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28/02/12

Alcune sculture a Milano


Mirò a Milano


Consagra Milano

cielo

doattime 28/02/2012

Phofdo - photographic project 

Lo stile italiano al Louvre - Da Leonardo a Ferragamo



La società di abbigliamento, Salvatore Ferragamo, sarà lo sponsor unico della mostra 'Sant'Anna - L'ultimo capolavoro di Leonardo da Vinci', dal prossimo 29 Marzo al 25 Giugno al Museo del Louvre di Parigi. 

Rientrata dopo un breve restauro che ha suscitato molte polemiche, soprattutto dopo che Segolene Bergeon Langle e Jean-Pierre Cuzin si erano dimessi dalla commissione che seguiva il recupero. 

Per questo evento, la nota società italiana di moda, è stata selezionata come sponsor unico per sostenere l'evento. In forma di ringraziamento lo spazio del salone nell'area Denon si presterà, per la prima volta nella sua storia, il 12 Giugno per una grande sfilata di moda con alcuni capi della selezionata linea Resort 2012.


Fotografia: la Vierge à l’Enfant avec sainte Anne, prima del restauro © Musée du Louvre foto di Angèle Dequier

25/02/12

Un regalo da Urlo!



Volete fare un regalo da urlo, beh allora non perdetevi il prossimo 2 Maggio l'asta newyorkese di Sotheby's quando sarà battuta l'unica versione, delle quattro esistenti, in mano privata dell'Urlo di Edvard Munch. Per questo stupenda opera si suppone di superare gli 80 milioni di dollari.

Il pastello è di proprietà di un ricco norvegese che lo metterà in offerta giusto per festeggiare il prossimo anno i 150 anni di nascita del noto pittore.

L'opera sarà esposta il 13 Aprile nella sede Londinese e il 27 nella sede di New York prima di essere proposto in asta.

tutte le info qui http://www.sothebys.com/en/sales-series/2012/impressionist-modern-art-evening-sale/overview.html

22/02/12

Dall'elettronica alla pittura indiana


 Proveniente dallo Spazio Contemporaneo di Brescia è in corso la mostra “Collect the WWWorld. The Artist as Archivist in the Internet Age” curata da Domenico Quaranta. Una mostra che la House of Electronic Arts di Basilea ospita e che tenta di presentare un’azione archivistica/concettuale degli artisti che operano sul web, fra appropriazione e post-produzione. In esterno si possono notare giganteschi fughi, che non sono una anomalia ambientale ma l’opera “A Band of Floating Mushrooms“ di Monica Studer e Christoph van den Berg.
 
Ripensare questa stagione in chiave artistica è la proposta della Kunsthaus di Zurigo con la mostra “Winter Tales, winter in art from the Renaissance to Impressionism” che propone una serie di opere dal sedicesimo secolo che hanno come tema questa intima stagione. Raccogliendo stupendi quadri, delicate sculture e manufatti vari, si attraversa un’estetica che pur narrando della più fredda stagione dell’anno trasmette calde emozioni. Contemporaneamente è in corso una mostra dei paesaggi a pastello di Albert Welti. La collezione permanente è stata recentemente riallestita e si offre con molte piacevoli sorprese.

Concludo questo giro svizzero con il Museo Rietberg, un’altra delle tante piacevoli scoperte di queste ricche cittadine elvetiche. Un modernissimo museo dedicato alle culture non europee che in questo periodo propone una gradevole esposizione di artisti del nord India e a breve prenderà avvio una mostra sulla scultura africana.

La Svizzera è cara, ma i servizi e le esposizione sono perfette.

Basilea fra una minimale Kunsthalle e un allegro museo abitativo


 Non molto distante c’è la Kunsthalle che in questi giorni presenta due mostre una dal titolo  “When You Leave, Walk Out Backwards, So I’ll Think You’re Walking In” con un intervento sonoro di Hannah Weinberger, che non mi convince molto e  una con i lavoro ambientale e sonoro  di Cevdet Erek col titolo molto più semplice di "Week", anche se il minimalismo raggiunto non lascia molto spazio al piacere.
 Va molto meglio nella meravigliosa casa "Haus zum Kirschgarten", edificata tra il 1775 e il 1780 a scopo abitativo e commerciale per un fabbricante di nastri di seta basilese. Ora è uno dei più importanti musei abitativi della Svizzera. Sui suoi due piani viene presentata la cultura dell'abitare basilese del XVIII e del XIX secolo. Fra le tante raccolte si possono ammirare collezioni speciali di rilievo internazionale come le porcellane della Fondazione Pauls-Eisenbeiss, le raccolte di orologi di Nathan-Rupp e Dr. Eugen Gschwind nonché giocattoli, argenti basilesi e un suggestivo gabinetto di fisica.

Basilea Museo della Cultura



Basilea fra i suoi tanti tesori ha il museo della Cultura che ospita una delle maggiori collezioni in Europa sulla vita etnografica  europee ed extraeuropee. Le collezioni raccolgono materiali dai lontani Mari del Sud all'America precolombiana, con un reperto tessile celebre in tutto il mondo. C’è anche una bella sezione sul locale carnevale, nota gigantesca festa di suoni e sogni, di colori e fantasie.  Come mostre temporanee ci sono due progetti dedicate alla cultura cinese una più dettagliata sull’Opera di Pechino e una sulle diverse comunità cinesi, chiamate spesso Chinatown, sparse per il mondo. Se la prima è più una attenzione culturale legata alla tradizione classica la seconda è un’interessante analisi di queste grandi comunità parallele che popolano molte delle grandi città del globo.

21/02/12

doattime 21/02/2012


doattime 21022012

Edward Kienholz al Museo Tinguely



Su tutt’altro fronte la mostra al Museo Tinguely con le fotografie di Vera Isler, nota fotografa svizzera, raccolte sotto il titolo “Face to face” e una selezione delle opere assemblaggio di Edward Kienholz (1927–1994). Artista che non conoscevo e di cui ho scoperto forti anticipazioni di un’estetica che oggi con Paul McCarthy, Thomas Hirschhorn o Mike Kelly pare attualissima. Lavori che lasciano alquanto inquieti e perplessi ma che hanno saputo precorrere una visione fortemente critica della nostra modernità. Sicuramente in sintonia con l’estetica dell’amico Tinguely anche se la declinazione erotica-critica è forte e non sempre mi piace.

Droga & Sex al museo delle antichità di Basilea



Il Basilea Antikenmuseum ha una sezione denominata Skulpturhalle, si tratta di uno spazio espositivo dedicato alla presentazione di calchi di antiche sculture. Il 2012 è l'anno del Giubileo che ripercorrono 125 anni della sua storia. Con oltre 2200 calchi di sculture, bassorilievi e ritratti, la Skulpturhalle è la più grande collezione di calchi in Svizzera.

In questo periodo sono in corso due piccole esposizioni dai divertenti titoli "Pose sensuale, curve sexy" nella sala scultura e “Sesso, Droga e lira” al museo delle antichità. Una minuta raccolta di opere che raccontano nei due intelligente progetti espositivi del cambiamento estetico e culturale della figura scultorea greca e nelle figure dei noti vasi antichi. Un modo simpatico di avvicinare il pubblico a materiale che spesso viene trascurato e visto in modo secondario. La mostra è molto ben strutturata e anche se piccola permette di toccare temi importante delle cultura antica greca.


Pierre Bonnard alla Fondazione Beyler



Spostandosi un poco più a sud si giunge alla Fondazione Beyler di Basilea dove da poche settimane ha preso avvio una stupenda mostra su Pierre Bonnard. Un luogo incantato per una mostra delicata. E’ proposto uno dei pittori più quieti e romantici del secolo scorso. Il suo uno stile luminoso che evolutosi dall’impressionismo ha trovato una sua personale interpretazione nella diafana luminosità e nei riflessi cromatici.

Sono proposte 60 opere che ci portano in attimi di quotidiano splendore solare. La mostra è articolata per sei gruppi tematici, “La rue” “La salle à manger” “Intimité” “Le miroir” “Le passage entre intérieur et extérieur” e “Le grand jardin”. Esposizioni che creano un interessante confronto fra alcuni diversi periodi espressivi dell’artista, il cui percorso artistico prende i primi passi nella cerchia dei Nabis, per poi evolversi in una intima visione simbolista che si declina in un’impressionistica percezione dello spazio, spesso urbano, del mondo circostante. 

In queste giornate di sole invernale la bellezza delle opere pare esaltare questa leggerezza cromatica. Questo artista era molto amato fondatore Ernst Beyeler, infatti sono molte le opere esposte proviene dalla collezione della Fondazione, mentre il resto giunge da diversi collezionisti privati e alcune importanti istituzioni museali internazionali. 

R.Steiner al Vitra Design Museum



Un fine settimana fra Zurigo e Basilea a Febbraio è un bel momento per godersi in totale quiete questo angolo della Svizzera. Le proposte artistiche sono di alto profilo e molto varie.

Il panorama dei musei di questa piccola area sul confine della Germania, con quasi 40 istituzioni, spazia dal contemporanea all’arte antica, dalla tradizione storica all’etnografia. Tutto molto vivace e ricco di sfaccettature. Si può andare così alla scoperta di particolari temi e si possono ammirare straordinarie collezioni, musei all'avanguardia e mostre emozionanti.

Iniziamo da un museo privato il Vitra Design Museum, che della ricerca e dell’innovazione con un alto profilo qualitativo ha fatto il traino dei suoi prodotti. Ora ha in corso la mostra “Rudolf Steiner Alchimia quotidiana”, un’esposizione costruita sul ricercato legame fra la forma e le “energie olistiche” del vivere umano teorizzate da questo particolare personaggio. Influenzato inizialmente dall’Art Nouveau R.Steiner trasforma il suo gusto e pensiero filosofico seguendo una linea di idee che vedono le energie umane diventare centrali all’ambiente circostante. La mostra è realizzata con diversi pezzi di mobili, disegni, spezzoni di rari documentari e la ricca corrispondenza fra Steiner con personaggi come Franz Kafka, Piet Mondrian, Richard Neutra e Else Lasker-Schüler. Interessante poi il confronto con opere dei suoi contemporanei come Wassily Kandinsky, Lyonel Feininger, Antoni Gaudí, Erich Mendelsohn e Frank Lloyd Wright. Tra i momenti salienti della mostra un modello monumentale del Goetheanum e due camere poligonali dei colori disegnato da Steiner nel 1913, che sono state ricostruiti per l’occasione espositiva. Questa mostra il prossimo anno farà tappa in Italia al Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. Parallelamente è in corso una mostra sul lavoro dei fratelli Ronan e Erwan Bouroullec, noti designer internazionali.  

20/02/12

Da omaggio a ricordo, Lucian Freud alla National Portrait



Corpi che stanno per collassare, lentamente ritratti nella loro struggente realtà quotidiana, gravemente spesso distesi a terra, ripresi in prospettive quasi aeree. 

Passeggiando per la National Portrait, giusto dietro la più nota National Gallery nel cuore di Londra, la mostra antologica su Lucian Freud svela questo impietoso sguardo pittorico, forse anche un poco compiacente, che il grande artista ha realizzato durante i suoi tanti anni di carriera. 

L’evento nato come omaggio è diventato, dopo la sua recente scomparsa, occasione di ricordo. Dal suo primo autoritratto del 1943 si giunge all’ultima opera che stava realizzando, un ritratto di un suo collaboratore con cane. Preparata con un lungo lavoro di studio e raccolta, delle opere più importanti, la mostra, ora diventa la prima grande antologica su questo complesso pittore inglese. 

Tanta fisicità di vita così sprezzantemente proposta, in un sentore contemporaneo che non ha più filtri e che tutto vuole immediato e spregiudicato. La cruda visione di Freud è diventata uno stile che nato dall’espressionismo tedesco ha trovato nella sua rilettura una chiara versione introspettiva. 

Ci sono 130 opere, che toccano tutti i temi e le declinazioni del ritratto, soprattutto della fisicità intima espressa. Grande esploratore di questo tema ha sviluppato uno stile che si è trasformato lentamente in una cifra unica e personale, copiata poi da tantissimi epigoni. Pittura che in certi casi rasenta la distruzione della carne stessa, in tantissime scaglie di frammenti di vita, pennellate di attimi che assemblate formano una identità.


Photo: Reflection (Self-portrait), 1985 - Private Collection, Ireland © The Lucian Freud Archive. Photo: Courtesy Lucian Freud Archive

Adobe Museum of Digital Media - L'arte sempre più immateriale ma per tutti



Se volete fare un’interessante esperienza virtuale di arte contemporanea ora potete fruire dell’ Adobe Museum of Digital Media, che da poco tempo ha avviato un suggestivo progetto multimediale nel web. 

Basta che vi collegate al sito http://www.adobemuseum.com/ dove si potranno fare diversi esperimenti interattivi “artistici” con opere di grandi artisti internazionali. 

Ci sono una serie di piacevoli ideazioni dell'artista americano Tony Oursler, con una serie di azioni interattive che giocano con i nostri sensi e idee. 


Si possono seguire alcune selezioni di progetti proposti dal curatore Thomas Goetz o ascoltare le interessanti lezioni di John Maeda. 

Recentissimo poi il lavoro di Mariko Mori dal suggestivo titolo Tida Dome, che nella sua ricerca fra spiritualità e tecnologia sta sviluppando un struttura installativa in equilibrio fra mondo reale e mondo virtuale. 


La fruizione è molto semplice ed immediata, la grafica di altissimo livello e l'esperienza alla fine è sia interessante sia divertente, che sia questa la vera arte per tutti?

19/02/12

Yayoi Kusama, colori e neve


In queste fresche giornate parigine, ci si può riposare nei Jardins des Tuileries godendo del verde naturale e, in attesa dei fulgidi colori primaverili, con le psichedeliche cromie delle sculture di Yayoi Kusama che popolano questo angolo di Parigi. 


L'evento è curato dalla Galleria Gagosian in concomitanza con la retrospettiva in corso in questo periodo al Centre Pompidou.

Dalla scrittura al gesto libero del disegno


Proveniente da Berlino, dove l’avevo già vista, ora nelle floreali stanze del Petit Palais è proposta una mostra sull’opera pittorica del noto premio nobel indiano per la letterature Rabindranath Tagore. 

L'evento propone una vasta raccolta di opere di questo delicato artista che nella forma della pittura e dei disegni ha dato spazio alla sua creatività che andava oltre la scrittura. Il suo percorso artistico inizia tardi, dopo i 67 anni, quando inizia ad avvicinarsi a questa forma espressiva, che prosegue fino alla sua morte, producendo oltre 2500 lavori. 

I suoi disegni hanno un’espressione forte e dalle primordiali forme, usando colori primari cupi ma dinamici. La sua produzione è semplice ma con una buona qualità. Animali fantastici, figure umane popolano i suoi lavori fatti su fogli con un gesto che riprendo quella della scrittura ma che si lascia libero di muoversi oltre la rigidità del pensare. I paesaggi sono particolarmente oscuri e inquietanti, misteriosi luoghi di un altrove che paiono ospitali ma lontani.

Scatole di preziose memorie



Nel più elegante museo di Parigi, il sofistica Musée Cognac-Jay, è in corso una stupenda mostra su  240 oggetti di eccezionale qualità, si tratta di una delle più grandi collezioni di scatole e "oggetti di virtù" francesi. Una raccolta di scatole mosca, tabacchiere, astucci di ricercata fattura e originali forme. Col termine "oggetti di virtù" si intende una serie di preziosi contenitori creati dagli emigrati protestanti dalla Francia, tra cui c’erano molti artigiani in particolare orafi. Questi preziosi oggetti dalle strutture più originali sono fatti con ricercati virtuosismi tecnici., veri capolavori di invenzione e fantasia.

Fatti prevalentemente in materiali preziosi con una profusione di oro, gemme, pietre antiche, ricoperti di madreperla o delicati smalti, elaborati con miniature.

Nel momenti di maggior splendore di questa produzione, la ricca nobiltà francese e la dinamica borghesia gareggiava nello sfoggiare questi meravigliosi oggetti di uso quotidiani. Poi lentamente il declino che però, grazie ad appassionati collezionisti, sono stati amorevolmente raccolti e salvaguardati dalla scomparsa.

18/02/12

Doisneau e les Halles



Presso il ridondante Hotel de Ville di Parigi è in corso una doppia mostra una sul grande disegnatore Sempé e le sue note copertine e una sul famoso fotografo Robert Doisneau, 1912-1994, che ha come soggetto il vecchio complesso dei mercati delle Halles che ora stanno subendo la seconda grande trasformazione, che vuole rinnovare il cuore di Parigi in una nuova sicura area di socializzazione. Area di commercializzazione e punto nodale del trasporto.

208 foto, la maggior parte degli anni 30, che raccontano la vita quotidiana di quello che era il più grande mercato di Parigi. Luogo di un’umanità che dal mattino presto fino al primo pomeriggio vedeva tutta la popolazione muoversi fra questi prodotti per la vita quotidiana. La maggior parte sono suggestivi scatti ritrattistici che mettono una intensa sensazione di vita e spontaneità di questo universo di cui oggi non c’è più traccia, frammentato nei tanti mercatini rionali. 

Un quadro fra cambiamento e amicizia



Nel suggestivo Museo Eugène-Delacroix, nel cuore di Parigi, fino al 19 Marzo è in corso una piccola mostra che ha come fulcro l'opera "Omaggio a Delacroix" di H.F Latour. Un lavoro delicato, nato da un artista che scioccato dai cambiamenti e dalla mancanza di memoria al suo maestro, vuole tentare di fermare una visione del mondo, che in realtà esce da un contesto intimo e con il  "Déjeuner sur l’herbe" di Manet, fra i ritratti con Whistler e Baudelaire,  presentato lo stesso anno al Salon des Refusés, muta idee e forme. 


Il simbolismo naturalista è trasformato dalla natura realista.



Lidapofaf

Con oggi si è conclusa l'esposizione della mia scultura "Lidapofaf - Lasciando il domani al presente o forse al futuro. " presso l’atrio del Salone d’Onore posto al primo piano del Palazzo Comunale di Cuneo, sono stato molto contento del positivo generale riscontro che ha avuto e dei vari dialoghi che sono scaturiti con le tante persone che l'hanno vista e commentata. 




 

Anche nel Qatar la minestrina degli artistar..



Si è inaugurata da poco nel nuovissimo museo del Qatar una grande mostra sull’arti-star Takashi Murakami. L’evento curato dall’italiano Massimiliano Gioni è parte di un grande rinnovamento, che questo piccolo, ma ricchissimo regno, sta sviluppando nel tentativo di promuoversi come realtà di interesse internazionale.

Effettivamente in questi ultimi anni i ricchi petrolieri arabi non sanno più come spendere la mole di denaro che ogni giorno arriva in cambio dei loro giacimenti di materiale combustibile.

A volte i progetti hanno successo e a volte prendono percorsi più tortuosi come ad esempio l’iniziativa immobiliare di Dubai, che dopo un favoloso decollo pare essersi arenata. Un poco per la grande crisi un poco per la location desertica, che sicuramente non è proprio un luogo felice dove vivere quotidianamente.

Altri stati arabi hanno forse intrapreso una via più sensata come il minuscolo e florido regno del Qatar che nel rinnovo del proprio polo museale si propone come un luogo di piacere e cultura.

Per cui dopo l’apertura del recente museo di arte islamica, progettato dal giapponese I.M.Pei, mentre si stanno concludendo i lavori per il Museo Nazionale del Qatar dell’archistar francese Jean Nouvel.

Nel nuovo museo sono state raccolte quasi 800 opere che coprono 1,300 anni di storia, con materiali di differenti fatture (ceramiche, tessuti, manoscritti) provenienti da tutti paesi toccati dalla cultura islamica.

Ma fiore all’occhiello di questa strategie sono le grandi mostre dei soliti nomi di artistart spalmanti in una nuova duplicazioni espositiva. Che sempre più paiono tediose e prive di senso, tanto più in questo minuscolo angolo del mondo. Ma pare che non se ne possa fare a meno di questo gioco alla ripetizione, i media e forse il pubblico sono oramai sempre più compulsivi e noiosi. 

Appunti per dOCUMENTA13


Fra 4 mesi inizia la tredicesima edizione di dOCUMENTA, curata da Carolyn Christov Bakargiev, che fra i tanti lavori di preparazione, le tante conferenze e i particolari eventi realizzati in giro per il mondo, ha avviato una collana di pubblicazioni sotto il nome di 100 Notes – 10 Pensieri (100 Notes – 100 Thoughts). Si tratta di piccoli e pratici libricini, di poche pagine e dai piacevoli colori di copertina, creati da personaggi di varia provenienza culturale. Artisti di differente estrazioni e periodi storici, pensatore di diversi settori, documenti che raccolgono suggestioni di ogni tipo, per un evento che sarà molto probabilmente destrutturalizzato in un possibile trans superamento di certe forme lineari e assodate di evento.

Appunti e note che sono tracce di libertà, pensiero da cui la mostra potrà prendere forma in un elaborazione più fisica.

A completare il tutto è il bel sito web che può essere fruito sia come guida all’evento in arrivo sia come archivio del percorso che sta per dare avvio a questa grande manifestazione, fulcro e riflessione della storia dell’arte di questi ultimi tempi.


12/02/12

Casa Mollino Torino


Poche intime e personali stanze che preservano uno spirito diverso e unico. E' l'appartamento, ora museo, di Casa Mollino in Via Napione 2 a Torino, per visitarla contattare al 011.8129868 o scrivere a casamollino@fastwebnet.it

Wislawa Szymborska 1923 - 2012



Scrivere un curriculum da "Vista con granello di sabbia" 

Che cos'e' necessario?
E' necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si e' vissuto
e' bene che il curriculum sia breve.
E' d'obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e malcerti ricordi in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di piu' chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all'estero.
L'appartenenza a un che, ma senza perche'.
Onorificenze senza motivazione.
Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.
Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l'orecchio in vista.
E' la sua forma che conta, non cio' che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.


Nulla è in regalo da "Nulla è in regalo!" 1998

Nulla è in regalo, tutto è in prestito. 
Sono indebitata fino al collo. 
Sarò costretta a pagare per me 
con me stessa, 
a rendere la vita in cambio della vita.


Il 16 maggio 1973 da "La fine e l'inizio"

Una delle tante date
Che non mi dicono più nulla.

Dove sono andata quel giorno,
che cosa ho fatto – non lo so.

Se lì vicino fosse stato commesso un delitto
- non avrei un alibi.

Il sole sfolgorò e si spense
Senza che ci facessi caso.
La terra ruotò
E non ne presi nota.

Mi sarebbe più lieve pensare
Di essere morta per poco,
piuttosto che ammettere di non ricordare nulla
benché sia vissuta senza interruzioni.

Non ero un fantasma, dopotutto,
respiravo, mangiavo,
si sentiva
il rumore dei miei passi,
e le impronte delle mie dita
dovevano restare sulle maniglie.

Lo specchio rifletteva la mia immagine.
Indossavo qualcosa d'un qualche colore.
Certamente più d'uno mi vide,

Forse quel giorno
Trovai una cosa andata perduta.
Forse ne persi una trovata poi.

Ero colma di emozioni e impressioni.
Adesso tutto questo è come
Tanti puntini tra parentesi.

Dove mi ero rintanata,
dove mi ero cacciata –
niente male come scherzetto
perdermi di vista così.

Scuoto la mia memoria –
Forse tra i suoi rami qualcosa
Addormentato da anni
Si leverà con un frullo.



La breve vita dei nostri antenati

Non arrivavano in molti fino a trent'anni.
La vecchiaia era un privilegio di alberi e pietre.
L'infanzia durava quanto quella dei cuccioli di lupo.
Bisognava sbrigarsi, fare in tempo a vivere
prima che tramontasse il sole,
prima che cadesse la neve.

Le genitrici tredicenni,
i cercatori quattrenni di nidi fra i giunchi,
i capicaccia ventenni -
un attimo prima non c'erano, già non ci sono più.
1 capi dell'infinito si univano in fretta.

Le fattucchiere biascicavano esorcismi
con ancora tutti i denti della giovinezza.
Il figlio si faceva uomo sotto gli occhi del padre.
Il nipote nasceva sotto l'occhiaia del nonno.
E del resto non si contavano gli anni.
Contavano reti, pentole, capanni, asce.

Il tempo, così prodigo con una qualsiasi stella del cielo,
tendeva loro la mano quasi vuota,
e la ritraeva in fretta, come dispiaciuto.
Ancora un passo, ancora due
lungo il fiume scintillante,
che dall'oscurità nasce e nell'oscurità scompare.
Non c'era un attimo da perdere,
domande da rinviare e illuminazioni tardive,
se non le si erano avute per tempo.

La saggezza non poteva aspettare i capelli bianchi.
Doveva vedere con chiarezza, prima che fosse chiaro,
e udire ogni voce, prima che risonasse.

Il bene e il male -
ne sapevano poco, ma tutto:
quando il male trionfa, il bene si cela;
quando il bene si mostra, il male attende nascosto.
Nessuno dei due si può vincere
o allontanare a una distanza definitiva.

Ecco il perché d'una gioia sempre tinta di terrore,
d'una disperazione mai disgiunta da tacita speranza.
La vita, per quanto lunga, sarà sempre breve.
Troppo breve per aggiungere qualcosa.


Addio Whitney Houston

Addio Whitney

Ikea hackers

Ikea hackers un'alternativa di fantasia ...
http://www.ikeahackers.net/

09/02/12

Andamento lento della pittura.



Tempi di crisi anche per il mercato della pittura, che tolto alcuni casi eccezionali risente della generale criticità economica che tocca i paesi avanzati.

Cartina di tornasole è l’interessante rapporto della Banca Monte dei Paschi che ha elaborato l’undicesimo Art Market Report, analisi degli indici di vendita, che mette in risalto la complessa fase del mercato che passata l’euforia degli anni 2007/2008 rimane incerta e stagnante.

I dati di questo ultimo report, con scadenza semestrale, basati su un’analisi degli ultimi anni 2006-2011, mettono in confronto il 2010 e il 2011 dove dato più negativo è il -17,8% sul mercato anglo-americano. Mentre registra un +39,0% quello asiatico, che risente di una grande sviluppo nel nuovo collezionismo e nella crescita di nuovi musei.

Per le opere di artisti italiani, presentati alle Italian Sales, c’è una positiva tenuta, anche se con un suo ridimensionamento.

Stupisce la stranezza del contemporaneo che scende nel venduto, anche se il mercato ha aumentato le aree di vendita, ma cresce nel fatturato, sostenuto soprattutto nel mercato asiatico.

In crescita purtroppo l’invenduto, segnale di questa generale crisi, che rivede l’idea di investimento, soprattutto nel contemporaneo, come valida alternativa e che forse la ripone nella giusta luce di una “differenzazione” del capitale.

Rapidamente possiamo dire che il nuovo mondo è sempre più ad oriente, realtà dinamica e pulsante, mentre ad occidente “nulla di nuovo”…

Per una consultazione diretta visitate il sito : http://www.mps.it/Investor+Relations/ResearchAnalisis/Settori/MercatoArte/ArtMarketReport/

08/02/12

Chiude il Guggenheim di Berlino e scende nella strade urbane ... si chiude e si cambia



Dopo quello di Los Angeles questo è il secondo museo del gruppo Guggenheim che chiude, dopo 14 anni di attività, i battenti il prossimo Gennaio del 2013.

Per cui se volete ancora fruirne, approfittate delle ultime mostre per poterlo visitare. A breve si inaugurerà una esposizione dei lavori di Roman Ondák, poi ci saranno le opere di Gabriel Orozco e si concluderà con Cindy Sherman.

Sono passati anni dalle grandi dichiarazioni e aperture delle filiali del celebre marchio newyorchese. Dopo tanti successi e tante promesse mancate (vedi il paventato Guggenheim di Guadalajara mai aperto) a Berlino, nella stupenda sede della Deutsche Bank, si chiude.

Comunque nella capitale tedesca il gruppo museale americano tornerà a breve, dal 24 Maggio al 29 Luglio, con un particolare progetto in collaborazione con la Bmw. Trattasi del Guggenheim Lab. Iniziativa di cui si è già visto a New York una sezione. Questo nuovo progetto si svolgerà nel tessuto urbano, sulla Cuvrystrasse all’incrocio con Schlesische Strasse. Si tratta di una serie di workshop, incontri e conferenze sul tema Confronting Comfort, cioè una rivisualizzazione del contesto urbano per l'uomo del nuovo millennio. L'evento si trasferirà poi a Mumbai (Bombay) in India. Il tutto avverrà in uno spazio momentaneo costruito appositamente.

Comunque, per gli appassionati di musei prossimamente, il Guggeheim ne aprirà due nuovi, uno a Abu Dhabi e uno a Vilnius.

Via la grande giostra dei musei continua ...

05/02/12

Pennellate elettroniche - David Hockney alla Royal Academy di Londra.


Eccentricità e dinamismo sono due aspetti che rendono l’immagine di David Hockney, un’artista unico nel panorama internazionale. Negli anni fedele alla pittura, oggi l’ha trasformata e resa attualissima. Appassionato del suo presente lo sa usare e adattare alla sua tecnica in modo unico e coraggioso.

Così quando si entrano nelle solenni sale della Royal Academy di Londra si intuisce subito che questo dinamismo ha di nuovo trovato una nuova linfa. Alle pareti i quadri, realizzati in questi ultimi anni, esplodono dalle forme razionali attraverso colori accesi e contemporanei.

Sviluppando la grande tradizione paesaggistica inglese, David Hockney in questa mostra, porta l’innovazione dei colori, le grandi dimensioni e dei particolari assemblaggi che, rivisitati dalla sua passione per i collage fotografici, qui trovano un rigore e una personale intensità.

Sicuramente in certe opere gli azzardi formali e cromatici escono dai canoni più classici ma rientrano per la piacevolezza e l’intensità emotiva che sviluppano nello sguardo.

Dopo la lunga esperienza americana l’artista, oggi settantacinquenne, è tornato nella tradizione anglosassone rivisitando la dolce campagna dello Est Yorkshire vicino a Bridlington, dove era nato, in un modo che pare miscelare uno spazio ordinato inglese in modo americano per l’assenza quasi totale della figura umana.

Particolari pennellate, studiate anche con strumenti elettronici, producono un effetto di vortice che attrae verso l’interno delle opere, suscitano piacevoli impressioni, ricordando anche un certo stile naive sul tipo del Doganiere Rosseau. Opere gioiose, intense e, anche se dai colori vibranti, quiete.

Sono oltre 150 lavori composti da una serie di opere storiche e da nuovi quadri, fotografie e stampe. Alcuni di questi lavori sono di grandi dimensioni, realizzati assemblando diverse tele, che declinano la natura nelle diverse stagioni dell’anno, in particolare l’arrivo della primavera, quasi un diario di un naturalista inglese dell’ottocento.

La mostra durerà fino al 9 Aprile e dopo la tappa londinese proseguirà al Guggeheim di Bilbao e poi al Ludwig di Colonia.


Gli impressionisti fanno ancora breccia nel cuore...


Ecco una notizia di pochi giorni fa; "I giocatori di carte" di Paul Cezanne, che apparteneva ad un armatore greco, è stato acquistato dai reali del Qatar per 250 milioni di dollari, cifra record per un quadro.

Questa notizia giunge solo ora, a fatti conclusi. Iniziativa che fa parte di una serie di progetti che, i reali del Qatar, stanno realizzando con l'intento di far diventare il loro paese un punto centrale nel "turismo culturale".

Fra pochi giorni proprio nel Museo d'arte islamica, progettato da J.Nouvel e recentemente inaugurato con una grande scultura di R.Serra, si aprirà una grande mostra su Murakami, dal titolo "Murakami - Ego", curata da Massimiliano Gioni, che corona questi giorni di successi, recentissima la nomina a direzione della Biennale Arti Visiva, con questo grande evento

Il tema dei giocatori di carte è stato trattato da Cezanne in altri quadri che sono esposti al Musee d'Orsay a Parigi, al MoMa di New York, al Courtauld Institute di Londra e alla Barnes Foundation di Filadelfia.

03/02/12

Barbie interpreta le donne dell'arte ...

Create dall'artista Jocelyne Grivaud, ecco una serie di Barbie in chiave artistica, visto le innumerevoli trasformazioni queste proprio non potevano mancare ...



tutte le immagini al sito http://www.barbiemamuse.com

Mike Kelley, ci ha lasciati




Nella sua quieta casa di Los Angeles ieri è stato trovato il corpo di Mike Kelley, si sospetta un suicidio, in questo periodo attraversava una fase depressiva.

Fra gli artisti di punta del panorama statunitense, ha partecipato alle più importanti rassegne internazionali. In questi ultimi anni era rappresentato dalla galleria Gagosian. Proprio in questi giorni era stato selezionato per partecipare all’edizione 2012 della Biennale del Whitney di New York.

Il suo percorso artistico era iniziato a Detroit per poi svilupparsi a Los Angeles. Noto per le sue inquietanti sculture e per i suoi lavori performativi in bilico fra horror e romanticismo.

Villa Arson - l’Institut des archives sauvages



Galerie Carrée - Galeries du patio et des Cyprès
17 FEVRIER - 28 MAI 2012

Cette exposition réunira une trentaine d'œuvres contemporaines qui ont toutes pour point commun de proposer des systèmes d'archivages originaux et singuliers, tant dans leur forme que dans leur contenu. Il s'agit de sortir des classifications habituelles à vocation scientifique ou historique pour inventorier des nouveaux moyens de collecte, de restitution ou de consultation de documents. Chaque archive sauvage crée sa propre institution, ses méthodes de classement, ses catégories propres, ses fonctions et usages.

Si les archives se définissent généralement par la constitution et le classement d’objets et de documents à des fins historiques, scientifiques, culturelles, administratives ou même domestiques, il est possible d’établir entre elles des distinctions qui dépassent ces catégories disciplinaires. Les moyens de la collecte, le statut et la nature des objets réunis, leur organisation ainsi que leurs systèmes de consultation constituent autant de points où sont amenés à varier les principes, les processus et les usages de l’archive.

En effet, de la tour de Babel aux cabinets de curiosités de la Renaissance, de la Bibliothèque d'Alexandrie aux archives de la Nasa, en passant par les labyrinthes sans fin ni parcours de Jorge Luis Borges, il existe une grande diversité d'archives. Et pourtant, on assiste aujourd'hui dans le champ de l'art à un processus de banalisation de ses formes, systématiquement associées à la restitution de documents, le plus souvent photographiques ou textuels, présentés de manière linéaire ou frontale, sur table ou sur meuble, offrant une lecture accessible à tout visiteur.

Les recherches de l’Institut des archives sauvages s'attachent à distinguer des œuvres contemporaines qui ont pour point commun de proposer des systèmes d'archivages originaux. Il est alors entendu que toute archive « sauvage » crée sa propre institution, ses méthodes de classement, ses catégories propres, ses fonctions et ses usages jusqu'à la possible invention de savoirs. Le travail de l’Institut consiste donc à repérer et à comprendre la singularité des dispositifs artistiques de l’archive, les logiques spécifiques qui président à leur formation. Son horizon est une "archivologie", ou science des schémas de construction, des modes de fonctionnement et des formes potentielles de l’archive.

L'Institut des archives sauvages s'inscrit dans un cycle de réflexion mis en place par le centre d'art de la Villa Arson depuis 2006. Ce cycle a produit les expositions Intouchable / L'idéal transparence (30 juin – 24 septembre 2006), A moitié carré / A moitié fou (10 février – 3 juin 2007), Ne pas jouer avec des choses mortes (29 février – 24 mai 2008), Acclimatation (31 octobre 2008 – 24 mai 2009) et Double Bind / Arrêtez d'essayer de me comprendre ! (5 février – 30 mai 2010). Pour chacune de ces expositions, il s'est agit de traiter un sujet balisé de l'histoire de l'art ou de l'esthétique, mais au travers de ses paradoxes et ambivalences.

Liste des artistes : Åbäke (France - Suède - Grande Bretagne), Eva Aeppli (Suisse), Bertille Bak (France), Andrea Cera (Italie), Collective JukeBox (France), Sylvie é Chérif Defraoui (Suisse), Patrick Everaert (Belgique), Christoph Fink (Belgique), Ryan Gander (Grande Bretagne), Joana Hadjithomas & Khalil Joreige (Liban - France), Susan Hiller (USA), Christoph Keller (Allemagne), Mike Kelley (USA), Alexandre Lenoir (France), Matt Mullican (USA), Daphné Navarre (France - Autriche), Anna Oppermann (Allemagne), Dan Peterman (USA), Julien Prévieux (France), Kit Rangeta (France), Michael Riedel (Allemagne), Alain Rivière (France), Ian Simms (Afrique du Sud - France), Jules Spinatsch (Suisse), Tatiana Trouvé (Italie - France), Patrick Van Caeckenbergh (Belgique), Franz Erhard Walther (Allemagne), Tamara de Wehr & Joshua Burgr (Suisse - USA).

Membres de l'Institut des archives sauvages : Jean-Michel Baconnier, Christophe Kihm, Eric Mangion, Florence Ostende et Marie Sacconi.

L’exposition l'Institut des archives sauvages est associée au projet de recherche Archive, histoire, projet. Recherches sur les pratiques artistiques de l’archive, qui bénéficie du soutien du Fonds national suisse de la recherche scientifique (DOREsearch), du concours de la HEAD, Haute école d'art et de design - Genève et de l'ECAV - Ecole cantonale d'art du Valais.


Accueil des publics
Pour un regard informé sur l'exposition les visiteurs son accueillis par des étudiants de l'Ecole d'art de la Villa Arson, véritables interlocuteurs quant aux enjeux du projet de l'exposition, des oeuvres et des démarches des artistes. Un espace de documentation réunit une sélection de publications, des documents audiovisuels et des dossiers consacrés au projet et aux artistes exposés.

Rendez-vous / Point de vue sur l'expo
Un médiateur de la Villa Arson, étudiant de l'école d'art ou personnel du service des publics, propose un éclairage sur une sélection d'œuvres de son choix parmi celles présentées dans l'exposition. Ouverts à tous, ces rendez-vous apportent un point de vue informé permettant à chacun d'appréhender l'exposition.
Tous les mercredis et dimanches à 15h. Sans réservation préalable. Accès libre et gratuit.

Un espace d'accueil et de documentation réunit une sélection de publications, des documents audiovisuels et des dossiers consacrés au projet et aux artistes exposés.
Cet espace est confié au collectif Åbäke et devient le Victoria & Alferd Museum - Bureau d’investigation
de l’Institut des archives sauvages.
Projet réalisé dans le cadre d’une résidence d’Åbäke à la Villa Arson, avec le soutien de la Drac Provence-Alpes-Côté d’Azur.

Un document d’accompagnement est offert à chaque visiteur.
Et autour de l’exposition : conférences, rencontres, projections... (programme à venir)

INFORMATIONS PRATIQUES
Le Centre national d’art contemporain est ouvert tous les jours de 14h à 18h.
Fermeture le mardi. Entrée libre.

Una nuova grande selezione di disegni per il Centre Pompidou


. Daniel e Florence Guerlain


La collezione di disegni di Daniel e Florence Guerlain è una delle raccolte di disegni che supera i 6000 pezzi. Si tratta di una delle più grandi di Francia e delle più vaste per periodi storici.

Si va dal Rinascimento con opere di Carracci, Tiepolo, passando per gli artisti del Nord come Durer o Rubens, fino alla contemporaneità con opere di Tatiana Trouvè e Kiki Smith.

Da questa incredibile raccolta saranno selezionati, dal 7 Febbraio, 1000 disegni che saranno dati al Musée national d’art moderne presso il Centre Pompidou di Parigi.

Grandi collezionisti i Guerlain, famosi per i loro pregiati profumi, dal 1996 hanno creato una Fondazione che porta il loro nome a Les Mesnuls.

Hanno anche avviato un premio annule per il disegno contemporaneo, che viene assegnato tutti gli anni a Marzo durante il Solone del Disegno a Parigi.