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19/11/13

L'arte di distruggere tutto - Antologia sull'iconclastia in Gran Bretagna


Nonostante il grande lavoro di rinnovamento la Tate Britain prosegue la sua attività espositiva con una interessante mostra sull’iconoclastia in Gran Bretagna.

Un bel progetto espositivo che in chiave storica ci fa percorrere alcune famose tappe del difficile rapporto fra la creatività e le passioni umane, soprattutto quando queste sono esposte al pubblico e spesso soggette al suo volere.

Tutta la storia ci insegna che sono soprattutto le grandi emozioni come quelle religiose e politiche a trasformare i destino di un’opera pubblica d’arte. La declinazione storica della mostra "Arte sotto attacco : Storie di iconoclastia britannico " è un’analisi variegata su uno questo aspetto meno studiati della storia, quando le opere non sono amate e vengono danneggiate o distrutte.
In un rapido percorso storico si percepisce quanto sia delicato l’equilibrio fra la passione e l’odio e di come esso possa essere intenso.

Anche solo recentemente, come è successo con l’opera di Rothko alla Tate Modern, l’arte è continuamente soggetta ad azioni di violenza, gesti rapidi e spesso irreversibili.

Ma tutta la storia è in continuo altalenarsi fra accettazione e rifiuto, tanto più quando le opere sono accessibili a chiunque. Come la Colonna di Nelson che fu fatta saltare in aria a Dublino nel 1966 nella lotta per l’indipendenza irlandese. Ma a volte l’arte stessa gioca con le opere del passato trasformandole in nuovi manufatti, si pensi a Jake e Dinos Chapman che hanno usato le antiche stampe di Goya per realizzare dei nuovi lavori o che dire di Robert Rauschenberg che cancella un disegno Wilhelm de Kooning.
L’arte è un simbolo, per cui col cambiare delle culture e dei poteri, muta la sua fascinazione, a volte giustamente fino all’odio. Pensiamo che solo il 10 per cento dell’arte medioevale inglese è giunta a noi. Dato che ci fa rendere conto della grande distruzione che è avvenuto nel passato, in questo caso soprattutto dovuto alle pressioni religiose.

Si attraversano i secoli e gli umori sociali non mutano poi tanto, si giunge così alle espressioni più contemporanee che spesso si trovano in contrasto con il gusto più diffuso, ultimo esempio evidente il famoso galletto di Katherine Frish esposto in Trafalgar Square, soggetto alle recenti critiche di una vasto pubblico. La mostra cerca così di stimolarci su questo aspetto della cultura sociale, in modo abbastanza variegato e stimolante.

Segnalo al piano superiore la piccola ma molto interessante esposizione sull’opera “L’età dell’innocenza” di Gaisbourg uno dei suoi lavori più noti. La mostra indaga, a seguito del recente restauro, alcuni dettagli creativi e tecnici.