Michael Buthe / Haim Steinbach / Rainer Werner Fassbinder / Ewa Partum / Adrian Piper / Chantal Akerman / Miklos Onucsan / Trinh T. Minh-ha / Terry Adkins / Teresa Tyszkiewicz / Carrie Mae Weems / Thomas Struth / Anne Lacaton & Jean-Philippe Vassal / Jean-Luc Moulène / Alfredo Jaar / Thomas Hirschhorn / Jochen Lempert / Peter Friedl / Isaac Julien / Meschac Gaba / Dan Perjovschi / Rirkrit Tiravanija / Ariella Azoulay / Huma Bhabha / Luc Delahaye / Rosângela Rennó / Guy Tillim / Claude Closky / Ali Essafi / Monica Bonvicini / Ellen Gallagher / Alejandra Riera et Andreas M. Fohr / Walid Sadek / Barthélémy Toguo / Ivan Boccara / Minouk Lim / Chris Ofili / Jason Dodge / Joana Hadjithomas et Khalil Joreige / Marcia Kure / Adel Abdessemed / Yto Barrada / Jewyo Rhii / Joost Conijn /Seulgi Lee / Pauline Boudry et Renate Lorenz / Wangechi Mutu / Éric Baudelaire / Emmanuelle Lainé / David Maljkovic / NaoKo TaKaHaShi / Isabelle Cornaro / Aneta Grzeszykowska / Victor Man / Batoul S'Himi / Marie Voignier / Clemens von Wedemeyer / Desire Machine Collective / Nicholas Hlobo / Hiwa K / Bouchra Khalili / Hassan Khan / Selma et Sofiane Ouissi / Younes Rahmoun / Lili Reynaud-Dewar / Köken Ergun / Bojan Fajfric / Mathieu Kleyebe Abonnenc / Anca Benera et Arnold Estefan / Basim Magdy / Haroon Mirza / Konrad Smolenski / Ziad Antar / Carolina Caycedo / Camille Henrot / Nina Canell / Tarek Atoui / Dominik Lang / Adam Pendleton / Louise Hervé & Chloé Maillet / Karthik Pandian / Aurélien Porte / Ekta Mittal et Yashaswini Raghunandan / Bertille Bak / Neil Beloufa / Dominique Hurth / Mihut Boscu / Centre for Visual Introspection

03/04/12

Damien Hirst L’artista dei record contemporanei alla Tate Modern



L’artista più olimpionico del panorama inglese è al suo nuovo record alla Tate Modern che gli dedicata da domani una grande retrospettiva. 

Damien Hirst è sicuramente la persona che bene o male ha saputo diventare l’artista del nuovo millennio, ha fatto di tutto e il suo contrario, con uno stile unico e ineguagliabile. 

Giustamente scelto dalla Tate Modern nell’anno delle Olimpiadi è proposto con una grande campagna pubblicitaria, se caso mai ce ne fosse bisogno, che vede tutti i media impegnati, dalla televisioni alla rete internet. 

La mostra raccoglie oltre vent’anni di carriera, da quando frequentava svogliatamente il Goldsmiths realizzando la mitica mostra Freeze fino alle recente opere esposte nelle mostre di Gagosian in tutte le sue gallerie del mondo. 

Sicuramente sarà un poco scontata come mostra, visto che quasi tutte le sue opere sono già state esposte ovunque. Ma poterle gustare tutte insieme può essere un utile percorso per capire e valutare l’effettivo valore di questo personaggio dell’arte contemporanea. Sono presenti così le varie raccolte di medicinali, dalle prime prese dalla nonna, fino alle sue note teche di animali squartati, dallo squalo a tutti gli animali campestri possibili, passando per opere più eleganti e allegre, almeno cromaticamente, degli spot paintings o delle farfalle. 

Per l’occasione il noto teschio diamantato noto col suggestivo titolo di “for the love of God” troneggia nella Turbine Hall in una solitaria presenza enfatizzata dall’oscurità circostante. Anche se la stanza più bella è quella con le farfalle libere. 

Fino al 9 Settembre c'è tempo per visitarla, godetevela con calma e soprattutto non perdetevi i divertentissimi gadget!