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06/04/18

Larry Rivers dalla Pinacoteca Agnelli i tre volti di Primo Levi





Il Castello Gamba di Châtillon presenta la mostra Larry Rivers dalla Pinacoteca Agnelli.I tre volti di Primo Levi, un progetto della Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, curato dalla sua direttrice Marcella Pralormo.

Un’occasione unica per ammirare tre ritratti di Primo Levi non visibili al pubblico, eseguiti dall’artista americano Larry Rivers e oggi custoditi negli uffici della Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli a Torino. Un percorso espositivo che permette di ricostruire la passione per l’arte che ha sempre accompagnato la vita di Giovanni e Marella Agnelli: una passione che li ha portati a collezionare opere importanti, scelte sempre per il piacere estetico che suscitavano, indipendentemente dall’epoca o dalla corrente artistica a cui appartenevano.

Nel 1987, in occasione di un viaggio a New York subito dopo la tragica scomparsa di Primo Levi, Giovanni Agnelli - che aveva studiato nello stesso liceo torinese dello scrittore e del quale era di due anni più giovane - acquistò dalle MarlboroughGalleries di New York tre ritratti di Primo Levi dipinti da Larry Rivers.

Larry Rivers, il cui vero nome è YitzhokLoizaGrossberg (1923-2002), nacque in America da genitori russi ebrei. Nel 1945, poco dopo aver cambiato nome, Rivers iniziò a dipingere, diventando un protagonista della pop art americana.

A metà degli anni Ottanta, Rivers aveva da poco iniziato a fare i conti con le sue origini ebraiche, fino ad allora trascurate. Non aveva esperienze dirette della guerra e dello sterminio e fu profondamente turbato dalla lettura di Se questo è un uomo, suggeritagli dall’amico Furio Colombo, in quegli anni presidente di Fiat USA, che gli regalò una copia del libro. Larry Rivers lesse tutte le opere di Primo Levi, si appassionò alla sua storia e scelse di animare e teatralizzare i romanzi più celebri in tre opere ancora oggi proprietà della famiglia Agnelli: Witness, Survivor e PeriodicTable.

A colpire l’artista erano state le diverse identità di Primo Levi: chimico torinese, deportato come partigiano e identificato come ebreo,  sopravvissuto allo sterminio e diventato poi famoso come scrittore. Per esprimere al meglio la sua visione della Memoria e della Morte l’artista utilizza la tecnica della cancellazione con figure non pienamente presenti sulla scena. Una perfetta metafora per la difficoltà di trasmettere la memoria dello sterminio da parte dei sopravvissuti: le immagini del passato non si possono dimenticare, eppure, allo stesso tempo, è impossibile riuscire a comunicare fino in fondo la tragedia a chi non l’ha vissuta.

I tre dipinti vennero portati in Italia ed esposti, per decisione dell’Avvocato, nella sede de La Stampa, giornale per il quale Primo Levi aveva scritto a partire dal 1959, e in forma più continua dal 1968, saggi racconti ed elzeviri della Terza Pagina. “Mio nonno – racconta Ginevra Elkann, presidente della Pinacoteca Agnelli - decise di collocare i quadri di Rivers in una grande sala che si trovava al piano terreno della sede de La Stampa in Via Marenco 32. Dopo la collocazione dei quadri, la sala venne comunemente chiamata ‘Sala Primo Levi’. Non era aperta al pubblico, ma era usata per le riunioni più importanti e per accogliere i visitatori illustri per un primo saluto o un brindisi di benvenuto”.

Dal 2002 le tele si trovano negli uffici della Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli di Torino.

L’allestimento della mostra è progettato da Marco Palmieri.
  

Durata 12 maggio - 23 settembre 2018 
  
Castello Gamba
Località Crêt-de-Breil | 11024 Châtillon | Valle d’Aosta
Tel. +39 0166 563252 | info.castellogamba@regione.vda.it
Coordinate GPS 45.747492,7.603397

Orario di apertura: dal 1 aprile il Castello Gamba è aperto tutti i giorni dalle 13,00 alle 19,00 

Biglietti ingresso: intero € 5,00; ridotto € 3,00; ridotto 6-18 anni € 2,00.




Il Castello Gamba, l’elegante dimora dell’arte moderna valdostana. Arroccato su un promontorio roccioso e incastonato in un parco di oltre 50.000 mq ricco di essenze vegetali rare e preziose provenienti da tutto il mondo, questo palazzo aristocratico realizzato agli inizi del Novecento ospita oggi le collezioni regionali di Arte moderna e contemporanea. Tra 1903 e 1905 il barone torinese Carlo Maurizio Gamba decise di costruire questa nuova dimora per l’amatissima sposa AngéliquePasserin d’Entrèves in modo che potesse trascorrere lunghi periodi all’anno vicina agli affetti della famiglia di origine che risiedeva nel castello di Châtillon. L’ing. Carlo Saroldi, cui vennero affidati i lavori, progettò un palazzo grandioso in stile neomedievale, dotato di tutti i confort possibili per l’epoca, tra cui persino un ascensore, il primo installato nella regione. Dopo la morte dei coniugi Gamba, senza eredi diretti, il castello pervenne ai Passerin d'Entrèves, che nel 1982 lo vendettero alla Regione autonoma Valle d'Aosta. A seguito di un accurato restauro il castello ospita oggi la ricca collezione regionale di Arte moderna e contemporanea: un patrimonio che, costituitosi a partire dal 1948, conta oggi più di 1.200 opere fra pittura, scultura, grafica e fotografia, lungo un arco temporale che va dall'Ottocento ai primi anni del nuovo millennio, incontrando le principali correnti del Novecento.
Per info e visite: www.castellogamba.vda.it

  

Inaugurata nel settembre 2002, la Pinacoteca Agnelli è stata progettata da Renzo Piano sul tetto del Lingotto di Torino, sede della prima grande fabbrica della Fiat,  per ospitare i capolavori donati da Giovanni e Marella Agnelli.

La Pinacoteca rappresenta il momento finale dell’oltre ventennale processo di trasformazione del Lingotto che ha mantenuto la grandiosità e la forza della fabbrica automobilistica progettata da Giacomo Mattè Trucco. Lo “scrigno” – come lo chiama Renzo Piano che l’ha progettato – accoglie 25 straordinari capolavori (ventitre quadri e due sculture) che spaziano dal Settecento alla metà del Novecento.

Tra le opere in mostra si possono ammirare una raccolta unica in Italia di sette tele di Matisse, un dipinto di Balla del 1913 sul tema della velocità dell’automobile, capolavori di Severini, Modigliani e Tiepolo. La collezione comprende anche preziose testimonianze dell’arte veneta: sei straordinarie vedute di Venezia dipinte da Canaletto, e due vedute di Dresda di Bernardo Bellotto, di tale precisione che servirono da modelli per la ricostruzione della città dopo la seconda guerra mondiale. Non mancano opere di Picasso, una del periodo blu l’altra del periodo cubista, e testimonianze impressioniste di Renoir e di Manet. Infine, due statue in gesso di Antonio Canova, la Danzatrice con dito al mento e la Danzatrice con mani sui fianchi. Al di sotto dello scrigno, la Pinacoteca si sviluppa su altri cinque piani, in cui trovano posto le esposizioni temporanee, un centro didattico per l’arte, gli uffici e un bookshop.

Per info e visite: www.pinacoteca-agnelli.it