Lo scorso 18 di Maggio 2018 la Giuria del premio Fondazione Henraux ha comunicato i nomi dei tre artisti selezionati, i
progetti premiati verranno realizzati dagli artisti negli stabilimenti Henraux
con l’ausilio delle storiche e rinomate maestranze dell’azienda e con
l’utilizzo delle tecnologie più avanzate.
Mat Chivers con Newave, Kim De Ruysscher con Il Canotto e Daniele Guidugli con Moby Dick (Vertebra), sono i tre finalisti della terza edizione del “Premio Internazionale di Scultura Fondazione Henraux, in memoria di Erminio Cidonio” promosso dalla Fondazione Henraux.
I tre artisti e le tre opere sono stati scelti dalla Giuria presieduta da Philippe Daverio e composta da: Paolo Carli, presidente di Fondazione Henraux, Mikayel Ohanjanyan, artista vincitore della seconda edizione del Premio; Gianluigi Colin, art director del Corriere della Sera; Claudio Pescio, direttore di Art e Dossier; Aurelio Amendola, fotografo; Francesca Nicoli, direttrice di Studi Nicoli; Marva Griffin Wilshire, fondatrice e curatrice di SaloneSatellite; Mario Botta, architetto; Roberto Bernabò,
direttore editoriale Gruppo Finegil, alla presenza del Notaio Marzio
Villari a garantire la validità e la correttezza delle operazioni di
voto.
Come dichiarato dal Presidente della Giuria, Philippe Daverio, al termine della selezione: “Tutti
i giurati, con un comune intuito, hanno certificato come dalle tre
opere degli artisti, risultate fra le più interessanti, si sia aperto un
mondo magico pur se drammatico. Ma l’arte, consapevolmente o
inconsapevolmente, è sempre guidata da una poetica capace di
rappresentare la storia in cui vive. Le tre opere finaliste sono unite
l’una all’altra da un denominatore comune, tutte e tre ritraggono
un’urgenza e il dramma più diffuso del mondo contemporaneo. Il Moby Dick
di Daniele Guidugli, un osso di balena arenato sulla spiaggia, la
bicromia, dunque gli opposti di un bianco e nero che sembrano
rappresentare il nord e il sud del Mediterraneo, in Newave di Mat Chivers e Il canotto
di Kim De Ruysscher, accartocciato, rovesciato e alla deriva come le
molte imbarcazioni di fortuna che ogni giorno traghettano verso la
speranza, spesso delusa o negata, migliaia di persone, divengono un
corpus stringente e significante di questo tempo di migrazioni che
l’arte vuole cogliere nel seme della bellezza”.
Gli artisti presto saranno al lavoro per realizzare le loro sculture
in marmo, lavoreranno presso gli stabilimenti di Henraux con l’ausilio
delle storiche maestranze dell’azienda, e daranno vita ai loro progetti
plasmando il più prezioso dei lapidei: il bianco dell’Altissimo.
Altre tre opere si sommeranno così alle sette già parte di questa
significativa collezione che la Fondazione Henraux ha voluto creare
tramite il Premio, l’unico al mondo dedicato alla scultura in marmo.
Le opere saranno, infine, presentate al pubblico il prossimo 23 di
luglio in una kermesse presso gli stabilimenti di Querceta di Seravezza
che vedrà la partecipazione del mondo dell’arte, nazionale e
internazionale e, solo nel corso di tale serata, verrà svelato l’ordine
di arrivo dei tre finalisti con la proclamazione del vincitore.
“Come per le altre edizioni l’idea di veder nascere tre nuovi
progetti mi rende particolarmente felice. I risultati raggiunti dalla
Fondazione in questi ultimi anni sono molto gratificanti, per noi e per
gli artisti che hanno partecipato al Premio. Do il benvenuto fin da ora
in Henraux a Mat Chivers, Kim De Ruysscher e Daniele Guidugli,
ogni giorno vedremo il realizzarsi delle loro opere, sono certo che sarà
un’emozione rinnovata”. E’ la dichiarazione di Paolo Carli, Presidente di Henraux e Fondazione Henraux.