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24/01/11

Arte è identità ?




Tornando dall’interessante mostra Modernikon in questi giorni alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, sono rimasto particolarmente colpito dalla neutralità delle opere.

Cioè, che molte di quelle proposte, paiono prive di un’identità culturale ma singole opere di un soggetto, che potrebbe essere di qualsiasi nazionalità, in quanto le origini socio-culturali, in questo caso russe, non hanno più elementi di riconoscibilità/rappresentazione nelle opere stesse, tolto i casi in cui siano documentative.

La stessa sensazione mi è scaturita alla Pinacoteca Agnelli, il giorno dopo, dove è in corso una mostra di arte cinese.

Questo sicuramente è un segno della globalizzazione che omogeneizza tutto, depauperando così il patrimonio collettivo delle società culturali. In tal modo la bellezza della diversità scompare. Il fascino di modi, usanze, tradizione, diverse lentamente viene dimenticato e annullato.

Tale aspetto mi pare molto interessante perché pone sempre di più in dubbio il senso di cultura, cioè di patrimonio identitario, che sempre di più stiamo perdendo, o forse sbaglio ad avere questa visione così sociale?

23/01/11

doattime 23 Gennaio 2011

Lazaro Pardo de Lagos I martiri francescani del giappone

Joseph Nicéphore Niépce sguardo dalla finestra Le Gras,

Lindisfarne Gospels

Lindisfarne pagina di vangelo

selce lavorata a mano, proveniente da West Tofts Norfolk

pietra da Towie

Torii Kiyotada scene di teatro

Jayavarman

Gustav Klimt, disegno

Adolph Menzel stanza con balcone

Museo della Ceramica di Mondovì




Dai primi giorni di Dicembre la provincia di Cuneo si è arricchita di un nuovo meraviglioso spazio espositivo, il Museo della Ceramica che ha trovato spazio nello stupendo Palazzo Fauzone di Germagnano a Mondovì Piazza, che da un lato guarda sulla stupenda Piazza maggiore e sull’altro i primi accenni delle dolci colline delle Langhe.

Direttrice di questa nuova importante istituzione è Christiana Fissore, autrice della nota ricerca La ceramica a Mondovì nell’Ottocento” pubblicata da Allemandi.

Raccolte nei diversi piani e proposte al pubblico ci sono oltre seicento pezzi di pregiata ceramica selezionati fra duemila pezzi custoditi nei depositi, fruibili a studiosi, collezionisti e cultori della materia.

Parte di questa vasta raccolta proviene dalla collezione di Marco Levi, ultimo proprietario e direttore della fabbrica Vedova Besio e figlio.

L’istituzione è nata dalla collaborazione tra il Comune di Mondovì e la Fondazione Museo della Ceramica Vecchia Mondovì”, attualmente presieduta da Guido Neppi Modona, nipote di Marco Levi. Il Museo è stato realizzato grazie ai contributi del Ministero dei Beni Culturali, della Regione Piemonte, della Compagnia di San Paolo, delle Fondazioni della Cassa di Risparmio di Cuneo e della Cassa di Risparmio di Torino.

Entrando nel palazzo si viene accompagnati nella visita da personale competente e simpatico. Superato il piacevole bookshop, che propone delicati oggetti, si giunge al primo piano, dove un percorso storico/culturale ci immerge, grazie anche a particolari soluzioni tecnologiche contemporanee, ideate dallo Studio Azzurro di Milano, nella viva materia della ceramica, nelle sue tecniche nel suo svilupparsi sul territorio monregalese in relazione con le più contemporanee trasformazioni europee.

Nelle diverse camere si procede così nella storia e nelle diverse tecniche, in particolare quelle decorative illustrate mostrando i pezzi e gli strumenti per realizzarle.

Al secondo piano una serie di piacevoli stanze ci propongono parte della grande collezione di pezzi che il museo possiede. Si attraversa così la bellezza di questo materiale così duttile e malleabile che trasformato dalla fantasia umana, assume forme e colori che si sviluppano con lo svolgere del tempo, attraversando gusti e mode di questi ultimi secoli fino al nostro presente, risvegliando il noi il piacere del tatto e delle forme.

Nelle moderne teche si potranno visionare le note ceramiche col tipico galletto dalla coda variopinta, ma anche tantissimi diversi celebri servizi da tavola, ideate dai primi anni dell’ottocento fino alle recenti leggiadre forme dell’art déco e del più recente design industriale.

Termina il percorso una piacevole istallazione multimediale che rinnova il piacere di apparecchiare una tavola seguendo svariati gusti e tradizioni.

Apertura Venerdì e Sabato dalle 15:00 alle 18:00. Domenica dalle 10:00 alle 18:00
Prezzo Intero 6,00 € – Ridotto 3,00 €
laboratori didattici per le scuole alla mattina con visite su richiesta per gruppi e scuole anche fuori dagli orari di apertura
Informazioni: Ufficio turistico - tel. 0174 40389
Comune di Mondovì - tel. 0174 559274
e-mail: turistico@comune.mondovi.cn.it;

Ogata Korin susino rosso

John Constable studio di il tronco dell' albero di olmo

Hasegawa Tohaku foresta di pini

20/01/11

August Sander, ritratti, paesaggi, architetture.


Il Théâtre de la Photographie et de l'Image di Nizza espone 120 immagini di August Sander, alcune delle quali sono vintage prints e stampe realizzate in seguito da suo figlio, Gunther, che ha lasciato un archivio di quasi 10.000 negativi.

La mostra è stata progettata da Gerd Sander, nipote di August Sander, e congiuntamente organizzato dalla Colonia Priska Pasquer e il Théâtre de la Photographie et de l'Image.

In una dichiarazione fatta sulla sua professione, nel Novembre 1927, August Sander risponde alla domanda "come è nata l'idea per creare questo lavoro" ... Egli rispose: "Vedere, osservare e pensare".


Nato nel 1876 a Herdorf, Germania, August Sander si stabilì a Colonia nel 1910. Lì, ha fondato il suo laboratorio e ha iniziato a lavorare il primo della serie di immagini che sarebbe poi diventato il suo capolavoro, gli uomini del ventesimo secolo.

Una parte importante del lavoro di August Sander è stato distrutto nel 1942 in un raid aerei, e più tardi da un incendio che ha devastato la sua casa di Colonia nel 1946. Tuttavia, ciò che è stato in grado di salvare è stata esposta per la prima volta al photokina di Colonia secondo (1951) e in seguito sarebbe stato parte della mostra itinerante infame di Edward Steichen (1955) The Family of Man.

August Sander morì nel 1964 a Colonia.

29 gennaio fino al 15 maggio Théâtre de la Photographie et de l'Image de Nice 27 boulevard Dubouchage 06000 Nice

L'arte contemporanea e la Costa Azzurra - un territorio di sperimentazione 1951-2011






Dal 25 Giugno al 7 Novembre 2011, un progetto artistico culturale di promozione sostenuto dalla Provenza-Alpi-Costa Azzurra e dal Ministero della Cultura delle Alpi Marittime.



Sono già 60 gli anni dedicati all'arte contemporanea, dal lontano 1951, sulla Costa Azzurra, per questo motivo l’arte contemporanea sarà l'evento principale dell'estate 2011, in questi luoghi di turismo internazionale.

Si tratta di un bellissimo percorso che ci offrirà una trentina di luoghi di interesse culturale/artistico, centri d'arte, musei, scuole, fondazioni, gallerie, associazioni culturali e artistiche, per presentare attraverso le opere di oltre 200 artisti, una storia ricca di personalità e movimenti artistici.

L'arte contemporanea e la Costa Azzurra sono una realtà che dimostra al di là dei luoghi comuni, come queste coste da più di 60 anni sono un laboratorio formidabile per la presentazione e l’accoglienza degli artisti.

Una dinamica che si reinventa nel tempo e cresce con l’arte, un territorio per la sperimentazione.

Costa Azzurra è sinonimo d'arte, come scritto dallo storico d’ arte André Chastel.

Molte istituzioni, su iniziativa di questa continuità, hanno scelto di organizzare una mostra di carattere storica per evidenziare con più oggetti o materiali ideati dagli artisti dal 1951 (pittura, video, lo scopo, performance, suono, architettura, video, colore, forma e auto-rappresentazione)cosa è successo fino ad oggi.

Questa rassegna di mostre unisce i Musei nazionali del XX secolo nelle Alpi Marittime (Marc Chagall a Nizza, Fernand Leger a Biot, Pablo Picasso a Vallauris, con progetti fuori le mura l’Eco'Parc di Mougins e il cuore del villaggio di Coaraze), i musei Macam a Nizza, il Museo Jean Cocteau a Mentone, Castello Villeneuve / Fondazione Emile Hugues a Vence e il Centro Nazionale d'Arte Contemporanea la Villa Arson a Nizza.

La diversità degli approcci scelti per questo progetto si propone di creare incroci culturali per facilitare riconciliazioni storiche, nel sottolineare ciò che unisce le opere e che cosa le renda diverse, valorizzando la ricchezza intrinseca di ciascuna di essi.

Perché l'arte contemporanea è una storia che continua a reinventarsi sulla Costa Azzurra.

La serie di mostre sono accompagnate da ulteriori proposte diffuse sulla Costa Azzurra. Questi momenti paralleli consentono di fornire ulteriori e diverse prospettive artistiche sui temi fissato dalla grande rassegna storica. Analizzando nella maggior parte dei casi l'identità di queste strutture attraverso esperimenti o progetti che le caratterizzano un modo particolare.

Questi spazi sono : il museo di Arte Concreta a Mouans Sartoux, il Theatre de la Photographie e l'Immagine di Nizza, il Centro International d'Art Contemporain de Carros, Museo Magnelli - Museo Ceramica di Vallauris, la rete Botox[s] con il Museo della Fotografia Mougins, la Station la Maison/galerie singulière, gallerie private (Catherine Issert, Depardieu, Sandrine Mons, la Galleria Soardi, la Galerie municipale de la Marine, l’Atelier Soardi, l’Hôtel Windsor) ma anche luoghi di artisti, Le Dojo, Le Module, l’Eclat, la Cinémathèque de Nice, Nizza Vecchi Macelli, il Forum dell’ Architettura e Urbanistica di Nizza, la Fondazione Hartung Bergman di Antibes, Bernar Fondation Venet a Muy, il laboratorio Sperimentale di Clan e il Museo Internazionale del Profumo di Grasse.

Gabriel Orozco



La Tate Modern di Londra accoglie la più grande mostra dell’artista messicano Gabriel Orozco nel Regno Unito, mostra che aveva già avuto un grande successo al Centre Pompidou di Parigi.

Scultore di rilevanza mondiale, Gabriel Orozco, attivo dagli anni 80, prende ispirazione dall'arte occidentale e latino americana, realizzando opere uniche.

La mostra presenterà tantissime delle sue note opere, più di 80 capolavori, tra cui nuovi lavori mai esposti in precedenza, mixando anche differenti tecniche, quali fotografia, video, installazioni.

Particolare attenzione alla sperimentazione nella scultura con oggetti trovati, sia naturali che artificiali, come la famosa Citroen rimodellata, il teschio a scacchiera bianco e nero. La sua è un tipo di arte che gioca ma porta a riflettere sul senso degli oggetti e sul ruolo che noi diamo a loro.

19/01/11

VIP Art Fair




Il mondo cambia sempre più in fretta e giustamente anche per l'arte le strategie si fanno più attuali e contemporanee.

Per cui non stupisce che mentre in Italia inizia fra pochi giorni la nota fiera di Bologna sul web in anteprima mondiale prende avvio la prima fiera virtuale, con gallerie di rilievo mondiale, fra i tanti nomi Gagosian, David Zwirner, Hauser & Wirth, WhiteCube ...

Per cui potete scegliere o andare a Bologna o fare un giro su http://vipartfair.com/

15/01/11

I Vorticisti fra Londra e New York, 1914 – 1918



Curata da Mark Antliff e Vivien Greene la mostra inizia il 29 Gennaio e durerà fino al 15 Maggio 2011

La Collezione Peggy Guggenheim presenta, per la prima volta in Italia, una mostra interamente dedicata al Vorticismo, il più originale e radicale contributo inglese alle avanguardie artistiche nate in Europa negli anni che hanno preceduto e accompagnato la prima guerra mondiale, caratterizzato da uno stile figurativo astratto che unisce forme dell’era meccanica con l’immagine di energia suggerita dal vortice. Il Vorticismo emerge a Londra in un momento in cui il compassato ambiente artistico inglese è stato appena scosso dall’avvento del Cubismo francese e del Futurismo italiano. Guidato dal poeta Ezra Pound e dall’artista scrittore Wyndham Lewis, e sostenuto dalle filosofie estetiche di pensatori come T.E. Hulme, il Vorticismo germogliò tra il 1913 e il 1917. La guerra, così come le differenze personali e di pensiero, portarono i membri del gruppo ad allontanarsi e, dopo il 1918, il movimento a scemare.

Con oltre 100 opere, tra dipinti, sculture, lavori su carta, fotografie e stampe, l’esposizione rappresenta il primo tentativo di ricreare le tre mostre vorticiste, allestite durante la prima guerra mondiale a Londra e New York, che contribuirono a far conoscere a un pubblico anglo-americano l'estetica radicale di questa corrente. In occasione dell'apertura, sabato 29 gennaio presso l'Auditorium Santa Margherita (Campo Santa Margherita 3689, Venezia) si terrà un simposio internazionale I Vorticisti a cui parteciperanno studiosi italiani, inglesi e americani.

La Collezione Peggy Guggenheim rappresenta la seconda tappa di questa mostra itinerante, inaugurata al Nasher Museum of Art, Duke University, Durham, NC (30 settembre 2010 – 2 gennaio, 2011) e che terminerà il proprio percorso alla Tate Britain, Londra (14 giugno – 4 settembre, 2011).

Vincent Ganivet, Sarah Sze e Assan Smati



Al Mamac di Nizza prende avvio dal 5 Febbraio una mostra con tre giovani artisti che stanno riscuotendo fama internazionale.

Si tratta di Vincent Ganivet, Sarah Sze e Assan Smati.

Laureato alla Ecole Nationale Superieure des Beaux-Arts, Vincent Ganivet sviluppa una pratica artistica dell'assurdo e dell'effimero. Trasforma i materiali, gli oggetti e i fenomeni della vita quotidiana in opere d'arte.

Egli rivela la natura nascosta degli oggetti più banali, portando loro poesia e bellezza. Per questo museo, ha iniziato a costruire una nuova struttura a blocchi (materiale da costruzione vuota e stampato), sfidando gravità.

Sarah Sze unisce la scultura e l'esperienza architettonica. Disperse in costellazioni, spesso a seconda del luogo di esecuzione, le sue strutture sono orchestrate alla maniera di un miniatura. Ogni oggetto è accuratamente posizionati a seconda della sua dimensione, forma, appartenente ad un sottoinsieme, creando così una sorta di catalogo per Museo di Storia Naturale. Per questa mostra, Sarah Sze ha un lavoro intitolato “Incalcolabile (Enciclopedia)”, realizzato nel 2010 per Tanya Bonakdar Gallery di New York.

Il lavoro di Assan Smati trasuda tecnicismo, pur rimanendo sensibile e poetico. Egli mescola la figura umana con un bestiario tutto personale. Come un artisti del passato, Assan Smati disegna, dipinge, scolpisce, scrive. E come artigiani del suo tempo, ha fotografato, utilizza strumenti informatici e costruisce istallazioni. Il suo lavoro conferma l'impegno di Assan Smati per una realistica figurazione artistica che si staglia con forza e modi.

14/01/11

Vittorio Emanuele II nel Castello di Racconigi



Ogni anno il Castello di Racconigi rinnova i suoi fasti storici con un riallestimento scenografico, curato dall’associazione Progetto Cantoregi, dei magnifici spazi della dimora reale.

Quest’anno l’evento è intitolato “Vittorio Emanuele II il re galantuomo - l’infanzia e la giovinezza”, dedicato quindi a colui che fu il primo re dell’Italia unita, di cui quest’anno ricorre i 150 anni di commemorazione.

La visita è ideata fra il piano terra e il primo piano. Passeggiando di salone in salone siamo accompagnati a ricordare la storia giovanile del primo re che unificò il paese, i suoi primi anni di vita, che ebbe nel castello un’intensa presenza.

Molte delle stanze sono state allestite come se i vari eventi storici si fossero appena consumati vivendo in tal modo attimi emotivi di questi avvenimenti.

Gli spazi sono magnificamente restaurati e ogni salone è una meraviglia di bellezza e fasto. Utilizzando le più accorte idee teatrali, recuperando così quadri, busti, bronzi, armi, mobili che fanno parte delle collezioni della residenza, sono state allestite diverse stanze creando allegorie di questi luoghi che ripercorrono le tappe fondamentali della storia di Vittorio Emanuele II, con particolare riferimento agli episodi cardine della prima parte della sua vita, come l’importante figura genitoriale, i rapporti con il casato di Asburgo Lorena, il fratello Ferdinando e l’unione con Maria Adelaide.

Anche le piccole camere delle balie hanno nella loro delicata semplicità un fascino particolare. Ovviamente i grandi saloni sono la parte più affascinante, ma anche i bellissimi bagni o le stupende camere da letto sono incredibili momenti della storia e della bellezza del nostro paese.

La mostra vuole rievocare in modo originale, a 150 anni dall’Unità d’Italia (1861-2011), un momento storico fondamentale per il nostro paese, fornendo un particolare contributo scientifico e documentale attraverso l’esplorazione della vita e delle vicende del principale protagonista del Risorgimento: re Vittorio Emanuele II.

L’esposizione, realizzata dal Castello di Racconigi insieme alla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte e alla Fondazione DNart, completa il suo percorso a Palazzo Reale di Torino, altra sede espositiva dell’evento, dove si coglieranno i due ulteriori aspetti del sovrano: i capitoli della storia che lo portarono al trono d’Italia e la sua vita privata.

Mostra in corso fino al 13 marzo 2011, dal martedì alla domenica, con orario 9-19.30, ultimo ingresso alle 18.30. Lunedì chiuso.
Ingresso: 6 euro, ridotto 5 euro, ridotto gruppi 5 euro, ridotto scuole 3 euro. Ingresso gratuito bambini fino a 5 anni e titolari Abbonamento Musei.
Per informazioni e prenotazioni: T. 011 4369213, info@fondazionednart.it, prenotazioni@fondazionednart.it
Palazzo Reale di Torino - Castello di Racconigi
Fino al 13 Marzo 2011

13/01/11

Biennale di Venezia, nuovi spazi



La Biennale di Venezia prossima alla cinquantaquattresima edizione accresce il suo fascino e sempre di più sono le tante richieste di spazi per le diverse nazioni che desiderano parteciparvi.

Recentemente il direttore Paolo Baratta ha dichiarato sull’edizione inglese del Giornale dell’Arte che si adopererà per ampliare gli spazi usando la storica Sala delle Armi per alcune delle nazioni che ne hanno fatto richiesta per avere un proprio padiglione nazionale, fra esse ci sono : Argentina, Cile, Messico, Portogallo, UAE, Cina, India.

12/01/11

Voodoo



La Fondation Cartier pour l'Art Contemporain di Parigi presenterà per la prima volta un’eccezionale gruppo di oggetti voodoo della collezione Anne e Jacques Kerchache, in una scenografia ideata da Enzo Mari, uno dei più grandi maestri della design industriale italiano. La mostra è organizzata in stretta collaborazione con Anne-Kerchache, ora Douaoui Kamal, che fu la moglie di Jacques Kerchache.

Jacques Kerchache, noto consulente artistico e curatore di mostre, è stato un forte sostenitore delle arti primitive, promuovendo la loro entrata in collezioni dei museo francese più importanti. Fu grazie alla sua iniziativa che il Pavillon des Sessions è stato creato al Louvre nel 2001, così come l’ideazione del Musée du Quai Branly nel 2006.
Jacques Kerchache ha anche collaborato con la Fondation Cartier in molte occasioni, prima sulla tematica come la mostra “À visage découvert” (1992) e “être nature” (1998) nonché la mostra personale del pittore haitiano Patrick Vilaire in “Réflexion sur la mort” (1997).

Il Voodoo, la mostra.
A seguito di queste collaborazioni, Jacques Kerchache e la Fondation Cartier avevano considerato l'organizzazione di una mostra sulla statuaria voodoo, ma questo progetto è stato poi rinviato dopo la sua dipartita nel 2001.
Nel decimo anniversario della sua morte la Fondation Cartier ha deciso di riscoprire il mondo affascinante e segreto del voodoo che è stata una passione di Jacques Kerchache. Attraverso la mostra sul Voodoo, la Fondation Cartier rendere così omaggio a questo grande conoscitore ed esploratore, famoso per il suo attento sguardo, un grande promotore delle culture primitive e dell’arte contemporanea.

L'arte del Voodoo
Già alla fine degli anni Sessanta, Jacques Kerchache riconosceva la potenza estetica e l'originalità della statuaria estetica voodoo e le sue particolari forme. Fu in questo periodo, che durante i suoi primi viaggi nel paese natale del voodoo, attualmente conosciuta come la Repubblica del Benin, cominciò a mettere insieme quella che è diventata la più importante collezione esistente di statuaria vudù africano. La mostra presenterà oltre cento oggetti originali, tra cui alcuni che ora appartengono ad altre collezioni private.

Oggetti di culto
L’evento presenta un insieme antropomorfo di materiali come corde, ossa, conchiglie e ceramiche, che formano sculture voodoo usate con ruolo attivo nella pratica di questo antico culto religioso, ancora oggi attivo dalle coste del Togo alle regioni della Nigeria.
Costituite con uno diversi strati di materie comprendenti anche terra, olio di palma e polvere, queste sculture di strani e misteriosi personaggi emanano tensione e presentimenti mistici. La loro estetica ambigua è strettamente legata al loro ruolo sia protettivo dei loro proprietari dai pericolo e di danneggiamento dei responsabili per le loro difficoltà.

Attraversa la semplicità e il rigore, in un silenzio meditativo, la mostra consentirà di percepire questi oggetti misteriosi e svelarne alcuni valori, rendendo la pienezza e bellezza della statuaria voodoo.

Il catalogo della mostra edito dalla Fondation Cartier è supportato dal contributo di Suzanne Preston Blier, Gabin Djimassé, Marc Augé e dell'artista haitiano Patrick Vilaire.

09/01/11

Per non dimenticare ...




Fra i tanti doni natalizi mi è giunta l’Enciclopedia della Arti Contemporanee curata da Achille Bonito Oliva edita da Electa.

Un bel tomo di oltre 500 pagine.

La cosa che colpisce subito è la suddivisione per 8 aree tematiche: musica, architettura, arti visive, cinema, new media (forse la cosa che più mi piace), teatro, fotografia, letteratura con una postfazione di A.B.Oliva e una introduzione ispirata al pensiero hegeliano di Massimo Cacciari. Piacevole trovare anche fra gli apparati un lemmario, biografie generali e un indice dei nomi.

I diversi tema sono divisi in un testo ampio e quattro capitoli con diversi apporti da personaggi delle differenti aree, tra cui Helga de la Motte per la musica, Arturo Schwarz per l’arte, Toni Servillo sul teatro e tanti altri.

Ogni tema è scritto in modo narrativo, a volte tende a essere più una visione personale dello scrittore che una analisi ampia, ma questa scelta sicuramente può stimolare riflessioni e idee.

Più che sulle arti contemporanee è da vedere come un testo sulla creatività nel novecento.

Nella postfazione ABO tratta del tempo e di come esso possa essere inteso in modo “comico”, cioè consapevolmente inutile, questa può essere quindi la chiave per capire un poco tutto il libro che nel suo passare in rassegna così tanti eventi ne enfatizza la loro marginalità ma anche il loro relativo valore.

In generale un bel tomo, con una bella selezione di immagini sacrificate da una impaginazione lillipuzziana, unico neo la mancanza di nota che potrebbe aiutare maggiormente la lettura, vista la vastità dei temi affrontati. Mentre non capisco come mai non si sia dedicato uno spazio al design, in fondo cosa c’è di più contemporaneo di una creatività industrializzata?

Titolo: l’Enciclopedia della Arti Contemporanee
Prezzo: 75,00 euro.
Editore: Electa


Ecco il sommario

INTRODUZIONE Da Hegel a Duchamp di Massimo Cacciari

MUSICA
Le afasie del cuore. Epifanie del “tempo comico” nella musica del Novecento di Guido Barbieri
Le strutture temporali nell’opera di Edgard di Varèse Helga de la Motte
Studio di un labirinto acustico di Lucia Ronchetti
Il simulacro del tempo di Marco Angius
La durata delle cose di André Eiermann

ARCHITETTURA
Il secolo dei paradossi di Fulvio Irace
Storie di pesci di Jeffrey Schnapp
Giuseppe Terragni di Giorgio Ciucci
Il Mobile Infinito di Peter Weiss
Lezione di sintesi da Le Corbusier di Carlo Olmo

ARTI VISIVE
Il ridicolo sublime di Stefano Chiodi
Gino De Dominicis di Gabriele Guercio
Il padre dell’arte moderna di Arturo Schwarz
Mike Kelley e il comico di John Welchman
Magritte. “L’arte pittorica” come “arte della somiglianza” di Angelo Trimarco

CINEMA
La velocità e la metamorfosi il tempo del comico di Paolo Bertetto
Come vinsi la guerra (The General) di Buster Keaton di Mary Ann Doane
Susanna (Bringing up Baby) di Howard Hawks di Veronica Pravadelli
Jerry Lewis nell’Idolo delle donne (The Ladies Man) di James Naremore
Totò, Peppino e… la malafemmina di Camillo Mastrocinque di Gianni Canova

NEW MEDIA
Imparare a ridere e restare perfettamente pessimisti di Valentina Valentini
Matthew Barney di Massimo Fusillo
On detourne. Godard e il comico di Jorge La Ferla
L’arte che morì dal ridere di Paolo Rosa (Studio Azzurro)
Wrap around the world di Nam June Paik di Jean-Paul Fargier

TEATRO
Il dio selvaggio. Il comico come invenzione linguistica nel teatro del Novecento di Lorenzo Mango
Un pensatore mancino. Valentin e Brecht di Mara Fazio
Dal corpo grottesco al mondo grottesco di Antonio Attisani
L’allegra malinconia di Beckett di Sandro Lombardi
Un comico anarchico di Toni Servillo

FOTOGRAFIA
Il tempo diverso della fotografia di Claudio Marra
Emanuela De Cecco di Cindy Sherman
La rivoluzione pornografica: palingenetica obliterazione dell’incosciente che si infutura nell’antropomorfismo universale (Kant) di Ando Gilardi
Diane Arbus, il poetico grottesco di Federica Muzzarelli
L’oca e il mulino di Ferdinando Scianna

LETTERATURA
Accrescimento di vitalità e coraggio di morire di Andrea Cortellessa
Il comico assoluto, ovvero l’apocalisse di Giuseppe Montesano
Per una storia del fou rire di Edoardo Sanguineti
La comicità in Beckett di Aldo Tagliaferri
Guizzardi e altre comiche di Marco Belpoliti

POSTFAZIONE
La porta dell’attimo: i portatori del tempo di Achille Bonito Oliva

APPARATI
Lemmario a cura di Riccardo Venturi
Bibliografia generale a cura di Andrea Cortellessa
Indice dei nomi.

04/01/11

Milano val bene un quadro




Lascia molto perplessi la proposta, che si ripete anche quest’anno, di presentare un’opera presso il palazzo comunale di Milano, nella suggestiva sala Alessi.

Dopo Caravaggio e Leonardo, quest’anno è la volta di Tiziano, con uno dei suoi stupendi ritratti femminili.

L’osservazione non è contro l’evento, anzi, ma su come questo crei un flusso di attenzione che normalmente le stesse opere esposte nella loro sede non hanno mai avuto.

Come mai? Che cosa cambia?

Sono tante le domande che si pongono, pensando poi che contemporaneamente a Milano ci sono spazi come Brera o il Poldi Pezzoli che hanno altrettanti capolavori ma che rarissimamente vedono così code al loro ingresso.

Sarà il biglietto gratuito, sarà la pubblicità, ma questo evento dovrebbe far riflettere molto le persone che gestiscono musei e spazi culturali.

L’evento supportato dall’Eni, presenta anche un ricco programma di incontri su tematiche femminili.