Sparsi nella Turbine Hall, tante persone, forse sessanta, che prima si muovono lentamente e poi sempre più in accelerazione, rapidi, in tutte le direzioni, e poi lentamente si ricompongono, è arte, è teatro, è danza? E’ l’ultimo lavoro di Tino Sehgal che è stato commissionato per la Unilever Series.
Giocato sull’idea del gruppo e della singolarità il progetto è un continuo svilupparsi fra massificazione e individualismo. La performance poi ha sviluppi diversi che modificano nelle ore le azioni, che possono così trasformarsi in dialoghi col pubblico o attimi di canto corale.
Per questo progetto sono state coinvolte oltre un centinaio di persone che lavora a turni in rotazione al fine di coprire tutti i tempi di apertura della Tate Modern. Tutto queste persone sono state istruite con dei corsi e con una verifica professionale.
La serie Unilever è stata lanciata nel 2000, quando Tate Modern apre con Louise Bourgeois I Do, I Undo, I Redo. Segue l’artista spagnolo Juan Muñoz, poi è la volta di Anish Kapoor con Marsia nel 2002. Weather Project di Olafur Eliasson illuminato la Turbine Hall nel 2003 e Bruce Nauman con Materials realizza la prima installazione sonora nel 2004. Nel 2005 Rachel Whiteread fà EMBANKMENT, seguita da Carsten Höller con una spirale interattiva nel 2006. Nel 2007 Shibboleth di Doris Salcedo ha rotto il pavimento della Turbine Hall, mentre Dominique Gonzalez-Foerster TH.2058 trasformato la Turbine Hall in un rifugio futuristica nel 2008. Miroslaw Balka creò una camera inquietante How It Is nel 2009 e nel 2010, Ai Weiwei ha presentato un panorama di oltre 100 milioni di semi di porcellana fatti a mano di girasole. FILM Tacita Dean nel 2011 fu la prima opera della serie dedicata all'immagine in movimento, che celebra uniche tecniche cinematografiche analogici. Sponsor unico di questi progetti è la Unilever che da anni dedica molte delle sue risorse alla cultura.
Tutti questi progetti sono stati visitati da oltre 30 milioni di persone.
Il progetto sarà fruibile fino al 28 Ottobre 2012.
Riflessione:
Se inizialmente l’azione di Tino Sehgal pareva stimolante ora sta scivolando lentamente in una declinazione che pare più legata al teatro sperimentale che all’arte visiva.
Celebre per le sue conversazioni aperte al pubblico che scaturivano durante la visita col personale presente, l’artista ha poi lentamente spostato la sua attenzione in azioni fra danza e teatro come nell’ultimo caso di dOCUMENTA (13) dove l’opera proposta nella Casa degli Ugonotti a Kassel rimanda a un filone un poco datato di interazioni teatrali.
Questo nuovo progetto nella Turbine Hall della Tate non pare dare segnali significativi, fare arte visiva è sempre più difficile per cui più pratico giocare con gli slittamenti come il teatro.
Sicuramente questo stile è in forte espansione pare legittimo quindi il grande investimento che proprio la Tate ha fatto con i nuovi spazi Tank da usare prevalentemente per situazioni performative, a Londra il teatro ha sempre avuto frotte di visitatori e sempre di più la pagina dell’arte sui giornali è miscelata con quella degli spettacoli.