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13/03/18

FSRR fra presente e passato





Da sempre la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo si occupa delle più interessanti tendenze della contemporaneità, ma in questa occasione volge la sua stimolante attenzione alla storia, intrecciandola con alcune contemporaneità problematiche.

Tre mostre che nella declinazione della consapevolezza tracciano un legame fra memoria e presente.

Il percorso espositivo si apre col progetto “Today, tomorrow and the day after tomorrow  con l'isola greca di Samos; sulla parete d'ingresso c'è un telo estivo dell’isola che segnala, oltre alle note spiagge del ricco turismo internazionale, l’area “hotspot” in cui vengono portati i profughi.  Documenta questa realtà una serie di scatti che monitorizzano le traccia degli amati oggetti che i rifugiati hanno potuto portare con se, un video evidenzia la quotidianità mentre in un libro testimonia la narrazione di speranza che rimane sospesa in questo limbo temporaneo. 




Questo progetto è una produzione a cura di Filippo Maggia e Daniele Ferrero, con la collaborazione di Teresa Serra, Andrea Luporini, Roberto Rabitti, Wissam Andraos, Chiara Corica e Giulia Dongilli




Nella seconda sala sono proposti antichi scatti d'Italia provenienti dalla collezione storica della Fondazione SRR, che coprono un’arco di tempo fra il 1845 ai primi decenni del Novecento, memoria di tempi lontani sguardi oramai mutati da un presente dinamico e in continua trasformazione.




Si prosegue poi con una sezione del progetto “Anche le Statue Muoiono” che oltre alla FSRR vede coinvolto il Museo Egizio e Palazzo Reale, sul patrimonio artistico mondiale, che in questi anni vede un crescendo di iconoclastia, sia politica che religiosa.




L'iniziativa vuole portare l'attenzione sul fragile mondo delle opere d'arte che in certi contesti culturali vengono distrutte. In questi spazi si pone l'accento sul ruolo del museo con una serie di progetti artistici (Mark Manders, Simon Wachsmuth e Lamia Joreige) oltre ad antichi manufatti storici, che manifestano i segni di antiche cancellazioni culturali, primeggia poi una grande installazione di Kader Attia.