Da pochi giorni presso Ca’ Corner della Regina a Venezia, che da un anno è sede della Fondazione Prada, si è avviata un’ampia mostra su alcune delle principali avanguardie del novecento e sul loro ruolo produttivo culturale.
In una visione ricercata e tran-storica si attraversa il secolo scorso nelle sue accezioni più utopiche. Le grandi promesse, spesso dimenticate, di un’arte che voleva rimodellare i costumi sociali, ma che spesso si è lasciata condizionare dal mondo che criticava.
Un museo antropologico d’illusioni e idee che il titolo “The Small Utopia. Ars multiplicata» già conduce allo stato di oggetto.
Il curatore Germano Celant compone un elegante percorso aperto, in cui la miscelazione tematica mette in risalto le individualità artistiche che cercano, con la propria unicità, di rimodellare una molteplicità sociale. Ma si percepisce nel passare del tempo che le diverse tendenze artistiche, ispiratrici di cambiamenti, lentamente si conformano alla massificazione dei sistemi di consumo. Rinunciando così, esse stesse, alla loro personalità; per omologarsi alla produzione di massa che si differenzia solo più con le strategie comunicative.
Dall’ermetismo alla pubblicità, dall’elite alla mondializzazione, strana la storia dell’arte dell’ultimo secolo che, ora pare, sempre di più si caratterizzata da uno spirito di stanchezza, prostrata dall’aver cercato continue mutazioni fino a non essere più se stessa.
La mostra è realizzata con oltre seicento opere, che vanno dai primi anni del Novecento fino al 1975. Sono raccolte così dai pezzi unici ai libri d'artista, dai documenti alle riviste, dal cinema alla televisione, dal vinile alla radio in una varietà infinita di gusti e idee. Un percorso che ci porta dalla trasgressione alla normalizzata, in un gioco a rimpiattino fra unicità e supermercato. C’è tutto il meglio del secolo breve: Futurismo, Costruttivismo, Bauhaus, Neoplasticismo, Surrealismo, Nouveaux Réalistes, Fluxus, Optical Art e Pop Art, nessuno è stato dimenticato.
Particolarmente interessante sarà la stagione autunnale quando si svolgerà un programma di performance e concerti Fluxus, per commemorare il cinquantenario del primo Festival del movimento Fluxus.
Per visitare la mostra c’è tempo fino al 25 Novembre, orario di apertura dalle 10 alle 18, Martedì chiuso.