Sabato 9 novembre 2013, in occasione
di Artissima e della Notte delle Arti Contemporanee, Guido Costa
Projects ha l’onore di presentare Dénouement, la nuova mostra personale di Peter Friedl.
Il termine francese “dénouement”, traducibile
letteralmente come “scioglimento”, o
“risoluzione”, appartiene originalmente alla teoria del
dramma: nella tragedia porta alla catarsi, nella commedia a un happy end.
Peter Friedl declina brillantemente tale pluralità di
significati nei suoi lavori creati negli ultimi due anni e radicalizza
la sua ricerca artistica sull’interazione estetica tra il
documento e l’artefatto.
Al centro della mostra c’è il concetto di modello e la sua
poetica. Da sempre le opere di Peter Friedl nella loro capacità
di condensare realtà complesse sono state interpretate come
modelli: articolazioni e soluzioni esemplari di problemi estetici che
coinvolgono una coscienza politica e storica. È l’idea di
modello architettonico a cui corrispondono le quattro case di Rehousing
(2012-2013), realizzate in scala con tutti i dettagli possibili: la
casa paterna dell’artista in Alta Austria, quale traccia della
memoria autobiografica ed emblema di caducità; la residenza
privata di Ho Chi Min nella città di Hanoi, un caso specifico di
architettura politica; l’utopia modernista della “Villa
tropicale” di Luigi Piccinato, prototipo di una casa coloniale,
progettata durante il Fascismo e mai realizzata, di cui sopravvivono
alcune tracce in un numero della rivista Domus
del 1936; infine, il modello naturalistico di un’anonima capanna
degli schiavi della Evergreen Plantation in Louisiana. Sono, al di
là della mimesi, case studies per una geografia mentale di una modernità diversa.
L’idea di modello governa anche The Dramatist
(2013), il secondo gruppo scultoreo in mostra, formato da quattro
marionette in cui sono distillate in forma di ritratto altrettante
riflessioni sulla storiografia e narrazione politica. Le dramatis personae
sono: Giulia Schucht (1896-1980), moglie di Antonio Gramsci; Toussaint
Louverture, il rivoluzionario e liberatore di Haiti, morto prigioniero
in Francia nel 1803; John Chavafambira, il “Black Hamlet”
della prima psicoanalisi africana, documentato in forma letteraria a
Johannesburg negli anni ’30; il celeberrimo magnate
dell'automobile Henry Ford. Quattro personaggi in cerca d’autore
e storie di vita esemplari, già presenti in diversi altri
progetti e scritti di Peter Friedl a partire dagli anni ’90.
Un’altra opera in mostra è la maschera mortuaria
dell’artista realizzata in vita, un’esercizio
d’intimità critica, anch’essa corrispondente alla
drammaturgia del “dénouement” e allo stesso tempo
modello laconico di una poetica in cui si intrecciano storie
personali e storie frammentarie della modernità.
La mostra di Peter Friedl rimarrà aperta al pubblico nei consueti orari di galleria fino a sabato 15 febbraio 2014.
Peter Friedl (b. 1960) è
un artista che lavora in situ. Ha partecipato a documenta X (1997), a
documenta 12 (2007), alla 48a Biennale di Venezia, alla terza Biennale
di arte contemporanea di Berlino (2004), a Manifesta 7, Trento (2008),
alla settima Biennale di Gwangju (2008), alla 28a Bienal de São
Paulo (2008), a La Triennale,
Paris (2012), e, recentemente, alla Biennale di Taipei (2012) e alla
10a Biennale di Architettura di São Paulo (2013). Tra le
personali sono da ricordare luttesdesclasses, Institut d’Art Contemporain, Villeurbanne (2002), OUT OF THE SHADOWS, Witte de With, Center for Contemporary Art, Rotterdam (2004), la retrospettiva itinerante Work 1964-2006, Museu d’Art Contemporani de Barcelona, Miami Art Central, Musée d’Art Contemporain, Marseille (2006-2007), Blow Job, Extra City Kunsthal Antwerpen, Antwerp (2008), Working, Kunsthalle Basel (2008), e Peter Friedl, Sala Rekalde, Bilbao (2010). Dal 1980 ha pubblicato svariati saggi e libri, come Four or Five Roses, Working at Copan, e Playgrounds. Una selezione dei suoi testi è stata pubblicata con il titolo Secret Modernity: Selected Writings and Interviews 1981–2009.
Pubblicazione recente : Über Peter Friedl,
a cura di Dirk Snauwaert, con saggi di Mieke Bal, Roger M. Buergel,
Jean-François Chevrier, Norman M. Klein, Bartomeu Mari, Maria
Muhle, Eva Schmidt, Marco Scotini, Hilde Van Gelder, Leire Vergara.
Coedito da WIELS e Motto Books, 2013, 232 pagine, ISBN
978-2-940524-04-4.