L'attuale presentazione, fino al 27 Maggio, di alcune
opere di Giorgio de Chirico (1888-1978)
della Collezione di Francesco Federico Cerruti negli spazi del Castello di
Rivoli, a cui la collezione è stata lasciata, crea forti vibrazioni e riflessioni.
Le
curatrice dell'iniziativa, Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria,
hanno posto in dialogo otto capolavori del pittore greco con le opere della
collezioni permanete in esposizione.
Il
dialogo che si creare è intenso, il fascino del gesto pittorico e dei mondi
enigmatici di Giorgio de Chirico, realizzati cento anni fa, portano in alto il
confronto con gli altri lavori. Sono così posti le enigmatiche "Muse
Metafisiche" (1918) con la sospesa "Casa di Lucrezio" (1981) di
Giulio Paolini o con l'opera relativa di Fabio Mauri.
Un
valido percorso per riguardare alla importante collezione del museo e alle
storiche opere metafisiche, un bell'anticipo della futura apertura della
villa-museo della Collezione di Francesco Federico Cerruti che sarà fruibile al
pubblico il prossimo 2019.
Il
percorso espositivo del Castello di Rivoli prosegue con l'intrigante mostra
"Metamorfosi – Lasciate che tutto vi accada" nella Manica Lunga,
luogo ideale per trattare l'immateriale sviluppo delle forme fisiche e mentali.
Un
gigantesco fiore, o almeno quello pare, ci accoglie, nella sua fragile
trasformazione dimensionale per essere poi frutto, seme.
La
curatrice Chus Martínez ha selezionato alcune opere di giovani artisti
internazionali (Nicanor Aráoz, Ingela Ihrman, Eduardo Navarro, Reto Pulfer,
Mathilde Rosier, Lin May Saaed e Ania Soliman) per immergerci in questo
frangente storico in cui la metamorfosi umana è sempre più accelerata.
La
trasformazioni contemporanee sono messa in essere dalle forme scultore, dalle
pitture cromatiche e da alcuni interventi che evidenziano questo momento
storico così fluido, indefinibile, adimensionale, tale è la sua trasformazione
incessante.
Tutto
è vitale e instabile, attraverso l'immaginazione artistica si tenta di
visualizzarlo. Così un percorso di lavori colgono l'attimo intimo e si offrono
alla sensibilità del visitatore nella loro sentimentale fragilità.
Sull'estremo
della manica sono stati affiancati due opere aggiuntive "I Have Left You
The Mountain" ideata da Simon
Battisti, Leah Whitman-Salkin e Åbäke, e il video Army of Love di Alexa
Karolinski e Ingo Niermann.