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12/01/11

Voodoo



La Fondation Cartier pour l'Art Contemporain di Parigi presenterà per la prima volta un’eccezionale gruppo di oggetti voodoo della collezione Anne e Jacques Kerchache, in una scenografia ideata da Enzo Mari, uno dei più grandi maestri della design industriale italiano. La mostra è organizzata in stretta collaborazione con Anne-Kerchache, ora Douaoui Kamal, che fu la moglie di Jacques Kerchache.

Jacques Kerchache, noto consulente artistico e curatore di mostre, è stato un forte sostenitore delle arti primitive, promuovendo la loro entrata in collezioni dei museo francese più importanti. Fu grazie alla sua iniziativa che il Pavillon des Sessions è stato creato al Louvre nel 2001, così come l’ideazione del Musée du Quai Branly nel 2006.
Jacques Kerchache ha anche collaborato con la Fondation Cartier in molte occasioni, prima sulla tematica come la mostra “À visage découvert” (1992) e “être nature” (1998) nonché la mostra personale del pittore haitiano Patrick Vilaire in “Réflexion sur la mort” (1997).

Il Voodoo, la mostra.
A seguito di queste collaborazioni, Jacques Kerchache e la Fondation Cartier avevano considerato l'organizzazione di una mostra sulla statuaria voodoo, ma questo progetto è stato poi rinviato dopo la sua dipartita nel 2001.
Nel decimo anniversario della sua morte la Fondation Cartier ha deciso di riscoprire il mondo affascinante e segreto del voodoo che è stata una passione di Jacques Kerchache. Attraverso la mostra sul Voodoo, la Fondation Cartier rendere così omaggio a questo grande conoscitore ed esploratore, famoso per il suo attento sguardo, un grande promotore delle culture primitive e dell’arte contemporanea.

L'arte del Voodoo
Già alla fine degli anni Sessanta, Jacques Kerchache riconosceva la potenza estetica e l'originalità della statuaria estetica voodoo e le sue particolari forme. Fu in questo periodo, che durante i suoi primi viaggi nel paese natale del voodoo, attualmente conosciuta come la Repubblica del Benin, cominciò a mettere insieme quella che è diventata la più importante collezione esistente di statuaria vudù africano. La mostra presenterà oltre cento oggetti originali, tra cui alcuni che ora appartengono ad altre collezioni private.

Oggetti di culto
L’evento presenta un insieme antropomorfo di materiali come corde, ossa, conchiglie e ceramiche, che formano sculture voodoo usate con ruolo attivo nella pratica di questo antico culto religioso, ancora oggi attivo dalle coste del Togo alle regioni della Nigeria.
Costituite con uno diversi strati di materie comprendenti anche terra, olio di palma e polvere, queste sculture di strani e misteriosi personaggi emanano tensione e presentimenti mistici. La loro estetica ambigua è strettamente legata al loro ruolo sia protettivo dei loro proprietari dai pericolo e di danneggiamento dei responsabili per le loro difficoltà.

Attraversa la semplicità e il rigore, in un silenzio meditativo, la mostra consentirà di percepire questi oggetti misteriosi e svelarne alcuni valori, rendendo la pienezza e bellezza della statuaria voodoo.

Il catalogo della mostra edito dalla Fondation Cartier è supportato dal contributo di Suzanne Preston Blier, Gabin Djimassé, Marc Augé e dell'artista haitiano Patrick Vilaire.