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24/06/20

"Contaminazioni" culturali alle Ogr




Un progetto esclusivo, solo per i degenti e operatori delle Ogr - Covid Hospital, è  "Contaminazione" che si è apre oggi nella storica Sala Fucine a Torino. 

La  curatrice belga Cécile Angelinidi ha contattato alcuni artisti visivi e altre figure creative per realizzare un'evento molto stimolante in un contesto speciale come questo momento che ha trasformato il centro culturale della Fondazione CRT in uno spazio per la salute pubblica. 

Il progetto durerà fino al 31 Luglio. 





CS

Marc Angeli - Tonatiuh Ambrosetti & mvt/architectes - ANTILIA gallery (Fabiana Dicuonzo e Giuseppe Resta) - Pascale Barret - Florent Bellamy - Barbara Bergaglio - Melania Berlen - Valerio Berruti - Big Mountain County - Benedetta Bodo di Albaretto - Giulio Caresio - Ermanno Cavaliere - Noëlle Clou - Céline Cuvelier - Lieven De Boeck - Hannah De Corte - Gian Giacomo Della Porta - Enrico Ferrarini - Maurizio Ferraris - Michel François - Mario García Torres - Régis Gonzalez - Francesco Granieri - Ezio Gribaudo - Paola Gribaudo - Giorgio Griffa - Lotta Hannerz - Marie Hume - Paolo Inverni - Dominique Loreau - Astrid Malingreau - Gianluigi Maria Masucci - Maxime Matthys - Selçuk Mutlu et Lola Zefi - Nero/Alessandro Neretti - Elena Pelosi - Marie-Françoise Plissart - Barbara Polla - Paolo Robino - Fabrice Samyn - Fabrizio Santona - Alessandro Saturno - Agnès Thurnauer - David Tremlett - Fabio Viale - Dario Voltolini - Peter Wüthrich - Silvio Zamorani

Curatrice: Cécile Angelini
Scenografo: Sergio Mazzoni

Ideata e realizzata in tempi di propagazione del Covid-19, questa mostra propone di indagare su un altro tipo di contaminazione, ovvero la contaminazione artistica.

L’arte contemporanea potrebbe essere definita “arte della contaminazione” per diverse ragioni: l’ibridazione delle pratiche e delle discipline, la combinazione dei mezzi d’espressione e dei materiali, la collaborazione e l’appropriazione tra opere e artisti.

La “nuova realtà” indotta dalla pandemia e dall’emergenza sanitaria – il distanziamento, l’isolamento e la condivisione solamente “telematica” di contenuti – ha riconfigurato questa nozione? L’arte contemporanea potrà ancora dichiararsi “contaminata”? Cosa potrebbe significare la contaminazione nell’arte oggi?

Sono 48 artisti, architetti, scrittori, poeti, musicisti, filosofi e professionisti dell’arte a rispondere: provenienti da tutto il mondo e da ambiti culturali variegati, prendono spunto dalla propria esperienza per condividere un pensiero inedito sulla contaminazione oggi, partendo da un’opera, un movimento, una tendenza, una tecnica, un metodo o un principio “contaminato” o “contagioso”.

I racconti, assolutamente liberi, compongono un insieme gioioso di “pillole artistiche” delicate, costituito da immagini, parole, pensieri e sentimenti.

Montato e sottotitolato in italiano, è proiettato “in loop” nell’ospedale da campo ricavato all'interno del complesso delle OGR (il Museo d’arte contemporanea “Officine Grandi Riparazioni”), dove il San Giovanni Bosco ha trasferito parte dei suoi malati Covid.

Si tratta di pazienti in “post acuzie” da accompagnare verso la completa guarigione. La maggior parte di loro è quindi in stato stabile: può alzarsi dal letto e passeggiare nella “zona rossa”, tuttavia nessuno può vedere i propri cari, né uscire.

La mostra permetterà quindi di offrire ai pazienti e al personale ospedaliero dei contenuti artistici di qualità.

Ci saranno due proiezioni, in due zone dell’Ospedale: una nella “zona rossa” dei pazienti Covid e una nella “zona gialla” riservata al personale ospedaliero.

Una terza proiezione sarà realizzata in un altro luogo – ancora da svelare –,in modo tale da rendere la mostra accessibile ai famigliari e ai cari dei pazienti e al pubblico in generale.

Avremmo quindi una contaminazione tra pazienti, medici e pubblico, i quali avranno tutti accesso alla stessa mostra da luoghi diversi.
Ogni minuto passato segna la memoria di un mondo e la scoperta di un altro.

Ogni video modifica il significato del precedente e orienta l’interpretazione del successivo.

L’insieme si mescola secondo l’approccio e i ricordi dello spettatore, formando di volta in volta una nuova composizione.

Così ogni nuova visione, ogni nuovo incontro “contamina” il senso della mostra e ne rinnova il progetto, disegnando – minuto dopo minuto – un orizzonte sempre nuovo.

La mostra si rivolge quindi al personale e ai pazienti – attuali o ricoverati – dell’ospedale, ai Torinesi e a qualsiasi persona – italiana o straniera – curiosa di scoprire quello che artisti e membri del mondo dell'arte hanno da dire e rappresentare sulla contaminazione artistica in tempi di pandemia.

Un tema che permette di riflettere sull'attualità con la giusta distanza concettuale ed etica – artistica.