In via Giulia di Barolo c’è
il pregiato Studio Quartz che presenta il bel progetto di Riccardo Previdi con
«The Bubble Boy (needs a hug)» ispirata alla condizione di vita di David
Vetter, affetto da una forma di insufficienza difensiva, che trascorse tutta la
vita in una dimensione irreale, immerso dentro a una bolla di protezione senza
contatti umani diretti.
Presso Burning Giraffe, in
via Bava 8, ci sono i suggestivi scatti notturni di Ugo Ricciardi, trasformati
da segni mistici.
Photo & Co presenta "Il libro dello splendore" ripensato da Filippo di Sambuy.
In dialogo con presenze alterate e visioni surreali il lavoro di Pierluigi Pusole proposta da Riccardo Costantini, in via Giolitti 51.
Febo&Dafne, in via
della Rocca 17, condivide la minimale serie di Silvia Leveroni Calvi.
Mentre la vicina RaffaellaDe Chirico, in via della Rocca 19, offre una piacevole collettiva raccolta col
titolo "Reliefs" e il progetto sperimentale di Marzio Zorio.
Qualche portina dopo
Alberto Peola, via della Rocca 29, apre con le forme scultore e le pitture
primarie di Victoria Stoian, dove concludo il mio piacevole giro di proposte
torinesi.
Concludo all'Archivio di Stato dove sono in corso due mostre, "Sentieri di carta per migranti nelle strade del mondo" e l'altra "Entire life in a Package" proposta dall'Associazione culturale Acribia.