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30/11/19

Hans Hartung antologica da Mazzoleni



Nelle due sedi di Torino e Londra la galleria Mazzoleni propone un’ampia antologica su Hans Hartung, artista  chiave  dell’ Arte  Informale  europea,  in  occasione  del  30°  anniversario   della  sua scomparsa.




Ho visitato la bella sezione di Torino che per stanze tematiche e storiche offre una bella selezione di ben cinquanta valide opere dell’artista tedesco. 


Nella sede londinese della galleria l’attenzione si pone con un interessante proposta di opere realizzate fra gli anni ‘50e ’60 poste in dialogo con lavori di Giuseppe Capogrossi, Jean Fautrier, Georges Mathieu, Zao Wou-Ki  e tanti altri.







Hans Hartung  fino al 18 gennaio 2020
Mazzoleni – Piazza Solferino 2, Torino
Dal martedì al sabato: 10.3’ – 13 / 16 – 19
Domenica chiuso; lunedì su appuntamento

L'amore di LV per l'arte


I nuovi spazi del flagship store di Louis Vuitton in New Bond Street a Londra sono stati meravigliosamente ideati da Peter Marino che ha inserito anche una serie di stupende opere d’arte che rendono suggestiva la frequentazione del negozio.



Fra gli eleganti prodotti sono proposte, nei diversi spazi, più di quaranta lavori di noti artisti internazionali come Sarah Crowner, Jim Lambie, James Turrell e Farhad Moshiri e alcuni pregiati pezzi di design vintage di Enzo Mari e Pierre Paulin.



 
Fotografie: Stephane Muratet, per Louis Vuitton

29/11/19

Philippe Pastor, Is this world serious?

 Philippe PASTOR,Les Arbres Brûlés,installation de 28 sculptures en bois carbonisé, hauteur 2m80,2019.Vue d’exposition Monaco Modern’Art


Gli spazi della galleria Monaco Moder Art  ospitano, fino al 28 Febbraio 2020, una serie di lavori di Philippe Pastor che da diverso tempo affronta il tema dell'ambiente, come la serie di opere presentate in questa occasione.


Philippe PASTOR,Les Arbres Brûlés, Jardin Sacha Sosno, Nice. Installation permanente depuis octobre2019(photo: Christine Cadoni)


CS
Is this world serious?
Until February 28, 2020

Up to 7°C at the end of the century, cyclones, hurricanes, Indonesian cities sinking under rising seas, Amazonia in flames, California under evacuation following the ravages of Cal Fire, the list is still long …
Is this world serious?
If nowadays, more than ever, we are informed of the natural disasters devastating the planet, the world seems to have become crazy, swept along by an exponential irremediable process. Through this new exhibition, Philippe Pastor questions this chaos and the destructive force of Man, directed against his fellow human beings and his environment. On this occasion he offers us a fascinating installation of The Burned Trees sculptures, accompanied by large abstract paintings, created with time and nature. Testimony of a destroyed ecosystem, his works highlight the beauty, complexity and resilience of nature that always rises from its ashes.

Perino e Vele da Alberto Peola



Dopo i festeggiamenti dei trent’anni di attività la Galleria Alberto Peola ha ripreso la sua attività espositiva con la mostra ‘o databàs”  la quarta personale degli artisti Perino & Vele. 




In un ampio allestimento sono proposti alcuni lavori n chiave di archivio privato, un insieme di "dati", in questo caso disegni e sculture, nel quale è evidente l’idea di raccolta, conservazione e al tempo stesso dispersione.



Le fontane di Fendi


Dopo il restauro della Fontana di Trevi e del Complesso delle Quattro Fontane, parte del progetto Fendi for Fountains, ora si sono completati i lavori di restyling di quattro storiche fontane romane, costato 280.000 euro.

Col sostegno di Fendi, del gruppo francese Lvmh, e sei mesi di lavoro sono state restaurare le fontane pubbliche Mostra dell’Acqua Paola al Gianicolo, della Fontana del Mosè in piazza San Bernardo, della Fontana del Peschiera in piazzale degli Eroi e della Mostra della nuova Acqua Vergine al Pincio, in viale Gabriele D’Annunzio.

28/11/19

Un drappo di beneaugurio al MAO


Grazie agli Amici della Fondazione Torino Musei che hanno sostenuto un magnifico restauro di un raro drappo cinese il MAO festeggi gli 11 anni di attività.

CS

Una delle più antiche divinità cinesi è Xiwangmu, la Regina Madre d’Occidente, che vive su monti Kunlun, presso un giardino immerso fra le nuvole in cui cresce il pesco dell’immortalità, un albero che dà frutti ogni 3.000 anni.

Questa pianta prodigiosa rappresenta il punto d’unione fra cielo e terra e Xiwangmu, che la possiede, è considerata sovrana degli immortali, protettrice della vita e dispensatrice di longevità.

Per il loro carattere beneaugurale, le rappresentazioni della Dea venivano anche appese alle pareti nelle grandi dimore dei mandarini, alla maniera degli arazzi occidentali.


In occasione del suo 11° compleanno, il MAO ha il piacere di esporre per la prima volta al pubblico un grande drappo raffigurante la Regina Madre d'Occidente nel giardino degli immortali, completamente restaurato.

Il drappo in seta, donato da un privato e restaurato grazie al generoso contributo dell’Associazione Amici della Fondazione Torino Musei, ha misure notevoli (445 cm d’altezza per 320 di larghezza) ed è finemente decorato con filati di sete policrome e dorati: ad una prima analisi stilistica si ritiene che possa risalire al periodo finale del regno del famoso imperatore Qianlong (1735-1796) e, considerando la sua altissima qualità, non si esclude che potesse far parte degli arredi di corte.

L’eccezionalità del manufatto consiste nella sua rarità e nel suo stato di conservazione: al contrario della maggior parte dei drappi ricamati di grandi dimensioni, solitamente smembrati per essere venduti in parti separate, quest’opera ha infatti mantenuto la sua integrità, che consente di apprezzare la minuzia dei dettagli e l’abilità tecnica nella realizzazione.

Il tema principale della raffigurazione è la discesa della Regina Madre d’Occidente, Xiwangmu, a cavallo di una fenice nel giardino del pesco dell’immortalità e tutta l’iconografia dell’opera - compresa quella dei riquadri laterali - è permeata di simboli del taoismo popolare legati alla lunga vita e alla prosperità.

Il drappo sarà esposto nel Salone Mazzonis dal 6 Dicembre fino al 22 Marzo 2020.

Damien Hirst per Vans



Che dire, dopo la scarpa con Van Gogh o Frida Kaholo, perchè Damien Hirst non può realizzare una collezione di sneakers per Vans presentandole al Palms Casino Resort di Las Vegas, dove c'è il suo colosso che aveva portato a Palazzo Grassi in Venezia ?!



Eccole allora, che dire, carine, se proprio le volete sono in vendita dal 6 Dicembre nel negozio da Vault by Vans a New York e all’interno dell’hotel al 4321 di Flamingo Road a Las Vegas, sul prezzo ancora non è dato di sapere nulla. 



La Sincerità oltre il tempo




Le sale della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, in via Modane a Torino, si aprono con un corridoio di connessione occupato da alcuni cubi materici, nella prima sala una solitaria grande scultura, su un piedistallo giace ambigua, si prosegue con una serie sculture che occupano a terra, su dei pallet, il grande salone per concludere nella sala finale con delle grandi opere a pareti.

Tutto l’intervento di Berlinde De Bruychere si concentra in una suggestione di presenze decadenti, o che apparentemente, manifestano una sensazione di abbandono, dimenticanza ma forse potrebbero essere anticipazione di un grande futuro, un deposito, in attesa di portare a compimento la grande trasformazione del materiale presente in nuove presenze. 



Cosa succederà domani di questi pellami, che cosa ricopriranno, dove saranno portati, forse in eleganti bauli da viaggio, indossati da erotiche donne, ricopriranno raffinati mobili, forse futuri robot di servizio?

Tutto si trasforma, marcisce, rinasce, concima, cambia. 

La sincerità (Aletheia) del mondo è evidente, siamo noi che dobbiamo avere il coraggio di accettarla e superare l’attesa, tutto è possibile, si può migliorare ma anche no.

Fino al 15 Marzo 2020 alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, via Modane 16 Torino.

  


27/11/19

Le Porcellane da Re a Palazzo Madama di Torino

Foto di Perottino

Finalmente giunge al piacere del pubblico il “Servizio del Re di Sardegna”, messo in vendita a Londra da Christie’s il 4 luglio 2019 e acquistato dalla Fondazione Torino Musei, costituisce una riscoperta straordinaria nella storia della porcellana europea. Creduto disperso, si era invece conservato presso la stessa famiglia, la Casa Reale di Savoia, per quasi trecento anni. La sua ricomparsa sul mercato è stata considerata come sensazionale e ha catalizzato l’attenzione degli esperti di tutto il mondo.

Si è aperto oggi la mostra che durerà fino al 31 Gennaio 2020 nella Veranda Sud di Palazzo Madama.

Foto di Perottino

La storia del servizio, tra i più importanti mai prodotti dalla prestigiosa manifattura di Meissen, inizia alla corte di Sassonia, dove, per la prima volta in Europa, grazie all’ingegno del chimico Johann Friedrich Böttger e dello scienziato Walter von Tschirnhaus, fu scoperto il segreto per ottenere la “vera” porcellana, utilizzando un’argilla bianca infusibile, il caolino, unita al quarzo e al feldspato. La scoperta, avvenuta nel 1710, condusse alla fondazione della fabbrica di Meissen, presso Dresda, per volontà del Re di Polonia ed Elettore di Sassonia, Augusto il Forte. Dopo qualche anno dalla fondazione, egli cominciò a servirsi dei prodotti della fabbrica, che avevano raggiunto livelli qualitativi altissimi, per farne doni diplomatici.

Uno dei primi doni, consistente in ben 300 pezzi, fu quello inviato in 12 casse, nel settembre del 1725, al Re di Sardegna, Vittorio Amedeo II.

Il servizio acquistato dalla Fondazione Torino Musei, corrisponde a quello descritto nella cassa n. 11: “Una scatola di cuoio rosso rivestita di panno verde e decorata con un merletto d’oro, contenente sei piattini e tazze da tè con le armi del Re di Sardegna e figure giapponesi: inoltre, una ciotolauna teierauna zuccheriera e sei tazze da cioccolata con piattini”.

Grazie alla ricca documentazione conservatasi negli archivi di Dresda, sappiamo che questo insieme fu dipinto dal principale pittore della fabbrica, Johann Gregorius Höroldt. Egli introdusse per la prima volta i colori a piccolo fuoco, innovando così la gamma cromatica delle porcellane, e fornì nuovi modelli e fonti di ispirazione, di soggetto prevalentemente orientale, iniziando quel gusto per le cineserie che costituì una delle caratteristiche della produzione di Meissen.

Foto di Perottino

Fino a oggi erano noti solo alcuni pezzi di questo servizio: una tazza da cioccolata con piattino nel Metropolitan Museum of Art di New York, un piattino già nella Arnhold Collection (ora alla Frick Collection), un altro a Palazzo Pitti a Firenze, una zuccheriera nella collezione Schneider a Monaco di Baviera e, infine, una tazza da cioccolata con piattino a Palazzo Madama. Quest’ultima fu donata nel 1877 da Ferdinando Arborio Gattinara di Breme, Duca di Sartirana, che possedeva un’ampia collezione di porcellane nella sua Villa La Tesoriera a Torino.

L’insieme acquistato dalla Fondazione Torino Musei, scampato allo smembramento cui sovente vanno incontro i servizi stemmati, è dunque eccezionale per consistenza numerica.

La sua importanza storico-artistica, contraddistinta dall’altissima qualità pittorica della decorazione, è accresciuta dalla sua storia, dai ruoli del committente e del destinatario, dalla precocità della sua realizzazione come dono diplomatico per un sovrano straniero e dalla completa documentazione che lo accompagna.

Foto di Perottino

Un acquisto prestigioso e di assoluto valore, che va a integrarsi con coerenza nella ricca collezione di porcellane europee di Palazzo Madama, una delle principali del museo e tra le più importanti in Italia, e insieme un’operazione di ricongiungimento che restituisce alla cittadinanza un pezzo di storia torinese.

Il Presidente della Fondazione Torino Musei Maurizio Cibrario dichiara che “l’asta di Christie’s, vinta da Fondazione Torino Musei per conto di Palazzo Madama, rinvigorisce l’immagine dei musei di Torino in campo internazionale e il riconoscimento ufficiale di Christie’s, ad asta conclusa, dà il senso del valore e dell’importanza del nostro intervento”.


Vuoi fare il mecenate dell’arte?



Bene ora il mondo delle app ha una nuova iniziativa che consente a tutti di potersi attivare sul fronte del mecenatismo artistico. 

Si chiama pArt, ideata da Maddalena Salerno e Lelio Orsini, appassionati d’arte e di tecnologie. 

L’idea è molto semplice e pratica, allargare la sensibilità mecenatistica al vasto pubblico che ama le espressioni artistiche e desidera supportarle secondo le proprie disponibilità, e sentirsi parte di uno spirito sociale e culturale.

Si parte dall’accessibile cifra di 30 euro che può essere “investita” nel recupero delle opere indicate nel sito www.thisispart.com  che possono essere antichi manufatti o moderne opere, l’importante è che sia a fruizione pubblica. 

Raggiunta la cifra inizia il percorso di restauro che viene condiviso con i sostenitori del progetto. 



26/11/19

Compro nel mondo reale o preferisco quello virtuale ?



Amo sempre molto potere girare per le gallerie d’arte, vedere la fisicità dell’opera nell’ambiente reale, percepire la dimensione e la consistenza dei materiali, vedere le sfumature e i colori alla luce naturale, ma trovo molto utile anche frequentare i pratici e immediati social, che posso aiutare a fare già scelte di massima.

Vi segnalo quindi che da oggi è attivo ARTbite, una piattaforma ideata da Nicoletta Rusconi Art Projects, che si muove sul social Instagram come promotrice di arte contemporanea, in un range di valore fra i 300 e 3.000 euro.  

Può essere un  dinamico modo per conoscere nuove realtà e proposte. 

Per cui cercate @artbite_project e immergetevi questa nuova realtà distributiva. 

Il Balloon di Yayoi Kusama al Macy’s Thanksgiving Day Parade




Il prossimo Giovedì 28 Novembre 2019 alla famosa parata del Giorno del Ringraziamento di Macy ci sarà anche un poco di arte contemporanea col pallone "Love Flies Up to the Sky" che l'artista di Yayoi Kusama ha ideato per il progetto Blue Sky Gallery di Parade, che invita artisti viventi a creare i famosi gonfiabili. 

50 Studio la Città


Il prossimo 7 dicembre 2019 a Verona si festeggeranno i 50 anni di attività della galleria Studio la Città; la sua fondatrice, Hélène de Franchis, ha deciso di segnare il traguardo raggiunto, con una mostra curiosa, dal titolo volutamente provocatorio.

Quello che non ho venduto…, è un’esposizione curata da Marco Meneguzzo che mette assieme un’eterogenea selezione di opere di Stuart Arends, Pier Paolo Calzolari, Vincenzo Castella, Lucio Fontana, Jacob Hashimoto, Emil Lukas, David Simpson, Ettore Spalletti, solo per citarne alcuni.

Un vecchio adagio del mondo dell’arte recita che la ricchezza dei galleristi sta in ciò che non hanno venduto, piuttosto che in quello che hanno venduto, nel senso che il tempo – sempre galantuomo – rivaluta enormemente quelle opere che al momento della loro esposizione in galleria non sono state capite, perché troppo anticipatrici o difficili, e sono rimaste in magazzino (o quelle opere che il gallerista ha deciso di tenere per sé …). Quel che Hélène non ha venduto – o non ha voluto vendere – è una nuova mostra, attualissima, che è il sunto di cinquant’anni di scelte, e la sintesi di cinquant’anni di autoritratti. Il curatore descrive così la genesi della mostra, come una sorta di percorso lungo cinquant’anni, le cui tappe fondamentali sono costituite da lavori emblematici degli artisti che hanno contribuito alla definizione del personalissimo “stile” di Hélène de Franchis. Nel testo che accompagna
la mostra, Meneguzzo individua a ragion veduta un comune denominatore sia per i pezzi esposti che, più in generale, per tutti i progetti artistici proposti da Studio la Città nell’arco di cinquant’anni: sobrietà ed eleganza.

E’ come se gli artisti della galleria, i più assidui, promettessero sempre qualcosa al di là di quanto espongono, un surplus di significato che può essere scoperto quando quella specie di naturale ritrosia viene aggirata dall’empatia dello spettatore.

Ripercorrendo le stagioni della galleria, questa mostra realizza al contempo l’autoritratto di una gallerista, ma anche un viaggio attraverso varie correnti dell’arte contemporanea italiana e internazionale, dagli anni ’50 ad oggi. Dalle ceramiche di Lucio Fontana, passando poi per l’astrattismo monocromo e  iridescente di David Simpson, attraverso i grandi nomi dell’Arte Povera con i neon di Pier Paolo Calzolari, le sculture di Ettore Spalletti, fino ai più recenti lavori degli americani Emil Lukas e Jacob Hashimoto.

Questo è solo un piccolo assaggio del panorama che si offrirà agli occhi del visitatore a partire dal 7 dicembre: l’elenco completo degli artisti e delle opere in mostra, come anche l’allestimento che coinvolgerà l’intero spazio espositivo, saranno celati fino alla data di inaugurazione. Non si pensi a Quello che non ho venduto...come una mostra collettiva tout court, ma piuttosto come un evento-sorpresa dall’esito completamente inaspettato.

Per l’occasione verrà proposto in mostra, un video/documentario, frutto di un lungo lavoro di ricerca e selezione negli archivi di Studio la Città, realizzato attraverso il montaggio di immagini d’epoca, dagli esordi della galleria nei primi anni ‘70 ad oggi (a cura di Pelicula Snc).

Periodo espositivo: 7 dicembre 2019 > 15 febbraio 2020
Sede: Studio la Città, Lungadige Galtarossa 21, 37133 Verona
Orari: da martedì a sabato, dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 18:00

25/11/19

Premio Cairo 2019



Namsal Siedleki è l’artista vincitore del ventesimo Premio Cairo, consegnato lo scorso 25 Novembre durante l’esposizione in corso a Palazzo Reale a Milano. 

L’opere vincitrice è stata realizzata con più di 20.000 monetine di rame recuperate nella fontana di Trevi e fuse in tre teste, titolo dell’opera “Teste (Trevis Meponos)”, con un processo tipico dei lavori dell’artista di origini polacche da che da diversi anni vive in Italia, presso il monte Amiata. 




Gli altri finalisti di questa edizione e di cui sono in mostre le opere, sono: Bea Bonafini, Guglielmo Castelli, Nataliya Chernakova, Emma Ciceri, Oscar Isaias Contreras Rojas, Nebojša Despotović, Giulia Dall'olio, Irene Fenara, Gao Lan, Teresa Giannico, Délio Jasse, Kensuke Koike, Edson Luli, Andrea Martinucci, Ruben Montini, Maki Ochoa, Greta Pllana, Alessandro Scarabello e Alessandro Teoldi. 

Classic Week di Christie's London


Immagine: Guido Reni (Bologna 1575-1642), Allegoria della Fortuna con una corona in mano, olio su tela, 164.4 x 131 cm


Il contemporaneo ha il fascino della scoperta ma per stare al sicuro il classico non delude mai, ecco allora che vi segnalo la Classic Week di Christie's London, che si svolgerà  dal 3 al 13 Dicembre  un vero e proprio viaggio nella storia della creatività umana, dall’antichità al XX secolo.

Una straordinaria serie di oggetti e opere d'arte che sarà offerta nell’ambito delle 15 aste di dicembre.

Dai potenti ritratti in marmo degli imperatori romani ai primi dipinti devozionali, dalle rare edizioni della stampa alle squisite edizioni in argento inglese, una selezione di pezzi unici che mostrano come l'istinto di plasmare e ridisegnare il nostro mondo attraverso l'arte sia sempre stato centrale per la società.

Da non perdere in questa stagione sono le nature morte floreali di qualità museale dei pionieri olandesi del genere, i disegni della famosa serie Pulcinella del Tiepolo, una copia del Second Folio di Shakespeare e una serie di affascinanti collezioni private.

Le aste si svolgeranno dal 3 al 13 dicembre, con vendite online aggiuntive a partire dal 27 novembre. 

I top lot delle 15 aste di dicembre saranno in mostra nelle gallerie di Christie’s King Street a partire dal 29 novembre.

Ci sono anche interessanti lavori di arte italiana, che potete consultare a questo link.

Per maggiori informazioni generali sulla Classic Week, visitate questo link 

Christie's
Classic Week
8 King St, London SW1Y 6QT, UK

The Annotated Reader arriva in Italia




Grazie alla progettualità , sempre innovativa e alternativa, dello Quartz Studio è arrivata in Italia l’iniziativa che Ryan Gander e Jonathan P. Watts, anno realizzato con titolo “The Annotated Reader”.

Il solare spazio accoglie una temporanea biblioteca di pensieri ideata dai due promotori inglesi che hanno interrogato amici e artisti, con la domanda “Quale testo vorresti che ti tenesse compagnia durante la notte?” con eventuali note sul testo proposto, così si è formato un avvincente archivio di riflessioni che ora vengono condivise in un progetto che ha già toccato alcuni centri internazionali dell’arte contemporanea. 




Ad oggi sono stati raccolti più di 280 documenti che vanno da pensieri filosofici a divertenti giochi d’immagine. 

Fra i contributi ci sono quelli di Marina Abramović, Art & Language, Sam Durant, Olafur Eliasson, Ragnar Kjartansson, Antony Gormley, Susan Hiller, Hans Ulrich Obrist e Francesco Pedraglio.



Tutto le pagine possono essere consultate e acquisite nello spazio dello Quartz Studio dove è anche presente un distributore di chiavetta USB che raccoglie tutti i testi, al pratico costo di 5 euro, per chi volesse con calma leggerseli tutti a casa. 

Quartz Studio è aperto su appuntamento contattando il numero +39 - 338 429 0085.


24/11/19

Visions in Motion a Berlino




Per festeggiare e ricordare i giorni delle caduta del muro, era il 9 novembre 1989, l'artista Patrick Shearn, con Poetic Kinetcs, ha ideato un grande intervento pubblico coinvolgendo più di  30.000 persone.

Visions in Motion, è stato un intervento che si è sviluppato dal 4 al 10 novembre davanti alla Porta di Brandeburgo di Berlino, parte di una rassegna che l'amministrazione pubblica ha ideato per i 30 anni dalla caduta del muro. 



CS

Per celebrare il 30 ° anniversario della Rivoluzione pacifica e la caduta del muro, Kulturprojekte Berlin ha invitato Patrick Shearn e il suo team di Poetic Kinetics a mostrare "Visions in Motion", l'ultimo lavoro della serie "Skynet" dell'artista. Curata nell'ambito del festival ufficiale di una settimana di Berlino, l'installazione cinetica di 20.000 piedi quadrati si estenderà per 450 piedi alla Porta di Brandeburgo, dove l'ex Muro divideva la città. La forma rettangolare dell'opera d'arte evoca la forma del muro; ma invece di un bordo pesante e impenetrabile, la forma prende il volo.

Kulturprojekte Berlin è stato ispirato a invitare l'artista Patrick Shearn della città sorella di Berlino, Los Angeles, a realizzare un'opera d'arte per le festività ufficiali che simboleggia l'unificazione del popolo tedesco. Durante la Rivoluzione pacifica, centinaia di migliaia di persone hanno alzato la voce e contribuito alla caduta del Muro. In ricordo degli stendardi trasportati durante le dimostrazioni della Rivoluzione pacifica, l'installazione di Shearn incorporerà streamer multicolori, parzialmente riflettenti, che fluttueranno quasi senza peso nel cielo alla Porta di Brandeburgo a Berlino.




Patrick Shearn è famoso in tutto il mondo per le sue straordinarie sculture commoventi, chiamate Skynets. Il lavoro commissionato continua la dinamica serie di installazioni di opere d'arte galleggianti ultraleggere, ideate in modo da apparire apparentemente galleggianti a mezz'aria. L'opera sarà composta da circa 120.000 stelle filanti di tessuto, di cui 30.000 contenenti messaggi scritti a mano raccolti da membri del popolo tedesco e della comunità mondiale. In totale, l'installazione comprende circa 9500 piedi lineari di corda, oltre 1250 nodi tecnici legati a mano e circa 120.000 nylon ripstop e stelle filanti riflettenti disposte in un elegante motivo colorato. Sfruttando il vento disponibile, la grafica si muoverà in uno splendido display coinvolgente.



Dal 31 agosto al 25 settembre, il Kulturprojekte Berlin ha guidato una campagna per raccogliere messaggi dal pubblico per contribuire con i loro messaggi, desideri e speranze per il futuro, nonché i loro ricordi del passato da incorporare nell'opera d'arte. La comunità di Los Angeles può partecipare tramite un museo Wende durante la settimana del 25 settembre. Moritz van Dülmen, CEO di Kulturprojekte Berlin, afferma: “In memoria di migliaia di persone che hanno coraggiosamente alzato la voce 30 anni fa, oggi vorremmo invitare cordialmente tutti a Los Angeles per condividere i loro ricordi, messaggi e pensieri sul futuro. Tutti possono partecipare! “

Patrick Shearn è particolarmente ispirato a prestare il suo lavoro a questo promettente evento storico e intende che "Visions in Motion" sia un simbolo per la pace e il potere unito delle persone che superano l'ingiustizia. “Come artista, sono profondamente commosso dall'invito a tradurre questo momento spartiacque nella storia umana in forma fisica. Alla luce dello stato delle cose nel mondo di oggi, sento che è il momento di essere audaci, radunarci insieme con una voce unificata e lanciare i nostri colori condivisi e i nostri sogni verso il cielo affinché il mondo lo veda.