Translate

30/04/23

Yuri Ancarani al Pac di Milano



Col titolo "lascia stare i sogni" il PAC di Milano ospita una mostra monografica su Yuri Ancarani (Ravenna, 1972), curata da Diego Sileo e Iolanda Ratti.

Un funzionale allestimento raccoglie questa interessante e variegata produzione artistica che fra cinema documentario e arte video, condivide una visione espressa con diverse sfumature e codici linguistici dal forte taglio intimista. 



Affascina i suo lavoro per l'attenzione alla sfumatura, al dettaglio secondario che immerge la narrazione in una alterità emotiva. 

Narrazioni spesso intimiste ma anche condivisibili, superando così la soglia della singolarità per essere partecipative. 



Yuri Ancarani è nato nel 1972 a Ravenna ma vive e lavora a Milano. Le sue opere nascono da un'originale e accurata commistione fra cinema documentario e arte contemporanea.

Artista vincitore del premio ACACIA 2023, Ancarani ha esposto i suoi lavori in prestigiosi musei e mostre nel mondo tra cui Kunstverein Hannover (Germania), Castello di Rivoli (Rivoli Torino, Italia), Manifesta 12 (Palermo, Italia), Kunsthalle Basel (Basilea, Svizzera), 55° Biennale di Venezia, Centre Pompidou (Parigi, Francia), Hammer Museum (Los Angeles, USA) e Palais de Tokyo (Parigi, Francia), ricevendo anche numerosi riconoscimenti come il "Premio speciale della giuria Cl+" Cineasti del presente, 69° Locarno Film Festival (Locarno, Svizzera), il "Grand Prix in Lab Competition", Clermont Ferrand Film Festival (Clermont Ferrand, Francia) e arrivando tra i finalisti del David di Donatello 2022 per il miglior documentario. 

29/04/23

Alla Triennale c'è Sally Gabori ... chi?

 


Fino al 14 Maggio la Triennale a Milano ospita una mostra di una sconosciuta, ma già celebrata come una delle più grandi artiste del secolo, una tal Sally Gabori, che a ottant'anni, nel 2005, si è messa a dipingere.

Boh...

Senza nulla togliere ad ogni dignità umana rimango alquanto perplesso su tutta questa promozione, che sa più di prodotto che di cultura, fatta in collaborazione con la Fondation Cartier.



I quadri di grande formato hanno una certa gradevolezza cromatica che però non trasmettono particolare emozioni, le istanze raccontate aggiungono un poco di senso al lavoro ma non ne giustificano il risalto mediatico. 

Se qualcuno può darmi lumi, mi scriva pure, grazie 






28/04/23

Turner Prize 2023

 


Ieri sono stati resi noti i finalisti del Turner Prize 2023, che sono :


Barbara Walker

Nominata per la sua presentazione intitolata Burden of Proof alla Sharjah Biennial 15. Con una pratica che interroga questioni passate e presenti di identità razziale, esclusione e potere, la presentazione di Walker esplora l'impatto dello scandalo Windrush, sottolineando ritratti figurativi disegnati con facsimili della documentazione di questi gli individui dovevano produrre per dimostrare il loro diritto a rimanere. La giuria ha elogiato la capacità di Walker di utilizzare ritratti di scala monumentale per raccontare storie di natura altrettanto monumentale, pur mantenendo una profonda tenerezza e intimità attraverso l'intero ambito del suo lavoro. ( Burden of Proof 2022 (installation view at Sharjah Biennial)


Rory Pilgrim

Nominato per la commissione RAFTS al Serpentine and Barking Town Hall, e un'esibizione dal vivo dell'opera alla Cadogan Hall, Londra. Il lavoro di Pilgrim intreccia storie, poesie, musica e film, creati in collaborazione con le comunità locali nel distretto di Barking e Dagenham, per riflettere sui tempi di cambiamento e lotta durante la pandemia. La giuria ha elogiato il progetto come uno straordinario esempio di pratica sociale. Hanno sentito che gli arrangiamenti musicali belli e coinvolgenti di Pilgrim davano luce alle voci dei loro collaboratori e che la fiducia e la vulnerabilità della performance riflettevano la forza del rapporto tra artista e comunità. (RAFTS Live 2022 (live concert performance at Cadogan Hall))


Ghislaine Leung

Nominato per la sua personale Fountains at Simian, Copenhagen. Il lavoro di Leung assume la forma di 'partiture' – serie di istruzioni che mettono alla prova i confini dello spazio della galleria. Baby monitor, cancelletti di sicurezza per bambini, strutture gonfiabili, giocattoli e fontane d'acqua vengono utilizzati per capovolgere la struttura espositiva, ponendo domande su tempo, tempo libero e lavoro. La giuria ha elogiato in particolare le qualità calorose, umoristiche e trascendentali che si celano dietro l'elegante natura estetica e concettuale del lavoro di Leung, così come il suo impegno nel sfidare il modo in cui l'arte viene prodotta e diffusa. (Fountains 2023 (installation view at Simian, Copenhagen))


Jesse Darling

Nominato per le sue mostre personali No Medals, No Ribbons al Modern Art Oxford e Enclosures al Camden Art Centre. Il lavoro di Darling comprende sculture e installazioni che evocano la vulnerabilità del corpo umano e la precarietà delle strutture di potere. La giuria è rimasta colpita dalla capacità di Darling di manipolare i materiali in modi che esprimono abilmente la realtà disordinata della vita. Hanno ritenuto che queste mostre rivelassero l'ampiezza e l'integrità della pratica di Darling, esponendo la fragilità sottostante del mondo e rifiutandosi di rendersi leggibili e funzionanti agli altri. (No Medals, No Ribbons 2022 (installation at Modern Art Oxford))


Come sempre in autunno ci sarà una mostra del lavoro dei quattro artisti che aprirà il 28 settembre 2023 presso l'iconico Towner Eastbourne a Eastbourne e la premiazione del vincitore i primi di Dicembre. 


27/04/23

L'ecologia dell'altrove

 


Gli effetti a lungo termine e in corso della schiavitù, del colonialismo e del danno ambientale sono intrecciati, e ne parla la recente mostra "Ecologies of Elsewhere" al museo CAC di Cincinnati. Un racconto che intreccia le storie della botanica e della medicina che  sono strettamente collegate poiché gli africani ridotti in schiavitù portarono materia ed epistemologie botaniche e medicinali nelle Americhe durante la tratta degli schiavi nell'Atlantico. Una selezione di artisti che come Torkwase Dyson assume le eredità in corso delle economie delle piantagioni tracciando connessioni tra ecologia, infrastrutture e razzismo ambientale. Con il movimento forzato delle persone è arrivato il movimento di semi, piante e raccolti. Allo stesso modo, Kapwani Kiwanga esplora il modo in cui i chicchi di riso viaggiavano con persone schiavizzate - vestiti o intrecciati nei capelli - dall'Africa occidentale alle Americhe come forma di sopravvivenza. L'uso di burro di karité e sapone nero da parte di Rashid Johnson simboleggia le qualità mediche e curative delle piante. Sammy Baloji affronta i grandi conglomerati occidentali nella distruzione degli ambienti e delle ecologie africane. Dalla lotta per la proprietà della terra alle pratiche curative di foraggiamento e alle storie tese della produzione alimentare, MADEYOULOOK, Las Nietas de Nonó, Emily Hanako Momohara e Ilze Wolff sono attenti alle eredità dei giardini coloniali, all'eccessiva industrializzazione del cibo e alle pratiche di lavoro degli immigrati . Altri, come Firelei Báez e Lisandro Suriel, affrontano le immagini spirituali, diasporiche e simboliche del luogo e della vita vegetale come il cotone.



Ecologies of Elsewhere fa luce su formazioni di conoscenza informate da connessioni ancestrali con piante o desiderio erotico queer e realismo magico. Riconoscendo la materialità, l'importanza spirituale e storica della vita vegetale, Zheng Bo, Eric Gyamfi, Lorena Molina e Abel Rodríguez, approfondiscono questioni vegetali, interazioni e conversazioni intime con ciò che la terra e l'acqua evocano. Piante e fiori sono profondamente performanti, sensuali e cerimoniali come mostrano Michaela Yearwood-Dan e Rachel Youn. Cosa succede quando intendiamo le piante come testimoni, agenti storici, narratori multispecie e narratori? Mentre affrontiamo le possibilità di un altro mondo, Ecologies of Elsewhere offre uno spazio per la contemplazione e la sensuale consapevolezza ecologica


26/04/23

Giulio Paolini all'Accademia Nazionale di San Luca a Roma

 


Negli spazi dell’Accademia Nazionale di San Luca fino al 15 luglio 2023 sono presenti alcuni lavori di Giulio Paolini.

Intitolata " A come Accademia" è ideata da Marco Tirelli e Antonella Soldaini presenta sei opere inedite appositamente realizzate per Palazzo Carpegna, dove il pubblico viene guidato attraverso un itinerario concettuale composto da diversi media – pittura, fotografia e scultura – che creano uno spazio analitico e poetico.

Una mostra che indaga l’arte nelle sue componenti essenziali – l’artista, l’opera, l’istituzione, il pubblico e il rapporto con la storia – ospitata non a caso all’interno dell’Accademia Nazionale di San Luca, che con questa esposizione intende mostrare il processo di sedimentazione trasparente del farsi dell’opera, in cui il passato rappresenta al tempo stesso il futuro della creazione artistica e la base stessa su cui si regge.

Introduce la visita negli spazi chiusi dell’Accademia l’opera Al di là (2022), una bandiera installata sul balcone posto al centro della facciata di Palazzo Carpegna e sul cui tessuto è riprodotta l’effige di una musa colta nell’attimo di lanciare alcune cornici nel cielo. Un’immagine che invita a varcare la soglia dell’esposizione e scoprire cosa si celi all’interno di quegli ambienti.



Nella prima sala al piano terra apre la mostra A come Accademia (I) (2010-23), che, come scrive lo stesso artista: “evoca una storia breve (qualche secolo!) volta ad affrontare proprio in questa sede gli aspetti più diversi ma concentrati in uno solo: quale cioè sia, sia stata o sarà, la ‘regola’ sempre taciuta e tuttora attuale per concepire o osservare un’opera d’arte. Il corpo di Sisifo (l’Artista) precipita al suolo (sul piano di lavoro) pronto a rinnovare la prova (l’opera) senza poter rinunciare all’impresa”.

Nelle due sale successive sono esposte A come Accademia (II) (2023) e A come Accademia (III) (2023), due varianti dello stesso tema: tutte e tre le versioni occupano, infatti, superfici rettangolari di uguale dimensione. A come Accademia (II) riflette sul doppio e il frammento attraverso i calchi in gesso di una figura femminile, mentre A come Accademia (III) è caratterizzata da una dimensione teatrale, evocazione dell’atelier d’artista.

Uscendo dalla terza sala e percorrendo il porticato, posto a fianco del giardino dell’Accademia e antecedente le colonne festonate che introducono la scala elicoidale di Francesco Borromini (artefice della ristrutturazione del palazzo tra il 1630 e il 1640), si incontra In cornice (2023), una statua femminile in gesso posta su una base e attorniata da un insieme di cornici disposte intorno alla figura e cadute al suolo. Solo una di esse, di formato maggiore, è fissata alla parete, l’unica a trovare posto nella sua corretta destinazione.

Lasciando il porticato dell’Accademia e salendo al primo piano si giunge alla grande sala conferenze dove è allestito l’ultimo lavoro in mostra: Voyager (V) (1989-2023). Quest’opera consiste in un tecnigrafo portatile aperto e appeso a rovescio al centro del soffitto ligneo della sala, da cui cadono alcuni fogli trattenuti dallo stesso tecnigrafo. L’opera si pone in relazione diretta con lo spazio che la ospita poiché i fogli propongono riproduzioni fotografiche di dettagli delle pareti e dello stesso soffitto.

La mostra è accompagnata da un catalogo, edito da Gangemi Editore, con una presentazione di Marco Tirelli, un’intervista di Antonella Soldaini a Giulio Paolini e testi di Francesco Guzzetti, Giulio Paolini, Antonella Soldaini e Claudio Strinati.




Foto Andrea Veneri

25/04/23

Lap-See Lam, essere altrove


Lap-See Lam, attraverso la narrazione del ristoranti cinesi che i suoi genitori avevano in Svezia racconta con diversi media la diaspora cinese di Hong Kong in Europa. La mostra del Portikus di Francoforte "Tales of the Altersea" ci porta sulle riflessioni dell'artista per il suo vissuto e sulla tensione tra appartenenza culturale e disidentificazione.




24/04/23

Così le onde arrivano in coppia da TBA21 a Venezia

 


A Venezia la  TBA21–Academy ha inaugurato da alcuni giorni la mostra  " Thus waves come in pairs" che comprende due nuove commissioni che aprono all'Ocean Space di Venezia per il programma espositivo 2023, a cura di Barbara Casavecchia, curatrice indipendente con sede a Venezia e Milano e scrittrice. 

La mostra presenta l'artista americano-libanese, con sede a Parigi Simone Fattal e il duo di artisti con sede a Berlino Petrit Halilaj & Álvaro Urbano. La nuova installazione di Halilaj & Urbano è co-commissionata da TBA21–Academy e Audemars Piguet Contemporary.


 

Il titolo della mostra, "Così le onde arrivano in coppia" , è un verso della poesia Sea and Fog di Etel Adnan. Si riferisce alla necessità di pensare e pensare con pluralità e scambi, che ha ispirato la terza edizione del programma di borse di studio curatoriali The Current (2021–23), guidato da Barbara Casavecchia e incentrato sui Mediterranei, che con questa mostra e il suo  programma pubblico si conclude. 

Nel settembre 2021, The Current IIIè arriva a Venezia, presso Ocean Space, come esercizio transdisciplinare di sensing sostenendo progetti pedagogie collettive e voci lungo il bacino del Mediterraneo attraverso arte, cultura, scienza, conservazione e attivismo. Si è evoluto nel formato generativo di passeggiate, spettacoli, podcast, conversazioni e gite sul campo e ha costruito piattaforme per il pensiero collaborativo (tutte disponibili su Ocean-Archive.org). Il suo viaggio, a partire da una conversazione tra Etel Adnan e Simone Fattal, e dagli invitanti contributi di Jumana Emil Abboud, Omar Berrada, Barbara Casavecchia, Pietro Consolandi, Övül Ö. Durmuşoğlu, Petrit Halilaj & Álvaro Urbano, Zeyn Joukhadar, Ibrahim Nehme e Giovanna Silva, con una prefazione di Markus Reymann, è condiviso nel libro “Così le onde vengono in coppia. Pensare con i mediterranei” edito da Sternberg Press.
 
I Mediterranei sono un sito plurale e policentrico di produzione di conoscenza, dove le domande epistemiche su chi crea narrazioni attorno ad esso, e da quale prospettiva e sponda, sono centrali. The Current IIIè è un'evoluzione della concezione di Barbara Casavecchia dell'approccio site-specific, approfondendo il suo coinvolgimento con le pratiche artistiche e le conoscenze ecologiche locali. Incentrato sul clima in rapida evoluzione intorno al bacino del Mediterraneo, che si verifica a un ritmo del 20% più veloce rispetto a qualsiasi altra parte del pianeta, con l'espansione delle aree di siccità, l'interruzione dei cicli dell'acqua e la proliferazione delle ondate di calore, il programma richiede un riorientamento, e registrando “i limiti dei nostri stessi apparati di conoscenza”, come scrivono Iain Chambers e Marta Cariello nel loro saggio “The Mediterranean Question: Thinking with the Diver”. Con le loro opere, realizzate per la mostra, Simone Fattal e Petrit Halilaj & Álvaro Urbano ci racconta storie che portano a futuri immaginati in cui la nostra comprensione del mondo viene trasformata dagli incontri con altre specie. Ci invitano ad ascoltare la molteplicità delle intelligenze.

Il progetto è sostenuto da Audemars Piguet Contemporary che da diversi anni commissiona ad artisti internazionali la creazione di opere d'arte contemporanea, promuovendo una comunità globale di creatori. Il marchio crede nel potere dell'arte contemporanea di connettersi ed essere connesso.

23/04/23

Ai Weiwei al Design Museum di Londra

 


Il Museo del Design di Londra ospita fino al 30 luglio una mostra su Ai Weiwei dal titolo "Making Sense", un percorso fra le sue opere più iconiche che affrontano l'uso di materiale moderno ri-interpretato in una chiave artistica, come il famoso lavoro del 2014 Han Dynasty Urn with Coca-Cola Logo, riflettendo anche sul concetto di produzione e di modularità, così spesso ricorrente nei lavori dell'artista cinese. 



Foto di Ed Reeve 

22/04/23

Tyler Hobbs arte e tecnologia


 Tecnologia e ricerca pittorica è l'interessante lavoro che la galleria  Pace 508 West 25th Street a New York  propone sulle sperimentazioni di Hobbs con il nuovo Algoritmo QQL NFT che ha sviluppato in collaborazione con il collega artista generativo Dandelion Wist. QQL: Analogs, si tratta della prima mostra di Pace dedicata al progetto web3 di un singolo artista.







21/04/23

Rinnovato il Museo del Design alla Triennale di Milano

 


Un affascinante allestimento per il Museo del Design della Triennale che nello storica curva del piano terra accoglie una nuova riflessione sulla storica produzione innovativa dell'industria italiana. 

Il nuovo percorso, ideato da Marco Sammicheli, direttore del Museo del Design Italiano di Triennale, presenta un viaggio secolare nell'industria del nostro paese che ha saputo sperimentare e fare ricerca realizzando nuovi prodotti e nuove visione di fruizione dei manufatti stessi. 



L'esposizione presenta l'articolato lavoro, sia sul senso funzionale che sul senso estetico dei prodotti, che i progettisti hanno trasformato rendendo rivoluzionaria l'idea del manufatto quotidiano. In questo modo la modernità è entrata nella case delle persone, portando bellezza e unicità.

Un tracciato che si snoda attraversando diverse tipologie di opere e oggetti, che vanno dalla mitica cinquecento agli abiti dei più noti stilisti italiani. Manifestando la capacità creativa dei  più grandi designer italiani come Carlo Mollino, Fortunato Depero, Bruno Munari, Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, fratelli Castiglioni e tanti altri,  che ci raccontano di quel positivo connubio che c'è stato e che ancora oggi caratterizza la grande produzione industriale italiana. 











20/04/23

Primavera Paratissima

 


Fino al 23 Aprile gli spazi di “Paratissima” ospitano una serie di opere di giovani artisti e un grande intervento di Fabrizio Cicero.



In attesa del grande evento autunnale gli spazi della Cavallerizza nel centro di Torino sono attivi con una serie di iniziative culturali, come la sezione di Paratissima Talents presente nelle Scuderie con 5 nuove promesse dell'arte contemporanea. 






19/04/23

Death is not the End Rubin Museum di New York


 La mostra in corso fino al prossimo anno alla Museo Rubin è pieno di speranza "La morte non è la fine". Un valido e raffinato progetto espositivo, ideato dalla curatrice Elena Pakhoutova che in uno stile interculturale esplora le nozioni di morte e aldilà attraverso l'arte del buddismo tibetano e del cristianesimo. 

Durante questo periodo di grandi tumulti globale, perdite e incertezze, la mostra ci invita alla contemplazione della condizione umana universale dell' impermanenza e del desiderio di continuare a esistere.



La mostra presenta stampe, dipinti ad olio, ornamenti in osso, dipinti thangka, sculture, codici miniati e oggetti rituali, e riunisce 58 oggetti che abbracciano 12 secoli dalla collezione del Museo Rubin accanto a opere d'arte in prestito da collezioni private e importanti istituzioni, tra cui il Metropolitan Museum of Art, Morgan Library and Museum, Museum aan de Stroom ad Anversa, Wellcome Collection a Londra, Nelson Atkins Museum a Kansas City, San Antonio Museum of Art e altro ancora.

La mostra è organizzata attorno a tre temi principali: la condizione umana, o la comprensione condivisa della nostra mortalità in questo mondo; States In-Between, ovvero i concetti di limbo, purgatorio e bardo; e (Dopo) la vita, concentrandosi sulla risurrezione, le idee di trasformazione e il paradiso.


18/04/23

Integrazione... secondo Alfredo Jaar

 


Fa un certo effetto la grande installazione di Alfredo Jaar presente nella rotonda della Pinakothek der Moderne di Monaco.

L'opera, dedicata al curatore Okwui Enwezor, consiste in una grande installazione composta da un milione di passaporti tedeschi, che corrisponde al numero di persone che sono state accolte nel 2015 paese. 



Persone che anziché votare per il partito che aveva legiferato per l'accoglienza, il CDU, hanno poi preferito il partito della destra, l' AFD. 

In questo modo si aprono con l'opera tante interessanti riflessioni sull'immigrazione e le sue complessità, il problema dell'integrazione e dell'uguaglianza. 






17/04/23

miart 2023


 La nuova edizione del miart è particolarmente ricca di opere, soprattutto legati al  contemporaneo con una variegata proposta di giovani e tante straniere gallerie provenienti da diverse nazioni.

L'allestimento normale, forse un poco limitato negli spazi offre comunque una buona visibilità alle gallerie. Rarefatta l'offerta curatoriale che si concentra soprattutto sulle due sezioni Decades ed Emergent, che nel complesso risultano piacevoli. 

 Fra gli stand più interessanti sicuramente l'allestimento da Ribot con le opere dai toni morbidi dell'albicocca (o della carne umana) di Bénédicte Peyrat  e gli interventi di Andrei Pokrovski.



Semplice ma d' effetto l'idea del pavimento specchiante di Per Barclay da Pantaleone, che così festeggia con venti opere dei suoi artisti i vent'anni della galleria. Ricercato l'allestimento di Javier Barrios da Clearing.

La sezione Decades porta alcuni pregiati progetti come quello di Jim Lambie da Franco Noero. Ampio lo stand dedicato a Carla Accardi, molto presente in diversi spazi, da Edouard Simoens Gallery, forte la proposta di Cadogan Gallery con Terrell James ,

Piacevole la proposta su Aldo Mondino dalla Galleria Umberto Benappi. Fra le presenze straniere sicuramente la Galerie Perrotin emerge con i bei interventi di Aya Takano, e i lavori di Nick Doyle e Sophie Calle.




Nel complesso una piacevole edizione caratterizzata sempre da una grande varietà di periodi e di proposte, interessante soprattutto per le offerte che avevano, in generale valori abbastanza sensati, senza eccessivi voli speculativi. Si nota la totale scomparsa dei video, tiene la fotografia e si conferma il grande ritorno della pittura, ampi anche l'offerta delle sculture.

Purtroppo la programmazione dell'evento così prossimo al Salone del Mobile fa apparire la rassegna come uno dei tanti momenti correlati, forse una collocazione un poco più distante potrebbe favorire meglio la visibilità e l'interesse alla fiera.