Grande parete Studio Marconi MT.6, 1976 cemento
e laminato legno 268 x 720 x 140 cm
Prende avvio il 18 Ottobre e durerà fino al 21 Dicembre,
una articolata antologica su Giuseppe Uncini, presso la Fondazione Marconi, in
Via Tadino 15 a Milano.
Il progetto espositivo, realizzato con l’Archivio Uncini,
è dedicato al lavoro dell’artista marchigiano tra il 1968 e il 1977, e
documenta l’evoluzione della lunga e approfondita indagine dell’artista sul
tema delle ombre. Punto di partenza è la mostra, intitolata appunto “Ombre”,
che ha luogo nel 1976 allo Studio Marconi e per la quale l’artista realizza
Grande parete Studio Marconi MT 6, espressamente progettata per la galleria
milanese. Quest’opera rientra nel periodo in cui Uncini decide di spostare la
sua attenzione dalla “costruzione di oggetti” alla “costruzione dell’ombra”,
dalla forma reale dell’oggetto costruito, alla sua forma virtuale. In questa
nuova ottica egli trasforma ciò che è da sempre percepito come ambiguo e labile
in un elemento sostanziale dell’opera, qualcosa di stabile, visibilmente e
tattilmente concreto. Luce e ombra
vengono così poste allo stesso livello di valore e considerate “materie” alla
stessa stregua, permettendo una nuova e inedita lettura dell’opera. Questa
scoperta, motivo dominante della sua ricerca fino agli anni Ottanta, lo porta
anche a riflettere sulle antinomie luce-ombra, pieno-vuoto, presenza-assenza. È
dunque lo spazio a farsi materia dell’atto costruttivo dell’artista e non
esiste più distinzione tra il fare pittura e il fare scultura.
“Fino ad allora avevo pensato di essere e di voler fare
il pittore. Poi questa convinzione a poco a poco mi cadde sotto le mani. In
seguito sono diventato, mi dicono, scultore. Io ancora non ci credo e mi sento
tra la scultura e la pittura e mi va benissimo, non c’è problema in questo.”
(G. Uncini, 1998)
Giuseppe Uncini Lavora a una grande scultura nella
corniceria dello Studio Marconi Mostra 76. Photo
Mario Carrieri
Per la sua maestosità, la Grande parete rappresenta un
momento apicale della ricerca di
Uncini e segna la sua definitiva conquista di
quella “fuggevole essenza” che fa ormai parte integrante dell’opera stessa.
“L’ombra, questa fuggevole essenza, questa negatività del
segno, che troppo spesso viene ignorata o passata sotto silenzio, che quasi
sempre vale solo come fattore passivo, di assenza, tutt’al più di completamento
dell’indagine – doveva invece costituire, a un certo punto, il centro delle
indagini dell’artista; non già come artificio per una resa prospettica o
naturalistica, ma come ‘messa in luce’ (non solo metaforicamente) di un
elemento sostanziale dell’opera.” (G. Dorfles, 1976)
La mostra presenta un nucleo di opere, comprese tra il
1968 e il 1977, con l’obiettivo di fornire un excursus completo sulla
produzione creativa di Uncini in questo arco temporale. Verranno così passate
in rassegna tutte le principali declinazioni di quell’assidua necessità
dell’artista di indagare la dimensione virtuale della proiezione dei volumi:
dalle prime Sedia con ombra e Finestra con ombra (1968), alle Colonne con ombra
(1969), Ombra di un cubo sospeso (1973), Muro con ombra T.23 (1976). A questi si aggiungono alcuni significativi
lavori provenienti dal fondo dell’Archivio Uncini: Mattoni con ombra n. 12
(1969), Parete interrotta (1971), Ombra di due parallelepipedi T.1 (1972),
Ombra di un parallelepipedo M.29 e Ombra di tre quadrati M.30 (1975). Accanto alla Grande parete saranno esposte la
maquette originale dell’opera, realizzata in cemento e laminato di legno (1975-1976),
alcune foto documentarie scattate durante l’esecuzione dell’opera e una
selezione di disegni eseguiti negli stessi anni, visto che in Uncini il disegno
ha rivestito, sin dagli inizi della sua attività, un ruolo di primaria
importanza per la progettualità del suo lavoro.
“Nella nostra cultura, nella nostra storia, penso che il
disegno sia il nostro linguaggio, il nostro modo di memorizzare le cose, di
costruire. Ritengo che sia molto difficile pensare senza il disegno… Qualsiasi
disegno su di un foglio è uno strumento, un linguaggio per individuare il
nostro pensiero.” (G. Uncini, 1998)
Farà seguito alla mostra un volume sul tema delle ombre,
a cura di Bruno Corà, e in collaborazione con l’Archivio Uncini.