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24/04/13

Lo Scrigno di Pietro Piffetti arriva a Torino - Rientra in Italia, grazie alla Fondazione Accorsi – Ometto un prezioso manufatto dell'ebanisteria italiana



La Fondazione Accorsi – Ometto ha acquistato, il 1° febbraio 2013, all’asta newyorkese di Sotheby’s, un prezioso scrigno realizzato da Pietro Piffetti, che andrà ad aggiungersi agli altri sette capolavori realizzati dall’ebanista piemontese e custoditi nel Museo di Arti Decorative Accorsi –Ometto di Torino. 

Pagato 170.000 dollari, questo scrigno col suo tavolino potrebbe essere uno dei tre cofani-forti che i documenti riportano l’artista realizzò per i Savoia nel 1732, 1745 e 1760. 

Il capolavoro, realizzato da colui che l’eminente storico di arti decorative Alvar Gonzalez Palacios definì non solo il migliore ebanista italiano del Settecento ma forse anche il più grande virtuoso artigiano che l’Europa abbia mai conosciuto, è appena arrivato a Torino e nei prossimi giorni inizierà ad essere restaurato da Massimo Ravera del Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, che si occuperà anche di indagare i modi, le tecniche ed i materiali usati da Piffetti nel realizzarlo. 

Lo scrigno probabilmente era utilizzato all’interno di un guardaroba o faceva parte di un corredo da toilette; sebbene sia un esempio unico nel suo genere, il tavolino – scrigno riflette la virtuosistica abilità dell’ebanista torinese di combinare preziosi materiali a forme audaci fino a creare una capolavoro in ogni dettaglio: dalle linee ondulate e stravaganti, che gli donano quel costante movimento tipico dei lavori di Piffetti, alla tipicità degli spigoli curvi del piano; dall’abbondante uso nell’intarsio di acanti rampicanti e di motivi di foglie merlettate e di rocailles, alla marquetterie inserita nelle riserve sul fianco e sul coperchio. 

Il mobile presenta inoltre un elemento di decorazione piccolo ma riconducibile unicamente a Piffetti: si tratta delle fini arabeschi sugli angoli terminanti con foglie d’acanto merlettate. Questo motivo è utilizzato sulle gambe del tavolino e, sebbene alcuni ebanisti suoi contemporanei abbiano utilizzato simili arabeschi, l’hanno sempre fatto in scala maggiore e mai in formati così minuti. 


Il Presidente della Fondazione Accorsi – Ometto, Giulio Ometto dichiara: “ …...L'acquisto di questo nuovo ed inedito gioiello dell'ebanisteria piemontese non arricchisce solo il nostro museo, ma anche il patrimonio storico-artistico di tutta l'Italia......” 

Una volta restaurato, nel mese di settembre, il cofano forte di Piffetti sarà il protagonista principale di una mostra al Museo Accorsi – Ometto; a questo si affiancheranno una quindicina di altri capolavori dell’ebanista torinese, per lo più inediti perché provenienti collezioni private.