Fabio Mauri, Marilyn, 1964, Collection privée, Milan, Courtesy The Estate of Fabio Mauri and Hauser & Wirth
L'Italia ha vissuto un periodo particolarmente fertile ed eccezionale dall'inizio degli anni Sessanta alla metà degli anni Settanta, indissolubilmente legato alla ricchezza del cinema e della letteratura di quegli anni.
Paradossalmente, dalla mostra tenutasi al Museo Nazionale d'Arte Moderna-Centro Pompidou di Parigi nel 1981 “Identità italiana. Arte in Italia dal 1959”, a cura di Germano Celant (1940-2020), non c'è stato un grande panoramica di questa notevole scena artistica in Francia.
Curata da Valérie Da Costa, storica dell'arte, specialista dell'arte italiana, questa mostra colma questa lacuna storica e offre uno sguardo senza precedenti su questi quindici anni di creazione dal 1960, che corrisponde alle prime mostre di una nuova generazione di artisti artisti (nati tra gli anni '20 e '40), attivo a Genova, Firenze, Milano, Roma, Torino, nel 1975, anno segnato dalla tragica scomparsa dello scrittore, poeta e regista Pier Paolo Pasolini (1922-1975).
Questa generazione di artisti offre nuovi modi di intendere e fare arte; illustra così una forma di vita nuova, titolo mutuato dall'omonimo libro di Dante (Vita Nova) che, pur essendo un'ode all'amore, afferma un nuovo modo di scrivere, che contraddistingue l'arte italiana di questo periodo e contribuisce al suo riconoscimento internazionale.
Nel corso degli anni Sessanta e Settanta, la trasformazione dell'Italia (industrializzazione, società dei consumi, instabilità politica, ecc.) ha comportato nuove modalità di rappresentanza. È questo contesto storico-politico che fa da sfondo alla mostra che adotta un punto di vista decisamente tematico e si articola intorno a tre nuclei principali: Una società dell'immagine, Ricostruire la natura, Memorie di corpi considerati in modo poroso e trasversale modo per mostrare la circolazione di artisti, forme e idee tra questioni visive, ecologiche e corporali.
La mostra vuole introdurre un panorama artistico vario e non esaustivo, composto da una selezione di artisti, alcuni dei quali dimenticati nell'arte italiana (in particolare donne artiste) il cui lavoro è esposto per la prima volta in Francia e recentemente riscoperto nel loro paese .
Pensata in chiave multidisciplinare, "Vita Nuova" esplora i legami che si sono stabiliti nello stesso periodo tra creazione visiva, design, cinema.
La mostra presenta 56 artisti, tra cui molte artiste donne, attraverso una selezione di 120 opere e documenti d'archivio provenienti da collezioni pubbliche e private italiane e francesi.
Artisti: Carla Accardi, Vincenzo Agnetti, Franco Angeli, Giovanni Anselmo, Archizoom, Michelangelo Antonioni, Gianfranco Baruchello, Tomaso Binga, Irma Blank, Alighiero Boetti, Marisa Busanel, Pier Paolo Calzolari, Lisetta Carmi, Elisabetta Catalano, Mario Ceroli, Claudio Cintoli, Gino De Dominicis, Luciano Fabro, Federico Fellini, Giosetta Fioroni, Rosa Foschi, Piero Gilardi, Giorgio Griffa, Alberto Grifi, Laura Grisi, Gruppo Strum, Paolo Icaro, Jannis Kounellis, Ketty La Rocca, Maria Lai, Sergio Lombardo, Renato Mambor, Lucia Marcucci, Titina Maselli, Fabio Mauri, Eliseo Mattiacci, Marisa Merz, Mario Merz, Franco Mazzucchelli, Ugo Nespolo, Luigi Ontani, Giulio Paolini, Claudio Parmiggiani, Pino Pascali, Luca Maria Patella, Pier Paolo Pasolini, Giuseppe Penone, Marinella Pirelli, Michelangelo Pistoletto, Carol Rama, Mimmo Rotella, Mario Schifano,Ettore Spalletti, Gerry Schum, Cesare Tacchi, Gilberto Zorio.
La mostra è prodotta in collaborazione con Villa Arson a Nizza, che invita dall'11 giugno al 28 agosto 2022 una generazione più giovane le cui opere contemporanee risuonano con le idee utopiche dei loro predecessori nella mostra “Il futuro dietro di noi. L'arte italiana dagli anni Novanta: il contemporaneo di fronte al passato”. A cura di Marco Scotini .