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18/09/11
La Visione di Carlo (Sacro e Profano)
La mostra è declinata nelle due sedi come due parti di un dittico che prendono rispettivamente i sottotitoli Sacro e Profano e Vizi di Forma.
Elemento comune e filo conduttore dei due percorsi espositivi è il film inedito Carlo’s Vision commissionato da Nomas Foundation e Peep-Hole e prodotto dalla Collezione Stefano e Raffaella Sciarretta.
Carlo’s Vision (2011) è un cortometraggio in 16 mm, girato a partire da un episodio di Petrolio, il romanzo incompiuto di Pier Paolo Pasolini. Petrolio è un ritratto del mondo contemporaneo italiano, un contributo cruciale alla comprensione dei fatti accaduti in Italia tra gli anni Sessanta e Settanta. L’artista parte dall’episodio del romanzo che illustra la visione di Carlo, il protagonista. L’obiettivo di Nashashibi non è tradurre puntualmente la visione di Pasolini in un film, ma di proporre una visione equivalente nel contesto odierno e lasciare che essa si scontri con la realtà per vederne il risultato. La struttura, i personaggi principali e la scena sono gli stessi del racconto mentre il resto, il contesto, è lasciato alla realtà e all’osservazione. La visione su Via di Tor Pignattara contenuta in Petrolio è ambientata negli anni Sessanta; il film di Rosalind Nashashibi nell’estate del 2011. Carlo percepisce la realtà con un’intensità del tempo, della luce e del colore differenti da quelli vissuti dal resto della strada, dai passanti con i quali si scontra. Il film di Rosalind Nashashibi coglie un rituale e una visione al di fuori del tempo e lo consegna alla quotidianità, creando e provocando una frizione dove realtà simultanee si sfiorano.
Negli spazi di Peep-Hole La Visione di Carlo, Sacro e Profano presenta inoltre Shelter for a New Youth (2011), un’opera installativa realizzata in occasione della Biennale di Sharjah nella quale emerge per la prima volta l'interesse dell'artista per Petrolio. L’opera è composta da una serie fotografica di parti basse maschili e da alcuni dipinti che mostrano le mani di Topolino così come rappresentate nell’iconografia di Buddha dove una mano punta verso l'alto e l’altra verso il basso, in un gesto che indica l'apertura, l’accettazione e l’ambivalenza.
Successivamente all’apertura della mostra si terranno a Roma e a Milano due serate di incontro con l’artista e screening dei suoi film recenti. Luoghi e date saranno comunicati a breve.
La ricerca di Rosalind Nashashibi (1973) si concentra sugli attimi d’intensità insiti nella vita quotidiana e nei contesti urbani. L’artista si allontana dalla rappresentazione per privilegiare l’esperienza come spazio della coscienza. Spesso due elementi sono giustapposti per rendere visibili differenti livelli della realtà che coesistono allo stesso momento, oppure una scena costruita, una ‘finzione’, è posta in una situazione ‘reale’. L’artista lavora principalmente con il mezzo cinematografico, dove il melanconico scorrere del tempo si espande e l’osservatore è messo in una posizione di verifica del presente.