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01/07/12

Sulle orme di Massimiliano Gioni



Forse qualche traccia per la futura edizione della Biennale di Venezia potrebbe venire da New York, dove nei prossimi giorni prenderà avvio al New Museum la mostra "Ghosts in the Machine" che vede fra i curatori anche Massimiliano Gioni, che dalla scorsa primavera è stato eletto direttore della Biennale Arti Visive dell’edizione 2013. 

La mostra newyorkese sarà inaugurata fra pochi giorni, i primi di Luglio, e raccoglie una serie di artisti che si muovono su un versante tecnologico, in cui viene analizzato il rapporto continuo tra gli esseri umani, macchine e arte, giungendo fino alla creazione di macchine inventati ispirata al racconto di Fraz Kafka. 

Sicuramente il progetto veneziano è ancora in costruzione ma può essere molto interessante valutare cosa potrebbe succedere pensando alle diverse mostre che il noto curatore italiano ha in corso in questi ultimi tempi, giocando a fare alcune previsioni. 

Guardando al suo passato si va dalla sodale azione curatoriale/artistica associata a Maurzio Cattelan fino alla recente grande mostra di Murakami al Quatar Museum passando per progetti più particolare come le rassegne per la Fondazione Trussardi o la scorsa Biennale d’Arte di Gwangju in Sud Corea, nel 2010. 

Sicuramente ha uno stile molto classico, rigoroso, non rischia molto. Anche se in certi casi, quasi sempre in combina con Maurizio Cattelan, riesce a uscire da certi schemi troppo rigidi e consolidati. 

Ad oggi non pare un innovatore ma chissà che questa nuova iniziativa veneziana sia un’occasione per provare sue forme di curatela che forse non hanno mai trovato spazio, il tempo non è tantissimo e il progetto è sempre molto complesso (soprattutto burocratico). 

Quando era alle “prime armi” proprio per la Biennale aveva realizzato nel 2003 un piccolo “padiglione italiano” che mi ricordo fumoso e scarlatto. Si trattava di una struttura, definita “la Zona” dentro cui erano proposte le opere degli artisti A12, Micol Assaël, Alessandra Ariatti, Anna de Manincor/ZimmerFrei, Diego Perrone e Patrick Tuttofuoco. 

Un poco di pazienza e fra un anno sapremo come è andata.