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06/01/14

Arte, il grande mistero dell'investimento


Nei giorni scorsi è uscito un ennesimo articolo sulla grande bufala dell’investimento in arte.
Come erano già usciti su alcuni giornali francesi, anche le Figarò presenta un articolo dove un esperto di mercati economici avvisa sulla finzione di questo sistema di commercio oligarchico e molto aleatorio.
Giustamente si dovrebbe parlare di differenziazione degli investimenti, vedendo una certa realtà dell’arte come un luogo di diversificazione del capitale, senza però credere troppo ad un sistema di guadagno.
Il mercato dell’arte, fino ad oggi non ha dimostrato, nel suo complesso una reale capacità d’investimento, i dati che spesso vengono promossi risultano sempre molto parziali, per cui poco significativi.
Essendo il mercato dell’arte, quello che si vede promosso attraverso diversi media, gestito da un limitato gruppo di attori, risulta molto rischioso e spesso non corrispondente alla realtà oggettiva di un sistema economico.
Più giusto vederlo come un modo diverso per impegnare il proprio denaro.
Diciamo che, con una accorta selezione delle opere, puntando sia sulla qualità tecnica che sull’effettiva unicità, può esserci una possibile alternativa di accantonamento di un capitale, ma consapevoli che per male che va si hanno dei bei lavori artistici.
Cogliamo l'occasione dell'avvio dell'anno per una serie di articoli per aiutarvi ad affrontare il mercato dell'arte, con alcuni semplici ma essenziali suggerimenti. 

23/10/12

Sistema dell’arte o fare arte



Mi pare che spesso ci sia una certa confusione fra quello che è “fare dell’arte” e quello che viene denominato “sistema dell’arte”.

 Il primo è un gesto personale che si iscrive nelle azioni di un’interesse, un piacere, un’azione anche hobbistiche, libere da ogni condizionamento.

Il secondo è un sistema di relazioni economiche che agisce su un mercato specifico quello dell’arte, soprattutto contemporanea (di cui gli artisti sono uno degli elementi) ma anche in ambito storico, che muove quindi interessi e sensibilità col fine di fare guadagni economici.

Spesso si confondono queste due realtà e si pensa che si possa fare comunella, cosa errata poiché uno non è strutturato da regole specifiche mentre l’altro agisce secondo determinate strategie, come in tutti i sistemi economici, dalla prostituzione al commercio equo-solidale, soggetto cioè a dettami e pressioni degli agenti che vi partecipano.

Non capisco quindi perché tanti si lagnano che le due situazioni non siano sottoposte a un’unica norma, che nessuno mi ha ancora spiegato quale dovrebbe essere.

L’idea stessa che ci sia un merito o un valore risulta molto anomalo in quanto proprio una delle caratteristiche dell’arte, nel suo globale, è che essendo legata al gusto è soggettiva.