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10/04/18

Tutto Afro a Parigi con Tornabuoni

Afro nel suo studio al Castello di Prampero, vicino a Udine, 1963. ©Italo Zannier


Nella elegante sede di  Parigi la galleria Tornabuoni  organizzerà dal 18 Aprile al 16 Giugno, la più completa mostra mai realizzata in una galleria privata, dedicata all’artista italiano Afro Libio Basaldella (1912-1976), più conosciuto come Afro. La mostra sarà accompagnata da un catalogo a cura di Philip Rylands, direttore emerito della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia.

In occasione dei 60 anni dell’affresco monumentale che Afro dipinse nel quartier generale dell’UNESCO a Parigi, intitolato Il Giardino della Speranza, Tornabuoni Art ospiterà nella sua galleria parigina situata nel cuore del Marais un'esposizione senza precedenti dedicata all’artista. Una selezione di opere di questa mostra sarà in seguito esposta presso la sede Tornabuoni Art a Londra a partire da ottobre 2018.

Nato a Udine nel 1912 in una famiglia di artisti e decoratori, Afro deve il suo nome al patriottismo dei suoi genitori che lo chiamarono così in onore della colonizzazione italiana della costa libica nel Nord Africa. Dopo essersi diplomato in pittura a Venezia, all’inizio degli anni ‘30 Afro divenne un membro importante della Scuola di Roma, un gruppo di pittori tonalisti il cui stile espressionista era in netto contrasto con il ritorno all’ordine neoclassico tipico dell’epoca. A partire dagli anni ‘50 Afro iniziò a trascorrere lunghi periodi negli Stati Uniti dove sviluppò il suo stile artistico personale, frutto della contaminazione tra le influenze dell’espressionismo astratto americano e – come mette in luce Philip Rylands nel catalogo della mostra – della grande tradizione veneta del colore e della linea.

Insieme ad Alberto Burri e Lucio Fontana, Afro è considerato oggi una figura chiave dell’arte astratta italiana. Esplorando inizialmente l’astrazione in termini formali, concentrandosi quindi principalmente sulla forma, il colore e la composizione, Afro tuttavia credeva fermamente nel fatto che l’opera stessa dovesse incarnare l’emozione e non solo rappresentarla; per questo motivo i suoi lavori sono spesso autobiografici, ispirati a ricordi personali che attraverso la pittura divengono vere e proprie esperienze sensoriali e non solo immagini mentali. Per Afro, il ricordo si trasforma con il passare del tempo in colore e sentimento. Tale processo è particolarmente evidente in opere come Estate nell’Orto, 1955, dove il colore e il movimento della pittura coinvolgono i sensi degli spettatori ed evocano il sentimento di un’esperienza impregnata di nostalgia.


Quest’esposizione, realizzata in collaborazione con la Fondazione Archivio Afro, presenterà oltre 50 opere create fra gli anni 1950 e 1970. L’ultima sala della mostra sarà interamente dedicata ai disegni preparatori per l’affresco Il Giardino della Speranza che, oltre a costituire una testimonianza unica della grandiosità del processo di realizzazione di tale opera, illustrano chiaramente il modo in cui Afro raccoglieva e rielaborava elementi dei suoi lavori precedenti per traferirli in quest’opera monumentale.


Studio per Il Giardino della Speranza, 1958


La mostra raccoglie inoltre le più celebri opere dell’artista italiano come Racconti di Guascogna, del 1951, e Ragazzo col Tacchino, del 1955, che dimostrano come la più simbolica rappresentazione di oggetti e figure nella pittura di Afro si trasformi in una forma di astrazione puramente espressiva ed emotiva. 

Philip Rylands considera Afro come la principale risposta italiana all’espressionismo astratto americano e uno dei fervide testimonianze del dialogo artistico tra l’Italia e gli Stati Uniti nel periodo del secondo dopoguerra; nella prefazione al catalogo scrive:

Afro è stato uno dei maggiori esponenti di quella nutrita generazione di artisti italiani di talento che fiorì nei decenni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale. Fu molto apprezzato non soltanto in Italia, ma anche all’estero, in particolar modo negli Stati Uniti. La carriera e l’opera di Afro si prestano a un’analisi ricca di interesse, in quanto rappresentative dei valori propri della nuova arte europea e americana che si andava  affermando in quel periodo. 

Il catalogo della mostra, oltre al testo critico di Rylands, comprende anche uno studio dell’affresco Il Giardino della Speranza e dei suoi disegni preparatori a cura di Anne Montfort, Curatrice al Cabinet des arts graphiques - Musée national d’art moderne di Parigi, un’analisi del lavoro dell’artista e della sua relazione con gli esponenti dell’espressionismo astratto americano curata da Barbara Drudi, Professoressa all’Accademia di Belle Arti di Firenze e un testo critico a cura di Davide Colombo, Professore di Storia dell’Arte all’Università di Parma. La pubblicazione è inoltre arricchita da documenti originali, tra cui le corrispondenze epistolari dell’artista e una selezione di testi critici, alcuni dei quali tradotti, per la prima volta, in francese e inglese.

Nell’ottobre 2018, circa venti capolavori dell’esposizione parigina verranno esposti presso Tornabuoni Art London. Una seconda tappa, fortemente voluta, per permettere al pubblico anglosassone di comprendere al meglio un momento della pittura italiana che raramente compare nelle esposizioni d’arte inglesi: la risposta italiana all’espressionismo astratto  d’oltreoceano.

@TornabuoniArt   #AFRO #AFROExhibition #TornabuoniArt.