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31/05/21

Parte ITsArt




Oggi si apre ITsART, voluta dal ministro Dario Franceschini.

Questo nuovo canale comunicativo ci porterà in giro per l'Italia a visitare i luoghi iconici come il Parco Archeologico di Pompei o ai concerti dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia.


CS
ITsART è il nuovo sipario digitale per teatro, musica, cinema, danza e ogni forma d'arte, live e on-demand, con contenuti disponibili in Italia e all'estero: una piattaforma per celebrare e raccontare il patrimonio culturale italiano in tutte le sue forme e offrirlo al pubblico di tutto il mondo.

Prenderà il via con grandi eventi esclusivi: i concerti del Maestro Riccardo Muti, le sue prove d’orchestra e presentazioni dell’opera al pianoforte, il concerto-spettacolo di Claudio Baglioni “In questa storia che è la mia” dal Teatro dell’Opera di Roma e “La forza del destino” di G. Verdi diretta dal Maestro Zubin Mehta al Maggio Musicale Fiorentino.

Dalle prime settimane dal lancio saranno disponibili oltre 700 contenuti, tra cui anche nuovi format sviluppati e prodotti dalle principali istituzioni culturali italiane - aree archeologiche, musei, fondazioni, accademie e teatri - insieme ad un’ampia proposta di film e documentari, grazie alla collaborazione con le principali case di produzione cinematografica.

Il 31 Maggio ITsART aprirà in Italia e UK, successivamente sarà invece accessibile anche da altri paesi.


30/05/21

Rinnovamento al Gamec di Bergamo



La GAMEC, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, ha confermato che è stato avviata l'attività di rinnovamento del Palazzetto dello Sport di via Pitentino, che sarà la prossima sede dell'istituzione.

Lo storico edificio del’ex monastero di Santa Maria del Paradiso, che dal 1991 ospitava il museo sarà così affiancato dal vicino spazio sportivo che si prevede di riconvertire entro il 2025.


CS

Trasformare il Palazzetto dello Sport di via Pitentino in un museo di arte moderna e contemporanea, in grado di intercettare i nuovi linguaggi e le nuove forme dell’arte, senza eseguire demolizioni radicali e con una visione ambiziosa del futuro culturale della città: è pronto il progetto preliminare della nuova GAMeC di Bergamo, la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea della città, da anni ormai alla ricerca di una nuova sede che le consenta di adeguarsi, a 30 anni dalla sua nascita, alle esigenze dell’oggi, profondamente diverso rispetto al lontano 1991.

Entro metà giugno sarà pubblicato il bando per affidare la progettazione definitiva ed esecutiva, oltre alla direzione lavori, ma il percorso di realizzazione del nuovo museo sta prendendo lentamente forma e diviene sempre più concreto.

Il progetto di trasformazione dell’attuale Palazzetto dello Sport – commenta il sindaco Giorgio Gori – concretizza l’ambizione di fare della GAMeC un punto di riferimento di rilievo internazionale per l’arte moderna e contemporanea, dotandola di una sede funzionale tanto alle grandi esposizioni quanto a laboratori, convegni e attività didattiche. Il progetto si avvale di un rilevante contributo di Fondazione Ubi, che ci preme ringraziare, e si iscrive nella più estesa qualificazione di un intero quadrante della città. Va quindi letto insieme alla rigenerazione della caserma Montelungo e dello Stadio, all’ampliamento del Parco Suardi e all’apertura al pubblico degli Orti di San Tomaso, con la ristrutturazione del Principe di Napoli e alla realizzazione di un percorso ciclo-pedonale che dal Sentierone arrivi appunto alla nuova GAMeC e all’Accademia Carrara: il tutto all’insegna della cultura e del tempo libero, come previsto dal PGT del 2010”.

“La progettazione di una nuova GAMeC, – spiega il direttore Lorenzo Giusti – più capiente, più luminosa, più accogliente e più idonea a ospitare i molteplici linguaggi del contemporaneo è un obiettivo coerente con la crescita delle raccolte d’arte e con l’aumento progressivo del pubblico che ha interessato la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo dalla sua costituzione nel 1991 – esattamente trent’anni fa – fino a oggi. La presenza di un museo contemporaneo nelle forme architettoniche, oltre che nella sostanza delle proprie attività, potrà contribuire in maniera determinante a rafforzare il profilo identitario di una città produttiva, operosa, votata all’innovazione e alla sperimentazione culturale, aperta all’indagine e all’approfondimento sulle grandi tematiche del nostro tempo e proiettata verso il futuro.”

29/05/21

Prossimamente Neto e Grantina al GAMeC

 


Il GAMeC presenta un ciclo di eventi curati da Lorenzo Giusti per la suggestiva Sala delle Capriate di Palazzo della Ragione, sede estiva della GAMeC per il quarto anno consecutivo.

Si inizia con l'opera del celebre artista brasiliano Ernesto Neto, in biligo fra la forma di un polpo, un po' sole, un po' cellula, la grande installazione presenta, al centro, un cerchio pensato come una sorta di ombelico, simbolo transculturale che proietta l'analogia tra universo e corpo.

Il titolo del lavoro si configura come un acrostico composto dalle parole "sole", "polpo", "vita" ed "eretico", assemblate in modo da trasmettere un senso di musicalità e movimento.

Pensata come un giaciglio, l'opera si avvale dell'utilizzo di materiali recuperati in loco, come pietre, paglia, ma anche piante, spezie ed erbe medicinali.

L'installazione unisce l'attenzione per i temi dell'ecologia, del ritualismo e della spiritualità a visioni e suggestioni suggerite dal confronto con le origini medievali del palazzo e la sua storia centenaria.


Nel museo si svolge anche la prima personale in un'istituzione museale italiana, a cura di Sara Fumagalli e Valentina Gervasoni, dell'artista lettone Daiga Grantina che presenta un progetto site-specific pensato per lo Spazio Zero: un nuovo corpus di opere realizzato prevalentemente con piume, legno, inchiostro, siliconi e tessuti che si offre allo sguardo dello spettatore come un insieme di entità scultoree che ne stimolano il sistema percettivo.

"Come possiamo delineare il colore?" si chiede e ci chiede l'artista, che costruisce la #mostra alla GAMeC attorno a questa domanda e all'osservazione del colore verde in relazione alla materia e alla luce.

A caratterizzare lo spazio sarà l'opera murale che cinge la sala. Una linea composta da unità quadrate di colore – disegnate o riempite di piume iridescenti blu e verdi, o costituite da legno dipinto – organizzata come una partitura musicale, che può vibrare, assorbendo e rilasciando diverse frequenze di colore e luce.

Il titolo della #mostra riprende un verso in tedesco di una poesia di Paul Celan, per il quale il respiro è solitamente inscritto nella materia e nelle forme naturali; anche per Daiga Grantina il "fiato" che attraversa lo spazio espositivo, muovendo la materia e facendola vibrare sino a dissolverne i contorni, si radica in essa e nell'esperienza fisica che unisce percepente e percepito.

28/05/21

Museo Spazio Pubblico a Bologna

 


Da pochi giorni ha aperto a Bologna, in via Curiel 13/D,  un nuovo spazio denominato Museo Spazio Pubblico, si tratta di una realtà che opererà in modo transdisciplinare fra arte, scienze e culture varie. 

Si tratta di un progetto italiano co-fondato da City Space Architecture e Genius Saeculi, e curato da Luisa Bravo.

L'apertura di questa realtà avviene con un intervento creativo di Flavio Favelli, un interessante acrilico sul soffitto rappresentante la banconota da 500.000 lire che riportava l'immagine di Raffaello.

A breve sarà presentato il ricco programma di eventi che lo spazio avvierà con questa apertura. 

Riapre la Fondazione Cini di San Vio a Venezia


 Oggi riapre Palazzo Cini a San Vio al pubblico con un’eccezionale proposta in occasione dei 70 anni della Fondazione Giorgio Cini: il celebre dipinto San Giorgio e il drago di Paolo Uccello prestato dal Musée Jacquemart-André di Parigi, nell’ambito dell’iniziativa L’Ospite a Palazzo. Il dipinto viene concesso dall’istituzione francese, in reciproco scambio, per Il giudizio di Paride di Botticelli e bottega che verrà esposto a Parigi in occasione della  mostra Botticelli: un laboratoire de la Renaissance (10 settembre 2021 – 24 gennaio 2022). Al secondo piano di Palazzo Cini viene riaperta con nuove opere, 11 stampe di Giambattista Piranesi e altrettante fotografie di Gabriele Basilico, la mostra Piranesi Roma Basilico, a cura di Luca Massimo Barbero, che riprende l’opera incisoria di Piranesi vedutista attraverso una lettura originale delle sue vedute di Roma. La  mostra è realizzata in collaborazione con l’Archivio gabrielebasilico (28 maggio – 31 ottobre 2021, venerdì, sabato, domenica dalle 12 alle 20, www.palazzocini.it, www.cini.it).


Grazie ad Assicurazioni Generali, main partner della Galleria fin dalla sua riapertura nel 2014 e da molti anni sostenitore istituzionale della Fondazione Cini, la stagione espositiva proseguirà fino al 31 ottobre 2021. La collaborazione con la  Fondazione Giorgio Cini è frutto di un legame proficuo e duraturo che nasce dalla comune esigenza di impegnarsi nella promozione dell’accesso e della fruibilità della cultura.


La stagione espositiva 2021 a Palazzo Cini riprende con l’iniziativa L’Ospite a Palazzo che vede protagonista quest’anno, in cui si celebrano i 70 anni della  Fondazione Giorgio Cini, il dipinto San Giorgio e il drago di Paolo Uccello (Pratovecchio, 15 giugno 1397 – Firenze, 10 dicembre 1475) prestato dal noto Musée Jacquemart – André di Parigi. L’opera, che ritrae il cavaliere San Giorgio mentre dall'alto del suo cavallo sta trafiggendo il drago, arricchisce di un importante tassello il nucleo del Quattrocento fiorentino della collezione permanente ed evoca simbolicamente il miles christianus che caratterizza il logo della stessa Fondazione Cini. Precedentemente Palazzo Cini a San Vio, grazie a intese con importanti e prestigiose istituzioni italiane e internazionali, ha accolto all’interno della sua Galleria, nell’ambito dell’iniziativa L’Ospite a Palazzo: L’evangelista Marco di Mantegna (2016), La Madonna di Pontassieve di Beato Angelico (2015), L’Adorazione dei pastori di Lorenzo Lotto e Ritratto di giovane con liuto di Agnolo Bronzino, (2014).


Con l’occasione dell’arrivo di San Giorgio e il drago di Paolo Uccello, la Sala del Rinascimento della Galleria è stata riallestita e il pubblico può ammirare nel nuovo layout i due capolavori di Piero di Cosimo: la Madonna con il Bambino e angeli musicanti e la tavola della Sacra Famiglia con San Giovannino. In particolare quest’ultima opera dell’artista fiorentino è stata restaurata nel 2019 grazie al finanziamento di Save Venice Inc ed è ora apprezzabile in tutto il suo splendore. L’organizzazione no profit statunitense ha sostenuto negli anni numerosi restauri di opere conservate alla Fondazione Cini tra cui si possono ammirare nel percorso di visita alla Galleria di Palazzo Cini: il San Pietro Martire di Vecchietta, restaurato nel 2018-2019; la Modonna dell’Umiltà di Sassetta, restaura nel 2017-2018; La Maestà del Maestro di Badia a Isola, restaura nel 2015-2016.



Rinnovata con nuove opere, di cui 11 stampe di Giambattista Piranesi e altrettante fotografie di Gabriele Basilico, al secondo piano del Palazzo apre al pubblico anche la  mostra Piranesi Roma Basilico, a cura di Luca Massimo Barbero, che riprende la figura di Piranesi vedutista proposta dalla  mostra Le arti di Piranesi, ideata dalla Fondazione Cini nel 2010, con una lettura originale delle sue vedute di Roma, messe a confronto con il lavoro del grande fotografo. Un “primo capitolo” dell’esposizione era già stato inaugurato nel 2020, ma, a causa delle restrizioni dovute alla pandemia, la  mostra aveva dovuto chiudere anticipatamente. Il corpus Piranesi della  Fondazione Giorgio Cini, costituisce uno dei fondi di grafica più rilevanti conservati da un’istituzione privata. La sua conservazione è stata garantita dalla lungimirante e generosa decisione di Vittorio Cini, che negli anni settanta del secolo scorso lo acquistò e lo destinò integralmente all’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione, dove ancora oggi è oggetto di studio.


La Galleria di Palazzo Cini, con le Gallerie dell’Accademia, la Collezione Peggy Guggenheim e Palazzo Grassi - Punta della Dogana partecipa al Dorsoduro Museum Mile, uno straordinario percorso culturale che prevede itinerari integrati, comunicazione condivisa e sconti sui biglietti d’ingresso ai musei.

27/05/21

News per Little Sun

 


L'iniziativa Little Sun, ideata e sostenuta dall’artista danese Olafur Eliasson in collaborazione con l’ingegnere Frederik Ottesen, si arricchisce della sezione “Reach for the Sun” con la grafica dell'artista nigeriana Diana Ejaita e il sostegno di IKEA Foundation. 

Spazio virtuale nato per condividere la campagna e i dieci punti dei diversi passaggi per #ReachForTheSun che consente di seguire e sostenere questa importante iniziativa per lo sviluppo e la creatività sociale. 

 #ReachForTheSun @LittleSun 



26/05/21

La fragilità del contemporaneo


Installata solo nel 2016 la famosa opera Seven Magic Mountains dell’artista Ugo Rondinone è già in decomposizione, a causa delle alte temperature del deserto del Nevada. 

Ma visto che ha generato un grande interesse e un buon flusso turistico il Nevada Museum of Art di Reno e l'Art Production Fund di New York hanno deciso di realizzare un intervento di manutenzione e il rinnovo della locazione col parco  BLM – Bureau of Land Management, che deve essere aggiornato ogni tre anni. 


25/05/21

La seta di Ferragamo



Gli spazi del Museo Ferragamo di Firenze ospitano una nuova mostra dedicata alla leggerezza della sete, con un bel percorso fra storia e bellezza.

Il progetto si sviluppa fra storia, viaggi esotici e natura, condividendo un percorso che coinvolge i sensi e i pensieri.



CS

Sono cinquemila anni che il filo sottile e lucente generato dalla bava di un lepidottero dà origine al più bello dei tessuti, la seta, simbolo di regalità, eleganza e lusso, strumento di scambio tra Oriente e Occidente, emblema di civiltà e cultura. Ed è soprattutto nel fazzoletto da collo formato carré, per la sua natura di “quadro”, che la moda e l’industria tessile hanno sperimentato una gamma infinita di soluzioni creative, nella ricerca di disegni sempre originali ed esclusivi. La mostra ha lo scopo di raccontare il lungo e complesso processo che porta alla realizzazione del foulard stampato in seta, unione perfetta di una straordinaria intuizione creativa e di un alto artigianato industriale, attraverso l’esempio della Maison Salvatore Ferragamo, una delle aziende italiane di moda che di questo accessorio, insieme alla cravatta, ha fatto uno dei segni più riconoscibili del suo stile.

Fino al 1950 il nome Ferragamo è stato sinonimo di calzatura da donna. Ma l’obiettivo di Salvatore, il fondatore dell’azienda, era quello di trasformare il suo marchio in una casa di moda che vestisse la donna dai piedi alla testa. Un sogno che divenne realtà solo dopo la sua morte. Fu proprio una delle figlie, Fulvia, a dare avvio agli inizi degli anni Settanta a una produzione continuativa di accessori in seta, da donna e da uomo, caratterizzata da stampati realizzati a Como con soggetti decorativi esclusivi, soprattutto fiori e animali esotici formati da un patchwork di fiori.  

24/05/21

Yara Piras espone alla Fondazione Adolfo Pini di Milano

Apre il prossimo 26 maggio alla Fondazione Adolfo Pini La prima, prima mostra personale di Yara Piras (Torino, 1995) vincitrice dell'edizione 2021 del Premio Fondazione Adolfo Pini  – ReA! Fair, a cura di Adrian Paci. 

La mostra, che durerà fino a 16 Luglio – il cui titolo fa riferimento non soltanto al modo in cui nel contesto culturale si definisce l'anteprima di un evento, ma anche alla celebrazione di questa prima esperienza da parte dell'artista – raccoglie una serie di lavori espressione di una ricerca sul concetto di immagine, legata al materiale filmico/fotografico e alle possibilità della proiezione cinematografica. 

"A volte sembra che la magia palpitante dell'illusione torni ad ancorarsi alla solidità del reale precisamente attraverso la presenza fisica del meccanismo che la produce – dice #adrianpaci, artista e curatore della #mostra. Allo stesso tempo, i corpi della pellicola, dello schermo e del proiettore emanano una loro sensualità, diversa da quella dell'illusione dell'immagine ma non meno evocativa. Il rapporto tra l'immagine e i meccanismi che la generano è un rapporto necessario, funzionale e non arbitrario e in questa necessità organica consiste il rigore concettuale del lavoro di Piras." 


Yara Piras lavora con pellicole provenienti dal suo archivio personale e con riprese di nuova produzione dedicate al gesto e all'azione performativa, un materiale trasparente, solido e in movimento con cui realizza opere scultoreo/ installative che dialogano con lo spazio e con il tempo, invitando lo spettatore a un'esperienza cinematografica intima, che interagisca con la narrazione. 

Yara Piras nata e cresciuta con un'attenzione particolare verso la fotografia intesa come forma d'arte contemporanea. Con il tempo, maturando pensieri e gusto personale sposta l'attenzione in modo particolare all'arte installativa. Gli studi di tipo umanistico realizzati negli anni della prima formazione hanno permesso di conoscere l'importanza del pensiero analitico e di rinnegarlo successivamente. In seguito consciamente ha scelto un percorso didattico legato ai più sentiti interessi che hanno portato ad analizzare tematiche affini al suo pensiero; quali, le arti visive, che hanno permesso l'approfondimento personale del suo percorso. 

Adrian Paci (Scutari, Albania 1969) ha una carriera artistica ricca di mostre personali in varie istituzioni internazionali, tra cui Kunsthalle Krems (2019); MAC, Musée d'Art Contemporain de Montréal (2014); Padiglione d'Arte Contemporanea – PAC, Milan (2014); Jeu de Paume, Paris (2013); Kunsthaus Zurich, Zurich (2010); MoMA PS1, New York (2006); Contemporary Arts Museum, Houston (2005).

Insegna pittura e arti visive presso la Nuova Accademia di Belle Arti, NABA, Milano. È stato docente all'Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo (2002-2006), allo IUAV di Venezia (2003-2015). Tiene lezioni e laboratori d'arte in varie Università, Accademie e Istituzioni artistiche in diversi Paesi del mondo.

Nel 2015 ha fondato a Scutari, in Albania, Art House, una Fondazione che offre momenti di incontro e dialogo tra la scena locale dell'arte in Albania ed esponenti internazionali. È membro del comitato scientifico della Fondazione Adolfo Pini dal 2016, dove ha ideato e guidato una serie di iniziative legate all'arte contemporanea negli spazi della Fondazione, coinvolgendo studenti delle Accademie milanesi NABA e Brera, artisti e curatori locali e internazionali.

Herbert List suggestioni in metamorfosi

Images: Greece, Athens, 1936, Young man with laurel over the eyes., and Greece, Cyclades, Island of Delos, Torso of Ophelius Ferus II
 © Herbert List / Magnum Photos. 


Fra pochi giorni la Magnum Gallery aprirà la mostra Metamorphoses, con una speciale selezione di scatti del noto fotografo tedesco Herbert List. L'evento sarà allestita presso la sede di 63 Gee Street e ci sarà anche una versione online, dal 4 al 30 giugno 2021.

Si tratta della prima mostra personale dell'artista nel Regno Unito da cinque anni, Metamorphoses esplora i temi della mitologia, del corpo maschile e della scultura greca.

 rendendo in prestito il titolo dal poema epico di Ovidio, Metamorphoses si concentra sulla trasformazione. Cerca di esplorare la complessa relazione tra la prolifica rappresentazione di sculture di List, le sue immagini sensuali di uomini e la linea sfocata tra di loro.

I miti di Apollo e Dafne, Eco e Narciso, il Minotauro, tutti narrati nei racconti fondamentali di Ovidio Le Metamorfosi, appaiono come temi sottostanti nelle straordinarie fotografie di List, meno per soggetto che come risultato del modus operandi del fotografo di fotografare amici e amanti . Queste fotografie in bianco e nero, che vanno dal 1933 al 1958, richiamano istantaneamente anche il mito di Pigmalione, uno scultore cipriota, che scolpì una statua in avorio che trovò così bella e realistica che se ne innamorò. Implorando Afrodite di dargli una sposa in forma simili alla sua opera d'arte appena creata, Pigmalione tornò nel suo studio per scoprire che la sua scultura era stata miracolosamente riportata in vita. I paralleli tra lo scultore e il suo modello diventano meravigliosamente evidenti in un'immagine del 1949, dove il pittore e modello svizzero Rolf Duerig posa con grazia davanti a un imponente busto romano. Altrove, protagonista della mostra, c'è "Giovane con lauro sugli occhi", 1936, un'immagine che rievoca quasi simbolicamente la trasformazione di Dafne in un albero di alloro.

Nato ad Amburgo nel 1903, Herbert List lasciò la Germania nel 1936 per cercare rifugio dall'ascesa del nazismo. Vivendo tra Parigi e Atene dal 1937, si stabilì nella capitale greca dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale. Ha viaggiato molto nel Peloponneso e nelle isole, alla ricerca di una rappresentazione modernista della Grecia altamente personalizzata ma ispirata all'antichità. La luce atmosferica, i raccolti radicali e le prospettive espressive hanno plasmato la visione di List dell'architettura, delle opere d'arte e degli uomini greci. “Come il disegno, la fotografia è l'arte del tralasciare: uno è fatto per rappresentare i molti, il dettaglio giusto per l'insieme, la forma chiara e concentrata per la profusione, e per una situazione o azione, il simbolo. Meno è quasi sempre di più. " disse Herbert List nel 1943. La sua visione della Grecia consiste in immagini soggettive ricche di sottotesto e sensualità. Permette allo spettatore di sentire, gustare e immergersi nell'atmosfera dell'incontro personale di List con il Mediterraneo.

Phair 2021 a Torino Esposizioni

 
Botto&Bruno, La scatola di Polly, 2003, stampa vutek su pvc,100x187 cm, , ed. 2, courtesy Galleria Peola Simondi.


Saranno gli eleganti spazi del  Padiglione Nervi di Torino Esposizioni ad ospitare la prossima edizione di The Phair, che si svolgerà dal 18 al 20 Giugno. L'evento si svilupperà sia negli spazi del celebre edificio che sulla città con una serie di iniziative cittadine - programmate da musei, gallerie, fondazioni, spazi pubblici e privati - legate all’immagine

Le opere di artisti molto noti, come Luigi Ghirri, Letizia Battaglia, Paolo Pellegrin, Marinella Senatore, Marcel Duchamp riapriranno la stagione delle fiere d’arte contemporanea e saranno fruibili, finalmente dal vivo, a The Phair, la rassegna dedicata alla fotografia e all’immagine, che si terrà dal 18 al 20 giugno prossimi (preview 17 giugno) nello spazio aulico del Padiglione 3 progettato da Pier Luigi Nervi, a Torino Esposizioni.

Una location emblematica, che contribuisce a fare di questo evento un inno all’italianità che incontra il mondo.  Sotto le volte ardite di questo spettacolare padiglione di 4 mila metri quadrati, già sede di appuntamenti di valore mondiale come il Salone Internazionale dell’Automobile e le Olimpiadi invernali del 2006, saranno ospitate 40 importanti gallerie d’arte contemporanea italiane che lavorano nel nostro paese o all’estero. Vi sarà esposta la ricerca artistica di artisti come Walter Niedermayr, Alberto Garutti, Cesare Leonardi, Nils-Udo, Daniele de Lonti.

 “The Phair - dice Roberto Casiraghi, ideatore con Paola Rampini della fiera - è un punto di ripartenza per un settore che ha molto sofferto. La manifestazione, dedicata non solo ai fotografi ma anche e soprattutto agli artisti che si esprimono utilizzando il mezzo fotografico, presenterà a un pubblico nazionale e internazionale la progettualità e la forza delle gallerie italiane”.

Intorno a The Phair Casiraghi e Rampini hanno fatto nascere, grazie al sostegno della Camera di Commercio, “TORINO PHOTO DAYS”, una full immersion della Città nella fotografia. Dal 18 al 20 giugno tutte le iniziative legate all’immagine verranno messe in rete, anche fisicamente con un servizio navette. Sono coinvolte le rassegne in programma al Museo del Castello di Rivoli, Gam Galleria d’arte moderna, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Camera, Fondazione Merz, Museo Fico, OGR, Paratissima, La Venaria Reale, TAG Torino Art Galleries, Fondazione Videoinsight® e, naturalmente, The Phair.

 “Torino – afferma ancora Casiraghi - si vestirà di un nuovo abito tutto a colori: musei, gallerie, fondazioni, spazi pubblici e privati, faranno vivere la Città di una nuova e più brillante luce. L’arte contemporanea, come tutto il Paese, ha bisogno di ripartire e dobbiamo farlo insieme, ciascuno con il proprio ruolo”.

 The Phair è un neologismo che è un manifesto, sintesi di Photography e Fair, un appuntamento annuale dedicato alla fotografia e all’immagine, pensato come evento concettuale prima che tecnico e descrittivo del reale.

Bruce Nauman alla Punta della Dogana di Venezia

Bruce Nauman, Contrapposto Studies, I through VII, 2015-2016, Jointly owned by Pinault Collection and the Philadelphia Museum of Art. Installation View, Bruce Nauman: Contrapposto Studies at Punta della Dogana, 2021. Ph. Marco Cappelletti © Palazzo Grassi © Bruce Nauman by SIAE 2021


Ieri si è aperta con molto successo la grande mostra che la Punta della Dogana ha ideato su Bruce Nauman (1941, Indiana, USA) che sarà accessibile al pubblico fino al prossimo  9 gennaio 2022.

L'evento strutturato in forma di antologica si intitola “Bruce Nauman: Contrapposto Studies”, ed è curato da Carlos Basualdo con la The Keith L. and Katherine Sachs Senior Curator of Contemporary Art al Philadelphia Museum of Art, e Caroline Bourgeois, conservatrice presso la Pinault Collection. Un bel progetto che rende omaggio a una delle personalità più significative del panorama artistico contemporaneo internazionale, concentrandosi su tre direttrici fondamentali della sua produzione: lo studio d’artista come spazio di lavoro e creazione, l’uso performativo del corpo e la sperimentazione sonora.

Dagli anni Sessanta sino a oggi, Bruce Nauman ha esplorato linguaggi artistici diversi, dalla fotografia alla performance, dalla scultura al video, sperimentandone le potenzialità concettuali e indagando la definizione stessa di pratica artistica.

Vincitore del Leone d’Oro per la miglior partecipazione nazionale alla Biennale di Venezia nel 2009, celebrato negli ultimi anni da numerose e importanti retrospettive, l’artista per la prima volta presenta a Punta della Dogana un percorso espositivo inedito, in grado di portare nuova luce sulla propria produzione, affiancando a lavori storici opere più recenti, alcune delle quali inedite o esposte per la prima volta in Europa.


Bruce Nauman, Walks with Contrapposto, 1968

La mostra è stata concepita come una composizione organica che riflette sui lavori dell’artista e facilita la comprensione intuitiva della sua pratica a partire dalla serie Contrapposto attraverso un percorso espositivo che ripercorre i temi fondativi del lavoro di Nauman: il suono, la performance, lo studio, la relazione tra il corpo e lo spazio o gli spazi che occupa, fisici, psicologici, culturali.

Al centro dell’indagine della mostra la serie di installazioni video realizzate dall’artista negli ultimi anni a partire dalla rivisitazione di uno dei primi lavori in cui Nauman sperimentava l’uso delle immagini in movimento, il celebre Walk with Contrapposto del 1968, che ritraeva l’artista avanzare lungo un corridoio di legno allestito nel suo studio mentre si sforzava di mantenere la posa chiastica.

Nella nuova serie dedicata al Contrapposto - che include Contrapposto Studies, I through VII, 2015/16, Walks In Walks Out, 2015, - recentemente acquisite dal Philadelphia Museum con Pinault Collection - Contrapposto Split, 2017, e Walking a Line, 2019 – Bruce Nauman per la prima volta riprende un’opera storica della sua produzione e sfrutta le possibilità offerte dall’attuale evoluzione tecnologica, potendo così superare i limiti imposti degli strumenti tecnici dell’epoca della produzione del primo Walk with Contrapposto e realizzando di fatto qualcosa che prima non era tecnicamente possibile.


Bruce Nauman, (from left to right), Stamping in the Studio, 1968, Bouncing in the Corner, No.2: Upside Down, 1969, Electronic Arts Intermix, Bouncing in the Corner, No. 1, 1968, Pinault Collection    Courtesy of the artist and Electronic Arts Intermix (EAI), New York Installation View, Bruce Nauman: Contrapposto Studies at Punta della Dogana, 2021. Ph. Marco Cappelletti © Palazzo Grassi © Bruce Nauman by SIAE 2021



Bruce Nauman, Contrapposto Studies I through VII, 2015-2016

“Bruce Nauman: Contrapposto Studies“ presenta quattro opere recenti – una realizzata appositamente in occasione della mostra a Punta della Dogana e tre mai esposte in Europa – che illustrano lo sviluppo della sua ricerca e delle sue variazioni che spesso prendono la forma di intere serie. Questi lavori includono la reinterpretazione di una precedente installazione, Acoustic Wedge (Sound Wedge—Double Wedge) del 1969-1970, intitolata Acoustic Wedge (Mirrored), 2020; due lavori recenti della serie Contrapposto sviluppati con la tecnologia 3D (Contrapposto Split, 2017 e Walking a Line, 2019); e una mappatura interattiva dello studio dell’artista, Nature Morte, 2020. Dalla sperimentazione con i videoregistratori, fin dalla prima comparsa di questa tecnologia, all’impiego degli ultimi iPhone e della tecnologia 3D, Nauman si è sempre messo nella posizione di un “Beginner Beginning”, un principiante agli inizi. Ancora una volta si rifà all’origine delle possibilità legate all’uso del proprio corpo nello spazio dello studio, il suo luogo di lavoro per eccellenza, ma anche di totale intimità.

La mostra, caratterizzata dall’inclusione di pochissimi oggetti reali, indaga l’approccio concettuale e fenomenologico del lavoro di Nauman ricostruendo un’esperienza immersiva per il visitatore, invitato a mettersi in gioco con il proprio corpo, i sensi e l’intelletto, un processo essenziale per comprendere pienamente la ricerca dell’artista.

Oltre che nella serie dedicata al Contrapposto, l’indagine sull’uso del corpo è ulteriormente approfondita sia attraverso la presenza di video storici che vedono l’artista protagonista, come in Bouncing in the Corner No.1, 1968, e Lip Sync, 1969, che tramite l’eccezionale riproposizione dal vivo di tre performance (Untitled or Extended Time Piece, 1969, Untitled, 1969, Untitled, 1969) che saranno interpretate continuativamente per tutto il periodo di apertura della mostra grazie alla partecipazione di 14 performer selezionati.

Allo stesso modo il visitatore si immergerà nell’opera sonora For Children (2010) o nel “sussurro forte” dell’artista riprodotto dall’installazione audio Steel Channel Piece (1968) o ancora, tra le altre, in Soundtrack from First Violin Film (1969), un LP che raccoglie in un unico brano audio le tracce sonore estratte da diverse azioni corporee filmate.

Per meglio comprendere la visione e la tecnica di Nauman, il percorso espositivo presenta anche For Children/For Beginners, composto da disegni all’origine di due opere sonore esposte in mostra. In questo dittico del 2009, realizzato con grafite su carta, come in una poesia, le variazioni e le ripetizioni negli abbozzi scarabocchiati, emerge l’arguzia dei collegamenti e dei giochi di parole.

Il tema dello studio viene approfondito in particolare dall’opera Nature Morte realizzata nel 2020, esposta per la prima volta in Europa a Punta della Dogana. Come nella sua presentazione alla Galleria Sperone Westwater a New York, l’opera è allestita con tre proiezioni murali che riprendono lo studio dell’artista in New Mexico in 3D e che il visitatore può esplorare muovendosi nello spazio attraverso un iPad collegato in modalità wireless. Una vera e propria esperienza immersiva e virtuale, tanto fisica che digitale, che permetterà per la prima volta a chiunque di scoprire ogni oggetto, ogni angolo e ogni dettaglio dello studio di Nauman dalle sale di Punta della Dogana.


Bruce Nauman, Nature Morte, 2020

In occasione della mostra a Punta della Dogana l’opera sonora For Beginners (instructed piano) di Bruce Nauman sarà installata nel sotoportego de l’Abazia dal 19 al 30 maggio e dal 3 al 12 settembre 2021. L’opera è anche presente nelle sale di Punta della Dogana per tutta la durata della mostra.

Arriva il Serpentine Pavilion Conterpsace 2021 + Gates 2022

 


La Serpentine Gallery spiazza un poco tutti proponendo per il prossimo anno a Theates Gates la realizzazione del suo Serpentine Pavilion nato come attenzione ad un'architetto che ora però torna nella sfera del mondo dell'artista. 



Intanto annuncia per il prossimo 11 Giugno l'apertura del ventesimo progetto del Serpentine Pavilion ideato dallo studio d'architettura e design Counterspace selezionato per quest'anno.


Nairy Baghramian alla GAM di Milano con la Fondazione Furla

 


Ripartono dal 26 Maggio le Furla Series con le opere Nairy Baghramian alla GAM - Galleria d’Arte Moderna di Milano, con la curatela di Bruna Roccasalva.

Prima #mostra personale di Nairy Baghramian in un’istituzione italiana, Misfits è un progetto ideato appositamente per gli spazi della GAM, che restituisce alcuni nuclei fondanti della ricerca dell’artista: dall’interesse ad attraversare e ripensare il confine tra interno e esterno, all’analisi del rapporto che lega l’oggetto estetico e la cornice istituzionale che lo ospita.

Nairy Baghramian porta avanti da due decenni una rigorosa ricerca formale e concettuale che esplora la relazione tra architettura, oggetto e corpo umano. La sua riflessione sul potenziale politico della forma scultorea sostiene anche l’importanza della fisicità dell’opera, capace di incarnare idee e presupposti teorici attraverso le proprie specificità formali, materiali ed espositive.

Per Baghramian ogni opera d'arte, pur nella sua sostanziale autonomia, è sempre legata al tempo, al luogo e al tessuto politico-sociale in cui è inserita. L'idea di Misfits nasce dallo specifico contesto urbano in cui si trova la GAM, un giardino il cui accesso agli adulti è consentito solo se accompagnati da bambini. Ibridando una riflessione sul gioco come dispositivo educativo con l'interesse a intervenire sugli spazi che segnano un confine, l'artista ha ideato una serie di sculture di grandi dimensioni realizzate in marmo e fusioni in alluminio dipinto, formalmente concepite per abitare sia lo spazio interno sia quello esterno al museo.   

Le forme scomposte di queste sculture, che ricordano la struttura tipica di certi oggetti ludici basati sull'incastro di forme geometriche, diventano il punto di partenza per interrogarsi su come delusione, disadattamento, inadeguatezza e fallimento non solo possono essere esperienze nella formazione dell'individuo, ma anche avere una autonoma ragion d'essere come manifestazioni formali. 

Furla Series - Nairy Baghramian. Misfits è il frutto della collaborazione tra Fondazione Furla e la GAM - Galleria d'Arte Moderna di Milano, con il generoso contributo della Fondazione Henraux per la produzione delle opere in marmo. 


NAIRY BAGHRAMIAN

Nairy Baghramian è un’artista visiva nata nel 1971 in Iran. Nel 1984 si è trasferita a Berlino dove attualmente vive e lavora. Ha esposto con mostre personali presso importanti musei tra cui: MUDAM, Luxembourg (2019); Festival d’Automne á Paris at École des Beaux-Arts (2018); Museo Reina Sofia, Madrid (2018); SMK, Copenhagen (2017); Walker Art Center, Minneapolis (2016); S.M.A.K, Ghent (2016); Museo Tamayo, Mexico City (2015); Museo Serralves, Porto (2014); Art Institute of Chicago (2014); Serpentine Gallery con Phyllida Barlow (2010); Studio Voltaire, London (2009); Kunsthalle Basel (2006). Ha partecipato a biennali e importanti eventi espositivi internazionali tra cui: Performa 19, New York (2019); Biennale di Venezia (2019 e 2011); Yorkshire Sculpture International (2019); documenta 14, Kassel e Atene (2017); Skulptur Projekte Münster (2017 e 2007); 14ma Biennale di Lione (2017); Glasgow International Festival of Visual Art (2012); Berlin Biennale (2014 e 2008). Baghramian è stata tra i finalisti dell’Hugo Boss Prize 2020 e ha ricevuto numerosi riconoscimenti: Malcolm-McLaren-Award con Maria Hassabi (2019); Zurich Art Prize (2016); Arnold-Bode Prize, Kassel (2014); Hector Prize, Kunsthalle Mannheim (2012); Ernst Schering Foundation Award (2007). Sue mostre personali saranno prossimamente presentate in diverse istituzioni: Secession, Vienna (2021); Haus der Kunst, Munich (2022); Carré d’Art, Nîmes (2022); Nasher Sculpture Center, Dallas (2022). I suoi lavori sono in collezione presso prestigiosi musei come: Museum of Modern Art, New York; San Francisco Museum of Modern Art, San Francisco; Salomon Guggenheim Collection, New York; Walker Art Center, Minneapolis; Tate Modern, London; MUDAM Luxembourg; Museo Tamayo, Mexico City; Museo Jumex, Mexico City; Nasher Art Center, Dallas; Art Institute Chicago.


23/05/21

Re:Humanism – Re:define the Boundaries al Maxxi di Roma

 

 Photo by Sebastiano Luciano; courtesy Re:Humanism.

La mostra "Re:Humanism – Re:define the Boundaries" si propone come un'interessante percorso di riflessioni, ideate dalla curatrice Daniela Cotimbo , sulle relazioni fra Intelligenza Artificiale e l'arte contemporanea, l'esposizione è realizzata con il sostegno di Alan Advantage. 

In mostra propone i progetti vincitori della seconda edizione del Re:Humanism Art Prize che attraverso una call for artists internazionale ha raccolto oltre duecento candidature da tutto il mondo. Ai dieci finalisti si aggiunge l’opera di Francesco Luzzana, vincitrice dello speciale Romaeuropa Digitalive Prize che verrà invece presentata nell’ambito del celebre festival romano nell’autunno del 2021. Anche quest’anno il filo conduttore del Premio è stato quello di ricercare nei progetti una visione propositiva del futuro, attraverso una riflessione speculativa sul medium dell'intelligenza artificiale, incentivando lavori che prevedano l'uso del mezzo o anche l'analisi delle sue implicazioni sociali e culturali. 

Le trasformazioni dei concetti di Corpo e Identità nell’era dell’Intelligenza Artificiale e le implicazioni politiche che ne conseguono, le nuove modalità di produzione della conoscenza e i cambiamenti introdotti dalla robotica e dal machine learning, la definizione di un approccio antropologico all’IA e le visioni sul futuro del nostro Pianeta. Questi i temi al centro di questa seconda edizione di Re:Humanism che gli artisti hanno interpretato seguendo molteplici traiettorie e concentrandosi su una serie di elementi in grado di creare una nuova visione dello sviluppo tecnologico human-centred. 

Gli Entangled Others, ad esempio, hanno sfruttato le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale per immaginare nuove forme di relazione, a partire dallo studio dei meccanismi che regolano la convivenza all’interno delle barriere coralline;  Irene Fenara partecipa, invece, con un progetto che rilegge in chiave metaforica il fenomeno dell’estinzione delle tigri e la necessità di preservare una memoria digitale; mentre Yuguang Zhang si interroga sulla relazione che ci lega agli oggetti di uso quotidiano e al confine sottile tra umano e non umano. 

Tra gli altri finalisti: Johanna Bruckner riflette sull’instabilità delle categorie di sesso e genere, il collettivo Umanesimo Artificiale si è occupato di tradurre in suono le mutazioni del DNA, mentre il duo formato da Elizabeth Christoforetti & Romy El Sayah propone un nuovo approccio urbanistico e progettuale. Mariagrazia Pontorno ed Egor Kraft con le loro opere hanno stabilito una connessione tra tecniche antiche e tecnologie contemporanee, e mentre Numero Cromatico pone la questione del futuro dell’artista umano nel mondo dell’IA, Carola Bonfili esplora mondi della realtà virtuale popolati dalle sue creature, sperimentando il perturbante dato dallo scollamento tra percezione della propria alterità e coscienza.

Gli artisti e i progetti sono stati selezionati da una giuria composta da curatori d’arte ed esperti di tecnologie avanzate: Alfredo Adamo, CEO di Alan Advantage; le curatrici, storiche e critiche d’arte Daniela Cotimbo, Federica Patti e Ilaria Gianni; il curatore e storico dell’arte Valentino Catricalà, l’artista Lorem e Michael Mondria, managing director ad Ars Electronica; il ricercatore Mauro Martino, fondatore e direttore del Visual Artificial Intelligence Lab all'IBM Research e Trond Wuellner, Product Director di Google.

Durante il periodo della mostra, si svolgeranno inoltre una serie di incontri e talk, in streaming, con alcuni esperti di Intelligenza Artificiale, con gli artisti e con esponenti del mondo dell’arte e della cultura contemporanea.


 Photo by Sebastiano Luciano; courtesy Re:Humanism.


LE OPERE

Dalla biodiversità alla coscienza ecologica, dall’identità di genere alla costruzione di nuove forme relazionali, dal rapporto tra esseri umani e dispositivi tecnologici all’esplorazione delle potenzialità narrative e creative di un’intelligenza artificiale: sono questi gli elementi e i grandi temi che emergono dalle opere esposte nello Spazio CORNER MAXXI per Re:Humanism – Re:define the Boundaries.

Sul doppio fronte ecologico e sociologico si muove l’opera prima classificata, firmata dagli Entangled Others, duo artistico di base a Berlino composto dall’artista, ricercatore e architetto Feileacan McCormick e Sofia Crespo. Beneath the Neural Waves 2.0, ripropone un ecosistema acquatico in digitale in grado di esplorare i concetti di biodiversità e relazione tra specie: l’idea nasce dallo studio della barriera corallina, esempio perfetto di interconnessione nel mondo naturale dove nessuna creatura è il componente principale ed è invece l’intreccio di tutte le singole parti che genera l’ecosistema complesso. Attraverso l’utilizzo del deep learning, i due artisti estrapolano pattern ricorrenti all’interno di questi ecosistemi, traducendoli in modelli tridimensionali e in nuove possibili forme relazionali.

Da una presa di coscienza ambientale nasce anche il progetto vincitore del secondo premio: Three Thousand Tigers dell'artista bolognese Irene Fenara. Partendo da 3.000 immagini fotografiche di tigri (corrispondente al numero attuale degli esemplari presenti in natura), Fenara utilizza un algoritmo generativo che replica la tradizionale tecnica di trama e ordito per realizzare, con l'ausilio di artigiani indiani, un arazzo in tessuto che mantiene alla fine solo alcune delle caratteristiche originali dell’animale. Con il tentativo di accrescere la fauna digitale di un animale in via di estinzione, il progetto riflette sul parallelismo linguistico tra il mondo naturale e la produzione di immagini, nel tentativo paradossale di salvare una specie.

L’installazione, terza classificata, (Non-)Human: The Mooving Bedsheet, di Yuguang Zhang – media artist e ricercatore alla New York University – si interroga sulla relazione che ci lega agli oggetti di uso quotidiano e al confine sempre più sfocato tra umano e non umano. Le tecnologie emergenti ci lasciano intuire un futuro popolato da intelligenze non umane, seguendo questa scia di pensiero l’opera evoca l'umanità nascosta negli oggetti e nelle immagini.

La genetica dialoga con gli algoritmi e il sound design in ABCD1, progetto del collettivo Umanesimo Artificiale. Attraverso l’Intelligenza Artificiale gli artisti realizzano una sonificazione delle mutazioni del DNA e, in particolare, del gene ABCD1, che causa l’adrenoleucodistrofia, una rara malattia neurologica genetica che provoca l'accumulo di acidi grassi nel cervello, compromettendo la corretta funzione cerebrale. Nato da un’esperienza personale con la malattia, il progetto si presenta come un'installazione sonora: DNA sano e DNA mutato creano una giustapposizione di suoni alienante e ipnotica che pone lo spettatore davanti a un’esperienza interattiva e una rappresentazione visiva della mutazione.

Fra i territori della biologia, e non solo, si muove l’artista svizzera Johanna Bruckner. L’installazione video Molecular Sex ha come protagonista un sex-robot gender fluid che incarna contemporaneamente approcci di sessualità appartenenti a forme di vita differenti, dal batterio alla stella marina, decostruendo le relazioni esistenti in un flusso di visioni di corpi plastici che si smembrano e si ricompongono in forme del tutto nuove, confermando l’instabilità delle categorie di sesso e genere.

A delineare le coordinate di un nuovo tipo di urbanistica, mettendo in discussione il concetto rinascimentale di autorialità in architettura è Body as Building di Elizabeth Christoforetti e Romy El Sayah, entrambe ricercatrici alla Graduate School of Design di Harvard. L’opera propone un approccio progettuale in cui ogni individuo partecipa alla creazione del proprio contesto abitativo: la casa diventa un'estensione del corpo, l’urbanistica un insieme mutevole di "quartieri" corporei, corpi-casa unici che si accumulano in un'identità collettiva processata da un’intelligenza artificiale.

Sulla relazione tra tecniche antiche e tecnologie contemporanee si concentrano le opere di Egor Kraft e di Mariagrazia Pontorno. Il primo, con l’opera Chinese Ink, riflette in particolare sulla sopravvivenza dell’antica pittura cinese a inchiostro nel mondo tecnologico, condizione che permette di elaborare nuove forme estetiche e linguaggi visivi inediti: tralasciando la tradizione iconografica e concentrandosi sulla natura della materia, Kraft realizza un’installazione generativa in grado di produrre una dozzina di immagini al secondo che simulano l’effetto dell’inchiostro sulla carta assorbente. Il lavoro di Pontorno, invece, prende le mosse dall’antico manoscritto di Voynich, misterioso ed esoterico codice risalente al XV secolo e scritto in una lingua sconosciuta. Con Super Hu.Fo* Voynich l’artista si prefigge l’obiettivo di tradurre una parte di codice, utilizzando il machine learning e l’intelligenza artificiale, ma fornendo la soluzione da trovare, soggettivando così in partenza il percorso di traduzione della macchina.

Numero Cromatico, collettivo di artisti visivi e ricercatori nell’ambito delle neuroscienze, presenta Epitaphs for the human artist, opera che riprende la forma letteraria dell’epitaffio per decretare la morte dell’artista umano. Attraverso un generatore di testi (progettato in collaborazione con l’Università di Verona) basato sulle Reti Neurali Artificiali, il gesto intimo della commemorazione del defunto – intrinseco alla forma letteraria dell’epitaffio – è qui rimandato alla macchina che, simbolicamente, congeda dal mondo dei vivi l’artista-umano. 

Carola Bonfili ci porta dentro l’universo di un videogame per raccontare, in uno spin-off del gioco, gli stati d’introspezione di una creatura ibrida, aliena, che vaga malinconica nei mondi di The Flute-Singing, video in CGI che rielabora paesaggi e simbologie di diverse opere letterarie, rivisitandole grazie ad un’Intelligenza Artificiale in grado di riprodurne di proprie. Il risultato è un effetto disturbante e ansiogeno, una realtà in cui una creatura artificiale che ha interiorizzato un repertorio destrutturato di comportamenti umani, si interroga sul proprio essere nel mondo. 

Per scoprire il progetto dell’artista Francesco Luzzana, vincitore del premio speciale Romaeuropa Digitalive, bisognerà invece aspettare l’autunno quando verrà presentato nell’ambito del Romaeuropa Festival 2021. Co-prodotta dalla Triennale di Milano, Object Oriented Choreography è un’installazione/performance in realtà virtuale che attraverso un dispositivo collaborativo fa connettere il pubblico con l’Intelligenza Artificiale e la performer, dando vita a una vera coreografia in continuo divenire.


Sponsor e partner
Con il sostegno di Alan Advantage
Main Sponsors Enel, Wallife
Con il supporto di Pi Campus, Romaeuropa, Kappabit, Assotelecomunicazioni
In Network con EIA Factory, Filosofia in Movimento
Partner Tecnico Hueval
Media partner Artribune
Con il patrocinio di RAI

Info e orari
Opening: 5 Maggio 2021
Ingresso libero, contingentato
dalle ore 14.00 alle 19.00  Dal 5 al 30 Maggio 2021  ingresso libero
Weekend su prenotazione: re-humanism.com
[apertura al pubblico da orario museale, secondo le ultime disposizioni dell’ultimo DL].

22/05/21

Dior e Lodola



 Prosegue il dialogo del gruppo Dior, curata da Maria Grazia Chiuri, con l'arte contemporanea e quest'anno, dopo la collaborazione con Marinella Senatore dell'anno scorso, è con le opere di Marco Lodola, che sono presenti sulle facciate delle principali sedi e negli interni dei negozi del famo marchio parigino. 



L'evento era stato annunciato durante la collezione autunnale e ora si possono vedere le opere nei tantissimi store, dove le colorate forme proto-futuriste dialogano con i tantissimi prodotto della maison francese

il Bosco delle artiste a Torino

 La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo realizzerà a fine giugno un interessante progetto intitolato il Bosco delle artiste. Si tratta di una iniziativa che guarda alla promozione del verde e alla parità di genere. Verranno messi a dimora 13 Liriodendron tulipifera ognuno dedicato a una figura femminile della storia dell'arte, l'intervento si realizzerà nel giardino Fergat, posto davanti alla fondazione, e sarà inaugurato il prossimo 30 giugno.

21/05/21

Prossimamente Artissima

Ed ecco che la complessa macchina della più giovanile fiera d'Europa è partita con l'annuncio di alcune novità e delle date della Fiera, che si terrà dal 5 al 7 novembre 2021, sarà la ventottesima edizione della fiera, diretta per il quinto anno da #ilariabonacossa. Ibrida, sperimentale e all’insegna della qualità, per raccontare il “Controtempo” dell’arte.

Artissima Internazionale d'Arte Contemporanea di Torino annuncia il prossimo atteso appuntamento con la ventottesima edizione della fiera, l'unica in Italia esclusivamente dedicata all'arte contemporanea, per il quinto anno diretta da Ilaria Bonacossa.

 

Il 2020 ha visto #Artissima rispondere con instancabile energia e rapidità alle istanze della pandemia, dando vita a un'edizione ibrida che ha saputo tutelare le gallerie e al contempo mantenere il carattere sperimentale di una proposta di qualità commerciale e culturale. Forte di questa esperienza e di tutte le conoscenze e competenze acquisite in un anno tanto complesso, Artissima nel 2021 si articolerà in una attenta combinazione tra fisico e digitale.

 Da venerdì 5 sino a domenica 7 novembre 2021 gli ampi e luminosi spazi dell'Oval di Torino accoglieranno le quattro storiche sezioni della fiera – Main Section, New Entries, Dialogue/Monologue e Art Spaces & Editions – e il pubblico, in linea con gli elevati standard di sicurezza che #Artissima è in grado di offrire e in conformità alle regole e alle disposizioni di legge vigenti al momento dell'apertura.

 Artissima XYZ – la piattaforma digitale che dal 2020 ospita le tre sezioni curate della fiera, Present Future, Back to the Future e Disegni – sarà visibile online dal 4 a 9 novembre 2021 e fisicamente in tre mostre collettive allestite nel padiglione fieristico.

 Artissima 2021 nasce in una situazione temporale anomala, più volte definita e percepita come "sospesa" e "statica", ma che in realtà continua, inesorabilmente, a produrre nuove visioni, idee, modi di agire e reagire. L'eredità dei tempi critici spinge ad attivare un cambio di passo che si manifesta nella necessità di trasformare la fragilità in forza attraverso una visione creativa. Da qui nasce la volontà di dedicare la ventottesima edizione della fiera al concetto di Controtempo. Termine mutuato dall'ambito musicale, qui eletto a metafora della capacità dell'arte di battere sugli accenti deboli trasformandoli in punti di forza e creando un contrasto di voce dominante. Un impulso dinamico che genera nuovi ritmi visivi con tempi e respiri necessari, contrastati, interstiziali.

 "L'arte – spiega Ilaria Bonacossa – ha sempre agito in un 'controtempo emotivo e formale' grazie a intuizioni che anticipano il futuro cambiando le traiettorie di visione della realtà, scalzando i paradigmi e aprendo a interpretazioni e prospettive imprevedibili eppure imprescindibili. Sotto questa luce, la storia dell'arte si compone di una polifonia di voci a tempo e in controtempo, legate in una sinfonia unica e sorprendente. Una sinfonia che #Artissima vuole continuare e contribuire a scrivere".


LE NOVITÀ 2021 IN PILLOLE

Le prime novità che caratterizzeranno #Artissima 2021 sono la nomina di Main Partner di Intesa Sanpaolo, l'ingresso di tre nuovi componenti nei comitati di selezione e curatoriali, l'introduzione di temi rinnovati per le tre sezioni curate ospitate online su Artissima XYZ e, per concludere, la nuova immagine grafica che darà riconoscibilità all'edizione.


INTESA SANPAOLO NUOVO MAIN PARTNER DI ARTISSIMA

Dopo una #partnership progettuale avviata nel 2020, Artissima è felice di annunciare la nomina di Intesa Sanpaolo come Main Partner della fiera.

Artissima e #intesasanpaolo condividono l'idea che l'arte sia un motore fondamentale per riattivare meccanismi virtuosi di dinamismo sociale e arricchimento culturale.

 

"In una logica di crescente attenzione del nostro Progetto Cultura verso la promozione dell'arte moderna e contemporanea – dichiara Michele Coppola, Executive Director #arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo – rinnoviamo e rafforziamo la collaborazione con l'importante fiera torinese. Al centro del nostro impegno sono le collezioni d'arte di proprietà, le Gallerie d'Italia e #torino, e va in questa direzione la vicina apertura del nuovo museo di #intesasanpaolo a Palazzo Turinetti dedicato alla #fotografia e al mondo digitale. Il grande progetto di Piazza San Carlo, anche grazie al lavoro con #Artissima, contribuirà a confermare il ruolo di #torino come una delle città più apprezzate dell'arte contemporanea".

 

I COMITATI

Il comitato di selezione delle gallerie partecipanti in Main Section, New Entries, Dialogue/Monologue e Art Spaces & Editions vede il team di galleristi internazionali composto da Isabella Bortolozzi, galleria Isabella Bortolozzi di Berlino, Paola Capata, galleria Monitor di Roma, Lisbona e Pereto, Raffaella Cortese, galleria Raffaella Cortese di Milano, Nikolaus Oberhuber, galleria KOW di Berlino, e Alessandro Pasotti, galleria P420 di Bologna, arricchirsi di un nuovo membro: Philippe Charpentier della galleria Mor Charpentier di Parigi.

Caterina Avataneo, curatrice indipendente di base a Londra e #torino, sarà invece la nuova consulente curatoriale per la sezione New Entries, riservata alle gallerie giovani aperte da meno di cinque anni e presenti ad #Artissima per la prima volta.

 

ARTISSIMA XYZ

Le tre sezioni curate – Present Future curata da Ilaria Gianni e Fernanda Brenner, Back to the Future curata da Lorenzo Giusti e Mouna Mekouar, e Disegni curata da Bettina Steinbrügge e Lilou Vidal, nuovo membro del team curatoriale della sezione – vivranno per il secondo anno, sulla piattaforma cross-mediale Artissima XYZ, esperienza arricchita nel 2021 da una presentazione fisica collettiva nel padiglione fieristico. Artissima XYZ, sostenuta da Fondazione Compagnia di San Paolo, nasce in continuità con #Artissima Digital, ecosistema digitale della fiera dal 2017.

 

Le sezioni curate Present Future, Back to the Future e Disegni vivranno in uno spazio cross-mediale capace di andare oltre la classica struttura delle viewing-room e dei cataloghi digitali, offrendo contenuti freschi ed esperienziali per approfondire il lavoro di tutti i principali attori coinvolti: le gallerie, gli artisti, i curatori. Tre sezioni, trenta artisti per trenta gallerie, dieci per ogni sezione: ogni team curatoriale – con un costante e stimolante lavoro di ricerca e dialogo con le gallerie – selezionerà per la propria sezione dieci progetti inediti di altrettanti artisti presentati dalla loro galleria di riferimento, seguendo una precisa visione tematica.

Per l'edizione 2021, #Artissima XYZ presenterà anche tre mostre fisiche all'Oval, una per ogni sezione, con lavori selezionati per ciascuna delle gallerie partecipanti.

 

Present Future

Present Future, sezione dedicata ai talenti emergenti, preferibilmente di età inferiore ai 40 anni, vede riconfermato il team curatoriale composto dalle curatrici indipendenti e scrittrici Ilaria Gianni e Fernanda Brenner.

Nelle loro parole: "Affrontando il mistero e il misticismo, Present Future 2021 si proporrà di contrastare una visione del mondo ridotta a meri fatti, descrizioni e progetti. La sezione indagherà l'ignoto, ponendo l'accento sulla soggettività e sul legame tra esprimibile e inesprimibile. L'arte fornisce un altro modello per espandere i nostri sensi e Present Future offrirà una vetrina agli artisti animati dalla consapevolezza che il tutto è sempre superiore alla somma delle sue parti".

 

Back to the Future

Anche il team curatoriale di Back to the Future si conferma composto dal Direttore della GAMeC – Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo Lorenzo Giusti e dalla curatrice indipendente e critica d'arte Mouna Mekouar. La sezione presenta progetti monografici di grandi pionieri dell'arte contemporanea del secolo scorso attivi ancora oggi, accogliendo quest'anno opere realizzate a partire dal 1960 in dialogo con opere recenti, del 2020.

Nelle loro parole: "Nel progredire del nuovo millennio, il 2020 si è inserito come un anno di pausa. Un tempo di arresto, un tempo di libertà. In questo contesto, la sezione Back to the Future 2021 cercherà di esplorare le produzioni degli artisti del XX secolo accostandole a quelle create nell'anno 2020. Attivi nel secolo scorso, questi artisti evocheranno – con libertà e con un'impronta personale – il loro presente, trasferendo la loro esperienza di essere nel qui e ora, in un mondo presente. Un presente che presuppone un mondo passato. Un presente che si apre su un nuovo millennio".

 

Disegni

Il team curatoriale di Disegni vede quest'anno l'ingresso di Lilou Vidal, curatrice indipendente e editor con sede a Bruxelles e #torino, insieme a Bettina Steinbrügge, direttrice del Kunstverein di Amburgo e amministratore delegato della Kunstmeile Hamburg. Disegni è la sezione di #Artissima che presenta progetti monografici dedicati alle sperimentazioni più contemporanee con la pratica del #disegno, originariamente associata alla carta e poi trasformatasi.

Nelle loro parole: "La sezione Disegni 2021 sottolinea gli aspetti polimorfici del #disegno attraverso le sarcastiche narrazioni poetiche e le pratiche di dieci artisti di generazioni e geografie diverse. Nell'ambito di una riflessione sulla contemporaneità, indagherà come gli artisti abbiano fatto ricorso a scenari umoristici o grotteschi come contropotere alternativo e speculativo per eludere le aberrazioni della realtà (o la tragedia dell'esistenza)".


LA NUOVA GRAFICA

L'immagine coordinata del 2021 è affidata per il quarto anno allo studio grafico torinese FIONDA, che così presenta la nuova grafica:

"La serie incalzante di immagini che quotidianamente riceviamo, se viste attraverso prospettive e inclinazioni diverse, ci mostrano e ci svelano nuove realtà. Abbiamo bisogno di farci sorprendere da frammenti rivelatori che ci ricordino l'esistenza di altre modalità di registrazione di tutto ciò che ci circonda.

Lo specchio è lo strumento che ci permette di guardare ciò che i nostri occhi non riescono a vedere; il suo riflesso è sempre una scoperta, una visione di una realtà prima invisibile e sconosciuta.

Non una sola verità, quindi, non un solo ora: un attimo dopo, oppure un attimo prima: Plurimie, pluritmie. Giocare d'anticipo oppure scegliere di scivolare su un leggero voluto ritardo. Asincronie, diacronie.

Come l'accento forte dà maggior impulso al tempo debole, così gli specchi rivelano misteri e celebrano nuove verità. Nessuna formula magica per ricomporre il mondo, nessuna immagine finale certa. Solo nuove prospettive, solo nuovi sguardi. Controtempo".