Il prossimo Sabato 21 Aprile apre a San Lazzaro di Savena, a pochi chilometri da Bologna, la Fondazione Massimo e Sonia Cirulli,
una nuova istituzione privata italiana che nasce sulla base di un
archivio storico dedicato alla cultura italiana del XX secolo, avviato a
New York nel 1984 dai suoi fondatori, Massimo e Sonia Cirulli e che
oggi conta una collezione di alcune migliaia di pezzi.
Gli obiettivi della Fondazione sono la valorizzazione, in ambito
nazionale e internazionale, dell’arte e della cultura visiva italiana
del XX secolo attraverso una rilettura dal taglio inedito
emultidisciplinare della sua eredità culturale e la promozione di
progetti orientati alla divulgazione della cultura creativa italiana
dalla nascita della modernità e del made in Italy fino al boom economico.
Contestualmente all’apertura dello spazio sarà inaugurata la mostra Universo Futurista,
a cura di Jeffrey T. Schnapp e Silvia Evangelisti, focalizzata sul
nucleo della collezione dedicato a questo periodo storico (1909 -1939)
su cui non cessa di rinnovarsi l’attenzione degli studiosi, attraverso
mostre e pubblicazioni, e del pubblico.
La mostra presenta una selezione di opere dalla collezione della
Fondazione Cirulli e pone l’accento su tematiche centrali dell’estetica
futurista come l’inno alla vitalità creativa, alla giocosità e alla
fantasia di un’arte che rallegra il mondo ricreandolo integralmente,
riprendendo le parole del Manifesto “Ricostruzione Futurista
dell’Universo” redatto nel 1915 da Giacomo Balla e Fortunato Depero.
L’estetica futurista muove i suoi passi da un nuovo modo di concepire
la creazione artistica, che supera i confini delle arti tradizionali e
coinvolge la vita quotidiana nella sua totalità per diventare “arte
totale”, creando un legame strettissimo tra arte e vita. Universo Futurista approfondisce
questa nuova concezione estetica attraverso l’accurata selezione di
dipinti, sculture, oggetti di design, disegni progettuali, fotografie e
fotomontaggi, manifesti pubblicitari e documenti autografi di ogni
genere realizzati da artisti futuristi dal 1909 fino alla fine degli
anni ‘30 del Novecento.
Attraverso una straordinaria varietà di opere della Fondazione
Cirulli, il percorso espositivo propone "ambientazioni" dedicate a
tematiche care ai futuristi come la velocità, l’energia, il progresso,
l’uomo meccanizzato e il design domestico, che si organizzano attorno a
cinque unità strutturali principali: la sala della conquista dell'aria,
il muro dei manifesti, le “costellazioni“ (8 unità tematiche), le
“orbite“ (6 aree monografiche dedicate a figure rilevanti del periodo
futurista la cui produzione artistica è ben documentata nella Collezione
Cirulli) e gli “spazi“ (2 installazioni costruite intorno agli arredi).
Come spiega lo studioso americano Jeffrey T. Schnapp, co-curatore della
mostra, il progetto non segue un’impostazione storico-artistica
tradizionale ma propone un percorso esplorativo attraverso
l’abbondanza e la molteplicità dei materiali conservati nella collezione
della Fondazione, evidenziando raggruppamenti, costellazioni, ritmi
diversi di opere e variazioni di misura dal grande al piccolo, dal pieno
al vuoto.
In mostra un nucleo di oltre 200 opere realizzate in
diversi materiali, forme e misure create da artisti quali Balla,
Boccioni, Bonzagni, Bucci, Casarini, Chiattone, D’Albisola, Depero,
Diulgheroff, Guerrini, Korompay, Licini, Marchi, Marinetti, Masoero,
Munari, Prampolini, Russolo, Schawinsky, Sant’Elia, Sironi, Tato,
Thayaht.
Universo Futurista include capolavori dalla vicenda collezionistica unica, come il quadro Disgregazione x velocità (1913) di Giacomo Balla. Pubblicata nel volume Pittura e scultura futuriste
di Umberto Boccioni (1914), l’opera fu esposta negli Stati Uniti nel
1915 in occasione della “Panama Pacific International Exposition”,
l'esposizione universale che si svolse a San Francisco per celebrare il
completamento del Canale di Panama; una grande manifestazione con oltre
11.000 opere esposte provenienti da Europa e Stati Uniti. Al termine
dell’esposizione, dell’opera di Balla si perse ogni traccia, fino al
ritrovamento avvenuto qualche anno fa proprio negli Stati Uniti.
Anche uno dei dipinti urbani di Osvaldo Licini esposti in mostra ha
una storia particolare. Durante le operazioni di restauro del dipinto è
stato rinvenuto, piegato all’interno della cornice, il ritaglio di un
articolo del quotidiano bolognese “Il Resto del Carlino” che commenta la
mostra futurista del 1914, della durata di una notte e un giorno,
organizzata nei sotterranei del Grand Hotel Majestic di Bologna (allora
Baglioni). Alla mostra presero parte cinque giovanissimi artisti:
Giorgio Morandi, Severo Pozzati, Giacomo Vespignani, Mario Bacchelli e
Osvaldo Licini che espose, tra le altre, l’opera sopra citata.
Oppure la tela di Alfredo Gauro Ambrosi, La squadra atlantica sorvola Chicago
(1933) appartenuta a Filippo Tommaso Marinetti e proveniente dalla sua
collezione, esposta alla Prima Mostra Nazionale d’Arte Futurista (Roma,
1934).
Saranno inoltre esposti schizzi e disegni progettuali inediti di Antonio Sant’Elia; il pastello Nike, Vittoria dell’Aria
(1913) di Umberto Boccioni; una raccolta di foto dinamiche di Anton
Giulio Bragaglia (ca 1915); il primo e unico manifesto del film
futurista Thays (1917), realizzato da Enrico Prampolini; foto e collage
del periodo futurista di Bruno Munari; l’inedito salotto che Tato
(Guglielmo Sansoni) ha progettato nel 1930 per Italo Balbo; arazzi di
Fortunato Depero ed Enrico Prampolini realizzati negli anni Venti e
Trenta.
La mostra è allestita nell’edificio che gli architetti e designer
Achille e Pier Giacomo Castiglioni hanno progettato per Dino Gavina e
Maria Simoncini, a San Lazzaro di Savena, nel 1960. L’edificio è stato
restaurato nel pieno rispetto delle scelte originali cercando di ridurre
al minimo i necessari interventi per l’adeguamento alla sua nuova vita
pubblica. Non si è intervenuti, ad esempio, sul pavimento originale in
pianelle di cotto organizzando gli impianti in esterno, così come si è
intervenuti solo minimamente sui parapetti e sulle scale in ottemperanza
alla normativa vigente.
Ad accogliere il visitatore all’ingresso dell’edificio l’isolatore
elettrico, simbolo dell’edificio, acquistato da Gavina, proveniente
dall’allestimento del padiglione del Giappone alla XI Triennale di
Milano del1957; sulla porta d’ingresso l’emblematica frase che Walter
Gropius scrisse nel 1958 nella prefazione dall’edizione italiana de L’architettura integrata: “forse
l’Italia è destinata a chiarire su quali fattori della vita moderna
dobbiamo fondarci, per recuperare il perduto senso della bellezza e
promuovere, nell’era industrializzata, una nuova unità culturale”.
Una particolare cura è stata rivolta all’allestimento della mostra
nell’intento di mantenere lo spazio libero e ben visibile affinché il
visitatore possa godere di un’esperienza immersiva sia nello spirito
futurista che nell’architettura. Grafica e allestimento sono a cura di
Daniele Ledda, xycomm, Milano, Elisabetta Terragni, StudioTerragni
Architetti, Como, New York.
Aperta al pubblico fino al 18 novembre 2018, la
mostra sarà accompagnata da un catalogo (Daniele Ledda, xycomm, Milano)
con testi dei curatori e schede di approfondimento a cura di: Pierpaolo
Antonello, Silvia Evangelisti, Nicola Lucchi, Ara H. Merjian, Marco
Sammicheli, Jeffrey T. Schnapp.
Universo Futurista
A cura di Jeffrey T. Schnapp e Silvia Evangelisti
21 aprile-18 novembre 2018
Fondazione Massimo e Sonia Cirulli
via Emilia, 275 I 40068 San Lazzaro di Savena - Bologna