Mentre nel continente europeo ci si arrovella sulle declinazioni artistiche di visioni politico o tecnologiche, come proposto alla recente confusa Biennale di Berlino o nella farraginosa Documenta di Kassel, in quello australe ci si lascia più serenamente, forse anche più artisticamente, ripensare alla realtà quotidiana con l’iniziativa curatoriale di Caterina de Zegher e Gerald McMaster che intitolano la nuova Biennale di Sydney “Tutti i nostri rapporti”.
Una visione concentrata sugli aspetti visivi ed emozionali, lasciando le inutili, finte e noiose speculazioni para-filosofiche/politiche alle categorie specializzate evitando così la precarietà del fasullo impegno artistico.
In cinque spazi sono accolti 100 artisti, le cui opere realizzano una rassegna espositiva significativa, che presenta in una giusta dimensione dei lavori artistici direttamente fruibili e aperti alle sensibilità più articolate del pubblico.
La dimensione umile è mantenuta da una allestimento semplice e rispettoso delle necessità di visita, senza troppe forzature.
La quotidianità si manifesta così come autentica e reale azione dell’agire umano, totale e comune a tutti. Dimensione che viviamo in una diretta reale possibilità di confronto. In tal modo i processi artistici presentati sono reali, non più “finzioni” di un mondo ma sfera comune di una umanità.
La Biennale di Sydney, fra le più longeve, avrà corso fino al 16 Settembre e si svolge fra l'Art Gallery of New South Wales, i Pier 2 e 3, il Museum of Contemporary Art, Cockatoo island e Carriageworks.