Immerso
in uno spazio oscuro emergono alcune opere quasi immateriali.
Un
grande video apre all’osservatore una dimensione spirituale che prosegue nell’idea
di passaggio ai minimali labirinti, ispirati alle antiche cattedrali cristiane.
Su
un lato una riservata stanza accoglie una moltitudine di monitor che
interagiscono con i racconti di esperienze extra-morte.
All’opposto
una sala accoglie alcuni frame da noti film, in un loop casuale, in cui alcune
donne muovono oggetti con la forza del pensiero, virati in colori innaturali.
Altre
presenze dagli intensi colori compaiono inframezzando le opere.
Possibili
identità, alterazioni di persone, esperienze fra reale e immaginifico.
Spazio
per la mente, per la percezione del vivere che ci attraversa.
Un
grande progetto quello di Susan Hiller
alla Ogr che si declina
sull’immaterialità delle presenze, che mette al centro il racconto e
l’ispirazione, lasciando libere speculazioni al visitatore.
Barbara Casavecchia intervista Susan Hiller