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28/02/18

Object miart 2018




Oggi è stata resa pubblica la lista delle gallerie internazionali che parteciperanno a Object,  la sezione del miart dedicata alle gallerie che promuovono design sperimentale e in edizione limitata, arti decorative e pezzi storici da collezione.

Importanti arredamenti di design nordico di Nanna Ditzel e Finn Juhl dialogheranno con pezzi contemporanei di Leonor Antunes e Nico Ihlein nello stand di Galleri Feldt da Copenaghen, Ammann Gallery di Colonia presenterà gli oggetti poetici di Florian Borkenhagen e Rolf Sachs con la espressività materiale di Studio Nucleo.
Il passato e il presente dialogheranno nell’installazione concepita da Luisa Delle Piane, che mostrerà opere di Ettore Sottsass, Marco Guazzini e Ernesto Basile, mentre il Radical Design sarà protagonista da Erastudio Apartment Gallery con i pezzi esuberanti di Gino Marotta e Nanda Vigo.

Icone italiane come Gio Ponti, Carlo Mollino, Ico Parisi e Franco Albini saranno protagoniste della presentazione d1 Rossella Colombari, e dei rari paraventi degli anni '50 di Fornasetti saranno esposti presso Luciano Colantonio. Portuondo da Londra esporrà rarità di Paul Evans, Max Ingrand, Joseph André Motte e Jacques Adnet, tra gli altri. Dimoregallery presenterà importanti pezzi di Tomaso Buzzi e Atelier Seguso degli anni ‘30 e ‘50 insieme a una collezione di tavoli di Ilaria Bianchi, mentre Nero tornerà a combinare opere contemporanee e storiche: l’iconico divano Bazaar di Superstudio e le nuove produzioni di Duccio Maria Gambi e Marcello Pirovano.

Una dinamica selezione di designer emergenti internazionali sarà presentata dalla londinese Matter of Stuff, mentre Atelier Jespers da Bruxelles fornirà un approccio concettuale a materiali e forme con opere di designer contemporanei come Conrad Willems, Damien Gernay e Destroyers/Builders.
La ceramica contemporanea sarà al centro della presentazione della milanese Officine Saffi, pezzi d’arte indossabili concepiti dagli artisti Jannis Kounellis, Rebecca Horn e Enrico Castellani brilleranno nello stand di Elisabetta Cipriani da Londra, mentre importanti pezzi di arte tessile contemporanea e storica saranno presentati da Raffaele Verolino.

Object è a cura di Hugo Macdonald, Critico d’Arte e Giornalista, Londra

Premio CEDIT per Object

Per il secondo anno consecutivo, miart collabora con CEDIT - Ceramiche d’Italia, marchio del gruppo Florim, nella realizzazione di un premio per un designer emergente italiano, il cui lavoro sarà donato alla collezione del Triennale Design Museum di Milano.

La Giuria Internazionale sarà composta da:

Silvana Annicchiarico, Direttrice, Triennale Design Museum, Milano
Stefano Torrenti, Amministratore Delegato Florim Ceramiche
Christopher Turner, Conservatore delle sezioni Design, Architettura e Collezioni Digitali, Victoria and Albert Museum, Londra

“Siamo orgogliosi di sostenere, per il secondo anno consecutivo, il mondo dell’arte e del design italiano attraverso un Premio intitolato al marchio CEDIT – Ceramiche d’Italia, i cui valori e la cui filosofia si fondano storicamente proprio su un profondo legame tra industria e creatività – sottolinea Stefano Torrenti, Amministratore Delegato Florim Ceramiche. Il Premio CEDIT vuole concretamente valorizzare e rinforzare questo binomio sostenendo, attraverso miart, un’opera che sarà destinata ad arricchire il patrimonio della Collezione Permanente del Design Italiano del Triennale Design Museum”.

Michael Anastassiades con Flos per la miart VIP Lounge

Il design innovativo troverà ospitalità a miart anche grazie alla partnership con Flos. L'azienda leader nel settore dell’illuminazione residenziale e architetturale di alta gamma collaborerà con la fiera portando un’installazione luminosa site-specific di Arrangements del celebre designer Michael Anastassiades nella VIP Lounge: un gioco di geometria, luce e minimalismo aereo che sfuma le distinzioni tra scultura e design industriale.

Gli arredi della VIP Lounge sono gentilmente forniti grazie alla partnership con Elle Décor Italia.

miart vi aspetta a Milano dal 13 al 15 aprile 2018 (con anteprima VIP il 12 aprile).
Scoprite il ricco programma di eventi, inaugurazioni e aperture speciali durante la Milano Art Week.

Liu Bolin

 Sala del Trono, Reggia di Caserta, 2017 - Courtesy Boxart, Verona

È il 2005: l'amministrazione di Pechino ordina di abbattere il quartiere Suojia Village, dove risiedono molti artisti critici con il governo. Liu Bolin, classe 1973 e ai suoi esordi come artista, si mimetizza con le macerie del suo studio, si fa fotografare e divulga la foto dando il via a una protesta silenziosa e "trasparente", riscuotendo allo stesso tempo un inaspettato successo.

Inizia così la straordinaria carriera di uno degli artisti contemporanei più talentuosi e interessanti, capace di nascondere forti messaggi sociali attraverso immagini apparentemente semplici, in una sintesi di molteplici linguaggi quali la pittura, l'installazione e la fotografia.

Le sue performance vogliono essere un messaggio forte e chiaro di ciò che accade nel presente, tra il peso della storia e le conseguenze del progresso.

Nel tempo Liu Bolin si fa fotografare davanti ai più importanti monumenti del mondo, a librerie, a scaffali dei supermercati, a opere d'arte, a montagne di rifiuti e tra gli immigrati; la sua fama cresce fino a quando le sue immagini diventano un'icona per i grandi brand: uno per tutti Moncler, che utilizza per diverse stagioni un camouflage di Liu Bolin per pubblicizzare il proprio marchio, ma anche Tod's, Ferrari e molti altri.

Colosseo n°2, Roma, 2017Courtesy Boxart, Verona


La mostra al Vittoriano racconta la storia di Liu Bolin, dalla prima perfomance a Pechino fino agli scatti più recenti del 2017 alla Reggia di Caserta e al Colosseo, appositamente realizzati per la mostra romana e qui esposti in anteprima mondiale.

Con il patrocinio della Regione Lazio e Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale e quello della Fondazione Italia Cina, la mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la Galleria Boxart, ed è curata da Raffaele Gavarro.
Sponsor Generali Italia, sponsor tecnico Trenitalia.

L'evento è consigliato da Sky Arte HD.
Il catalogo è edito da Arthemisia Books.


Mondo Fluttuante a Bologna

 Yōshū Chikanobu (1838-1912) Tango Ama no Hashidate, 
Ama no Hashidate nella provincia di Tango serie Meisho bijin awase, Raffronto di belle donne e luoghi famosi


Palazzo Albergati,  a  Bologna,  accoglierà dal 24 marzo al 9 settembre 2018,  una grande mostra  dedicata  all’arte  giapponese,  un viaggio  nel  Mondo  Fluttuante  attraverso  più  di 200 opere che renderanno omaggio ai maestri dell’ Ukiyo-eHiroshigeUtamaroHokusaiKuniyoshi e molti altri.


Keisai Eisen (1790-1848) Yoshiwara no yoru no ame, notte di pioggia allo Yoshiwara serie: Edo hakkei, otto vedute di Edo

Con xilografie policrome dalle immagini fantasiose e dense di particolari il percorso si snoda tra il mondo femminile delle Geisha e delle Ōiran e il fascino dei leggendari guerrieri samurai; il racconto della nascita dell’ukiyo-e e le famose stampe Shunga; le opere che ritraggono gli attori del teatro Nō e Kabuki accanto a quelle che rappresentano il mondo della natura, in tutte le sue manifestazioni – fiori, uccelli e paesaggi – fino all’arrivo della fotografia.
La mostra, con il Patrocinio del Comune di Bologna e della Fondazione Italia Giappone, è prodotta e organizzata da Arthemisia e curata da Pietro Gobbi.

Poliedrico Mollino - Gli scatti di una vita.




  
Il Centro Italiano per la Fotografia, Camera, in via delle Rosine 18, a Torino prosegue la sua stimolante proposta di grandi fotografi; questa volta è il torinese Carlo Mollino indagato nella sua declinazione fotografica, meno nota ma rivelatrice di quella genialità che ha contraddistinto tutto il suo percorso umano.

Grande figura della cultura cittadina Carlo Mollino si rivela anche sapiente fotografo, capace di passare dall’erotismo alla documentazione, dalla ricerca alla sensibilità espressiva.

Il bell’allestimento che valorizza la poliedricità del materiale proposto, oltre 500 scatti, suddiviso nelle quattro sezioni (Mille case - Fantasie di un quotidiano impossibile - Mistica dell’acrobazia - L’amante del duca), propone progetti arditi, abitazioni impossibili, architetture fantastiche, sport e tante donne.

Stupende alcune serie che registrano un’epoca in cui pareva possibile tutto; costruire macchine da corsa, come il Bisiluro o ideare interni senza tempo.

Un percorso in cui la sensualità del vivere si riflette nei tanti attimi registrati con gli scatti fotografici, momenti di una intensa vita di bellezza e ricerca.

Fino al 13 Maggio presso  Camera - Centro Italiano per la Fotografia, in via delle Rosine 18 a Torino

  










Like marble-like





Like marble-like | Parasite 2.0 a cura di ARTECO (Beatrice Zanelli) presso il Centro Arti Plastiche (CAP) di Carrara

Arteco è lieta di invitarvi sabato 3 marzo 2018 alle ore 18 al Centro Arti Plastiche di Carrara, per l'inaugurazione di Like marble-like, mostra personale del collettivo Parasite 2.0 chiamato in una residenza d’artista, nell’ambito di un bando indetto dal Comune di Carrara.

È stato chiesto agli artisti di condurre una riflessione sui laboratori quali luoghi atti ai processi di condivisione della conoscenza partendo dalla rilettura della memoria storica conservata negli archivi locali. In particolare hanno avuto modo di confrontarsi con l’archivio privato Lazzerini, testimonianza nodale del tramandarsi del patrimonio immateriale di conoscenza nel corso dei secoli, i cui documenti sono stati lo spunto per indagare il contesto contemporaneo dove si collocano numerosi laboratori che ancora oggi abitano capillarmente il territorio.

Parasite 2.0, la cui pratica artistica indaga lo stato dell’habitat umano muovendosi tra architettura, arte e ricerca, con Like marble-like hanno voluto giocare mescolando il marmo a delle sue fittizie copie contemporanee, aprendo una riflessione sul concetto di natura e quindi del suo opposto, l’artificio.


Partendo dal ricreare un ambiente ispirato ai laboratori di scultura del marmocarraresi dove la tensione tra tradizione e propensione al futuro è attualmente percepibile, i Parasite 2.0 danno forma a un personale spazio di lavoro immaginario nel quale la materia originale, il marmo, si mescola con sostanze plastiche di matrice umana e con tipologie di materiali definite finto-marmo o marble-like, oggi di larga diffusione sul mercato.

Dal 4 marzo seguirà al Centro Arti Plastiche un ricco calendario di iniziativerivolte a diverse tipologie di pubblico.

Like marble-like | Parasite 2.0 
Centro Arti Plastiche (CAP) Via Canal del Rio, Carrara (MS)
Apertura mostra | 4 marzo – 14 aprile 2018
Orari | dal martedì alla domenica h 9.30-12.30 e h 15.30-18.30
Promosso da Comune di Carrara e Centro Arti Plastiche
In collaborazione con Associazione Amici Accademia di Belle Arti di Carrara e VEM di Emanuele Vatteroni

Figure moderne a ArtBasel Hong Kong



Balthus, Study for “Le Salon”, 1940-42, oil on canvas, 25 5/8 x 31 7/8 in. (65 x 81 cm).
Private Collection, Courtesy of Luxembourg & Dayan. © ADAGP, Paris and DACS, London 2018.


Fra le fiere più fresche e frizzanti Art Basel Hong Kong offre alla gallerie invitate carta bianca per progetti di grande profilo, come farà la Luxemburg & Dayan con una mostra curata dal mitico Jeffrey Deitch dal titolo "Figure moderne" con opere di Baj, Gnoli, Picasso e tanti altri grandi artisti.

CS


Luxembourg & Dayan is pleased to announce its participation in Art Basel Hong Kong 2018 with an exhibition curated by Jeffrey Deitch. Titled Modern Figures, the presentation highlights a variety of approaches to figuration in artworks from the 1920s through 1960s, touching on movements from Surrealism to Pop and Nouveau Réalisme. The presentation celebrates these shifting attitudes towards form in works by Enrico Baj, Balthus, Giorgio de Chirico, Domenico Gnoli, Giorgio Morandi, Francis Picabia, Pablo Picasso, and Martial Raysse, among others.

Modern Figures tracks a variety of approaches to the subject of the human body, from exacting verisimilitude to abstraction, parody, and distortion. The ability to capture the figure has long stood as the apex of naturalism; in the 1920s, Surrealism paired naturalism with a sense of the uncanny, the body presented as if a dream image pulled from the depths of the subconscious. Works by Balthus and de Chirico offer scenes that balance realism with fantasy, using classicism towards mysterious ends. In Picasso’s Le baiser (1930), an abstracted embrace poises the body as a site of obscure desire. 

In the 1950s and 60s, the human form once again emerged as a found subject (a “readymade” of sorts) in the work of  Baj, Gnoli, and Raysse—artists involved with Pop and its European counterpart, Nouveau Réalisme, but influenced by Surrealism, too. The Surrealist figure tends to emerge from the imagination or desire of the individual; in contrast, the Pop-inflected work of the 1960s concerned itself with bodies appropriated and pieced together from the mass media dreamscape of a postwar world. Fashion advertisements feature in Raysse’s collaged paintings, while Baj's "Picabaj" series stitch together kaleidoscopic portraits in homage to Picasso's Cubist approach to form.

The presentation will be accompanied by a public conversation between Jeffrey Deitch, curator Francesco Bonami, and artist Szeto Lap. The conversation will take place on 26 March 2018, at 4pm in the Sky Lounge at the Upper House, Pacific Place, 88 Queensway, Hong Kong, 49th Floor. 

27/02/18

Ogr - Attraversare sensazioni



Vibrazioni aeree, espansioni sonore, attivate da anonime persone che si muovono nello spazio angusto di una grande rinnovata officina ferroviaria.

Forse cercano una destinazione, forse arrivano da un luogo lontano; si riposano, cantano, bisbigliano.

A volte si accostano e sussurrano attimi di vita, a volte si baciano, a volte corrono e se ne vanno via.

Così è la vita, tanti attimi, tanti dubbi, tante gioie.

Temporalità intense, condivise, emozionate, disperse.

Ideato da Tino Sehgal questo è un progetto alle Ogr di Torino, in cui immergersi, ritornare, lasciarsi vivere.

26/02/18

Painting Piece-By-Piece





Il prossimo 4 Marzo apre presso la Collezione Maramotti la prima mostra europea della pittrice americana Sally Ross  "Painting Piece-By-Piece" con cinque grandi opere dal 2013 al 2015, recentemente acquisite dalla Collezione Maramotti. 

Le opere in mostra rivelano i loro componenti e le loro combinazioni, il pensiero e il lavoro manuale sottesi alla loro realizzazione, pur conservando una qualità enigmatica, al contempo elusiva e diretta. 

La base su cui poggia il lavoro di Ross è il luogo reale in cui dà vita alla creazione artistica: lo studio, e in particolare il pavimento dello studio, su cui le opere sono inizialmente assemblate, come mappe che si disperdono in diverse direzioni, con frammenti di tela cuciti tra loro come in una sorta di trapunta cubista. 

È un paesaggio che l’artista osserva dall’alto e compone pezzo dopo pezzo.

 I lavori spesso presentano una tridimensionalità, non solo nel caso delle protrusioni sculturali di alcuni dipinti, ma anche dei blocchi che ne delineano le superfici. Il materiale vero, ad esempio un pezzo di flanella a scacchi verde e nera della sua stessa giacca, entra nella tela, la completa come la tessera di un puzzle; il materiale, reale anziché dipinto, suggerisce un trompe-l’oeil al contrario. Alcune parti sono composte da pattern creati e stampati dall’artista stessa, come squame di pesce o venature del legno, o appropriate da materiali esistenti, le righe delle lenzuola o gli intrecci di una sedia da giardino, per esempio. 

 È presente anche una sorta di “action-writing”, delle marcature che introducono l’atto del disegnare. L’artista combina oggi liberamente pittura, stampa, collage, scultura, disegno. Nonostante la natura giocosa e performativa del suo lavoro, non c’è alcuna celebrazione del colore. 

La palette di Ross tende a tonalità sobrie e riflessive, dal bianco e grigio sfumati al marrone e nero terrosi, i colori fuoriescono dalle assi del pavimento di legno e dai mattoni della vecchia rimessa che è il suo studio ormai da molti anni. L’opera di Ross è al contempo radicata nel presente e atemporale. 

Davanti ai suoi quadri, vengono subito alla mente artisti in una sorta di passaggio dagli anni ’50, ’60 e ’70, fino a noi: Anni Albers, Lee Bontecou, Alberto Burri, Franz Kline, Robert Rauschenberg, Jasper Johns, Cy Twombly, Alan Shields; ma la qualità organica delle sue opere, soprattutto esposte in Italia, può evocare la tradizione dell’Arte Povera. I “combines” di Ross rianimano un periodo di esplorazione in cui l’arte in generale e la pittura in particolare immaginavano di poter essere qualcosa di diverso, qualunque cosa. 

Nonostante i ripetuti annunci sulla morte della pittura già alla fine degli anni ’60, il suo lavoro propone che è ancora possibile, che ancora esiste. L’autentica pratica dell’arte come esperimento non appartiene al passato, è anzi uno dei segni più visibili che per gli artisti, e per noi, questo ha un futuro oltre una perpetua fase finale, che la pittura resta connessa alla sua storia e va avanti. 

Accompagna la mostra un catalogo con un testo di Mario Diacono e una conversazione fra Sally Ross e Bob Nickas.

 Private view su invito: 3 marzo 2018, alle ore 18.00, alla presenza dell’artista. 
4 marzo – 29 luglio 2018 
Visita con ingresso libero negli orari di apertura della collezione permanente. 
Giovedì e venerdì 14.30 – 18.30 Sabato e domenica 10.30 – 18.30 Chiuso: 25 aprile, 1° maggio 
Info Collezione Maramotti Via Fratelli Cervi 66 42124 Reggio Emilia 
tel. +39 0522 382484 info@collezionemaramotti.org www.collezionemaramotti.org

Torino 23 Febbraio tour galleristico




Sotto un cielo plumbeo, sabato scorso, ho girato per alcune gallerie torinesi.


Nel cuore barocco di piazza Carignano la galleria Franco Noero presenta una installazione di Jason Dodge. Spazi di antica eleganza che ospitano i residui caleidoscopico del vivere quasi miseramente. Il contrasto è fastidioso ma lo sguardo si lascia conquistare dalle continue suggestioni dei tanti strani manufatti,  dai possibili usi, dalla memoria del loro vissuto.








 Tutto un altro ordine presso la galleria Febo e Dafne dove su antiche carte da parati si sono fermati i segni giocosi di Rachel Schwalm col suo bestiario di ironia. 






Lo spazio  Alley, in Via San Francesco da Paola 12,  propone due interventi di Piotr Skiba per la stagione invernale della galleria Giorgio Galotti.






La galleria Crag presenta una fresca collettiva di artisti che segue amorevolmente. 







Collettiva anche nella vicina galleria di Riccardo Costantini che raccoglie sotto il tema della memoria intese opere, quali le poliedriche campane di Pablo Mesa Capella o gli scatti vernacolari di Eleonora Roero.







La galleria Norma Mangione presenta una nuova tappa dell'intenso lavoro cromatico di Bernd Ribbeck





Presso la Burning Gallery ci sono i pittorici frammenti fotografici di Samuele Mollo.





Concludo la passeggiata presso la galleria Alessio Moitre che raccoglie le forti tracce performative di Manuela Macco.


24/02/18

IL arte



Il mensile del gruppo editoriale Il Sole 24 ore  "IL" dedicata la copertina e alcuni articoli all'attuale situazione artistica italiana, con interessanti approfondimenti e riflessioni sul potenziale non sempre ben sviluppato del nostro sistema artistico nazionale. 



Olafur Eliasson a Ginevra




Fino al 28 Aprile lo Spazio Muraille a Ginevra presenterà le recenti opere di Olafur Eliasson.



CS
L’exposition Olafur Eliasson: Objets définis par l'activité présentée à Espace Muraille rassemble une sélection de 16 oeuvres qui témoignent des recherches de l’artiste sur le temps, la perception, l’espace,le mouvement et la relativité du réel.

Eliasson est un artiste qui envisage notre époque, non seulement d’un point de vue scientifique et artistique, mais aussi avec le sens d’une urgence écologique globale, comme le montrent ses projets Little Sun, Ice Watch et Green Light -An Artistic workshop. Les oeuvres de cette exposition sont des exemples de ce que l’artiste appelle ses « installations expérimentales » -elles désorientent les perceptions du spectateur, l’encourageant à se déplacer et à examiner l’oeuvre sous différents angles. Un processus qui renvoie à l’idée d’Eliasson selon laquelle le spectateur est un coproducteur de l’oeuvre.

Dans la première salle, une série de petites sculptures est l’occasion d’explorer le vocabulaire géométrique d’Eliasson en même temps que ses expérimentations autour de la réflexion, de la réfraction et de la peinture de lumière. Cette série comprend une oeuvre réalisée à partir de vitres en verre soufflé teinté représentant deux assemblages d’ellipses superposées ; une nouvelle peinture de la série des expérimentations autour de la couleur qui confronte le spectateur au contraste d’un noir intense et des couleurs de l’arc-en-ciel ; ainsi qu’une oeuvre qui modifie notre perception des échelles grâce aux propriétés grossissantes d’un miroir concave.




La salle suivante présente une série d’aquarelles à travers lesquelles l’artiste explore les effets de la superposition de lavis de couleur ou bien résultant de la fonte d’un morceau de glace glaciaire au-dessus d’un lavis de pigment d’aquarelle. Devant la grâce de ces oeuvres, le temps semble s’être suspendu, permettant ainsi aux spectateurs de s’interroger sur l’impact de l’homme sur la nature.

A l’étage inférieur, les visiteurs sont accueillis par Black glass sun, une oeuvre réalisée à partir d’un verre circulaire convexe noir entouré d’un halo de lumière monofréquente, ainsi que par The gaze of Versailles, deux yeux dorés qui semblent fixer le spectateur. Pour admirer la dernière oeuvre de l’exposition, Object defined by activity (now/soon/then), les visiteurs doivent passer derrière un rideau et entrer dans une salle plongée dans le noir. Les trois sculptures d’eau sont révélées par l’irruption de flashs de lumière stroboscopique. Suspendues en apparence par des raies de lumière, ces installations aquatiques semblent immobiles, pourtant le bruit de l’eau qui gicle dans le noir laisse deviner aux spectateurs un processus en mouvement.




Exposition du mercredi 24 janvier au samedi 28 avril 2018
Commissariat: Laurence Dreyfus

23/02/18

Il vetro si espande




La Fondazione Musei Civici di Venezia, nell’ottica di creare un supporto didascalico allo sviluppo dell’arte vetraria muranese, inaugura con il 2018 un nuovo capitolo all’interno del percorso permanente del Museo del Vetro di Murano, che si attuerà grazie alle donazioni di prestigiose opere contemporanee.
L’obiettivo è ricordare e ribadire al mondo che a Murano si produce il vetro artistico, che le antiche tecniche non sono dimenticate e che la creatività in questo ambito – come già avvenuto in varie occasioni nel passato - è capace di rinnovarsi continuamente.
Forte di una tradizione che ha sempre caratterizzato lo spirito fondante di questa realtà, come testimonia molto bene l’attenzione che ne ebbe l’Abate Vincenzo Zanetti, il museo dedicherà a partire dal 23 febbraio uno spazio solo per le nuove acquisizioni che saranno così esposte in modo permanente.
Lo spazio scelto per questa rassegna sarà la Sala Brandolini, che accoglierà questo nuovo nucleo dedicato al vetro moderno e contemporaneo, che di volta in volta verrà integrato da future donazioni. Non a caso la sala è intitolata a un’artista e mecenate del vetro come Marie Angliviel de la Beumelle Brandolini – parigina di origine ma veneziana d’adozione - che il museo ha deciso di ricordare in modo permanente per l’estrema sensibilità dimostrata verso l'arte del vetro, prodottasi in particolare nella creazione di bicchieri originali e divertenti – i ‘goti’ – caratterizzati da motivi e colori originali pur nella loro affascinante semplicità.
In questa prima esposizione saranno esposte una cinquantina di opere in vetro che annoverano, tra gli altri, artisti del calibro Pino Signoretto, Archimede Seguso, Napoleone Martinuzzi, Ermanno Nason, Tadao Ando, Cristiano Bianchin, Toots Zynsky, Markku Piri, Mauro Vianello, Antonio Seguso, Tobia Scarpa, Giorgio Vigna, Andrea Morucchio, realizzate per conto delle maggiori vetrerie dell’isola.

Artrooms Roma



Arriva dalla Gran Bretagna un'idea di fiera sull'arte contemporanea per la città di Roma, si tratta di Artrooms, una iniziativa che sta avendo un positivo riscontri di pubblico e di critica. 

Negli eleganti spazi del The Church Palace si svolgerà dal 2 al 4 Marzo 2018, con diverse sezioni.





Artrooms Roma, selezionati da tutto il mondo attori Artrooms Roma è lieta di annunciare i nomi degli artisti selezionati per il lancio Italiano della fiera.

Artrooms, la prima Fiera Internazionale di Arte Contemporanea di offrire Spazi espositivi gratuiti Agli Artisti indipendenti, inaugurerà in Italia dal 2 al 4 marzo 2018 all'hotel The Church Palace, a Roma, e si articolerà in tre sezioni: Room, Sculpture Park e Video Arte.

Scopo dell'evento italiano è esportare il concetto che Artrooms London ha reso popolare nelle ultimequattro edizioni, a partire dal 2015: Artrooms Roma custodite ad artisti provenienti da ogni parte del mondo di Esporre i Loro Lavori Nelle camere di Palazzo La Chiesa, trasformate per l'Occasione in atelier Dagli artisti Stessi.


Sezione camera:
(In giuria: Christian Fannenboech Campini, Massimo Giannoni, Fulvio Granocchia, Tiziana Kaseff Grilli, Gianluca Marziani, Antonio Valentino) Stanza, la sezione principale, ospiterà 50 artisti, scelti tra circa 500 candidati provenienti da tutto il mondo.

Tra questi, nove gli artisti italiani: Elisa Cantarelli con il progetto Dotting, Sabina D'Angelosante, i fotografiGianmaria De Luca, Paola Ruvioli e Paolo Repetto, Ernesto Galore (alias Emanuele Garletti), Marika Ricchi con il progetto Giù I piedi dal letto, Barbara Salvucci, e la multi premiata Antonella Scaglione.

Dall'Australia arrivano due artisti il ​​cui lavoro è fortemente legato alla letteratura: Robert Lee Davis, che passa attraverso i quadri Le città invisibili di Italo Calvino e le ceramiche fluttuanti di Kieran Ingram, ispirate dalla poesia Burnt Norton di TS Eliot. Dalla Nuova Zelanda, Fiona Hueston porta a Roma le sue installazioni di origami, mentre gli artisti pakistani Rizwan Ali e Tania Nasir, entrambi miniaturisti, Parteciperai con successo alla dinastia Mughal e con le tradizionali islamiche geometrie. Esporranno i loro lavori anche Chisato Yasui (Giappone), l'artista multimediale Natalia Ohar (Ucraina) e Tolga Bayraktar (Turchia).

Originaria del Senegal e residente in Italia, Awa Sar esporrà un'opera in seta selvaggia; Zuzana Lalikova (Slovacchia) presentera sogno di Penelope; mentre Emilia Maino, o LIA Colectivo, (Cile) proporrà un lavoro Tessile su paesaggi Geografici.

Tra gli artisti, Brian Huber (USA) attinge la propria ispirazione dai fiumi ghiacciati che vita vita in serie intrecciate, mentre il fotografo multi-premiato Derek Man, da Hong Kong, presenta The Orchard Project, dedicato personalmente alla Conservazione di frutteti comunitari. La koreana Sunwoo Kim, vincitrice del premio "Kidult Challenge" del Museo Nazionale di Arte Contemporanea e Moderna di Seoul, dedica le opere citare in giudizio una “Dodo” un animale Ormai estinto, originario delle isole Mauritius.

Dall'Europa: la multi premiata Mariya Alipieva e il mosaicista Ivan Djidjev (Bulgaria) con il suo studio dei Multipli; Leo Kantunaric Kadele (Croazia); Marek Slavik (Repubblica Ceca), già presente nel 2017 al Museo Crocetti di Roma, che ad Artrooms Roma presenterà Curved Reality, progetto su mondi paralleli in cui le emozioni e i Sentimenti diventano i Principi Principali dei dipinti; Cyre de Toggenburg (Francia), nella cui opera l'astratto è una porta per la spiritualità; Chloe Malard (Francia); il giovane scultore Herman Sobe, Tanja Burgelin Arslan, Wassily Kazimirski e Holger Theunert (Germania); Peter Belso (Ungheria), al confinare tra Arte e Design, Che presentera bici a casa; Cecilia Bullo (italo-irlandese), con un'installazione site-specific, comprendente scultura, il video e fotografia; Marianne Vanderbosch (Olanda); Daria Blazek (Polonia), per la fotografia digitale; Neide Carreira (Portogallo); lo scultore Miodrag Peric (Serbia), direttore e Fondatore di IN VIVO, Simposio Internazionale degli Scultori di Novi Sad, Serbia; Marina Gomez (Spagna).

Dal Regno Unito, arrivano Komal Madar; Susan Supercharged, già presente in collezioni importanti a Londra, Miami e New York; Kristina Chan, Che soltanto nel 2017 ha Vinto i Premi: Royal Society of Painter Antonio Dawson degli incisori, RSA Guthrie Award e Medal / Royal Scottish Academy, Edimburgo Incisori Award, The Elizabeth Greenshields Foundation Grant / La Fondazione Elizabeth Greenshields; Jemma Appleby, Sarah Emily Porter, Kevin Stamper, Merna Liddawi, Clara Mill, Abigail Yentis, Ortelius Drew, pseudonomo per Ilga Leimanis (Londra) e Doreen Wittenbols.


Sezione Sculpture Park:
(In giuria: Cristina Cellini Antonini e Pietro di Pierri) Grande Successo per gli italiani Nella sezione Sculpture Park, dove sei artisti su nove rappresenteranno l'Italia: Camilla Ancilotto, Paola Falconi, Valentina Lucarini Orejon, Laura Pellizzari, Andrea Polichetti e Federica Zianni. Tra gli stranieri: Martin Navratil (Slovacchia), Jacek Opala (Polonia) e Val Wecerka (Bulgaria).


Sezione Video Arte:
(In giuria: Cristina Cellini Antonini e Pietro di Pierri) Quindici gli artisti italiani e internazionali che parteciperanno alla sezione Video Arte della fiera: Karina Zen (Brasile); Yasen Vasilev (Bulgaria); Leyla Rodriguez e Annina Roescheisen (Germania); Michael Liani e Igal Stulbach (Israele); Uro Bannera; Silvia De Gennaro e Claudia Quintieri (Italia); Clara Aparicio Yoldi (Spagna); Ian Wolter; Browzan alias Christopher Brown e Mark Sedge (Regno Unito); Natalia Ohar (Ucraina); Ira Schneider (USA).


Artisti invitati dall'Organizzazione:
Ad Artrooms Roma sarà inoltre presentata Lei e Lui, di Patrizia Montedoro (Italia), con un progetto in Allenamento Collaborazione con Street. Tra Gli Artisti Ospiti, Mariangela Capossela, con la video-Installazione Il Velo della Sposa; Alice Padovani, con Solid; Mauro Pallotta (aka Maupal) con La Città dell'Anima; Leandro Lottici con la scultura Eco Ancestrale; e Paolo Franzoso, artista narratore del tempo presente.