Sono stati presentati i grandi progetti di recupero di alcuni complessi museali di venezia che saranno proposti in un ricco programma di eventi culturali.
Cominciamo, in ordine di tempo, dalla proposta della Cà d'Oro dove i riflettori si accenderanno, dal 30 maggio al 24 novembre, sulla mostra Da Giorgio Franchetti a Giorgio Franchetti.
L'esposizione, curata da Claudia Cremonini e Flavio Fergonzi, mette a confronto due uomini, nonno e nipote dallo stesso nome, e la loro straordinaria passione collezionistica. Il primo, il Barone Franchetti, riunì nella sua Cà d'Oro una collezione senza eguali di capolavori dellarte italiana e fiamminga: da Giambono a Mantegna, da Tiziano, Tintoretto, Paris Bordon sino a Guardi, ma anche van Eyck e van Dick, Paul Brill o Joachim Patinier. Per loro restaurò e adattò la celebre dimora sul Canal Grande, donando il Palazzo e le raccolte darte e di arredi in essa contenute allo Stato italiano nel 1916.
Il nipote Giorgio Franchetti, deceduto da pochi anni (2006), collezionò ciò che di nuovo proponevano gli artisti italiani del secondo dopoguerra: Tano Festa, Cy Twombly, Enrico Castellani, Piero Manzoni, Alighiero Boetti, Gino De Dominicis, Mimmo Rotella, Mario Schifano, Ceroli, Fabro, Luigi Ontani... e se fece qualche concessione allo storico fu solo per Balla. Queste opere vengono per la prima volta riunite dopo la dispersione che è seguita alla scomparsa del collezionista, nel portego del secondo piano di Cà d'Oro. In un colloquio con quelle riunite nella stessa Galleria dal nonno, a testimoniare come la loro passione, pur diretta a momenti diversi della storia dellarte, abbia comun denominatore nella qualità, frutto di grande competenza e tenacia.
E solo un'opera, anche se straordinaria com'è la Bella del Tiziano, l'oggetto e il soggetto della seconda proposta del Polo Veneziano. Il capolavoro del Vecellio sarà esposto, dal 12 settembre all'8 dicembre, in un luogo magnifico e ancora marginalmente inserito nei percorsi veneziani dell'arte: Palazzo Grimani, dimora bellissima a poche centinaia di metri da San Marco, integralmente recuperata da un lungo intervento di restauro. L'opera è quindi un pretesto per la scoperta di questo Palazzo assolutamente magnifico e delle rare, eccezionali opere d'arte in esso custodite, prima fra tutto il Polittico di Gerolamo Bosch. Sarà davvero un confronto imperdibile quello tra la luminosa Flora e il magico, complesso mondo dell'artista fiammingo.
L'appuntamento, imperdibile, di Settembre è poi con Leonardo da Vinci, alle Gallerie dell'Accademia, oggetto di un integrale recupero ancora in atto.
Va detto che una mostra così la si può ammirare una volta in una generazione. Per un motivo oggettivo: i disegni, e a maggior ragione quelli di un autore sommo come Leonardo, prima e dopo una esposizione pubblica necessitano di molti anni di riposo, al buio assoluto, all'interno dei caveaux climatizzati nei quali sono opportunamente custoditi. E' una regola imposta dalla priorità che, giustamente, viene data alla conservazione di opere fragilissime e preziosissime.
Per questo la mostra Leonardo Da Vinci. Luomo, La Natura, La Scienza, a cura del Direttore del Gabinetto dei Disegni delle veneziane Gallerie dellAccademia Annalisa Perissa, è di quelle da appuntarsi in agenda. Sarà aperta al pubblico, nelle medesime Gallerie dell'Accademia, naturalmente a Venezia, dal 4 settembre all'8 dicembre 2013: 90 giorni in tutto, ovvero il periodo massimo concesso per l'esposizione di questi capolavori.
Per questa esposizione vengono riuniti ben 52 disegni di Leonardo, 25 dei quali patrimonio delle Gallerie stesse (e mai più esposti nella loro interezza dal lontano 1980), gli altri provenienti da importantissime istituzioni italiane e soprattutto straniere. Con i disegni di Leonardo (e tra essi il celebre Uomo Vitruviano la mostra propone stampe, incisioni e altri disegni di artisti coevi al grande Da Vinci, oltre ad una spettacolare selezione di dipinti di Giorgione e di altri grandi che a Leonardo si sono ispirati.
Le tre proposte, tiene a sottolineare la Soprintendente Damiani, non esauriscono certo lattività del nostro Polo museale, semmai rappresentano la punta di diamante di una attività quotidiana rivolta al pubblico, fatta di piccole mostre, di incontri, didattica, momenti di approfondimento, proposte musicali o di programmi destinati ai più piccoli e alle famiglie.
In una città che vive dinamiche del tutto peculiari, il rapporto con i residenti è altrettanto fondamentale di quanto non lo sia quello con i turisti.
Con queste mostre, continua Giovanna Damiani, vogliamo proporre iniziative di assoluta qualità scientifica coniugata a spettacolarità, con un obiettivo aggiuntivo: fare di queste esposizioni il motivo in più per incentivare il pubblico più vasto a visitare i meravigliosi musei del nostro Polo, oggi meno valutati di quanto oggettivamente meritino da un turismo veloce e non sempre attento comè quello veneziano. Lo vogliamo fare innanzitutto perché è nella nostra missione, ma anche per far scoprire monumenti cui gli interventi di restauro, appena completati o ancora in corso, hanno restituito bellezza e nuova funzionalità.
Penso al fascino nascosto di Palazzo Grimani e penso alla Cà dOro, la cui facciata è tra le più note e fotografate del Canal Grande, mentre davvero poco noti restano i tesori che dietro ad essa sono custoditi. Ma penso alle stesse Gallerie dell'Accademia, concentrato assoluto di veri capolavori, o a musei importanti ed attivissimi come l'Archeologico, in Piazza San Marco, o l'affascinante Museo Orientale.