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31/05/22

A Pick Gallery doppia

 


Doppio progetto espositivo per "A Pick Gallery" con due poetiche che paiono quasi incontrarsi sul valore delle emozioni. 



Al piano terra ci sono i delicati lavori dell'artista spagnolo Raquel Bistuer che condivide una serie di fragili lavori celesti. 



Nell'interrato una variegata collettiva fotografica, intitolata "Body frame", esplora il concetto del corpo, con belle opere di Carola Allemandi, Nadia Gohar, Esmeralda Kosmatopoulos, Urs Lüthi, Silvia Margaria, Şükran Moral, Helmut Newton, Steve Panariti, Irene Pittatore, Mario Schifano, Max Tomasinelli, Miro Trubač, Davies Zambotti.






30/05/22

Vincenzo Agnetti alla GAM di Torino


 Sono sempre stato molto affascinato dal lavoro di Vincenzo Agnetti (Milano, 1926 - 1981) e poter vedere i suoi filmati è una rara occasione che proprio in questi mesi la GAM di Torino ci offre di poter conoscere nei suoi spazi della Videoteca. Quinto appuntamento del ciclo espositivo nato dalla collaborazione tra l’Archivio Storico della Biennale di Venezia e la VideotecaGAM e volto a testimoniare la stagione iniziale del video d’artista italiano tra anni Sessanta e Settanta.

L’esposizione curata da Elena Volpato affronta attraverso poche, irrinunciabili opere un aspetto centrale del lavoro di Agnetti: la sostituzione tra parola e numero come ultimo grado di analisi critica e azzeramento del linguaggio. Il tema emerge nelle sue opere a partire dal 1968 con la realizzazione della Macchina drogata, una calcolatrice che traduce i numeri digitati in sequenze di lettere che si combinano senza alcun significato.

Una delle più note frasi di fulminante ma paradossale chiarezza che Agnetti ci abbia consegnato afferma: Una parola vale l’altra ma tutte tendono all’ambiguità. Sulla via dell’azzeramento di ogni strutturato sistema culturale, il passaggio successivo non può che essere la verifica di un ancor più radicale ipotesi: un codice vale l’altro ma nessuno veicola significati. La parola è ambigua e ogni esercizio di traduzione ne è la riprova. E i numeri, che comunemente ci appaiono come un alfabeto universale e come elementi di un linguaggio esatto, si mostrano nel lavoro di Agnetti altrettanto deserti di ogni capacità di comunicare significati.



Nell’esposizione un’opera della serie Assiomi, realizzata nel 1969, mostra sotto una sequenza di lettere rovesciate ed elevate a diversi valori numerici, una frase incisa: Quando le parole si elevano a valori di numeri i numeri valgono le parole. L’uno e l’altro codice, lettere e numeri, si trovano in posizione di simmetrico rispecchiamento, visivo e concettuale. Se sussiste una promessa di intensità, un sentore di dimenticato fondamento, può trovarsi solo nello spazio tra di loro, in quel nero compatto della bachelite che sembra arretrare nel tempo, come volesse sottrarsi alla funzione di supporto agli instabili segni bianchi. Il nero che occupa il centro e la maggior estensione dell’opera è una delle molteplici forme di quel vuoto attorno al quale si raduna tutta l’intelligenza dell’opera di Agnetti. Un vuoto nato dal voluto collasso di tutti i linguaggi e tuttavia aperto alla ricerca di qualcosa, forse un’eco, un rimbombo sonoro che abbia a che fare con l’interiorità del senso e non con la formulazione di un significato.


Il tema della permutabilità di parole e numeri giunge a compiuta espressione nel 1973, anno di realizzazione del video presentato in mostra, Documentario N.2, girato da Vincenzo Agnetti presso il suo studio a Milano. Nell’arco di pochi minuti si assiste al passaggio dalla messa in scena dei più tipici codici didascalici del linguaggio documentario all’ermetico prodursi della voce dell’artista che pronuncia un discorso fatto unicamente di numeri e diverse intonazioni espressive, mentre le immagini passano dalla ripresa fissa di una sequenza numerica trasformata in pattern visivo allo schermo nero fino a che, in quel buio, il suono si interrompe come per l’improvviso incepparsi di un nastro audio.

Il video, come e ancor più del libro d’artista, offre ad Agnetti la possibilità di sovrapporre, e così elidere, più linguaggi e più elementi: immagini e buio, testo parlato e scritto, lingua italiana e inglese, numeri arabi e forme geometriche, nitide riprese in movimento e immagini sfocate a camera fissa, dettagli di opere dell’artista inframmezzati a oggetti e strumenti di lavoro. Tutto si mescola, tutto si contraddice e nello stacco tra l’uno e l’altro elemento contrapposto, si fa largo la percezione del vuoto sottostante.

Il 1973 è anche l’anno di realizzazione di Frammento di Tavola di Dario tradotto in tutte le lingue, dove l’evocazione di un passato abissale si presenta con i caratteri della scrittura cuneiforme per confrontarsi con una sequenza numerica, linguaggio del presente tecnologico. La linea di confine tra l’una e l’altra immagine è uno iato nel tempo che rende ancor più profondo l’evidente tradimento che si nasconde nella promessa di una traduzione universale. L’opera nella sua semplice ieraticità è la rovesciata Stele di Rosetta che l’artista ci consegna per scardinare di ogni passato e futuro linguaggio la presunzione illusoria di possedere le chiavi del significato. 

29/05/22

Il futuro dietro di noi a Villa Arson

Claire Fontaine - mattone, vogliamo tutto 2016

 Il prossimo 11 Giugno a Villa Arson si inaugura la mostra "il futuro dietro di noi L'arte italiana dagli anni '90: il contemporaneo di fronte al passato" che propone una selezione dei giovani artisti italiani in attività dagli anni 90 con alcune figure più storiche. 

Sono state selezione le opere di :Alterazioni Video, Francesco Arena, Massimo Bartolini, Rosella Biscotti, Paolo Cirio, Claire Fontaine, Celine Condorelli, Marie Cool Fabio Balducci, Danilo Correale, Irene Dionisio, Chiara Fumai, Stefano Graziani, Alice Guareschi, Adelita Husni-Bey, Francesco Jodice, Rä di Martino, Stefano Serretta, Stalker, Bert Theis, Luca Vitone e la partecipazione di Uliano Lucas, Alberto Grifi, Giuseppe Chiari e Mario Merz.

Programma dell'opening

14: Apertura delle mostre The Future Behind Us. L'arte italiana dagli anni Novanta: il contemporaneo di fronte al passato, Carla Filipe, ospite e Clusterduck, Meme Manifesto.

15: Laboratori pubblici giovani nei giardini

18: Apertura dell'incontro con gli artisti e il curatore della mostra nella Sala Grande (chiusura mostre ore 20)

Contemporaneamente il MAMAC di Nizza guarda all'arte italiana degli anni '60/'70 con la mostra  “Vita Nova. Nuove Questioni d'Arte in Italia. 1960-1975" 

28/05/22

Dal Moma a Torino la collezione Thomas Walther

 


Una mostra sicuramente da non perdere per tutti gli appassionati di fotografia, ma non solo, è quella che è in corso fino al 26 Giugno presso Camera Torino.

Per la prima volta arriva in Italia una stupenda selezione di opere dalla collezione Thomas Walther ora presso il Moma di New York. 

Una raccolta di scatti originali strepitosa che, molto ben esposta, ci presenta una selezione qualitativa molto pregiata e di rara qualità.



La mostra intitolata “Capolavori della fotografia moderna 1900-1940. La collezione Thomas Walther del Museum of Modern Art, New York” propone oltre 230 opere fotografiche della prima metà del XX secolo, capolavori assoluti della storia della fotografia realizzati dai grandi maestri dell’obiettivo, le cui immagini appaiono innovative ancora oggi. 

Per cui ci sono tutti i nomi che hanno fatto la storia della fotografia con scatti molto speciali e di grandi interesse critico ed artistico. L'elenco degli artisti è molto significativo, si va da Alfred Stieglitz a Leni Riefenstahl, passando per Paul Strand, Henri Cartier-Bresson, Tina Modotti e  altri.

Il piacevole allestimento presenta in modo tematico il variegato materiale tra cui anche alcuni interessanti spezzoni di filmati sperimentali. 










27/05/22

Sarah Ancelle Schönfeld al Quartz di Torino

 


Tre aura magiche volteggiano nell'area del Quartz Studio di Torino, tre presenze femminili che condividono giocosamente le loro vibrazioni energetiche. 



L'intervento di Sarah Ancelle Schönfeld manifesta tante energie fra cui quelle storiche, ispirate al pensiero di Silvia Federici.



Un bel lavoro di sintesi fra riflessioni e forma, che sa stimolare tanti percorsi.





26/05/22

Naturecultures alle OGR di Torino





"Naturecultures. Arte e Natura dall’Arte Povera a oggi" è un piacevole progetto che affronta in modo articolato l'idea della natura percepita dal punto di vista degli artisti nel corso di questi ultimi decenni.   

Partendo dal gruppo dell'Arte Povera, che si era costituito a Torino, su istanze politico/materialiste con una percezione della natura come ambiente alle visioni contemporanee che vedono la natura in una chiave più politica con un approccio più diretto e impegnato. 





Il tema viene sviluppato con i lavori degli artisti : Giovanni Anselmo, Pier Paolo Calzolari, Piero Gilardi, Amar Kanwar, Jannis Kounellis, Agnieszka Kurant, Richard Long, Mario Merz, Marisa Merz, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto e Gilberto Zorio.


 

 
Molto stimolante il programma pubblico della mostra con un ricco calendario di appuntamenti che mira ad approfondire i temi della mostra grazie alla partecipazione di grandi esperti di fama nazionale e internazionale.





All'interno del bel progetto Naturecultures in corso alle Ogr di Torino è stato allestito il progetto  La foresta sovrana" di  Amar Kanwar  "..che tenta di riaprire la discussione e avviare una risposta creativa alla nostra comprensione del crimine, della politica, dei diritti umani e dell’ecologia..”, come scrive l'artista nel 2012 del suo progetto sulla devastazione di aree agricole e la scomparsa della biodiversità in India, presentato per la prima volta a dOCUMENTA(13) a Kassel, l'edizione curata da Carolyn Christov-Bakargiev, che cura anche il progetto il corso alle Ogr


“La validità della poesia come prova in un processo, il discorso sul vedere, sulla comprensione, sulla compassione, sulle questioni della giustizia, della sovranità e della determinazione di sé, si fondono in una costellazione di immagini fisse e in movimento, testi, libri, opuscoli, album, musica, oggetti, semi, eventi e processi”.



CS
La mostra presenta opere in prevalenza della collezione della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, acquisite tra il 2000 e il 2021 grazie alla Fondazione CRT: una sinergia che ha consentito a Torino e al Piemonte di costruire, in poco più di vent’anni, una delle più significative raccolte d’arte contemporanea al mondo a disposizione del pubblico. La collezione privata della leggendaria gallerista Margherita Stein, che si faceva chiamare “Christian” Stein, costituì il primo nucleo della raccolta nel 2000; l’ultima opera acquistata nel 2021 è Adjacent Possible di Agnieska Kurant, presente in mostra.

 Con il supporto di Con il contributo straordinario di “Con Naturecultures OGR Torino e Fondazione CRT consolidano il proprio impegno nello sviluppo di progettualità inedite, capaci di rafforzare il legame con istituzioni d’eccellenza del territorio e di contribuire alla creazione di valore sociale”, dichiara Massimo Lapucci, CEO di OGR Torino e Segretario Generale di Fondazione CRT. “A partire dall’esposizione di una selezione di opere realizzate dagli anni Sessanta a oggi, e acquisite negli ultimi vent’anni grazie alla Fondazione CRT, la mostra sottolinea la particolare attenzione a temi cardine della contemporaneità, in linea con i punti dell’Agenda 2030. Dal cambiamento climatico allo sviluppo sostenibile, al più ampio discorso sull’ecologia, attraverso la ricerca artistica creiamo opportunità di incontro e apriamo spazi di dialogo, con l’obiettivo di coinvolgere un pubblico sempre più ampio e favorire consapevolezza e riflessione collettiva sulle sfide del presente”.

“Dai nodi del legno si vede da che parte l’albero svettava nel cielo, da che parte assorbiva la luce del sud, se nato in un bosco affollato, in un prato o ai bordi del bosco”, scrive Giuseppe Penone nel 1970, poco dopo avere iniziato nel 1969 a realizzare le sue opere più iconiche intagliando e scavando attorno ai nodi visibili nel legno di travi industriali per fare emergere il tronco e i rami dell’albero a una età più giovane. Con i suoi gesti, l’artista invertiva il processo di industrializzazione dei materiali, ritrovando forme ‘naturali’ (l’albero) al cuore di forme standardizzate (le travi). Contemporaneamente ad altri artisti internazionali attivi a partire dalla fine degli anni sessanta del secolo scorso, gli artisti dell’Arte povera, molti dei quali torinesi, indagavano la realtà dell’esperienza fisica e incanalavano nelle loro opere l’energia invisibile che scorre nel mondo. Usavano tecniche elementari e materiali comuni per superare la separazione tra natura e artificio e rendere percepibile una consapevolezza corporea del mondo sensibile. Con le loro opere, hanno anticipato l’ecologia contemporanea. Scettici riguardo all’accelerazione dello sviluppo economico, erano consapevoli della necessità di un nuovo equilibrio ambientale. Erano vitali, ottimisti, pacifisti e anarchici, e hanno trasformato la definizione stessa di arte attraverso l’incrocio libero tra pittura, scultura, performance, film e fotografia nella nozione più aperta dell’installazione percorribile dal pubblico.

Trent’anni più tardi, dalla fine degli anni novanta, il cambiamento climatico causato dallo sfruttamento delle risorse energetiche e il conseguente surriscaldamento del pianeta hanno cambiato il mondo. Gli artisti a livello globale sono diventati negli anni duemila documentaristi e attivisti, denunciando crimini sociali e ambientali. “La foresta sovrana tenta di riaprire la discussione e avviare una risposta creativa alla nostra comprensione del crimine, della politica, dei diritti umani e dell’ecologia”, scrive Amar Kanwar nel 2012 del suo progetto sulla devastazione di aree agricole e la scomparsa della biodiversità in India, presentato per la prima volta a dOCUMENTA(13) a Kassel. “La validità della poesia come prova in un processo, il discorso sul vedere, sulla comprensione, sulla compassione, sulle questioni della giustizia, della sovranità e della determinazione di sé, si fondono in una costellazione di immagini fisse e in movimento, testi, libri, opuscoli, album, musica, oggetti, semi, eventi e processi”.

Tra i capolavori in mostra figurano la Venere degli stracci, 1967, di Michelangelo Pistoletto opera cult della counterculture negli anni Sessanta che ha anticipato le tematiche del riciclo dei materiali, e l’Albero di 11 metri, 1969–89, di Giuseppe Penone, che rivela la forma dell’albero da una trave industriale scolpendo attorno ai nodi, fino a The Sovereign Forest, 2012, di Amar Kanwar, che denuncia forme di ingiustizia climatica e sociale, e a un nuovo alfabeto generato da un algoritmo in Adjacent Possible, 2021, di Agnieszka Kurant, creato con pigmenti batterici.

“In tempi ancora più recenti, nella seconda decade del nuovo secolo”, afferma Carolyn Christov-Bakargiev, Direttore del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, “la vita quotidiana digitale ci ha allontanati dall’esperienza della continuità tra natura e cultura, portandoci verso un’esperienza in cui, forse per la prima volta dall’Illuminismo, il corpo (la natura) e la mente (l’algoritmo, il digitale) sono erroneamente percepiti come separati. In questa prospettiva, la natura diventa tematizzata dai giovani nativi digitali – un paradiso dal quale siamo stati inesorabilmente cacciati e verso il quale ci sentiamo colpevoli per averlo tradito. Ma la malinconia rispetto alla catastrofe ecologica viene contemporaneamente trasformata dagli artisti dei nostri  Con il supporto di Con il contributo straordinario di giorni in una nuova alleanza naturecultures, termine coniato dalla studiosa Donna Haraway, in cui l’algoritmo potrebbe essere utilizzato non solo dalla statistica predittiva del consumismo contemporaneo, ma anche per trovare nuovi mondi e sinergie possibili che uniscano biologico e numerico, come nelle opere Adjacent Possible di Agnieszka Kurant, esposte per la prima volta al Castello di Rivoli nel 2021”.

“Naturecultures rappresenta la prima importante tappa di un percorso di ulteriore valorizzazione e condivisione della Collezione CRT, che conta oggi 900 importanti opere realizzate da 300 artisti, per un valore investito di oltre 40 milioni di euro. Grazie alla sinergia tra i Musei e la Fondazione, Torino e il Piemonte hanno potuto costruire in poco più di vent’anni una delle più significative raccolte d’arte contemporanea al mondo, condivisa pubblicamente”, dichiara Anna Ferrino, Presidente della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT. “Nata da una visione di moderno mecenatismo, in comodato al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e alla Galleria civica d’Arte Moderna di Torino è un’eccellenza per il suo valore qualitativo, economico e per il suo ruolo di supporto ai progetti curatoriali di queste prestigiose istituzioni. La scelta delle opere selezionate dai curatori per questa mostra ben rappresenta l’identità della Collezione, dal nucleo di Arte Povera della collezione Stein – prima acquisizione della Fondazione – al lavoro di Amar Kanwar che viene esposto per la prima volta in Italia, sino alla recente Adjacent Possible di Agnieszka Kurant testimoniano un patrimonio in continua evoluzione che vive e si rinnova nel tempo”.

Da maggio a settembre un ricco programma di eventi collaterali curati dal Castello di Rivoli, in collaborazione con la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, consentirà al pubblico di approfondire le tematiche della mostra: il rapporto arte/ecologia, la biodiversità, la nascita dell’Arte Povera, le nuove frontiere del collezionismo. Previste, in particolare, visite guidate con i curatori della rassegna, talks, escursioni al di fuori dei confini fisici di OGR insieme ai maggiori interpreti dell’Arte Povera, e il convegno internazionale “Climate PTSD” con esperti da tutto il mondo che si confronteranno sugli effetti post traumatici dei cambiamenti climatici.

25/05/22

Pinacoteca Agnelli, una nuova partenza.


Alla Pinacoteca Agnelli domani si presenta il nuovo corso che, con la nomina di Sarah Cosulich nel ruolo di direttrice, si propone di trasformare l'istituzione in un centro culturale dinamico, aperto ai linguaggi multidisciplinari del presente in dialogo con la storica collezione di Pinacoteca.

La Pinacoteca Agnelli si rinnova e aprirà al pubblico il 27 maggio 2022 con alcuni nuovi percorsi e progetti. 

A tal motivo si svilupperanno progetti inediti e site-specific commissionati ad artiste e artisti italiani e internazionali per i suoi spazi: attraverso progetti espositivi di ricerca e collaborazioni con istituzioni italiane e internazionali, Pinacoteca diviene un luogo aperto alla riflessione sulle tematiche della contemporaneità, votato all’inclusione e alla partecipazione di una molteplicità di pubblici diversi.


LE PROGETTUALITÀ DI PINACOTECA

Tre sono le linee progettuali che caratterizzano il programma espositivo di Pinacoteca attraverso una prospettiva curatoriale organica. Il punto di partenza comune consiste nella riflessione sulle narrazioni prodotte dall’eredità industriale del Lingotto e dall’identità del museo, fortemente legata alla sua collezione permanente.


● BEYOND THE COLLECTION - Collezione Giovanni e Marella Agnelli

A vent'anni dall’inaugurazione dell'allestimento dello Scrigno di Renzo Piano, per la prima volta Pinacoteca introduce un inedito progetto espositivo continuativo dedicato alla rilettura e riattivazione della sua collezione permanente attraverso le sue presenze e le sue assenze. Partendo ogni volta da un’opera diversa messa in relazione con altre, provenienti da istituzioni internazionali, la Collezione Agnelli diviene punto di partenza privilegiato per una riflessione sulla storia dell'arte e sulla storiografia, oltre che strumento critico per approcciarsi al presente.


PABLO PICASSO E DORA MAAR

Un dialogo con la Fondation Beyeler

27.05 - 25.09.22

A cura di Sarah Cosulich, Lucrezia Calabrò Visconti, Beatrice Zanelli

Il primo progetto di Beyond the Collection è dedicato a Pablo Picasso e Dora Maar e prende forma grazie alla preziosa collaborazione con la Fondation Beyeler di Basilea. Il ritratto di Picasso Homme appuyé sur une table (1915-1916) conservato in Pinacoteca viene messo per la prima volta in dialogo con la serie di ritratti di Picasso degli anni Trenta raffiguranti Dora Maar, provenienti dalla Fondation Beyeler. Allo stesso tempo, insieme alle tele, viene presentata anche una selezione di fotografie della stessa Maar. Tre grandi capolavori di Pablo Picasso, provenienti da una delle più prestigiose istituzioni del mondo, entrano in Pinacoteca per ampliare letture e interpretazioni e raccontare nuove storie. Il progetto espositivo porta alla luce Dora Maar non solo come soggetto della rappresentazione di Pablo Picasso ma come artista centrale nella storia dell’arte del Novecento e importante punto di riferimento intellettuale per la pratica artistica di Picasso.


● MOSTRE

Il Terzo Piano ospiterà mostre ideate e prodotte da Pinacoteca: sia progetti monografici dedicati ad artiste e artisti contemporanei che collettive focalizzate su percorsi transtorici e multigenerazionali, per aprire nuove letture della storia dell’arte in relazione alle pratiche artistiche contemporanee.

SYLVIE FLEURY

Turn Me On

27.05.22 - 15.01.23

A cura di Sarah Cosulich e Lucrezia Calabrò Visconti

La mostra che inaugura il nuovo corso di Pinacoteca è dedicata all’artista Sylvie Fleury. Pioniera e punto di riferimento importante per le pratiche emergenti, negli ultimi trent’anni Fleury ha portato avanti una ricerca poliedrica che elude correnti e categorie. Attraverso una molteplicità di media - dalla scultura alla pittura al neon all’installazione, Fleury attinge nel suo vocabolario a oggetti e immaginari provenienti dall’ambito della moda, della fantascienza, delle sottoculture pop, indagando i meccanismi di costruzione del valore e la fabbricazione di desideri della società contemporanea. Fleury produce opere che con intelligenza e ironia affrontano la tensione tra le politiche di genere, il consumismo e la cultura contemporanea – prima tra tutte, la storia dell’arte. Il suo lavoro risuona con la volontà di Pinacoteca di ampliare la narrazione tradizionale del Lingotto, segnata dall’immaginario maschile della fabbrica e dell’automobile, ma anche con quello di una collezione storica rappresentata da artisti uomini.


● LA PISTA 500

Un progetto di sculture e installazioni esterne commissionate ad artiste e artisti internazionali sulla storica pista automobilistica sul tetto del Lingotto.

Divenuto un giardino pensile grazie alla riconversione di FIAT nel progetto degli architetti Camerana&Partners, la Pista 500 viene aperta alla città come spazio inclusivo e multifunzionale dedicato all’arte pubblica. I progetti sulla Pista includono installazioni ambientali, opere luminose, installazioni sonore e di cinema espanso, progetti architettonici funzionali alle necessità di chi attraversa la pista. Lo spazio è costruito con le artiste e gli artisti coinvolti, ragionando sulla trasformazione dell’archeologia industriale del Lingotto da circuito chiuso a strada cittadina, da luogo produttivo a spazio aperto da abitare insieme. I progetti, interattivi e coinvolgenti, invitano chi visita la pista a riflettere su quale sia il significato di spazio pubblico oggi, e quali le storie e i monumenti con cui vogliamo abitarlo. Le opere si confrontano con l’eredità della fabbrica, per esplorare le implicazioni sociali, culturali e politiche della sua trasformazione, o entrano in dialogo con il paesaggio naturale e urbano che circonda l’edificio, facendo emergere la tensione tra naturale e artificiale che lo caratterizza.

Il programma si arricchirà di nuove installazioni gradualmente nel corso dei prossimi tre anni, costruendo un percorso espositivo sempre in evoluzione disseminato nei diversi spazi della Pista. 

24/05/22

The Phair, terza edizione al Padiglione 3 di Torino Esposizioni


 Torna nel suggestivo Padiglione 3 di Torino Esposizioni una nuova edizione di THE PHAIR, l'appuntamento annuale torinese dedicato all'immagine e alla fotografia, che si terra dal 26 al 29 maggio.

THE PHAIR si rivolge a importanti gallerie nazionali e internazionali selezionate per garantire un alto livello qualitativo e una proposta organica. I progetti artistici presentati  superano i limiti imposti dal mezzo fotografico o sperimentano con essi. Le gallerie saranno affiancate da una selezione di case editrici indipendenti italiane e internazionali con l'obiettivo di presentare i più interessanti sviluppi del panorama editoriale contemporaneo.

All'interno del Padiglione 3 di Torino Esposizioni saranno presenti alcuni progetti speciali: la mostra UGO MULAS. Dall’Italia del Dopoguerra all’America della Pop Art - La visione di un collezionista a cura di Chiara Massimello; due capolavori in prestito dalle Collezioni Permanenti del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e la presentazione degli scatti vincitori del Concorso Fotografico | VERSO Cuori Selvaggi in collaborazione con Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e il Salone del Libro di Torino. 

Sono poi tantissimi gli eventi dedicati alla fotografia che la città presente come la mostra sul concorso di World Press alla GAM,  o quella su Vivian Maier alle Sale Chiablese su e la recente apertura della quarta Galleria d'Italia del gruppo Intesa SanPaolo dedicata tutta alla fotografia. 

Per l'occasione sabato 28 maggio dalle 18.00 alle 23.00 si terrà la nuova edizione OUVERTURE #12  |  TAG ART NIGHT 2022. TAG e le sue 18 gallerie associate presenteranno un programma di apertura coordinata di nuove mostre, per la maggior parte di fotografia. 

23/05/22

Animali alla corte Reale di Torino





Dal grande fascino attrattivo Palazzo Reale di Torino diventa un rifugio per animali dal grande profilo artistico.

Si tratta di un piacevole progetto espositivo realizzato per il pubblico giovanile che porta nei diversi spazi di questo stupendo complesso museale una serie di opere d'arte che guardano al mondo degli animali.

Il percorso museale offre così per i bambini, ma non solo, una serie di sorprendenti occasioni fantasiose che si avviano dai recenti rinnovati giardini Reali salendo per le magnifiche stanze.




 Qui si incontrano i fantastici animali ideato da sedici artisti (Paolo Albertelli e Mariagrazia Abbaldo, Maura Banfo, Nazareno Biondo, Nicola Bolla, Stefano Bombardieri, Jessica Carroll, Fabrizio Corneli, Cracking Art, Diego Dutto, Ezio Gribaudo, Michele Guaschino, Luigi Mainolfi, Gino Marotta, Mario Merz, Pino Pascali e Velasco Vitali.) che rendono ancora più magico e affascinante la visita delle magnifiche raccolte storiche. 




La collocazione delle opere è stata realizzata pensando alle correlazioni fra gli spazi e il potenziale narrativo/favolistico che ogni animale porta nella sua rappresentazione. 




Ma Palazzo Reale offre anche tantissime altre interessanti proposte come la stupenda mostra di Vivian Maier proposta nelle vicine sale del piano terreno di Palazzo Chiablese o il nuovo stupendo allestimento dell'aria archeologica che è stata ripensata è proposta presso il primo piano terra della manica lunga del Palazzo. 

L’ingresso alla sezione della mostra allestita all’interno dei Musei Reali è compreso nel biglietto ordinario, mentre la sezione ospitata nei Giardini Reali è visitabile gratuitamente.

22/05/22

Una GAM senza confini

 

La sezione Contemporanea della GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino ha rinnovato l’allestimento pensato come una “Una collezione senza confini”.



Così il vasto salone inferiore accoglie senza limiti temporali e spaziali le recenti opere di arte contemporanea, attivando interessanti rimandi fra le 56 opere presenti. Così i lavori di Marina Abramović, Anselm Kiefer, ma anche William Kentridge o Hermann Nitsch ci portano a ripensare all'idea di essere umano e alla sua rappresentazione come il confronto generazionale fra artisti nati negli anni Trenta (Georg Baselitz, Christian Boltanski) fino alla generazione nata negli anni Settanta (Kcho, Hannah Starkey, Laurent Grasso) mette in risalto la continua creatività produttiva che si trasforma nello scorrere del tempo. 



Gli artisti esposti: Marina Abramović (Belgrado, Serbia, 1946); Georg Baselitz (Kamenz, Germania, 1938); Chen Zhen (Shangai, Cina, 1955 – Parigi, Francia, 2000); Christian Boltanski (Parigi, Francia, 1944-2021); Cecily Brown (Londra, Regno Unito, 1969); Pedro Cabrita Reis (Lisbona, Portogallo, 1956); Matt Collishaw (Nottingham, Regno Unito, 1966); Tony Cragg (Liverpool, Regno Unito, 1949); Mark Dion (New Bedford, Massachusetts, Usa, 1961); Liam Gillick (Aylesbury, Regno Unito, 1964); Antony Gormley (Londra, Regno Unito, 1950); Laurent Grasso (Mulhouse, Francia, 1972); Carsten Höller (Bruxelles, Belgio, 1961); Alfredo Jaar (Santiago del Cile, Cile, 1956); Ilya and Emlia Kabakov (Dnepropetrovsk, URSS, oggi Ucraina, 1933 e 1945); Kcho (Nueva Gerona, Cuba, 1970); William Kentridge (Johannesburg, Sudafrica,1955); Terence Koh (Pechino, Cina, 1967); Anselm Kiefer (Donaueschingen, Germania, 1945); Jim Lambie (Glasgow, Scozia, 1964); Marcos Lutyens (Londra, Regno Unito, 1964); Mona Marzouk (Alessandria d’Egitto, Egitto, 1968); Aleksandra Mir (Lubin, Polonia, 1967); Tracey Moffatt (Brisbane, Australia, 1960); Hermann Nitsch (Vienna, Austria, 1938); Albert Oehlen (Krefeld, Germania, 1954); Cornelia Parker (Cheshire, Regno Unito, 1956); Tobias Rehberger (Esslingen, Germania, 1960); Julião Sarmento (Lisbona, Portogallo, 1948-2021); Sean Scully (Dublino, Irlanda, 1945); Kiki Smith (Norimberga, Germania, 1954); Hannah Starkey (Londra, Regno Unito, 1971); Jessica Stockholder (Seattle, Washington, Usa, 1959).






21/05/22

Es-senze al MU-VE Contemporaneo Palazzo Mocenigo

 

Molto particolare il progetto che per la rassegna Biennale il MU-VE Contemporaneo Palazzo Mocenigo ha presentato lo scorso 21 Aprile e che durerà fino a fine Settembre, si tratta di "Es-senze" la prima mostra in Italia che veda artisti creare utilizzando come materia il solo profumo.

Coinvolti nell’originale progetto curato da Pier Paolo Pancotto gli artisti Mircea Cantor, Mateusz Choròbski, Jason Dodge, Bruna Esposito, Eva Marisaldi, Florian Mermin, Giuseppe Penone, Paola Pivi, Namsal Siedleck, Achraf Touloub, Nico Vascellari e Luca Vitone. Artisti diversi per generazione, cultura e sintassi, associati però da un comune orientamento che li induce a esplorare, ciascuno a proprio modo, una dimensione creativa alternativa a quelle consuete: l’olfatto e le componenti sensoriali correlate.
 
Odori e profumi provocano una tale varietà di sensazioni che spesso mancano i mezzi – parole, immagini, gesti – per descriverle. Testimoniano imprese passate, rievocano emozioni mai sopite, richiamano alla mente fatti, persone, cose ancora vive nella memoria più segreta di ciascuno di noi. Al contempo, possono fare il contrario, dando voce all’indicibile, descrivendo l’ineffabile, materializzando l’incorporeo. Per tale ragione alcuni artisti visivi si affidano a loro per esprimere ciò che talvolta appare altrimenti inenarrabile. Es-senze esplora tale tendenza, per evidenziare gli aspetti più indicativi del fenomeno e mettere in luce la molteplicità di aspetti che ne caratterizzano lo sviluppo.


 

Nelle sale al piano nobile di Palazzo Mocenigo le opere danno vita a un inedito viaggio olfattivo, un percorso multisensoriale attraverso il quale immergersi virtualmente nelle loro riflessioni, abitualmente esplicitate in altra forma: plastica, pittorica, grafica o installativa. Come se l’arte riuscisse idealmente a emanare un proprio profumo. I lavori in mostra avvolgono lo spettatore in un’estrema varietà di fragranze dai toni altrettanto eterogenei, tanti quante sono le sensazioni che riescono a evocare.
 
Senza alcuna ambizione alla esaustività, la mostra, curata da Pier Paolo Pancotto, vuole aprire un varco iniziale in un ambito di ricerca ancora poco indagato, almeno secondo i parametri adottati in questa circostanza. Infatti, se vari sono gli artisti che in epoche diverse e con linguaggi altrettanto differenti si sono cimentati nel dare corpo e visibilità al concetto di profumo assai meno sono coloro i quali hanno assunto il profumo come materia prima delle loro indagini trattandolo alla pari di altri sistemi espressivi come la pittura, la scultura, il disegno. L’esposizione, pertanto, mira a gettare un primo sguardo sull’operato di questi ultimi, presentandone alcuni a scopo esemplificativo, delineandosi come un progetto preliminare, dal carattere sperimentale, aperto a possibili, più ampi sviluppi.


20/05/22

Il Vuoto del MAO


 Il MAO offre in questi mesi un particolare progetto espositivo intitolato “Il grande Vuoto. Dal suono all’immagine”. Un'idea molto stimolante e originale di riflettere su questo tema, realizzata attraverso un percorso prima immersivo e poi visivo. 



Un’esperienza multisensoriale speciale che ci invita prima a sostare immersi nello spazio sonoro ideato da Vittorio Montalti e poi a meditare con poche selezionate opere artistiche, tra cui un rarissima thangka tibetana del XV secolo, la più preziosa delle collezioni del MAO, che ritrae Maitreya, il Buddha del Futuro raffigurato in splendide vesti e seduto sul trono dei leoni.



La proposta è un invito a vivere direttamente un'emozione che poggia le sue basi sulle millenarie tradizioni culturali e filosofiche asiatiche ma non solo, molto ricca poi la programmazione di eventi collaterali che potete consultare e prenotare dal sito del museo.








19/05/22

Vivian Maier alle Sale Chiablese di Torino


 E' giunta alla notorietà molto recentemente ma ha già conquistato un vasto pubblico e una variegata attenzione critica. Si tratta della fotografa Vivian Maier (1926-2009), una delle massime esponenti della cosiddetta street photography. 

Scoperta solo nel 2007 quando John Maloof, un agente immobiliare, inizia a cercare i suoi lavori dando vita a un archivio di oltre 120.000 negativi. Un vero e proprio tesoro che ha permesso al grande pubblico di scoprire in seguito la sua affascinante vicenda.



La mostra giunge dal Musée du Luxembourg e presenta oltre 250 interessanti immagini, molte delle quali inedite o rare, come quelle a colori, oltre a video Super 8 e oggetti personali della fotografa americana. Una sezione è dedicata agli scatti, mai visti prima, realizzati durante il suo viaggio in Italia, con immagini di Torino e Genova.

Il percorso espositivo, ben curato e con un pratico supporto informativo, tocca i temi più caratteristici della sua cifra stilistica e si apre con la serie dei suoi autoritratti in cui il suo sguardo severo si riflette negli specchi, nelle vetrine e la sua lunga ombra invade l’obiettivo quasi come se volesse finalmente presentarsi al pubblico che non ha mai voluto o potuto incontrare.

La mostra prosegue toccando alcuni dei suoi temi più ricorrenti come le strade di New York o Chicago, i gesti quotidiani o il mondo dei bambini. 



Orario della mostra: dal martedì al venerdì dalle 10 alle 19; sabato e domenica dalle 10 alle 21 (ultimo ingresso un’ora prima della chiusura).



Biglietti: Intero € 15,00; Ridotto: € 12,00 over 65, insegnanti, ragazzi tra 18 e 25 anni, gruppi, giornalisti non accreditati; Ridotto ragazzi: € 6,00, ragazzi tra 12 e 17 anni compiuti. Pacchetto famiglia fino a due adulti € 12,00 caduno e ogni ragazzo tra 12 e i 17 anni € 6,00 caduno; Gratuito possessori dell’Abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta, Torino+Piemonte card, bambini da 0 a 11 anni, persone con disabilità, dipendenti MiC, giornalisti in servizio previa richiesta di accredito all’indirizzo info@vivianmaier.it