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12/11/02

Dappertutto e ora

 Dai millenni passati le immagini sono state il mezzo attraverso cui chi detiene il potere economico, impone agli altri un certo modo di vedere la realtà, oggi questa verità pare completamente realizzatasi su tutti i fronti, sempre di più siamo affossati in un unico magma culturale, banale e superficiale, che domina su tutto il pianeta. Tale situazione impoverisce e rallenta lo sviluppo culturale. 

Cosa poter fare per reagire? Come opporsi all’appiattimento artistico?

In una cultura dominata dal “Dappertutto e ora” tutto viene consumato, forse anche i nostri sentimenti, lasciando solo un cumulo di macerie e di vuoto. Quando torneremo alla lentezza, alla profondità, al bellezza del parziale, della differenziazione?



Il consumismo dell’arte.

Sempre di più trovo che l’arte naufraga quando lascia la sua unicità per essere un prodotto atto a canalizzare flussi economici, creando in tal modo svuotamenti culturali. L’arte diventa così un corollario turistico e non un valore creativo di una identità culturale. Che vive di tanti attimi di breve durata e senza lasciare tracce del suo esistere, e soprattutto senza dipendere dalle necessità economiche.



La dittatura dell’arte.

Il concetto di arte è uno dei tanti esempio di dittatura culturale europea sulle altre etnie, in quanto nelle altre strutture sociali tale “concetto” non è mai esistito, ma è stato imposto dalle prime colonizzazioni. Per cui ora si ragione nei termini di una visione eurocentrica che ha annullato le diverse visioni appiattendo tutto e distruggendo altre forme di percepire il mondo. Per cui spesso vengono presentati artisti africani, cinesi etc.. che ripropongono stili europei con elementi folcloristici, ma che nulla hanno reale loro tradizione, in quanto non sarebbero accettati nel limitato mondo dell’arte.

Opere per il cuore opere per la mente, opere che fungono funzione di veicolo culturale o opere che soddisfano il senso estetico?

L’arte delle sole idee è una risposta alla eccessiva esteticità, un tentativo di soddisfare la diffusa noia visiva?


La maggior parte delle opere artistiche contemporanee rischia però di essere troppo legata a una idealizzazione che non ha nulla da apportare e condividere con l’osservatore. Spesso un inutile parlare del vuoto senza possibilità di sviluppi. L’eccessiva attenzione al margine ci porta tutti su un precipizio di infinità inutilità autocompiacente.

13/03/02

Pittura ...


La pittura online (a)

In questi ultimi anni si è sempre parlato d’ arte in modo evolutivo con una forte attenzione alla sperimentazione e all’innovazione, marginalizzando elementi più storici come i quadri. In tal modo le forme espressive si inseriscono pienamente nella “società dello spettacolo” dove l’elemento più rilevante è l’apparire, spesso senza definire un giusto “essere”. Tale processo si è trasformato in un meccanismo di continua ricerca di novità, proiettando in un rapido futuro l’idea di arte migliore e attuale, ma così facendo si sono “consumate” intere forme di espressività senza averle mai approfondite e assimilate. Un gioco quasi cannibale della creatività, che consumato tutto ciò che la circonda non le resta che divorare se stessa. Una “antica” risposta sembra uscire ora dalla pittura, dalla sua esigenza di lentezza e preparazione. Dal suo bisogno di essere osservata e analizzata con calma, dal poter essere fruita in ripetute visite.


Considerazione sulla pittura (b)

L’arte lasciata le sue abituali pratiche per esplorare nuove forme e creare significati, non si accontenta più di descriverli quando compiutesi. Per la pittura, lasciata una funzione storica/paesaggistica, si ripresenta ora come nuovo diletto giovanile, diario personale, esercizio terapeutico. Dopo aver attraversato una fase fortemente legata alla ricerca tecnica o alla forma più pura, il quadro diventa uno spazio che ritorna alle sue origini, alla più pura tradizione figurativa. In questi ultimi anni si è tornati a porre al centro la figura umana, sia essa un personaggio noto o semplice figure vicina all’artista (raramente si notano autoritratti). Spesso figure isolate segno di una consapevole partecipazione a questa grande folla (o forse follia) in cui però tutti siamo rimasti soli. Forse in bilico fra un fumetto o un naif del proprio quotidiano, dei propri sogni (o forse incubi). Queste opere risentono spesso del riferimento pubblicitario, grande promotore di immagini profonde, diventato l’unico linguaggio planetario. Quasi una sorta di totem in cui sono racchiuse tutte le fasi epiche del presente, e che risulta così l’unico elemento di riferimento comune.


Considerazione sulla pittura (c)

Nell’idea di ricercare la cosa migliore, l’opera del domani, non si vive più nel presente, si è creato in tal modo un nuovo luogo la pittura, che si riappropria di un quotidiano che chiede maggior ponderazione e considerazione, che proprio nel quadro si rivede in un tempo dilatato permettendo una serena analisi. Se le nuove forme di arte tentano il nostro rinnovamento, soprattutto guardando alla nostra coscienza, la pittura guarda al nostro tempo custodendone.