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20/02/12

Da omaggio a ricordo, Lucian Freud alla National Portrait



Corpi che stanno per collassare, lentamente ritratti nella loro struggente realtà quotidiana, gravemente spesso distesi a terra, ripresi in prospettive quasi aeree. 

Passeggiando per la National Portrait, giusto dietro la più nota National Gallery nel cuore di Londra, la mostra antologica su Lucian Freud svela questo impietoso sguardo pittorico, forse anche un poco compiacente, che il grande artista ha realizzato durante i suoi tanti anni di carriera. 

L’evento nato come omaggio è diventato, dopo la sua recente scomparsa, occasione di ricordo. Dal suo primo autoritratto del 1943 si giunge all’ultima opera che stava realizzando, un ritratto di un suo collaboratore con cane. Preparata con un lungo lavoro di studio e raccolta, delle opere più importanti, la mostra, ora diventa la prima grande antologica su questo complesso pittore inglese. 

Tanta fisicità di vita così sprezzantemente proposta, in un sentore contemporaneo che non ha più filtri e che tutto vuole immediato e spregiudicato. La cruda visione di Freud è diventata uno stile che nato dall’espressionismo tedesco ha trovato nella sua rilettura una chiara versione introspettiva. 

Ci sono 130 opere, che toccano tutti i temi e le declinazioni del ritratto, soprattutto della fisicità intima espressa. Grande esploratore di questo tema ha sviluppato uno stile che si è trasformato lentamente in una cifra unica e personale, copiata poi da tantissimi epigoni. Pittura che in certi casi rasenta la distruzione della carne stessa, in tantissime scaglie di frammenti di vita, pennellate di attimi che assemblate formano una identità.


Photo: Reflection (Self-portrait), 1985 - Private Collection, Ireland © The Lucian Freud Archive. Photo: Courtesy Lucian Freud Archive