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Arte contemporanea oltre il tedio e l’ipocrisia



In questi anni ho spesso scritto sulle strane dinamiche del “sistema dell’arte contemporanea” soprattutto in tempi in cui tutti inneggiavano aspetti fantasmagorici. 

Ora dopo questa serie di articoli mi pare evidente come il sistema dell’arte contemporanea sia diventato un triste mercato per spennare polli da spennare detti anche collezionisti. I quali si lasciano abbindolare troppo spesso da prodotti di pessima qualità, di gusto dubbio e di indecente banalità, anziché impiegare i propri dindini in modo più furbo e piacevole, godendosi la bellezza e le gioie della vita ma soprattutto una certa originalità e autonomia di idee soprattutto, se si vuole trattare di arti visive. 

La cosa che lascia più sbalorditi è che tutti sanno e che tutti fanno finta di non capire, pare di essere in Olanda qualche secolo fa con tanti deperibili bulbi di tulipani ricercati come pepite d’oro. 

Sicuramente la storia pare non insegnar nulla, tanto meno a chi vive nella superficialità. 

Mi consola leggere sempre più spesso indagini documentate in cui si evidenzia la poca trasparenza di questo sistema e la dubbia definizione di valore che viene proposta da tanti canali di promozione quali riviste e siti d’arte.

Alternative?

Per fortuna ce ne sono tantissime, basta lasciare certi ambienti monotoni e finti e saper cercare nelle tante dinamiche realtà creative, che sempre più viaggiano al di fuori di questi ghetti.

Allontanandosi da questi simulacri del consumismo (fieri, biennale etc..) ci si imbatte in un variegato mondo creativo che indipendentemente dalle sirene mediatiche percorre strade personale e uniche, declinando nuove forme e interessanti manufatti che guardano al futuro e che come al solito, solo nel futuro troveranno la giusta conferma, come già la storia manifesta.