Sarà visibile a partire dal 11/12 Dicembre, dall’interno del museo Marino Marini, l’adiacente Cappella Rucellai della chiesa di S. Pancrazio a Firenze, contenente il sacello del Santo Sepolcro realizzato da Leon Battista Alberti, indiscusso gioiello dell’architettura rinascimentale italiana.
E’ quanto è stato spiegato oggi nell’ambito della presentazione delle iniziative per l’anno 2012-2013 del museo Marino Marini Restaurato e ripulito, grazie al sostegno della Fondazione Marini, il sacello sarà finalmente musealizzato e reso visibile al pubblico, grazie all’apertura di una porta all’interno della navata centrale del museo.
La cappella, di proprietà della curia di Firenze, manterrà la sua destinazione di luogo sacro destinato al culto.
La cappella Rucellai o cappella del Santo Sepolcro, fu realizzata in più fasi successive e l’intervento dell’Alberti per conto di Giovanni di Paolo Rucellai, rappresenta la fase conclusiva che ne attestò definitivamente a lui la paternità. La Cappella Rucellai fu inserita all’interno di una struttura trecentesca che in parte condizionò i progetti operativi di Leon Battista Alberti. A rendere compiuta l’opera contribuì il Sacello del Santo Sepolcro che l’Alberti realizzò all’interno della cappella come copia del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Il Sacello è sempre stato considerato dagli studiosi una copia gerosolimitana fra le tante che si diffusero in occidente nel Medioevo e nel Rinascimento, nate dal ricordo e dalla devozione dei pellegrini di ritorno dalla Terrasanta. Le tarsie marmoree presenti sull’apparato decorativo del Sacello sono diverse l’una dall’altra, alcune si ispirano a forme naturalistiche come le foglie d’alloro, di quercia, le corolle ed altre a forme geometriche come la stella ottagonale, la stella a sei punte e la decorazione a libro. La geometria delle tarsie fu sicuramente legata ad alcuni significati emblematici e all’astrologia, la quale suscitò un nuovo interesse durante tutto il Rinascimento, grazie anche al ritrovamento di alcuni testi astrologici ed ermetici. Al centro di ogni prospetto l’Alberti collocò, delle tarsie facilmente riconoscibili per il loro significato rappresentativo. Esse indicavano infatti gli stemmi araldici di Giovanni Rucellai, di Lorenzo il Magnifico, di suo padre Piero dei Medici e del nonno paterno Cosimo il Vecchio. L’interno del Sacello, coperto da una volta a botte dipinta di blu con stelle dorate, è composto da un’unica aula contenente il sepolcro marmoreo. L’affresco posto sopra il sepolcro rappresenta il “Salvatore risorto con ai lati due Angeli”, attribuito a Filippino Lippi, mentre le altre pareti interne sono ornate con finti marmi. Giovanni Rucellai con la costruzione di questo Sacello volle rispecchiare la forma della tomba originale di Gesù Cristo e catturarne le sue qualità sacre e devozionali.