Mi colpisce sempre molto leggere delle scoperte archeologiche, soprattutto poi quando si tratta di “arte”, di quel bisogno misterioso di fermare in qualche modo un’immagine su un supporto.
Una terra fertile di pitture rupestri è l’Australia, dove si sono trovati diversi enormi pareti ricche di queste antiche tracce umane.
Recentemente un nuovo sito è stato trovato nella regione di Arnhem Land, la scoperta è stata fatta da Bryce Barker , ricercatore dell’Università di Southern Queensland.
Si tratta di una vasta roccia su cui sono presenti dei disegni, databili intorno a 28.000 anni fa, che rappresentano delle “dinamiche figure” con una tecnica molto complessa,per quell’epoca.
Vedendo le foto si rimane sbalorditi di come già gli aborigeni sapevano elaborare delle immagini e come queste avessero delle funzioni all’interno di queste comunità. A cosa servissero è difficile capire, si possono fare solo tante congetture, ma rimane il fascino di scoprire questo bisogno “primordiale” di fermare attraverso delle tecniche l’immagine quotidiana.