Sarah Sze, Untitled , 2018 (Dettaglio). Olio, acrilico, carta d'archivio, stabilizzatori UV, adesivo, scotch, inchiostro e polimeri acrilici, gommalacca, vernice ad acqua su legno. Courtesy Sarah Sze e Gagosian
Nell’era dell’immagine, un dipinto è una scultura. Una scultura è un segno nel tempo.— Sarah Sze
La sede romana di Gagosian presenta, per la stagione autunnale, una mostra di nuove opere dell’artista americana Sarah Sze, la prima in Italia dopo le sue partecipazioni alla Biennale di Venezia nel 2013 come rappresentante degli Stati Uniti e nel 2015 nella mostra principale.
L’arte di Sze utilizza vere e proprie strutture generative, nelle quali intricati sistemi di elementi uniscono costellazioni di immagini attraverso molteplici dimensioni e medium, dalla scultura alla pittura, al disegno, all’incisione e alla video-installazione. Operando su un’inesauribile scorta di materiale tratto dalla vita quotidiana, Sze, nota per aver trasformato radicalmente le possibilità della scultura, analizza l’aspetto e la natura di tutto ciò con cui viene a contatto e lavora per proteggerli, alterarli o amplificarli. Allo stesso modo le sue immagini, selezionate tra innumerevoli fonti primarie e secondarie, mutano nel passaggio dallo schermo adattandosi ad ogni altra forma di supporto fisico, o semplicemente manifestandosi come luce.
Con una video installazione, l’ultima della serie Timekeeper iniziata nel 2015, Sze trasformerà l’ovale della galleria in una grande “lanterna magica”, un ambiente immersivo sospeso tra i mondi della scultura e del cinema. In queste indagini sull’immagine in movimento, allo stesso tempo comunicative ed intime, Sze esplora tempo, spazio, distanza e costruzione del ricordo tramite un flusso ipnotico di immagini proiettate, sia personali che trovate. Come una sorta di “Caverna di Platone” il nuovo lavoro confronta il visitatore da diversi punti di vista simultaneamente: immagini in movimento di persone, animali, scene e azioni accadono, baluginando ed orbitando casualmente, come avviene nel pensiero o nella vita stessa. La luce si materializzerà anche tramite macchie di colore applicate direttamente dall’artista sul pavimento come opera in situ: un trait d’union tra l’ovale oscurato trasformato in video gallery e lo spazio attiguo destinato ai dipinti realizzati di recente. In questa nuova serie di dipinti Sze ha adattato la sensibilità del suo linguaggio scultoreo alle caratteristiche del supporto piano del collage. Con delicati ma corposi strati di pittura, inchiostro, carta, stampe e oggetti, le tre dimensioni della scultura aderiscono alla bidimensionalità del collage. Qui il colore trae le sue energie sostanziali tanto dall’essenza stessa delle immagini trovate quanto dalla pittura e dall’inchiostro. Superfici statiche, macchie e vortici cosmici emergono dal materiale d’archivio e dal lavoro quotidiano dell’artista nel suo studio in infinite mutazioni visive che collidono e si sovrappongono in un’abbondanza di dettagli.A novembre Sze presenterà in galleria la sua prima scultura da esterno, un grande masso di pietra diviso a metà come un geode. Su ciascuna superficie un cielo al tramonto evoca le immagini presenti in alcune pietre cinesi gongshi e nei soggetti spirituali del Rinascimento. Per l'occasione la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma ospiterà venerdì 12 ottobre alle ore 19:00 l'artista in una conversazione con il noto curatore e scrittore Okwui Enwezor. La conversazione si terrà in lingua inglese. Sze e Enwezor hanno instaurato negli anni una collaborazione proficua che include importanti progetti quali la partecipazione di Sze a All the World’s Futures, mostra principale della 56a Biennale di Venezia (2015) e Centrifuge, installazione site-specificall’Haus der Kunst di Monaco di Baviera nel 2017. Nel dialogo incluso nella monografia sul lavoro di Sze, pubblicata da Phaidon nel 2016, l’artista e Enwezor discutono della relazione tra scultura e architettura, e delle molteplici influenze ed esperienze che alimentano le opere multimediali dell’artista. Due anni dopo, Sze e Enwezor rivisiteranno ed amplieranno questi argomenti alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, in occasione della prima mostra personale dell’artista in una galleria in Italia, e alla luce delle nuove interessanti direzioni intraprese dal suo lavoro. Sarah Sze è nata a Boston nel 1969 e vive e lavora a New York. Il suo lavoro è incluso nelle seguenti collezioni: Museum of Modern Art, New York; Solomon R. Guggenheim Museum, New York; Whitney Museum of American Art, New York; Museum of Contemporary Art, Chicago; San Francisco Museum of Modern Art; Museum of Contemporary Art, Los Angeles; e Fondation Cartier pour l’art contemporain, Parigi. Tra le recenti mostre personali si annoverano Triple Point , Padiglione USA, 55a Biennale di Venezia (2013, poi esposta al Bronx Museum of the Arts, New York, nel 2014); Fabric Workshop and Museum, Philadelphia (2013–14); 56a Biennale di Venezia (2015); 5a Triennale di Guangzhou, Cina (2015); Sarah Sze : Timekeeper , Rose Art Museum, Brandeis University, Waltham, MA (2016, poi in mostra al Copenhagen Contemporary, Danimarca, nel 2017); Triennale ARoS, Aarhus, Danimarca (2017); e Centrifuge , Haus der Kunst, Monaco di Baviera (2017). Sze è stata insignita del MacArthur Fellowship nel 2003 e del Radcliffe Fellowship nel 2005, e da quest’anno è membro dell’American Academy of Arts and Letters. Le sue commissioni pubbliche includono Still Life with Landscape (Model for a Habitat) , Ekebergparken, Oslo (2011); e Blueprint for a Landscape , Metropolitan Transportation Authority, commissione per la metropolitana di New York (2016). Il 19 novembre 2018 un’importante installazione,Seamless (1999), sarà inaugurata alla Tate Modern, Londra.
SARAH SZE
13 ottobre 2018 – 12 gennaio 2019
Inaugurazione: sabato 13 ottobre, 18:00 – 20:00
Gagosian, via Francesco Crispi 16, Roma
Talk: Sarah Sze/Okwui Enwezor venerdì 12 ottobre, 19:00
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
viale delle Belle Arti 131, Roma
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