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Visualizzazione post con etichetta Galleria Mazzoleni. Mostra tutti i post
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14/12/23

Agostino Bonalumi da Mazzoleni a Torino

 


La galleria Mazzoleni di Torino da diversi anni ha sviluppato un'attenzione e ricerca nel proporre le sue mostre che sono eventi unici e di grande qualità; ennesima conferma la mostra sul legame dell'artista Bonalumi con il Teatro delle Forze, un progetto storico artistico ben curato da Marco Scotini.



CS

La mostra, curata da Marco Scotini, intende focalizzarsi su una delle stagioni più felici dell’attività creativa di Bonalumi (dalla fine degli anni Sessanta fino agli anni Settanta), a partire tuttavia da due lavori meno indagati della sua intera produzione artistica che necessitano di un approccio multidisciplinare per essere esplorati nella loro complessità. 



Attraverso una ricca selezione di opere plastiche di grandi dimensioni, l’esposizione presenta anche una serie di documenti originali e bozzetti grafici grazie alla collaborazione con l’Archivio Bonalumi di Milano, la Fondazione Cini di Venezia e a prestiti dell’Archivio Storico del Teatro dell’Opera di Roma.


Al centro della mostra Agostino Bonalumi: il Teatro delle Forze saranno infatti le scenografie e i costumi concepiti per il balletto Partita, ideato e coreografato da Susanna Egri con musica di Goffredo Petrassi, e per l’azione coreografica Rot di Domenico Guaccero e Amedeo Amodio, andate in scena rispettivamente al Teatro Romano di Verona nel 1970 e al Teatro dell’Opera di Roma nel 1973.












02/12/22

Oliviero Toscani da Mazzoleni

 


La galleria Mazzoleni di Torino presenta una bella antologia su Oliviero Toscani, che in questa occasione si presenta come artista con le sue stampe su cemento.



Una bella selezione di alcuni dei suoi lavori più storici con alcuni interessanti sezioni con progetti più speciali come quello realizzato nel Grande Cretto di Burri a Gibellina.








30/11/19

Hans Hartung antologica da Mazzoleni



Nelle due sedi di Torino e Londra la galleria Mazzoleni propone un’ampia antologica su Hans Hartung, artista  chiave  dell’ Arte  Informale  europea,  in  occasione  del  30°  anniversario   della  sua scomparsa.




Ho visitato la bella sezione di Torino che per stanze tematiche e storiche offre una bella selezione di ben cinquanta valide opere dell’artista tedesco. 


Nella sede londinese della galleria l’attenzione si pone con un interessante proposta di opere realizzate fra gli anni ‘50e ’60 poste in dialogo con lavori di Giuseppe Capogrossi, Jean Fautrier, Georges Mathieu, Zao Wou-Ki  e tanti altri.







Hans Hartung  fino al 18 gennaio 2020
Mazzoleni – Piazza Solferino 2, Torino
Dal martedì al sabato: 10.3’ – 13 / 16 – 19
Domenica chiuso; lunedì su appuntamento

15/10/18

Equilibrium. Un’idea per la scultura italiana


Gianni Caravaggio, Cosmicomica, 2006 - Courtesy The Artist and Mazzoleni, London - Torino

Dal 26 ottobre 2018  Mazzoleni presenta  Equilibrium. Un’idea per la scultura italiana a cura di Giorgio Verzotti. La mostra è il primo appuntamento dopo l’ampliamento della galleria, che arriva quasi a raddoppiare gli spazi della storica sede nel centro di Torino, in Piazza Solferino 2.

Il progetto espositivo indaga una delle costanti della scultura italiana che attraverso la negazione del proprio  pondus si apre, strutturalmente, allo spazio esterno. 

Un processo che trova in Umberto Boccioni uno dei più illustri precedenti storici - si pensi a  Sviluppo di una bottiglia nello spazio - insieme a gran parte dell’opera di  Fausto Melotti, che radicalizza la scelta di sottrarre peso, corpo, massa all’opera scultorea, giungendo alle sue strutture aeree e filiformi. 

Un procedere “in negativo”, “per via di levare” come affermava Michelangelo, che si ritrova poi nella visualizzazione di stati di energia sospesa - propria di alcuni protagonisti dell’Arte Povera - o nella costruzione di strutture precarie, giocate sulla contrapposizione di forze che giungono ad un equilibrio, sviluppate da artisti come  Vicenzo Agnetti

Ciascuno, seguendo percorsi differenti, giunge ad una situazione di equilibrio fra gli elementi che fisicamente compongono il proprio lavoro: in questo modo la fragilità, che spesso diventa il minimo comune denominatore di queste ricerche, trova una forza capace di conferire stabilità all’opera – ne è un esempio il lavoro di  Elisabetta Di Maggio -  anche quando la dirompente instabilità sembra farsi minaccia o quando si riducono alle micro-dimensioni oppure ancora, quando sono affidate all’effimero di materiali deperibili. 

Sul fronte opposto, la forza e il peso di certe opere di  Giuseppe Maraniello trovano una effettiva leggerezza nell’equilibrio fra le spinte e controspinte che contrastano col peso dei materiali. Il lavoro di Gianni Caravaggio rivela invece un equilibrio tra due visioni che entrano in tensione: quella oggettiva, regolata dalle leggi scientifiche e quella soggettiva, dominata da una prospettiva poetica e arbitraria.   Oltre alla presenza di alcuni maestri assoluti dall’arte italiana saranno presenti le opere più recenti e in molti casi realizzate appositamente per questo progetto, di alcuni tra i protagonisti che hanno rinnovato i paradigmi della scultura italiana contemporanea. La mostra è accompagnata da un catalogo in italiano e inglese e include un saggio di Giorgio Verzotti.