Il prossimo 4 Marzo apre presso la Collezione Maramotti la prima mostra europea della pittrice americana Sally Ross "Painting Piece-By-Piece" con cinque grandi opere dal 2013 al
2015, recentemente acquisite dalla Collezione Maramotti.
Le opere in mostra rivelano i loro componenti e le loro
combinazioni, il pensiero e il lavoro manuale sottesi alla loro
realizzazione, pur conservando una qualità enigmatica, al
contempo elusiva e diretta.
La base su cui poggia il lavoro di Ross è il luogo reale in cui dà vita
alla creazione artistica: lo studio, e in particolare il pavimento dello
studio, su cui le opere sono inizialmente assemblate, come mappe
che si disperdono in diverse direzioni, con frammenti di tela cuciti
tra loro come in una sorta di trapunta cubista.
È un paesaggio che l’artista osserva dall’alto e compone pezzo dopo
pezzo.
I lavori spesso presentano una tridimensionalità, non solo
nel caso delle protrusioni sculturali di alcuni dipinti, ma anche dei
blocchi che ne delineano le superfici.
Il materiale vero, ad esempio un pezzo di flanella a scacchi verde e
nera della sua stessa giacca, entra nella tela, la completa come la
tessera di un puzzle; il materiale, reale anziché dipinto, suggerisce
un trompe-l’oeil al contrario.
Alcune parti sono composte da pattern creati e stampati
dall’artista stessa, come squame di pesce o venature del legno, o
appropriate da materiali esistenti, le righe delle lenzuola o gli
intrecci di una sedia da giardino, per esempio.
È presente anche una sorta di “action-writing”, delle marcature che
introducono l’atto del disegnare. L’artista combina oggi
liberamente pittura, stampa, collage, scultura, disegno.
Nonostante la natura giocosa e performativa del suo lavoro, non c’è
alcuna celebrazione del colore.
La palette di Ross tende a tonalità
sobrie e riflessive, dal bianco e grigio sfumati al marrone e nero
terrosi, i colori fuoriescono dalle assi del pavimento di legno e dai
mattoni della vecchia rimessa che è il suo studio ormai da molti
anni.
L’opera di Ross è al contempo radicata nel presente e atemporale.
Davanti ai suoi quadri, vengono subito alla mente artisti in una
sorta di passaggio dagli anni ’50, ’60 e ’70, fino a noi: Anni Albers,
Lee Bontecou, Alberto Burri, Franz Kline, Robert Rauschenberg,
Jasper Johns, Cy Twombly, Alan Shields; ma la qualità organica
delle sue opere, soprattutto esposte in Italia, può evocare la
tradizione dell’Arte Povera.
I “combines” di Ross rianimano un periodo di esplorazione in cui
l’arte in generale e la pittura in particolare immaginavano di poter
essere qualcosa di diverso, qualunque cosa.
Nonostante i ripetuti
annunci sulla morte della pittura già alla fine degli anni ’60, il suo
lavoro propone che è ancora possibile, che ancora esiste.
L’autentica pratica dell’arte come esperimento non appartiene al
passato, è anzi uno dei segni più visibili che per gli artisti, e per
noi, questo ha un futuro oltre una perpetua fase finale, che la
pittura resta connessa alla sua storia e va avanti.
Accompagna la mostra un catalogo con un testo di Mario Diacono
e una conversazione fra Sally Ross e Bob Nickas.
Private view su invito: 3 marzo 2018, alle ore 18.00, alla presenza
dell’artista.
4 marzo – 29 luglio 2018
Visita con ingresso libero negli orari di apertura della collezione
permanente.
Giovedì e venerdì 14.30 – 18.30
Sabato e domenica 10.30 – 18.30
Chiuso: 25 aprile, 1° maggio
Info
Collezione Maramotti
Via Fratelli Cervi 66
42124 Reggio Emilia
tel. +39 0522 382484
info@collezionemaramotti.org
www.collezionemaramotti.org