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27/09/08

FRAC a Boves

Sabato 27 Settembre presso i rinnovati spazi del Centro Culturale Cittadella a Boves (ex Filanda Favole), è stata inaugurata con una folta affluenza di pubblico la presentazione della collezione FRAC (Fondo Regionale Arte Contemporanea). Nell’antico laboratorio dei bozzoli di seta in fase di ristrutturazione per diventare un moderno centro polifunzionale, ospiterà anche la nuova biblioteca civica, accoglie fino all’8 Dicembre una selezione di opere di giovani artisti italiani e stranieri. 

Questa iniziativa è un progetto di didattica, con un’attenzione particolare al pubblico più giovanile, per diffondere la cultura dell’arte contemporanea e stimolare il territorio creativo. Le opere esposte provengono da una serie di acquisiti all’interno dell’ultima edizione della fiera d’arte contemporanea Artissima che si svolge ogni anno a Torino. 

Un comitato di curatori internazionali ha selezionato facendole poi acquistare, con uno stanziamento di 150.000 euro, opere di giovani emergenti. Fra le tante le opere esposte colpiscono il video concettuale di Rosa Barba giocato fra i suoi e i testi, la riflessione storica di Sam Durant sulla leggenda dei Padri Pellegrini americani, la delicata scultura new age di Vidya Gastaldon e il gioco instabile del dado di Evariste Richer. L’ingresso è gratuito, apertura il Sabato dalle 15 alle 18 e la Domenica dalle 10 alle 18.


25/09/08

Ouverture

E’ ripreso, con l’inaugurazione collettiva del 25 Settembre, la stagione delle gallerie torinesi, che hanno coordinato una piacevole serata di eventi artistici.

Ho iniziato dalla collettiva “(No) vacancy” curata da Luca Lo Pinto, con un originale allestimento casalingo proposto da Maze. L’idea acchiappa per questo essere così piacevolmente domestico e per la generale qualità dei lavori scelti, molto interessante un lavoro di Emilio Prini e un’opera multi materico di Luigi Ontani.

Da Alberto Peola viene proposto un articolato progetto di Sophy Rickett che elegantemente ci accompagna nelle suggestioni nascoste di un teatro d’opera, il Teatro dell'Opera di Glyndebourne, peccato che nella sua complessità si perda un poco il legame fra tutti i pezzi esposti.

Molto emozionante il lavoro di Gianluca e Massimiliano De Serio proposti da Guido Costa Projects. Si tratta della seconda parte di “Love - trilogia dell'amore” Una variegata riflessione sui modi e i tempi dell’affetto amoroso, reale ed immaginario. I video proposti, due episodi disposti su 4 schermi, messi in dialogo da una ripresa vicina e parziale, tentano la condivisione di un sentire intimo (ma comune) del bisogno di amore (sia fisico che mentale).

Da Marena Rooms Gallery il colore denso e le pennellate impazienti di Paolo Maggis per una serie di quadri legati dal tema della restrizione e della repressione nella storia degli esseri umani mentre da Photo & Co sono presentati dei lavori di Maurizio Vetrugno con una serie di rielaborazioni di celebri foto di moda in filo, che ricreano brillanti riflessi di questo mondo dell’immagine.


03/09/08

Bizzarria dell’arte

In questi ultimi anni le opere artistiche, di collezioni private o gallerie, sono parcheggiate nei musei di arte contemporanea (già l’idea stessa che il presente possa essere già museificato dovrebbe far sorgere qualche sospetto) più superficiali e modaioli in attesa che venga il momento più adatto per essere poi buttate nel dispendioso gioco del mercato dell’arte contemporaneo.

Dimenticato il noioso ed impegnativo mondo della Cultura, molta dell’arte contemporanea ha scoperto il divertente giro del Monopoli dell’Arte, seguendo il classico percorso di caselle: artista giullare, opera shock, white cube, museo contemporaneo, fiera, asta giungendo all’agognato traguardo dei milioni di euro.

Così molti curatori e critici s’ingegnano nel gestire l’arte come gadget d’arredo e status sociale. Forse per cioè che si vedono “opere d’arte contemporanea” più nelle diverse riviste patinate di moda, alla pari dei vestiti (forse non sarà un caso che molte case del vestire pronto-moda/industrializzato relazionano o appartengono agli stessi gestori dell’arte), che nelle pubblicazioni d’arte.

Per cui oggi possiamo tranquillamente affermare che molta arte non è morta ma è diventata inutile. Essendo sempre più uno spettacolo e sempre meno un fatto culturale, essa ha perso il ruolo storico conformandosi alle tante occasioni di svago sociale. Ma già da diversi anni la “cultura” è scomparsa dalle pagine dei giornali per ricomparire fra i tanti articoli della pagina degli spettacoli. Una risata di seppellirà?