Sabato 21 Maggio inizia il ricco programma primavera 2022 Fondazione 107 che mette in scena due forti personalità della comunità artistica piemontese: Lucia Nazzaro e Sergio Ragalzi e presenta due personali che pur essendo esposte in spazi separati interagiscono in modo prepotente già dalla scelta della “tavolozza” dei colori: il bianco e il nero, colori prediletti da entrambi gli artisti ma in particolare modo dalla comune volontà di sviluppare una ricerca con epicentro l’uomo.
Sergio Ragalzi presenta dodici dipinti di grandi dimensioni, nati nel 1985 a seguito di un libro sulla bomba atomica sganciata ad Hiroshima e Nagasaki ricevuto in dono. Nel libro non ci sono immagini umane, dell’uomo sono rimasti fievoli segni sulle pareti e sui muri dati dalle impronte di fuliggine. Con la bomba atomica l’uomo è sparito e con lui è terminata una generazione compreso tutto ciò che lo circondava e faceva parte del suo mondo, in un istante tutto è stato azzerato, anche gli oggetti si sono fusi.
È lo stesso fenomeno del processo fotografico, in cui l'impressione sulla carta avviene attraverso la luce, la stessa luce dell'atomica che ha neutralizzato la fisicità dell'uomo, di cui resta solo l'impronta. È così che nascono le Ombre Atomiche quadri di grande dimensione, ognuno 4 x 3 metri, mai esposti sino ad oggi per le grandi dimensioni. Se chiediamo all’artista il perché di una dimensione così importante Ragalzi risponde: perché era la dimensione della stanza del mio studio in cui dipingevo e più grandi non potevo realizzarli.
Ma cos’è l’ombra? Qualcosa di impalpabile, di semi visibile che ci segue costantemente, ci circonda, che si fa presenza ed assenza nelle variazioni di luce e di fatto non ci abbandona mai. Qualcosa di imprendibile, che muta nelle dimensioni conservando le caratteristiche della forma da cui trae origine, proteggendoci talvolta dalla calura, seguendoci costantemente sino a diventare un tutt’uno con noi, con la nostra fisicità, un’estensione del nostro corpo, il prolungamento elastico che ci avvolge, ci rincorre, una presenza indiscreta come una guardia del corpo o un angelo custode.
Le ombre di Sergio Ragalzi non sono evanescenti, sono dense di materia, di bitume e di pittura antirombo, i loro sessi sono molto evidenti ed espliciti ad evidenziarne il genere, sono forti presenze che non hanno perduto la loro corporalità. L’ombra esiste finché c’è vita, è per questo motivo che i dipinti di Ragalzi non sono distopici ma desiderano porsi a monito rivolto all’uomo, affinché prenda coscienza dei propri limiti, per fermarsi finché è ancora in tempo prima di giungere al punto di non ritorno.
Le 12 sculture in mostra sono le Teste Atomiche nate nel 1986, un anno dopo le Ombre Atomiche. Si tratta di sculture a forma di siluro, una metamorfosi in cui testa e siluro si fondono. Traggono ispirazione dall’ “urlo” dipinto da Edvard Munch, bocche spalancate che gridano all’uomo di non arrendersi e di prendersi carico dei propri errori con coscienza critica evitando di continuare a ripeterli, perché la storia non ci ha salvati, non ci ha messo al riparo.
Lucia Nazzaro presenta un ciclo di opere realizzate nel 2021/2022, tavole 150x150 cm in cui l’artista per la prima volta propone anche la sua ricerca sulla figura umana. Meglio, sul volto della figura umana, inserito ai margini di ogni tavola.
Lucia Nazzaro riprende a fare arte partendo dallo stesso punto dove molti anni prima aveva interrotto il percorso e riparte da quello che Lei definisce un sogno impossibile da realizzare così come l’aveva idealizzato: “l’uomo dagli occhi di giada”. Di fronte all’atto creativo si rende conto che le è impossibile creare quest’opera contemplatrice di pura bellezza, la bellezza assoluta, a causa del limite, individuato nell’impossibilità di trovare un riscontro nella realtà e quindi la conseguente amara conclusione. L’uomo in tutta la vita si confronta con il limite ma di fatto non ha un limite spirituale, matematico o ideologico, può avvicinarsi al limite o allontanarsi, può essere o non essere...semplicemente, nulla. Appunto. Il fare tutto o niente è pura abitudine o attitudine alla mimesi. Ciò che rende visibile il Nulla, per Lucia Nazzaro, è la percezione o desiderio, è lo stesso del tutto possibile.
Nella presentazione del limite Lucia Nazzaro parte dai numeri 0 e 1 per creare geometrie di pensiero. Costruisce il quadrato, idealizzato come evento della ragione e lì, inscrive il cerchio, il mistero della spiritualità. Inscrivendo il cerchio nel quadrato “n” volte l’uomo si confronta con un altro limite perché si rende conto che non può, con quella regola, andare oltre la ripetizione. Non è la risposta agognata. Deve spostarsi, negare ogni punto di vista.
Mentre lo sguardo dell’uomo, infatti, si concentra fissando il punto di inizio di questo vortice generato dall’infinito ripeter si di cerchio e quadrato, si rende conto che la possibilità di un altrove lo pone di fronte a qualcosa di invalicabile che non possiamo toccare né fisicamente né con la ragione. La mancanza di certezze induce l’uomo ad arrendersi, declinando il suo sguardo verso l’universo cosmico, inteso come “forma” di estrema bellezza. L’artista attraversa questo processo per mezzo della sua opera che si manifesta nella rappresentazione cosmica, una particella infinitesima di cui si sente parte integrante, come un messaggero, una sorta di tramite con l’arduo compito di amplificare la visione dei suoi simili.
In questa ultima “messa in opera” l’artista pone ai margini della scena un osservatore, relegato all’angolo di ogni ipotesi razionale, che sorride beffardo, nella sua ultima apparizione.
FONDAZIONE 107
via Sansovino 234, Torino
Ingresso: 8 euro; ridotto (dai 13 ai 18 anni) 5 euro
Ingresso gratuito sino ai 12 anni e per i possessori di Abbonamento Musei Piemonte
Visite guidate su prenotazione e tutte le domeniche alle ore 17
Informazioni: +39 347 6603149 . fondazione107.it . 107fondazione@gmail.com