La
mostra esaminerà attraverso sessanta opere (dipinti, sculture, incisioni, codici
manoscritti, antichi rimedi farmaceutici e testi a stampa illustrati) alcuni aspetti
della passione dei sovrani medicei per l’alchimia tra Cinque e Seicento.
Alla
Galleria degli Uffizi di Firenze, dal 15 dicembre 2012 al 3 febbraio 2013, si terrà
la mostra ARTI ED ALCHIMIA. La Fonderia degli Uffizi da Laboratorio a stanza delle
meraviglie, che esaminerà attraverso sessanta opere (dipinti, sculture, incisioni,
codici manoscritti, antichi rimedi farmaceutici e testi a stampa illustrati) alcuni
aspetti della passione dei sovrani medicei per l’alchimia tra Cinque e Seicento.
L’esposizione,
ideata dalla Galleria degli Uffizi, organizzata dall’Associazione Amici degli Uffizi
e curata da Valentina Conticelli, è parte del ciclo I MAI VISTI, che ogni anno presenta
aspetti della collezione del museo fiorentino poco noti al grande pubblico.
Secondo
Cristina Acidini, Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino “questa mostra all'incrocio
fra arte e scienza, magia e tecnologia, evoca un elegante fantasma mediceo, quello
della Fonderia”.
Fu
Cosimo I a stabilire la prima fonderia in Palazzo Vecchio e dei suoi interessi per
l’alchimia resta una vivida testimonianza in alcuni manoscritti redatti da personaggi
della sua corte. Con suo figlio Francesco I, il laboratorio fu trasferito nel Casino
di San Marco, dove artisti, artigiani, distillatori e alchimisti poterono sperimentare,
oltre a segreti farmaceutici, anche ricette per la porcellana, per la fusione del
cristallo di rocca, per la lavorazione del vetro, della maiolica e del porfido.
In
seguito, a partire dal 1586 e per circa duecento anni, l’officina di distillazione
di medicinali ebbe sede agli Uffizi nei pressi dell’attuale stanza dove per decenni
è stato esposto il Tondo Doni. Come commenta Antonio Natali, Direttore degli Uffizi,
“quando agli Uffizi s’entra nel giro di sale che vanno da Michelangelo a Tiziano,
da Veronese ai lombardi del Cinquecento, nessuno pensa mai che in queste stanze
medesime s’esercitava in antico l’alchimia, si studiavano con piglio da maghi i
fenomeni naturali, ci s’inventavano farmaci che si gabellavano prodigiosi. Ecco,
l’esposizione di questo Natale 2012 farà conoscere ai suoi visitatori aspetti e
vicende degli Uffizi ai loro esordi, quando i dipinti, i marmi e tutto quanto v’era
esibito, costituivano solo una faccia dei molteplici interessi intellettuali e culturali
dei Medici”.
La
fonderia fu trasferita in questi ambienti
da Francesco I che nutriva per l’arte alchemica una forte passione attestata dal
racconto stupito di prestigiosi visitatori e riflessa in alcuni dipinti del suo
celeberrimo Studiolo di Palazzo Vecchio. In mostra s’incontreranno manoscritti alchemici
legati a Cosimo e Francesco I, un ritratto di quest’ultimo eseguito in porcellana
- secondo la ricetta elaborata nella sua fonderia - e, tra gli altri, un testo a
stampa del medico Leonhard Thurneysser impreziosito da incisioni acquerellate. Thurneysser
fu mago, astrologo e ciarlatano e condusse per il cardinale Ferdinando un celebre
esperimento di trasmutazione di un chiodo di ferro di cavallo in oro, citato da
tutti i visitatori stranieri della Galleria nei secoli successivi.
Anche
nella decorazione a grottesca del corridoio di levante della Galleria degli Uffizi,
eseguita da Antonio Tempesta e Alessandro Allori e bottega nel 1581, si trovano
tracce di questi interessi. La volta numero tredici è infatti interamente dedicata
alla distillazione e anticipa di qualche anno l’apertura della “fonderia nuova”
degli Uffizi avvenuta nel 1586.
Nel
Seicento l’officina degli Uffizi era celeberrima per la sua produzione farmaceutica
che continuò fino a oltre la metà del XVIII secolo: i suoi rimedi venivano donati
dal granduca in preziosi cofanetti d’ebano ai nobili e ai sovrani di tutta Europa,
del Medio Oriente e persino delle Americhe. A quell’epoca oltre ai grandi strumenti
per la distillazione, a moltissimi rimedi e innumerevoli ampolle, un’importante
raccolta di rarità naturali di origine animale e vegetale caratterizzava gli spazi
della fonderia che era allestita come una vera e propria stanza delle meraviglie.
Vi si trovava anche un ambiente interamente dedicato ai pesci e alle “cose impietrite”
(fossili e conchiglie), dove furono accolte diverse mummie egiziane - che pure servivano
per la preparazione delle medicine - donate al granduca nel 1643.
In
mostra sarà presente un raro cofanetto di rimedi della Fonderia degli Uffizi, conservato
al Museo dell’Accademia di storia dell’arte sanitaria di Roma, un singolare codice
plumbeo di alchimia dell’Archivio di Stato di Firenze, alcuni animali tassidermizzati
provenienti dal Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze e il sarcofago
di una delle mummie della Fonderia degli Uffizi riscoperto nei depositi del Museo
Archeologico di Firenze.
Accompagna
l’esposizione, un catalogo, edito da Sillabe, con contributi sull’argomento di Valentina
Conticelli, Fausto Barbagli e Gaspare Baggieri.
L’ALCHIMIA
E LE ARTI. La Fonderia degli Uffizi: da laboratorio a stanza delle meraviglie
Firenze,
Galleria degli Uffizi - Sala delle Reali Poste
15
dicembre 2012 - 3 febbraio 2013
Orari: da martedì a domenica, ore 8,15-18,50.
Chiusura:
tutti i lunedì, Natale, Capodanno.
Biglietto
d’ingresso alla Galleria Uffizi: intero:
€ 6,50 - ridotto € 3,25 (Ingresso dal cortile degli Uffizi)